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lunedì 31 maggio 2010

La prosperità dei malvagi

Salmi 73:1
Certo, Dio è buono verso Israele,
verso quelli che sono puri di cuore.
Salmi 73:2 Ma quasi inciamparono i miei piedi;
poco mancò che i miei passi non scivolassero.
Salmi 73:3 Poiché invidiavo i prepotenti,
vedendo la prosperità dei malvagi.
Salmi 73:4 Poiché per loro non vi sono dolori,
il loro corpo è sano e ben nutrito.
Salmi 73:5 Non sono tribolati come gli altri mortali,
né sono colpiti come gli altri uomini.
Salmi 73:6 Perciò la superbia li adorna come una collana,
la violenza li avvolge come un manto.
Salmi 73:7 Gli occhi escono loro fuori dalle orbite per il grasso;
dal cuor loro traboccano i cattivi pensieri.
Salmi 73:8 Sbeffeggiano e malvagiamente progettano d'opprimere;
parlano dall'alto in basso con arroganza.
Salmi 73:9 Alzano la loro bocca fino al cielo,
e la loro lingua percorre la terra.
Salmi 73:10 Perciò il popolo si volge dalla loro parte,
beve abbondantemente alla loro sorgente,
Salmi 73:11 e dice: «Com'è possibile che Dio sappia ogni cosa,
che vi sia conoscenza nell'Altissimo?»
Salmi 73:12 Ecco, costoro sono empi;
eppure, tranquilli sempre, essi accrescono le loro ricchezze.
Salmi 73:13 Invano dunque ho purificato il mio cuore
e ho lavato le mie mani nell'innocenza!
Salmi 73:14 Poiché sono colpito ogni giorno
e il mio tormento si rinnova ogni mattina.
Salmi 73:15 Se avessi detto: «Parlerò come loro»,
ecco, avrei tradito la stirpe dei tuoi figli.


Conosciamo il Signore, siamo suoi figli. Certo, sappiamo che è buono con noi.
Ma ogni giorno dobbiamo scontrarci con questa società cinica. Solo le cose che si possono provare hanno valore. Solo ciò che può portare guadagno ha valore.
Bestemmiatori, immorali, ribelli, scherniscono ogni giorno Dio con le loro parole e azioni. E' tremendamente facile, guardando tutto ciò, far scivolare i propri passi. Nati in una cultura che insegna quanto ciò che sia davvero importante è il "quì e ora", lo scontro con la fede in Dio può diventare violentissimo anche per un credente. I fatti. Le dimostrazioni. I disagi. Le difficoltà sul lavoro. Ogni brutta esperienza della vita. Tutto questo mentre ci sono ricchi che vivono serenamente, senza avere alcun problema, senza porsi neanche la questione di vivere per qualcosa che sia diverso dal loro ventre.
I dubbi seri vengono. Che senso ha tutto questo? Chi sono io veramente? In cosa credo veramente?
Proprio in questo momento, incalzano anche persone che nutrono della tua stima. Persone oneste che onestamente e in sincerità fanno una analisi di questo mondo. Coloro che opprimono il povero prosperano. Dov'è il tuo Dio? Che parte ha in tutto questo? Credi in Lui a parole, ma dove sono i fatti? Le prove? Le prove dicono che tu sei nella distretta mentre loro sono nell'abbondanza. Ecco che quasi siamo persuasi da questa argomentazione apparentemente di una ferrea logica.

Salmi 73:16 Ho voluto riflettere per comprendere questo,
ma la cosa mi è parsa molto ardua,
Salmi 73:17 finché non sono entrato nel santuario di Dio,
e non ho considerato la fine di costoro.

Salmi 73:18 Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli,
tu li fai cadere in rovina.
Salmi 73:19 Come sono distrutti in un momento,
portati via, consumati in circostanze orribili!
Salmi 73:20 Come avviene d'un sogno quand'uno si sveglia,
così tu, Signore, quando ti desterai,
disprezzerai la loro vana apparenza.
Salmi 73:21 Quando il mio cuore era amareggiato
e io mi sentivo trafitto internamente,
Salmi 73:22 ero insensato e senza intelligenza;
io ero di fronte a te come una bestia.
Salmi 73:23 Ma pure, io resto sempre con te;
tu m'hai preso per la mano destra;
Salmi 73:24 mi guiderai con il tuo consiglio
e poi mi accoglierai nella gloria.
Salmi 73:25 Chi ho io in cielo fuori di te?
E sulla terra non desidero che te.
Salmi 73:26 La mia carne e il mio cuore possono venir meno,
ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte di eredità, in eterno.
Salmi 73:27 Poiché, ecco, quelli che s'allontanano da te periranno;
tu distruggi chiunque ti tradisce e ti abbandona.
Salmi 73:28 Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio;
io ho fatto del Signore, di Dio,
il mio rifugio,
per raccontare, o Dio, tutte le opere tue.


Tutto questo dura fino a quando entri nella presenza di Dio. Nel momento in cui spiritualmente ti appropri della tua posizione celeste mediante la preghiera, hai un assaggio di eternità. E finalmente comprendi.
"Quì e ora" è una visuale troppo stretta, distorce la messa a fuoco.
I fatti, le prove, non significano molto, sono realtà fugaci.
Il Signore agisce nell'eternità, portando ogni Suo proponimento verso l'eternità.
Ora quindi riesci a considerare la fine di costoro.
Adesso prosperano, perchè Dio vuole che accada così. Questo tempo non è quello definitivo. Questa creazione non è quella definitiva. Tutto adesso è transitorio, tutto è un mezzo di Dio per arrivare al Suo fine.
In questo istante di comunione quindi comprendi che nudo sei arrivato su questa Terra e nudo te ne andrai, la cosa più preziosa che tu possa avere, la cosa che nessuno potrà mai toglierti, neanche la morte, è Dio stesso.
Lui è la tua eredità. E' ciò che ti spetta, la tua ricompensa. Lui è tutto ciò di cui hai bisogno. Lui è tutto ciò che desideri. Adesso il tuo spirito respira lo Spirito di Dio, e i ragionamenti di prima sono come un fumo che si dirada. Loro, gli empi, moriranno, e resteranno secondo la loro stessa volontà separati da Te.
Ma il mio bene è stare unito a Te, Signore. Tu Sei il mio rifugio, e ora, con questa prospettiva, con questo Spirito dentro il mio spirito, racconterò al mondo le Tue opere, per fare la Tua volontà.

domenica 30 maggio 2010

Legalismo, licenziosità e la vera libertà

Luca 15:11 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli.
Luca 15:12 Il più giovane di loro disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta". Ed egli divise fra loro i beni.
Luca 15:13 Di lì a poco, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano, e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente.
Luca 15:14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.
Luca 15:15 Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali.
Luca 15:16 Ed egli avrebbe voluto sfamarsi con i baccelli che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava.
Luca 15:17 Allora, rientrato in sé, disse: "Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
Luca 15:18 Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: padre, ho peccato contro il cielo e contro di te:
Luca 15:19 non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi".
Luca 15:20 Egli dunque si alzò e tornò da suo padre; ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione: corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò.
Luca 15:21 E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio".
Luca 15:22 Ma il padre disse ai suoi servi: "Presto, portate qui la veste più bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi;
Luca 15:23 portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,
Luca 15:24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato". E si misero a fare gran festa.
Luca 15:25 Or il figlio maggiore si trovava nei campi, e mentre tornava, come fu vicino a casa, udì la musica e le danze.
Luca 15:26 Chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa succedesse.
Luca 15:27 Quello gli disse: "È tornato tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché lo ha riavuto sano e salvo".
Luca 15:28 Egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscì e lo pregava di entrare.
Luca 15:29 Ma egli rispose al padre: "Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici;
Luca 15:30 ma quando è venuto questo tuo figlio che ha sperperato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato".
Luca 15:31 Il padre gli disse: "Figliolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua;
Luca 15:32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato"».


Questa parabola è forse la più famosa e conosciuta, sia da credenti che da non credenti. Racconta con toni vivaci il profondo amore di questo padre, che Gesù rassomiglia per attitudine del nostro Padre celeste. E' quindi un racconto confortante, rassicurante. Ognuno di noi ha un bisogno di essere amato, tanto dagli uomini e molto di più dal Signore; questa rivelazione dell'amore del Padre è quindi veramente la medicina per una malattia mortale dell'anima.
Parallelamente a questa comune - ma fondamentale - interpretazione, vorrei far notare alcune tematiche da un altro punto di vista.
Un uomo aveva due figli. Nella parabola, è evidente che quest'uomo ricopre il ruolo di Dio Padre. Poi però, ci sono i due figli. Dal carattere mostrato da questi due figli, penso che rappresentino il modello di un cristiano religioso, tradizionalista; e di un cristiano carnale, attirato dalle cose belle di questo mondo. La curiosa coincidenza è che questi due estremi sono i due più gravi pericoli per ogni figlio di Dio. Nel cammino della maturità spirituale infatti, c'è un crinale da percorrere: il sentiero della libertà nello Spirito Santo. A destra di questo sentiero, c'è il burrone del legalismo, della tradizione, della religiosità. A sinistra, c'è il burrone della licenziosità, della carne, della concupiscenza.
Osserviamo come il Signore si comporta nei confronti dei Suoi figli con due caratteri e modi di fare completamente opposti ma ugualmente sbagliati.

1) Il figlio carnale.
Un nuovo peccatore si converte. Gli angeli del cielo fanno festa.
Lo spirito di questa persona viene rinnovato: ora è un figlio di Dio.
Prima di conoscere il Signore però, aveva parecchie abitudini di cui ora se ne deve sbarazzare. Abitudini e modi di pensare sensuali, carnali.
In poco tempo, questo modo di pensare e queste abitudini, esercitano ancora una pressione troppo forte e spingono questo figlio a tornare ad esse.
Dalla parabola osserviamo che il padre non tenta nemmeno di convincere del contrario il figlio ribelle. Immediatamente ubbidisce dividendo i beni e dandogli la sua parte di eredità. Non è strano? Se ci tiene tanto a questo figlio, perchè non cercare di farlo ragionare? Perchè non fargli capire quanto sia sbagliato ciò che ha intenzione di fare? Perchè il Signore ci ha creati e ci conosce. Sa che alcune cose dobbiamo comprenderle per esperienza e solo così potranno trasformare la nostra vita. Non basta sapere cosa è meglio. Bisogna saperlo per esperienza. Solo attraverso questo viaggio esperienziale si diventa persone diverse.
Il padre dunque senza neanche fiatare lascia libero il figlio carnale di fare ciò che vuole. Egli va, spende tutti i soldi che ha, e presto si ritrova a stare per morire di fame. Molti pensano che il fulcro della vita cristiana consista nella scelta di amare Dio. Personalmente sono persuaso che il fulcro della vita cristiana sia l'obbligo di farlo.

Marco 12:28 Uno degli scribi che li aveva uditi discutere, visto che egli aveva risposto bene, si avvicinò e gli domandò: «Qual è il più importante di tutti i comandamenti?»
Marco 12:29 Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l'unico Signore.
Marco 12:30 Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua".


Amare Dio non è una scelta. E' un obbligo. E' un comando. "Ama" è un modo verbale imperativo. Nel contesto di questa parabola comprendiamo il perchè. Ugualmente, spesso Dio lascia comprendere per esperienza ad alcuni figli di Dio questo "perchè".
Focalizziamo la nostra attenzione su questo figlio ribelle. Non ha più soldi. Gli vietano il cibo dei maiali. Sta morendo di fame. Sta morendo.
In questo contesto realizza il vero significato della sua libertà. Fino ad ora, pensava alla libertà come la possibilità di soddisfare ogni sua voglia mondana. Vedeva la convivenza nella casa di suo padre come una prigionia. Solo al di fuori però, ha compreso come stanno realmente le cose: al contrario.
Ha seguito i suoi desideri e i suoi desideri lo stanno portando al suicidio.
Ha dunque sì una scelta davanti ora, ma è davvero una scelta?? Può scegliere se vivere o morire. Ma morire significa non esistere più. Non è un'alternativa. La sola cosa che può fare è vivere. E' tornare alla casa del padre.
La sola cosa che possiamo fare e amare Dio. Questa scelta obbligata sembra a priori come l'imposizione con la violenza della volontà di Dio, contraria alla nostra. Ma nel momento in cui attraverso la nostra esperienza comprendiamo che ciò che non va bene non è la volontà di Dio, bensì la nostra, interiorizziamo di non essere per nulla affidabili, neanche nei nostri desideri. Solo quando stiamo per morire comprendiamo che Dio è Vita. Il training degli Alcolisti Anonimi comprende una fase in cui si deve prendere coscienza che la propria volontà (di continuare a bere in modo smodato) porta verso la propria morte. Quasi sempre questo shock carica le persone della forza morale per conferire ad altri il potere decisionale sulla propria vita, sapendo che continuando a fare di testa propria si raggiungerà senza ombra di dubbio la morte. Questo è ciò che è successo al figliol prodigo. Questo è ciò che succede a molti figli di Dio. Questo percorso però non è assolutamente invano.

2Corinzi 7:8 Anche se vi ho rattristati con la mia lettera, non me ne rincresce; e se pure ne ho provato rincrescimento (poiché vedo che quella lettera, quantunque per breve tempo, vi ha rattristati),
2Corinzi 7:9 ora mi rallegro, non perché siete stati rattristati, ma perché questa tristezza vi ha portati al ravvedimento; poiché siete stati rattristati secondo Dio, in modo che non aveste a ricevere alcun danno da noi.
2Corinzi 7:10 Perché la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza, del quale non c'è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte.


Ebrei 12:5 «Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore,
e non ti perdere d'animo quando sei da lui ripreso;
Ebrei 12:6 perché il Signore corregge quelli che egli ama,
e punisce tutti coloro che riconosce come figli».


Un buon padre riprende i suoi figli per farli crescere in modo sano. Tanto più il nostro Padre Celeste riprende i suoi figli attraverso le circostanze della vita affinchè possano essere trasformati per esperienza.
Vediamo infatti come questo figlio ribelle, dopo aver superato il punto critico della consapevolezza della vera libertà, torna dal padre. Torna a lui però come una persona diversa. E' un uomo nuovo, completamente diverso da ciò che era prima. Ha una nuova comprensione di sè stesso, del padre, della libertà. Non è stata piegata la sua volontà, ma piuttosto è stata trasformata! Torna quindi dal padre con uno spirito differente e il padre gli corre incontro e fa festa per lui. Il padre ha lasciato andare il figlio viziato ed egoista con il solo scopo di vederlo tornare umile e sano, e il suo scopo è stato raggiunto! Il padre fremeva dall'attesa di questo momento, sapendo di dover lasciare che gli accadimenti facessero il suo corso, e ora che lo vede da lontano gli corre incontro per la gioia! Questo figlio era morto, ma è tornato in vita. Era una persona fredda, cinica, sensuale, egoista, vanagloriosa; ma ora è una persona pentita, umile, pura, spirituale, mansueta. Quale sapienza divina in tutto ciò!!

2) Il figlio legalista.
A questo punto della narrazione, in uno spazio minore, si parla dell'altro fratello. La parola chiave è al versetto 29: "da tanti anni ti servo". Questo figlio viveva con la mentalità di un servo, non di figlio. Serviva il padre, lavorava per lui, cercava di guadagnare il suo rispetto, il suo amore. Era fedele in ogni cosa, pensando di dover comprare la fiducia e la comunione con suo padre.
Quanti credenti oggi servono Dio per ottenere la sua approvazione, il suo amore. Vanno in chiesa, prestano servizio, organizzano riunioni e ritiri, il banco alimentare, partecipano agli studi biblici, solo per ottenere l'amore di Dio.
Al figlio primogenito e a questi figli, il Signore risponde allo stesso modo: ciò che è mio, è tuo. Tu hai già il mio amore. Non hai bisogno di fare per ottenere la mia approvazione perchè tu non sei mio servo, tu sei mio figlio. Tu sei parte di me e hai parte in tutto ciò che mi appartiene. Tu sei sangue del mio sangue. Io ti amo.

Non è possibile rimanere indifferenti a tale dichiarazione d'amore. Non è possibile evitare di rivedere le proprie priorità e il modo di vivere davanti a una tale apertura del cuore di Dio nei nostri confronti. C'è solo la possibilità: con le lacrime agli occhi prenderne atto e ricambiare questo amore con forte un abbraccio.

Chiunque dei due figli noi siamo, ti ringraziamo, Padre, per averci fatto Tuoi figli.

venerdì 28 maggio 2010

Amministratori dei misteri di Dio

1Corinzi 4:1 Così, ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.

L'Apostolo Paolo, scrivendo alla chiesa di Corinto, dopo aver ripreso degli atteggiamenti settari e orgogliosi, invita i fratelli a considerare la sua squadra apostolica come amministratori dei misteri di Dio.
Quali sono dunque questi misteri di Dio? Lui stesso ne rivela alcuni nelle sue epistole.

Romani 11:25 Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri;
Romani 11:26 e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto:
«Il liberatore verrà da Sion.
Romani 11:27 Egli allontanerà da Giacobbe l'empietà;
e questo sarà il mio patto con loro,
quando toglierò via i loro peccati».


1. La chiesa non ha sostituito Israele. La sua elezione rimane e in tempi escatologici ci sarà un ravvedimento di massa.

1Corinzi 15:51 Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati,
1Corinzi 15:52 in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati.
1Corinzi 15:53 Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità.


2. I santi di Dio risusciteranno con nuovi corpi incorruttibili. Parimenti i fratelli in vita saranno trasformati istantaneamente. Iddio non vuole che viviamo per sempre in spirito ma con corpi gloriosi!

Efesini 3:5 Nelle altre epoche non fu concesso ai figli degli uomini di conoscere questo mistero, così come ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di lui;
Efesini 3:6 vale a dire che gli stranieri sono eredi con noi, membra con noi di un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta in Cristo Gesù mediante il vangelo,
Efesini 3:7 di cui io sono diventato servitore secondo il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù della sua potenza.


3. Noi stranieri non ebrei siamo eredi assieme a Israele, membra di un unico Corpo, sottomessi tutti ad un unico Capo, cioè Cristo Gesù.

Colossesi 4:2 Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie.
Colossesi 4:3 Pregate nello stesso tempo anche per noi, affinché Dio ci apra una porta per la parola, perché possiamo annunciare il mistero di Cristo, a motivo del quale mi trovo prigioniero,
Colossesi 4:4 e che io lo faccia conoscere, parlandone come devo.


1Timoteo 3:14 Ti scrivo queste cose sperando di venir presto da te,
1Timoteo 3:15 affinché tu sappia, nel caso che dovessi tardare, come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità.
1Timoteo 3:16 Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.


4. Il mistero di Cristo. Il Vangelo.

Perchè sono misteri? Comprendiamo da Efesini 3:5 che sono dei misteri poichè nelle epoche precedenti non fu concesso agli uomini conoscere tali informazioni. In un determinato momento quindi, lo Spirito Santo ha concesso delle rivelazioni agli apostoli e ai profeti affinchè potessero costruire la chiesa di Dio secondo le Sue precise istruzioni. Non con dottrine umane ma con rivelazione divina. (1 Co 3:10).
Ef 3:5 si riferisce in modo chiaro ai ministeri del Corpo di Cristo dell'apostolo e del profeta, non a ministeri dell'Antico Testamento in quanto suggella il tempo della rivelazione: ORA. Ossia, in questi ultimi tempi posteriori alla Pentecoste.

Efesini 2:20 Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare,
Efesini 2:21 sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore.


La Chiesa è edificata sul fondamento degli apostoli e dei profeti, sostenuta dalla pietra angolare: Cristo.
Il sano svolgimento dell'opera di questi due ministeri dunque, è all'interno della Chiesa, aiutandola a crescere in modo sano nelle rivelazioni di Dio. Oggi come allora. Probabilmente al giorno d'oggi non ci sono rivelazioni del peso dell'unione del popolo Gentile ed Ebreo sotto un unico Capo, ciò nonostante lo Spirito Santo continua a donare rivelazioni per dare una guida e una direzione da prendere.
Anche oggi dunque, gli apostoli e i profeti devono essere considerati amministratori dei misteri di Dio, loro più che altri, in quanto la loro funzione è la cura e il sostegno per la sana crescita del Corpo di Cristo.
Entrando nel dettaglio però, è lecito pensare che ogni credente è in una misura diversa, amministratore almeno di un mistero di Dio. Quale? Il Vangelo.
Per il mondo il Vangelo è pazzia. Il mondo non conosce Dio, nè sa come ricercarlo. Vediamo quindi come anche la persona nata di nuovo più recentemente è dispensatrice di questo profondo mistero che può essere giudicato solo spiritualmente e che rimane nascosto al resto dell'umanità. Ognuno di noi dunque è chiamato a comunicare questo mistero, pregando il Signore che con il Suo Santo Spirito convinca di peccato, di giustizia e di giudizio. Questo è compito di ogni figlio di Dio. Prendiamo coscienza dunque della responsabilità e dell'onore di essere amministratori dei misteri di Dio, non per cadere nell'orgoglio, ma piuttosto per avere una corretta considerazione personale e poter testimoniare con risolutezza la speranza alla quale ci ha chiamati il nostro Signore Gesù Cristo.

mercoledì 26 maggio 2010

La Sovranità di Dio e la responsabilità umana

Genesi 3:17 Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita.
Genesi 3:18 Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l'erba dei campi;
Genesi 3:19 mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai».


Romani 3:9b Abbiamo già dimostrato che tutti, Giudei e Greci, sono sottoposti al peccato,
Romani 3:10 com'è scritto:
«Non c'è nessun giusto,
neppure uno.
Romani 3:11 Non c'è nessuno che capisca,
non c'è nessuno che cerchi Dio.
Romani 3:12 Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti.
Non c'è nessuno che pratichi la bontà,
no, neppure uno».
Romani 3:13 «La loro gola è un sepolcro aperto;
con le loro lingue hanno tramato frode».
«Sotto le loro labbra c'è un veleno di serpenti».
Romani 3:14 «La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza».
Romani 3:15 «I loro piedi sono veloci a spargere il sangue.
Romani 3:16 Rovina e calamità sono sul loro cammino
Romani 3:17 e non conoscono la via della pace».
Romani 3:18 «Non c'è timor di Dio davanti ai loro occhi».


A causa della disubbidienza di Adamo, l'uomo è separato da Dio, schiavo del peccato e della morte. Così come la morte prematura di nostro nonno non avrebbe consentito la nostra esistenza, allo stesso modo l'azione del nostro lontano progenitore si ripercuote con le sue conseguenze sull'intero genere umano, generazione dopo generazione.

Romani 3:19 Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio;
Romani 3:20 perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato.
Romani 3:21 Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti:
Romani 3:22 vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione:
Romani 3:23 tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio -
Romani 3:24 ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.
Romani 3:25 Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato,
Romani 3:26 al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù.


Giovanni 3:16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Nonostante la disubbidienza umana, l'amore di Dio si è rivelato potente per salvare l'uomo, attraverso il sacrificio espiatorio di Gesù, morto al posto nostro. In questo modo dunque si è aperto un nuovo ponte che conduce verso Dio: la Sua Grazia. La comunione con Dio perciò è ancora accessibile attraverso la Sua Grazia mostrata nel sacrificio di Gesù, la quale si può raggiungere mediante la fede.

Marco 16:15 E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura.
Marco 16:16 Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato.


Dovere di ogni cristiano è predicare questa Buona Notizia ad ogni creatura, fino alle estremità del mondo, affinchè le persone possano credervi e ricevere la salvezza di Dio. Chi non crede infatti, sarà condannato.
Il ravvedimento, risulta visibile nel cambiamento di vita e in un nuovo modello di adesione morale, ma dietro ad esso vi è una realtà spirituale più importante: una nuova nascita spirituale. Una rigenerazione dello spirito della persona che udendo il Vangelo si pente dei suoi peccati e riconosce il Signore come unico e vero Dio vivente. Questa rigenerazione avviene in modo sovrannaturale per azione dello Spirito Santo, sulla base del sacrificio di Cristo per volontà di Dio Padre e non per volontà di alcun uomo.

Giovanni 1:12 A tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome;
Giovanni 1:13 i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.


Giovanni 6:63 È lo Spirito che vivifica; la carne non è di alcuna utilità; le parole che vi ho dette sono spirito e vita.
Giovanni 6:64 Ma tra di voi ci sono alcuni che non credono». Gesù sapeva infatti fin dal principio chi erano quelli che non credevano, e chi era colui che lo avrebbe tradito.
Giovanni 6:65 E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è dato dal Padre».


Giovanni 6:44 Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.

2Timoteo 2:24 Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente.
2Timoteo 2:25 Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità,
2Timoteo 2:26 in modo che, rientrati in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà.


E' Dio dunque che concede ad alcuni il ravvedimento, rivelando loro la propria Persona e la Grazia. Donando loro la fede per accettarla, ed essere dunque salvati dall'ira di Dio non per proprie opere o decisioni o comportamenti ma per Pura Grazia divina.

Efesini 2:8 Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.
Efesini 2:9 Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti;
Efesini 2:10 infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.


Coloro che sono salvati perciò lo sono per Grazia mediante la fede. Ciò però non viene dall'uomo ma è il dono di Dio. I salvati infatti sono anche eletti. Scelti da Dio prima della fondazione del mondo per appartenere a Lui. Chi risponde all'appello del Signore, chi crede all'annuncio del Vangelo, chi si ravvede del proprio peccato e manifesta la sua nuova natura con opere d'amore dunque è un eletto di Dio.
Se i credenti però non hanno alcun merito per essere figli di Dio, allora i non credenti parimenti non hanno alcuna responsabilità per essere tali?
Non è così. La responsabilità dei non credenti rimane.

In primo luogo dobbiamo considerare che Dio fa ciò che vuole. L'intera umanità a causa della caduta di Adamo è peccatrice e merita la morte. Tutti, indistintamente, meritano la morte. Dio non ha creato l'uomo peccatore per poi condannarlo, ma esso ha scelto volontariamente di esserlo. La scelta di Dio di alcune persone da salvare per la Sua gloria dunque appare assolutamente lecita. E' da considerare che Dio non fa alcun favoritismo. La scelta di Dio infatti non risiede nelle persone salvate, quanto piuttosto in Dio stesso. La misericordia non è un diritto a cui gli uomini abbiano titolo.

In secondo luogo riflettiamo sul fatto che la rivelazione che Dio concede all'uomo può essere di diversi livelli. Vi è una rivelazione personale del Signore, ma ci sono anche altri livelli di rivelazione. La prima e più elementare di queste è la rivelazione dell'onnipotenza di Dio mediante la contemplazione della natura. Questa è una cosa che ogni uomo di ogni epoca ha potuto verificare.

Romani 1:18 L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia;
Romani 1:19 poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro;
Romani 1:20 infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili,
Romani 1:21 perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato.
Romani 1:22 Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti,
Romani 1:23 e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Romani 1:24 Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi;
Romani 1:25 essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen.


Essi non potevano salvarsi da sè stessi come nessun uomo può fare, ma potevano riconoscere Dio in base alla luce di rivelazione che è stata loro accordata, ringraziando e glorificando Dio in base all'esperienza che avevano di Lui.
Per questo motivo, il decreto di Dio è doppiamente giusto e la responsabilità di questi uomini rimane intatta.

Isaia 26:10 Se si fa grazia all'empio, egli non impara la giustizia;
agisce da perverso nel paese della rettitudine
e non considera la maestà del SIGNORE.


L'empio non solo non conosce Dio, ma non si cura neanche di riconoscerlo o ricercarlo in base all'esperienza - che seppur minima, certamente ha - di Lui.
Le più gonfiate statistiche atee riconoscono il 10% della popolazione mondiale come tale. Anche se questa percentuale fosse vera, resterebbe comunque la dimostrazione empirica che l'uomo ha inevitabilmente una comprensione naturale dell'esistenza e della presenza di Dio.

Romani 2:14 Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi;
Romani 2:15 essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda.
Romani 2:16 Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.


I pagani saranno giudicati in base alla misura di rivelazione ricevuta e in base all'adempimento o meno della legge presente in ogni uomo, nella sua coscienza.

Cosa dire invece dei credenti una volta che hanno ricevuto il dono di Dio?

Matteo 25:14 «Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni.
Matteo 25:15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì.
Matteo 25:16 Subito, colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque.
Matteo 25:17 Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due.
Matteo 25:18 Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone.
Matteo 25:19 Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro.


1Corinzi 3:10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra. Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra;
1Corinzi 3:11 poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.
1Corinzi 3:12 Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia,
1Corinzi 3:13 l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.
1Corinzi 3:14 Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa;
1Corinzi 3:15 se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco.


Costoro sono salvati per pura Grazia e non per loro meriti e sono messi nella perfetta condizione di compiere le buone opere precedentemente preparate per loro.
La loro responsabilità rimane quindi, non a riguardo della salvezza ma a riguardo del loro operato e in base a questo saranno giudicati. A coloro che hanno agito secondo la perfetta volontà di Dio, saranno donate altre ricompense, coloro invece che hanno contristato lo Spirito Santo, lasciandosi andare ai piaceri della propria vecchia natura anzichè chiedere al Signore aiuto nei momenti di difficoltà spirituali, saranno messi nella condizione di essere salvi come attraverso il fuoco.

1Corinzi 15:10 Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi, ho faticato più di tutti loro; non io però, ma la grazia di Dio che è con me.

Consideriamo però questo ultimo fatto: senza la grazia del Signore, senza il costante sostegno del Suo Spirito, saremmo noi capaci di adempiere alla volontà di Dio? La risposta è certamente no.

Galati 5:16 Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne.

Possiamo evitare di adempiere i desideri della carne soltanto camminando secondo lo Spirito Santo, e questo non viene da noi. E' sì derivante da una nostra decisione, ma la volontà si muove seguendo la gioia che il Signore ha messo nei nostri cuori, gioia che ci fa desiderare anche ciò che è contrario alla nostra stessa natura, ma affine al nostro spirito rigenerato. Ecco quindi che appare chiaro come anche la santificazione sia un processo svolto mediante la grazia di Dio. Non siamo noi che fatichiamo dunque, ma la grazia di Dio con noi.

Filippesi 2:13 infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo.

Soli Deo Gloria.

lunedì 24 maggio 2010

Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo.

1Corinzi 4:1 Così, ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.
1Corinzi 4:2 Del resto, quel che si richiede agli amministratori è che ciascuno sia trovato fedele.
1Corinzi 4:3 A me poi pochissimo importa di essere giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, non mi giudico neppure da me stesso.
1Corinzi 4:4 Infatti non ho coscienza di alcuna colpa; non per questo però sono giustificato; colui che mi giudica è il Signore.
1Corinzi 4:5 Perciò non giudicate nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce quello che è nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.


Ogni figlio di Dio è chiamato ad essere suo servitore, suo operaio, suo ministro, nella misura della sua chiamata personale.

Matteo 25:14 «Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni.
Matteo 25:15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì.


Ogni credente ha ricevuto dal Signore infatti dei talenti. Doni personali, doni spirituali, potenzialità da esprimere per adempiere la propria chiamata.
Tutto ciò viene donato da Dio stesso, e da nessun uomo. Gli uomini (altri ministri di Dio) infatti possono e devono riconoscere negli altri fratelli le chiamate e i ministeri affidatagli per confermare e ordinare però ciò che è già stato creato e promosso dal Signore.

Galati 1:11 Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunciato non è opera d'uomo;
Galati 1:12 perché io stesso non l'ho ricevuto né l'ho imparato da un uomo, ma l'ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo.


Non abbiamo solo bisogno di venire alla conoscenza umana del Vangelo. Abbiamo bisogno di ricevere la rivelazione personale del Vangelo di Dio. Esso infatti non consiste nel conoscere soltanto una "buona notizia" ma per viverla e riconoscerla spiritualmente. Ciò che più inciderà le nostre vite spirituali non saranno le lezioni apprese da uomini, ma quelle apprese per rivelazioni di Gesù Cristo. Queste rivelazioni personali sono capisaldi della nostra esistenza, altari nei quali ricordarci in tutta la nostra vita del patto che Dio ha fatto con noi. Non con il pastore, non con il diacono, non con le nostre guide ma con noi personalmente. Questa è la comunione e la conoscenza del Dio vivente.
Un ministro ordinato da un uomo fallirà il suo servizio. Un ministro ordinato da Dio adempierà perfettamente la Sua volontà. Certo, gli apostoli sono chiamati a nominare anziani e pastori. I pastori sono chiamati a nominare diaconi. Ma queste nomine devono essere fatte con discernimento spirituale, comprendendo e ufficializzando quel che Dio sta facendo e chi Dio sta scegliendo per questi ruoli.
Quando la chiamata è da Dio, c'è frutto spirituale.
Ci sono però anche molteplici ostacoli.
Non tutte le persone possono comprendere. Non tutti i fratelli hanno il discernimento adatto per capire chi è un autentico ministro di Dio e chi no.

2Corinzi 11:19 Or voi, pur essendo savi, li sopportate volentieri i pazzi!
2Corinzi 11:20 Infatti, se uno vi riduce in schiavitù, se uno vi divora, se uno vi prende il vostro, se uno s'innalza sopra di voi, se uno vi percuote in faccia, voi lo sopportate.


E' nell'indole dell'uomo pensare e giudicare con la sua mente carnale.
E' facile dunque vedere come anche nelle chiese di Dio vengano innalzati falsi fratelli, con un carattere brillante e screditati invece autentici ministri di Dio, disprezzando lo Spirito. Questo è un male molto grave.

Ciò che è fondamentale per un ministro, è essere trovato fedele.

2Corinzi 3:1 Cominciamo forse di nuovo a raccomandare noi stessi? O abbiamo bisogno, come alcuni, di lettere di raccomandazione presso di voi o da voi?
2Corinzi 3:2 La nostra lettera, scritta nei nostri cuori, siete voi, lettera conosciuta e letta da tutti gli uomini;
2Corinzi 3:3 è noto che voi siete una lettera di Cristo, scritta mediante il nostro servizio, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente; non su tavole di pietra, ma su tavole che sono cuori di carne.


Un autentico ministro di Dio non deve aver bisogno di lettere di raccomandazione. Di attestati teologici. Di raccomandazioni personali.
La lettera, il riconoscimento deve essere solo il frutto portato nelle persone che si sono servite per la volontà di Dio.
Chi serve con coscienza pulita, chi serve ministrando i misteri di Dio con amore, chi vive e dimora nel Signore Gesù, non ha bisogno di raccomandazioni e non ha paura nè interesse nell'essere giudicato da alcun uomo, da alcun tribunale umano.
Bisogna certamente rendere conto del proprio operato alla Chiesa, ma sopra ogni cosa bisogna rendere conto del proprio operato a Dio. Quando verrà il Signore, manifesterà i pensieri del cuore di ognuno e ciascuno riceverà la giusta retribuzione da Dio.

1Corinzi 4:2 Del resto, quel che si richiede agli amministratori è che ciascuno sia trovato fedele.
1Corinzi 4:3 A me poi pochissimo importa di essere giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, non mi giudico neppure da me stesso.


Facciamo del nostro meglio davanti al Signore. Agiamo con coscienza pura. Viviamo in modo santo. Serviamo il nostro prossimo. Confrontiamoci ed ascoltiamo i nostri fratelli nella fede. Camminiamo in umiltà ben lontano da ogni ribellione personale. Ma vegliamo in modo saggio, esercitiamo il nostro discernimento e lasciamoci influenzare solo fino ad un certo punto, quello che riconosciamo come stabilito da Dio. Il punto dopo il quale dovremmo iniziare a scendere a compromesso con ciò che riconosciamo come la volontà di Dio per la nostra vita. Oltre questo punto, solo Dio è nostro giudice e solo a Lui dovremo rendere conto delle nostre azioni. Non cadiamo nell'inganno di confidare o compiacere gli uomini. Rispondiamo solo alla chiamata di Dio. Il riconoscimento verrà da Lui.

Galati 1:10 Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo.

venerdì 21 maggio 2010

Homo novus

Genesi 1:1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra.

Dio creò a suo tempo ogni cosa visibile e invisibile.
Tale creazione fu progressiva e suddivisa grossolanamente in due tempi.

In principio Dio creò dal nulla i cieli e la terra. Questa è la creazione ex nihilo. Prima di essi non c'era nulla, solo Iddio. Quindi fu una creazione dal nulla.

Genesi 1:2 La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.
Genesi 1:3 Dio disse: «Sia luce!» E luce fu.
Genesi 1:4 Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre.


Dopo il primo stadio di creazione, che portò all'esistenza la materia, il Signore si dilettò in un secondo stadio di creazione contraddistinto dalla separazione e dal portare ordine laddove prima vi era caos. Separò dunque la luce dalle tenebre. Operò una creatio ex materia.

Genesi 1:7 Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu.

Separò le acque sopra e sotto il cielo.

Genesi 1:9 Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l'asciutto». E così fu.

Raccolse le acque sotto il cielo in un unico luogo separando gli oceani dalla terraferma. Poi fece produrre dalla terra i vegetali separando la vita vegetale dalla non-vita minerale. Mise ordine nei luminari del cielo in modo da garantire un ciclo ordinato di giorno e notte. Fece produrre alle acque gli animali acquatici e alla terra gli animali terrestri. Ad ogni Suo intervento l'ordine riportato era sempre maggiore rispetto allo stadio precedente.

Genesi 1:26 Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
Genesi 1:27 Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.


Come ultimo intervento creò l'uomo a Sua immagine, conforme alla Sua somiglianza. Creò Adamo ed Eva. Pur essendo a Sua immagine e somiglianza però, essi non adempivano perfettamente al desiderio di Dio. Essi erano il primo stadio della creazione dell'uomo. Con loro, il Signore - così come era stato fatto in precedenza per il creato - aveva solamente iniziato la Sua opera di creazione. Il loro spirito infatti fu creato da Dio stesso senza partire da nulla di preesistente. A loro volta essi erano stati creati spiritualmente ex nihilo.
Da questo preciso istante dunque, l'opera creatice di Dio continuò la Sua azione con uno zelo, un'attenzione e un'impegno mai visto prima di allora da tutto il creato. L'uomo cadde in peccato separandosi da Dio. Dio si rivelò alla sua discendenza. Diede a loro delle leggi per riscoprire la loro coscienza corrotta. Li rese consapevoli di non essere capaci di migliorarsi da soli pur mettendo nei loro cuori il desiderio di tendere verso di Lui, verso l'Infinito, verso qualcosa che non conoscevano ma che sentivano intimamente essere il loro destino.
A tempo debito l'Eterno manifestò il Suo piano. Mandò Suo Figlio - parte di Sè - in carne per morire al posto degli uomini che Egli aveva scelto, riscattandoli così dalla morte. In questo contesto, mediante la resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo, portò a compimento l'uomo nuovo. Separò l'uomo vecchio dall'uomo nuovo.

1Corinzi 15:21 Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti.
1Corinzi 15:22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati;
1Corinzi 15:23 ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta.

1Corinzi 15:42 Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile;
1Corinzi 15:43 è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente;
1Corinzi 15:44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c'è un corpo naturale, c'è anche un corpo spirituale.
1Corinzi 15:45 Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente»; l'ultimo Adamo è spirito vivificante.


Cristo Risorto è il primo Homo Novus. Pienamente Dio e pienamente uomo, glorificato nel Suo corpo celeste. Attraverso di Lui tutti gli eletti di Dio acquisiscono diritto legale alla vita eterna. Al Suo ritorno trionfale risorgeranno in un corpo incorruttibile portando a compimento la piena volontà di Dio nella creazione dell'Uomo Nuovo. Quest'Uomo infatti non è solo a immagine e somiglianza di Dio ma è in comunione profonda con la Sua natura, divendendo a tutti gli effetti non solo creatura ma figlio.

Apocalisse 22:3 Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello; i suoi servi lo serviranno,
Apocalisse 22:4 vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte.


Questi Uomini Nuovi porteranno il nome di Dio sulla fronte così come in una famiglia un figlio eredita il cognome del padre.
Questi Uomini Nuovi saranno l'apice della creazione di Dio, il compimento perfetto della Sua piena volontà creatrice.

Dall'altra parte però, vi saranno gli uomini vecchi, gli empi, coloro che nell'ordine stabilito da Dio verranno separati così come all'alba dei tempi è stata separate la luce dalle tenebre.

Matteo 13:30 Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mietitura, dirò ai mietitori: 'Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio'"».

Apocalisse 21:8 Ma per i codardi, gl'increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda».

mercoledì 19 maggio 2010

Rigenerazione e rinnovamento

Numeri 21:7 Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il SIGNORE e contro di te; prega il SIGNORE che allontani da noi questi serpenti». E Mosè pregò per il popolo.
Numeri 21:8 Il SIGNORE disse a Mosè: «Fòrgiati un serpente velenoso e mettilo sopra un'asta: chiunque sarà morso, se lo guarderà, resterà in vita».
Numeri 21:9 Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra un'asta; e avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.


Giovanni 3:14 «E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato,
Giovanni 3:15 affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.


Il serpente di bronzo rappresenta l'opera redentrice di Cristo.
Tutti noi siamo oppressi dal veleno del peccato che circola nelle nostre vene.
Oggi come allora, la soluzione che offre Dio non è eliminare il peccato, bensì donare guarigione guardando a Cristo.

Giovanni 12:31 Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo;
Giovanni 12:32 e io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me».
Giovanni 12:33 Così diceva per indicare di qual morte doveva morire.


Egli, come il serpente di bronzo, è stato innalzato. Non su un'asta ma sul legno della croce. In quel momento il Signore ha attirato tutti a sè, unendo la Sua morte con quella dell'uomo vecchio di ogni credente di ogni età.

Romani 6:6 Sappiamo infatti che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato;
Romani 6:7 infatti colui che è morto è libero dal peccato.
Romani 6:8 Ora, se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con lui,
Romani 6:9 sapendo che Cristo, risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui.


Morti dunque al peccato viviamo ora con Cristo. Ma come? Per una risurrezione?

1Corinzi 15:20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti.
1Corinzi 15:21 Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti.
1Corinzi 15:22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati;
1Corinzi 15:23 ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta.


Apprendiamo dalle Scritture che la resurrezione dei credenti avverrà al ritorno del Signore. Egli è il primo risorto e chiamerà a sè tutti i figli di Dio risuscitandoli al Suo ritorno.
Nell'età attuale dunque, se siamo morti con Cristo, come facciamo a vivere ancora?

Giovanni 3:3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio».

In realtà noi siamo morti in Cristo e siamo rinati in Lui.

Ogni cristiano ha attraversato durante la sua conversione l'identificazione con la morte di Cristo per quanto riguarda il suo peccato e il bagno della rigenerazione spirituale: cioè la rinascita del suo spirito non per volontà d'uomo ma per volontà di Dio.

Giovanni 1:13 i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.

Questa ri-generazione porta all'esistenza una nuova creatura vivificata dallo Spirito Santo. Come succede per i bambini però, anche spiritualmente è necessaria una crescita aiutata da una corretta alimentazione e da sane attività.

Tito 3:3 Perché anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell'invidia, odiosi e odiandoci a vicenda.
Tito 3:4 Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati,
Tito 3:5 egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo,Tito 3:6 che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore,
Tito 3:7 affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna.


Osserviamo dunque come sia necessaria una rinascita attraverso lo Spirito Santo ma anche un rinnovamento attuato parimenti dallo Spirito.
Questo rinnovamento dura tutta la vita. E' un percorso di santificazione, di purificazione dalle vecchie abitudini ereditate dall'uomo vecchio.
Camminare nella Grazia e non nella Legge significa infatti camminare con lo Spirito Santo. Ricercare e invocare il Signore ad ogni occasione. Adempiere alle opere preordinate per noi non con le nostre stesse forze ma sostenuti dalla grazia del Signore, che si dimostra perfetta nella nostra debolezza. In questo modo conosceremo per esperienza qual'è la volontà di Dio. In questo modo conosceremo per esperienza la Persona e il carattere del Signore Gesù. In questo modo, al Suo ritorno, potremo sentirci dire:

Matteo 25:21 "Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore".

martedì 18 maggio 2010

La crisi economica

2Re 6:25 Ci fu una grande carestia in Samaria, e i Siri l'assediarono in modo tale che una testa d'asino la si vendeva a ottanta sicli d'argento, e il quarto d'un cab di sterco di colombi, a cinque sicli d'argento.
2Re 6:26 Mentre il re d'Israele passava sulle mura, una donna gli gridò: «Aiutami, o re, mio signore!»
2Re 6:27 Il re le disse: «Se non ti aiuta il SIGNORE, come posso aiutarti io? Con quel che dà l'aia o con quel che dà il frantoio?»
2Re 6:28 Poi il re aggiunse: «Che hai?» Lei rispose: «Questa donna mi disse: "Dammi tuo figlio, ché lo mangiamo oggi; domani mangeremo il mio".
2Re 6:29 Così abbiamo fatto cuocere mio figlio, e lo abbiamo mangiato. Il giorno seguente io le dissi: "Dammi tuo figlio, ché lo mangiamo". Ma lei ha nascosto suo figlio».
2Re 6:30 Quando il re udì le parole della donna si stracciò le vesti; e, mentre passava sulle mura, il popolo vide che sotto, sulla carne, portava un cilicio.
2Re 6:31 Il re disse: «Mi tratti Dio con tutto il suo rigore, se oggi la testa di Eliseo, figlio di Safat, rimane sulle sue spalle!»
2Re 6:32 Eliseo se ne stava seduto in casa sua, e con lui stavano gli anziani. Il re mandò avanti un uomo; ma prima che questo inviato giungesse, Eliseo disse agli anziani: «Vedete che questo figlio d'un assassino manda qualcuno a tagliarmi la testa? Badate bene; quando arriva l'inviato, chiudete la porta, e tenetegliela ben chiusa in faccia. Non si sente già dietro a lui il rumore dei passi del suo signore?»
2Re 6:33 Egli parlava ancora con loro, quand'ecco scendere verso di lui l'inviato, che disse: «Ecco, questo male viene dal SIGNORE; che ho più da sperare dal SIGNORE?»
2Re 7:1 Allora Eliseo disse: «Ascoltate la parola del SIGNORE! Così dice il SIGNORE: Domani, a quest'ora, alla porta di Samaria, la misura di fior di farina si avrà per un siclo, e le due misure d'orzo si avranno per un siclo».
2Re 7:2 Ma il capitano sul cui braccio il re si appoggiava, rispose all'uomo di Dio: «Ecco, anche se il SIGNORE facesse delle finestre in cielo, potrebbe mai avvenire una cosa simile?» Eliseo rispose: «Ebbene, lo vedrai con i tuoi occhi, ma non ne mangerai».
2Re 7:3 C'erano quattro lebbrosi presso l'entrata della porta della città, i quali dissero tra di loro: «Perché ce ne stiamo qui in attesa di morire?
2Re 7:4 Se diciamo: Entriamo in città, in città c'è la fame, e noi vi morremo; se restiamo qui, morremo lo stesso. Dunque venite, andiamo a buttarci nell'accampamento dei Siri; se ci lasciano vivere, vivremo; se ci danno la morte, morremo».
2Re 7:5 Sull'imbrunire, si alzarono per andare all'accampamento dei Siri; e come giunsero all'estremità dell'accampamento dei Siri, ecco che non c'era nessuno.
2Re 7:6 Il Signore aveva fatto udire nell'accampamento dei Siri un rumore di carri, un rumore di cavalli, un rumore di grande esercito, tanto che i Siri avevano detto fra di loro: «Il re d'Israele ha assoldato contro di noi i re degli Ittiti e i re degli Egiziani, perché vengano ad assalirci».
2Re 7:7 E si erano alzati, ed erano fuggiti all'imbrunire, abbandonando le loro tende, i loro cavalli, i loro asini, e l'accampamento così com'era; erano fuggiti per salvarsi la vita.
2Re 7:8 Quei lebbrosi, giunti all'estremità dell'accampamento, entrarono in una tenda, mangiarono, bevvero, e portarono via argento, oro, vestiario, e andarono a nascondere ogni cosa. Poi tornarono, entrarono in un'altra tenda, e anche di là portarono via roba, che andarono a nascondere.
2Re 7:9 Ma poi dissero fra di loro: «Noi non facciamo bene; questo è giorno di buone notizie, e noi tacciamo! Se aspettiamo finché si faccia giorno, saremo considerati colpevoli. Ora venite, andiamo a informare la casa del re».
2Re 7:10 Così partirono, chiamarono i guardiani della città, e li informarono della cosa, dicendo: «Siamo andati all'accampamento dei Siri, e non c'è nessuno, né vi si ode voce d'uomo; non vi sono che i cavalli legati e gli asini legati, e le tende intatte».
2Re 7:11 Allora i guardiani chiamarono, e fecero sapere la cosa dentro il palazzo reale.
2Re 7:12 Il re si alzò di notte, e disse ai suoi servitori: «Vi voglio dire io quel che ci hanno fatto i Siri. Sanno che patiamo la fame; sono quindi usciti dall'accampamento a nascondersi per la campagna, dicendo: "Appena usciranno dalla città, li prenderemo vivi, ed entreremo nella città"».
2Re 7:13 Uno dei suoi servitori gli rispose: «Ti prego, si prendano cinque dei cavalli che rimangono ancora nella città. Guardate, sono come tutta la moltitudine d'Israele che c'è rimasta; sono come tutta la moltitudine d'Israele che muore di fame; e mandiamo a vedere di che si tratta».
2Re 7:14 Presero dunque due carri con i loro cavalli, e il re mandò degli uomini sulle tracce dell'esercito dei Siri, dicendo: «Andate e vedete».
2Re 7:15 Quelli andarono sulle tracce dei Siri, fino al Giordano; tutta la strada era piena di vestiario e di oggetti, che i Siri avevano gettato via nella loro fuga precipitosa. E gli inviati tornarono e riferirono tutto al re.
2Re 7:16 Allora il popolo uscì e saccheggiò l'accampamento dei Siri; e una misura di fior di farina si ebbe per un siclo, e due misure d'orzo per un siclo, secondo la parola del SIGNORE.
2Re 7:17 Il re aveva affidato la guardia della porta al capitano sul cui braccio si appoggiava; ma questo capitano fu calpestato dalla folla presso la porta della città, e morì, come aveva detto l'uomo di Dio, quando aveva parlato al re che era sceso a trovarlo.
2Re 7:18 Difatti, quando l'uomo di Dio aveva parlato al re, aveva detto: «Domani, a quest'ora, alla porta di Samaria, due misure d'orzo si avranno per un siclo e una misura di fior di farina per un siclo».
2Re 7:19 Ma quel capitano aveva risposto all'uomo di Dio, e gli aveva detto: «Ecco, anche se il SIGNORE facesse delle finestre in cielo, potrebbe mai avvenire una cosa simile?» Ed Eliseo gli aveva detto: «Ebbene, lo vedrai con i tuoi occhi, ma non ne mangerai».
2Re 7:20 E così avvenne: fu calpestato dalla folla presso la porta della città, e morì.


E' facile vivere in un odierno contesto socio-politico e, pur essendo credenti, non riflettere neanche un momento sulla sovranità di Dio.
Si subiscono le decisioni dei politici senza conoscere mai la verità dietro le quinte. La paura avanza facilmente, dietro tanti allarmismi e avvisaglie di concrete carestie. Ma in tutto questo non si vede mai la mano di Dio. I nostri pensieri non sono i Suoi pensieri, nè le nostre priorità sono le Sue. Ma di certo Egli regna su tutta la Terra e nulla accade senza che sia la Sua volontà.

Deuteronomio 32:7 Ricòrdati dei giorni antichi,
considera gli anni delle età passate,
interroga tuo padre ed egli te lo farà conoscere,
i tuoi vecchi ed essi te lo diranno.
Deuteronomio 32:8 Quando l'Altissimo diede alle nazioni la loro eredità,
quando separò i figli degli uomini,
egli fissò i confini dei popoli,
tenendo conto del numero dei figli d'Israele.


Giobbe 42:2 «Io riconosco che tu puoi tutto
e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno.


Salmi 82:8 Sorgi, o Dio, giudica la terra,
poiché tutte le nazioni ti appartengono.


Salmi 22:28 Poiché al SIGNORE appartiene il regno,
egli domina sulle nazioni.


Salmi 24:1 Al SIGNORE appartiene la terra e tutto quel che è in essa
il mondo e i suoi abitanti.

Al Signore appartiene la Terra e tutte le sue ricchezze. A lui appartengono tutti i popoli e le nazioni del mondo e può farne ciò che vuole. Lui ha stabilito i confini di ognuno. Lui permette l'ascesa e la discesa al potere politico di ogni persona. Lui permette carestie e promuove abbondanza e benessere. Riconosciamo che Egli è Dio. Tutto parte da Lui. Deponiamo la nostra moralità corrotta e inchiniamoci davanti al Suo trono riconoscendo il nostro posto e il Suo.
Durante l'assedio e la carestia di Samaria il popolo di Israele stava letteralmente morendo di fame. Tutti, da re all'ultimo servo, erano costernati da ciò che stava accadendo. Non così però era Eliseo. Eliseo stava seduto in casa sua con gli anziani. Tranquillo. Perchè? Perchè la sua fiducia non era nei cavalli e nei cavalieri. Non era nella forza politica del suo paese e non era dipendente dalle debolezze militari dei paesi avversari. La sua vita non dipendeva dai pensieri di alcun uomo. La sua vita era di Dio e dipendeva solo da Lui. Eliseo aveva imparato da Elia a stare alla presenza di Dio. A vivere per lui e a essere pronto a morire per Lui.

Romani 14:8 perché, se viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore. Sia dunque che viviamo o che moriamo, siamo del Signore.

Nulla poteva dunque turbarlo, così certo e fermo nella sua identità e nella sua fiducia nell'Iddio degli eserciti. Ecco quindi che solo lui è stato pronto a ricevere da Dio una parola di fermezza espressa dalla Sua voce. Una profezia umanamente impossibile da avverarsi, un'inversione di tendenza economica così esagerata da non essere ritenuta possibile neanche se si fossero aperte delle finestre dal cielo e avessero riversato abbondanza di cibo. Ma ciò avvenne. Perchè Dio è Dio, Egli domina sulle nazioni e può fare tutto ciò che vuole.

Isaia 60:16 Tu popperai il latte delle nazioni,
popperai al seno dei re,
e riconoscerai che io, il SIGNORE, sono il tuo Salvatore,
io, il Potente di Giacobbe, sono il tuo Redentore.
Isaia 60:17 Invece di bronzo farò affluire oro;
invece di ferro farò affluire argento;
invece di legno, bronzo;
invece di pietre, ferro;
io ti darò per magistrato la pace,
per governatore la giustizia.

Dio ha promesso queste cose a Israele per il momento della sua conversione ed Egli certamente la manderà ad effetto a tempo debito. Non aspettiamo di vedere opere soprannaturali per riconoscere il Signore come nostro Salvatore e Redentore perchè potrebbe essere troppo tardi. Riconosciamolo ora. Nella distretta. Nella carestia. Questa fede non potrà mai essere smossa perchè non poggerà su un evento soprannaturale ma sul Creatore della natura, su Colui che tutto può in natura e oltre la natura.

Matteo 6:26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro?
Matteo 6:27 E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita?
Matteo 6:28 E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano;
Matteo 6:29 eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro.
Matteo 6:30 Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede?
Matteo 6:31 Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?"
Matteo 6:32 Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose.
Matteo 6:33 Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più.

Purtroppo il Signore non ci promette abbondanza e comodità per tutta la nostra vita. Ci domanda di non essere in ansia e fidarci della Sua Provvidenza per quel che riguarda i nostri bisogni. Lo scopo della nostra vita non è vivere in agiatezza ma vivere in accordo con la volontà di Dio per noi. Ci sarà un tempo eterno per uno stato di perfetta beatitudine ma non è questo.

Filippesi 4:12 So vivere nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza.
Filippesi 4:13 Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica.

Così come Paolo, anche noi possiamo ogni cosa in Colui che ci fortifica. Non ogni cosa in senso assoluto bensì, come si comprende dal contesto, sopportare ogni cosa: abbondanza e indigenza. Più importante di tutto questo infatti è il nostro scopo e la nostra missione. Se dimoreremo in Dio, nessun evento esterno e nessuna carestia potrà smuoverci dalla ferma certezza della nostra fede nell'Iddio vivente. Questo ci consentirà di poter agire senza deviare nè a destra nè a sinistra, adempiendo perfettamente la volontà di Dio affidataci.

1Timoteo 2:1 Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini,
1Timoteo 2:2 per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità.
1Timoteo 2:3 Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore,
1Timoteo 2:4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.

Nonostante questo, a noi cristiani è richiesto di pregare e intercedere per le persone in autorità affinchè possiamo condurre una vita tranquilla in tutta pietà e dignità. Questo non per compiacere a noi stessi però, ma invece per poter svolgere il nostro ministero senza impedimenti, per la gloria di Dio.

lunedì 17 maggio 2010

Autorità spirituale

1. Autorità di chi??

Luca 7:2 Un centurione aveva un servo, molto stimato, che era infermo e stava per morire;
Luca 7:3 avendo udito parlare di Gesù, gli mandò degli anziani dei Giudei per pregarlo che venisse a guarire il suo servo.
Luca 7:4 Essi, presentatisi a Gesù, lo pregavano con insistenza, dicendo: «Egli merita che tu gli conceda questo;
Luca 7:5 perché ama la nostra nazione ed è lui che ci ha costruito la sinagoga».
Luca 7:6 Gesù s'incamminò con loro; ormai non si trovava più molto lontano dalla casa, quando il centurione mandò degli amici a dirgli: «Signore, non darti quest'incomodo, perché io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto;
Luca 7:7 perciò non mi sono neppure ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola e il mio servo sarà guarito.
Luca 7:8 Perché anch'io sono uomo sottoposto all'autorità altrui, e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Vai", ed egli va; a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa».
Luca 7:9 Udito questo, Gesù restò meravigliato di lui; e, rivolgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neppure in Israele ho trovato una così gran fede!»
Luca 7:10 E quando gli inviati furono tornati a casa, trovarono il servo guarito.


Cosa ha meravigliato in questo modo nostro Signore?
In cosa era riposta la gran fede del centurione, cosa aveva compreso che altri non avevano capito?
La risposta è al versetto 8. Aveva compreso l'autorità e l'identità di Gesù.

Marco 11:27 Poi vennero di nuovo a Gerusalemme; mentre egli passeggiava nel tempio, i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani si avvicinarono a lui e gli dissero:
Marco 11:28 «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di fare queste cose?»
Marco 11:29 Gesù disse loro: «Io vi farò una domanda; rispondetemi e vi dirò con quale autorità io faccio queste cose.
Marco 11:30 Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».
Marco 11:31 Essi ragionavano così tra di loro: «Se diciamo: "dal cielo", egli dirà: "Perché dunque non gli credeste?"
Marco 11:32 Diremo invece: "dagli uomini"?» Essi temevano il popolo, perché tutti pensavano che Giovanni fosse veramente profeta.
Marco 11:33 Risposero a Gesù: «Non lo sappiamo». Perciò Gesù disse loro: «Neppure io vi dico con quale autorità faccio queste cose».


Israele non sapeva con quale autorità Gesù ministrava. Non conosceva questa autorità. Il centurione però l'ha compresa. Sicuramente ha ricevuto una rivelazione personale, ma oltre a questa, l'ha aiutato la sua conoscenza ed esperienza della autorità militare.

Giovanni 1:18 Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere.


Gesù ha fatto conoscere agli uomini il Padre. Gesù nel Suo ministero terreno ha rappresentato il Padre davanti agli uomini, ha fatto loro conoscere la Sua volontà.

Giovanni 17:25 Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato;
Giovanni 17:26 e io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l'amore del quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro».


I discepoli hanno conosciuto che il Padre ha mandato Gesù per farsi conoscere agli uomini.
Tanto loro quanto il centurione, hanno compreso l'identità e l'autorità divina del Signore. Questa autorità era derivante dall'essere stato mandato dal Padre come Suo rappresentante.

Giovanni 5:30 Io non posso far nulla da me stesso; come odo, giudico; e il mio giudizio è giusto, perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

La conseguenza è che Gesù non agiva con la Sua propria autorità ma bensì con l'autorità che gli aveva delegato il Padre. Questo concetto molto importante è presente anche oggi nella Sua Chiesa.
L'autorità non concerne la persona che la esercita, bensì la Persona che ne è rappresentata.

Atti 19:13 Or alcuni esorcisti itineranti giudei tentarono anch'essi d'invocare il nome del Signore Gesù su quelli che avevano degli spiriti maligni, dicendo: «Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo annuncia».
Atti 19:14 Quelli che facevano questo erano sette figli di un certo Sceva, ebreo, capo sacerdote.
Atti 19:15 Ma lo spirito maligno rispose loro: «Conosco Gesù, e so chi è Paolo; ma voi chi siete?»
Atti 19:16 E l'uomo che aveva lo spirito maligno si scagliò su due di loro; e li trattò in modo tale che fuggirono da quella casa, nudi e feriti.
Atti 19:17 Questo fatto fu risaputo da tutti, Giudei e Greci, che abitavano a Efeso; e tutti furono presi da timore, e il nome del Signore Gesù era esaltato.


Lo spirito maligno conosceva Gesù e conosceva Paolo, ma non conosceva questi esorcisti itineranti. Cosa significa? Questi uomini non avevano alcuna autorità spirituale. Questi uomini non conoscevano Dio e non erano stati mandati da Lui. Non esiste autorità spirituale senza una chiamata personale da parte del Signore perchè solo Lui ha ogni autorità e solo in Sua rappresentanza possiamo esercitarla nella misura che Egli vuole per noi.
Chi non conosce per esperienza Dio e non è stato mandato da Lui non ha alcuna autorità spirituale.
L'autorità quindi è esclusivamente di Dio. Egli però può delegarla a qualcuno con lo scopo di promuovere la Sua volontà sulla terra in assoluta e completa ubbidienza.

Atti 5:1 Ma un uomo di nome Anania, con Saffira sua moglie, vendette una proprietà,
Atti 5:2 e tenne per sé parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e, un'altra parte, la consegnò, deponendola ai piedi degli apostoli.
Atti 5:3 Ma Pietro disse: «Anania, perché Satana ha così riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito Santo e trattenere parte del prezzo del podere?
Atti 5:4 Se questo non si vendeva, non restava tuo? E una volta venduto, il ricavato non era a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio».
Atti 5:5 Anania, udendo queste parole, cadde e spirò. E un gran timore prese tutti quelli che udirono queste cose.


Perchè Anania ha mentito a Dio e non agli uomini?

Giovanni 17:18 Come tu hai mandato me nel mondo, anch'io ho mandato loro nel mondo.

La risposta sta in questo versetto. Il Padre ha mandato Gesù sulla Terra con la pienezza della Sua autorità. Con l'adempimento del Suo scopo e della Sua missione, Gesù ha infine mandato gli apostoli nel mondo come Suoi sostituti. Ora l'autorità del Padre si è posata su di loro per Sua volontà attraverso Gesù Cristo. Gesù è tornato al Padre nella gloria che aveva fin dal principio e i nuovi rappresentanti di Dio sulla Terra sono i dodici apostoli.

Atti 1:15 (il numero delle persone riunite era di circa centoventi)
Atti 2:3 Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro.
Atti 2:4 Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.
[...]
Atti 2:38 E Pietro a loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo.
Atti 2:39 Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà».


Alla Pentecoste però in realtà qualcosa era cambiato nuovamente.
Il Signore ha deciso di spandere il Suo Spirito su ogni credente. Insieme al Suo Spirito, anche la Sua autorità è stata posta da allora innanzi in ogni persona che il Signore chiamava a nuova nascita.
La Sua autorità quindi non è più limitata a un numero limitato di persone ma è estesa ad ogni figlio di Dio. Questo è l'inizio dell'adempimento della preghiera di Gesù:

Giovanni 17:20 Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola:
Giovanni 17:21 che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.


2.L'autorità del Corpo di Cristo

Efesini 4:9 Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra?
Efesini 4:10 Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa.
Efesini 4:11 È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori,
Efesini 4:12 per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo,
Efesini 4:13 fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo;
Efesini 4:14 affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore;
Efesini 4:15 ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.
Efesini 4:16 Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell'amore.


Romani 12:3 Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.
Romani 12:4 Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione,
Romani 12:5 così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro.
Romani 12:6 Avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede;
Romani 12:7 se di ministero, attendiamo al ministero; se d'insegnamento, all'insegnare;
Romani 12:8 se di esortazione, all'esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia.


1Corinzi 12:27 Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.
1Corinzi 12:28 E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue.
1Corinzi 12:29 Sono forse tutti apostoli? Sono forse tutti profeti? Sono forse tutti dottori? Fanno tutti dei miracoli?
1Corinzi 12:30 Tutti hanno forse i doni di guarigioni? Parlano tutti in altre lingue? Interpretano tutti?


Ogni singolo credente è un membro del Corpo di Cristo con una specifica e personale chiamata da esercitare nella misura di fede e grazia che gli è stata accordata.
Inevitabilmente, poiché Iddio chiama ciascuno di noi ad un servizio specifico, oltre alla grazia e la fede necessarie ad adempierlo, ci fornirà anche l'autorità adatta a questo ruolo. Come abbiamo visto prima, tale autorità è sempre e comunque delegata e mai assoluta. Essa serve per adempiere la parte di volontà di Dio che Egli vuole promuovere attraverso questo o quel Suo figlio. Tale autorità sarà riconosciuta da ogni spirito (sia angelico che demoniaco) e da ogni cristiano spirituale, cioè che cammina in ubbidienza allo Spirito Santo. Naturalmente il Signore provvederà a portare a buon fine qualsiasi opera nonostante le difficoltà e gli intralci presenti anche in un contesto pagano o idolatra poiché la Sua signorìa si estende a tutto il creato e ad ogni creatura, anche in stato di ribellione.

3.L'autorità nel Corpo di Cristo

2Timoteo 2:24 Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente.
2Timoteo 2:25 Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità,
2Timoteo 2:26 in modo che, rientrati in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà.


A qualunque ministro di Dio, qualsiasi sia la sua opera e il suo servizio, è chiesto espressamente dalla Scrittura ad attenersi a tale comportamento e carattere. Questo è segno visibile della chiamata di Dio sulla loro vita.

1Timoteo 3:2 Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare,
1Timoteo 3:3 non dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non attaccato al denaro,
1Timoteo 3:4 che governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente rispettosi,
1Timoteo 3:6 che non sia convertito di recente, affinché non diventi presuntuoso e cada nella condanna inflitta al diavolo.
1Timoteo 3:7 Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in discredito e nel laccio del diavolo.


I pastori e gli anziani di chiesa devono espressamente rispondere invece a questi requisiti specifici affini al loro incarico. La loro espressione è espressione del loro ufficio, perciò è imprescindibile da esso.
Non ci può essere esercizio di autorità spirituale da persone che in modo eclatante non agiscono in tale modo poiché questa è prova evidente che le loro azioni e pensieri non saranno concordi con la volontà di Dio.
Come abbiamo visto prima, la Chiesa è costituita con lo stesso ordine di un corpo umano. Lo Spirito Santo è il sangue, cioè la vita che fluisce nel corpo intero, consentendo una profonda armonia d'insieme. Solo ascoltando e ubbidendo allo Spirito ogni singolo membro può esprimersi nella piena benedizione per il corpo intero, come è volontà di Dio.
I cinque ministeri istituiti dal Signore sono chiamati a portare a maturità ogni singolo credente, aiutandolo a crescere nella conoscenza del Signore Gesù, finchè non siano cresciuti alla Sua perfetta statura.

1Timoteo 5:17 Gli anziani che tengono bene la presidenza siano reputati degni di doppio onore, specialmente quelli che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento;
1Timoteo 5:18 infatti la Scrittura dice: «Non mettere la museruola al bue che trebbia»; e: «L'operaio è degno del suo salario».
1Timoteo 5:19 Non ricevere accuse contro un anziano, se non vi sono due o tre testimoni.


I pastori e gli anziani di chiesa che tengono bene la presidenza, cioè che esercitano il loro ministero in accordo ai requisiti loro richiesti visti prima, debbono essere reputati degni di doppio onore.
E' inoltre comandato di non ricevere accuse contro un anziano se non vi sono due o tre testimoni.

Matteo 18:15 «Se tuo fratello ha peccato contro di te, va' e convincilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello;
Matteo 18:16 ma, se non ti ascolta, prendi con te ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni.
Matteo 18:17 Se rifiuta d'ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d'ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano.
Matteo 18:18 Io vi dico in verità che tutte le cose che legherete sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte nel cielo.


In caso specifico di grave peccato in seno alla chiesa (confermato da due o tre testimoni) , Gesù comanda di osservare questo protocollo. Questo è un modo lecito di esercitare l'autorità spirituale e la disciplina all'interno della chiesa.

1Corinzi 5:1 Si ode addirittura affermare che vi è tra di voi fornicazione, una tale fornicazione che non si trova neppure fra i pagani; al punto che uno si tiene la moglie di suo padre!
1Corinzi 5:2 E voi siete gonfi, e non avete invece fatto cordoglio, perché colui che ha commesso quell'azione fosse tolto di mezzo a voi!
1Corinzi 5:3 Quanto a me, assente di persona ma presente in spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha commesso un tale atto.
1Corinzi 5:4 Nel nome del Signore Gesù, essendo insieme riuniti voi e lo spirito mio, con l'autorità del Signore nostro Gesù,
1Corinzi 5:5 ho deciso che quel tale sia consegnato a Satana, per la rovina della carne, affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signore Gesù.


Nel caso in cui invece sorgano dispute dottrinali o su questioni morali che non riguardino peccati di qualcuno, non vi è alcuna possibilità di intervenire in modo così netto. E' lecito invece riunire tutti i fratelli coinvolti, confrontare le diverse opinioni e chiedere indicazione allo Spirito Santo a riguardo, al fine di raggiungere un accordo ed essere convinti da Dio e non dagli uomini.

Atti 11:1 Gli apostoli e i fratelli che si trovavano nella Giudea vennero a sapere che anche gli stranieri avevano ricevuto la Parola di Dio.
Atti 11:2 E quando Pietro salì a Gerusalemme, i credenti circoncisi lo contestavano,
Atti 11:3 dicendo: «Tu sei entrato in casa di uomini non circoncisi, e hai mangiato con loro!»


Atti 11:4 Allora Pietro raccontò loro le cose per ordine fin dal principio, dicendo:
Atti 11:5 «Io ero nella città di Ioppe in preghiera e, rapito in estasi, ebbi una visione: un oggetto, simile a una gran tovaglia, tenuto per i quattro capi, scendeva giù dal cielo, e giunse fino a me;
Atti 11:6 io, fissandolo con attenzione, lo esaminai e vidi quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo.
Atti 11:7 Udii anche una voce che mi diceva: "Pietro, àlzati, ammazza e mangia".
Atti 11:8 Ma io dissi: "No assolutamente, Signore; perché nulla di impuro o contaminato mi è mai entrato in bocca".
Atti 11:9 Ma la voce ribatté per la seconda volta dal cielo: "Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure".
Atti 11:10 E ciò accadde per tre volte, poi ogni cosa fu ritirata in cielo.
Atti 11:11 In quell'istante tre uomini, mandatimi da Cesarea, si presentarono alla casa dove eravamo.
Atti 11:12 Lo Spirito mi disse di andar con loro, senza farmene scrupolo. Anche questi sei fratelli vennero con me, ed entrammo in casa di quell'uomo.
Atti 11:13 Egli ci raccontò come aveva visto l'angelo presentarsi in casa sua e dirgli: "Manda qualcuno a Ioppe, e fa' venire Simone, detto anche Pietro.
Atti 11:14 Egli ti parlerà di cose, per le quali sarai salvato tu e tutta la tua famiglia".
Atti 11:15 Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo scese su di loro, esattamente come su di noi al principio.
Atti 11:16 Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: "Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo".
Atti 11:17 Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato anche a noi che abbiamo creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io da potermi opporre a Dio?»
Atti 11:18 Allora, udite queste cose, si calmarono e glorificarono Dio, dicendo: «Dio dunque ha concesso il ravvedimento anche agli stranieri affinché abbiano la vita».


Non è desiderio di Dio che per le persone più in vista si abbiano riguardi personali, per quanto importante sia il loro ministero. E' fondamentale invece che ognuno sia trasparente e si confronti con i fratelli al fine di crescere insieme, sempre a scopo di edificazione reciproca, cercando e salvaguardando la sana dottrina.

Galati 2:11 Ma quando Cefa venne ad Antiochia, gli resistei in faccia perché era da condannare.
Galati 2:12 Infatti, prima che fossero venuti alcuni da parte di Giacomo, egli mangiava con persone non giudaiche; ma quando quelli furono arrivati, cominciò a ritirarsi e a separarsi per timore dei circoncisi.
Galati 2:13 E anche gli altri Giudei si misero a simulare con lui; a tal punto che perfino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia.
Galati 2:14 Ma quando vidi che non camminavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei giudeo, vivi alla maniera degli stranieri e non dei Giudei, come mai costringi gli stranieri a vivere come i Giudei?»


Nel caso in cui non si raggiunge un accordo tra fratelli di pari maturità, nessuno può imporre la propria persona e opinione sull'altro in modo assoluto né tantomeno ostentare la propria autorità spirituale con scopo di comando su chiunque altro.

Atti 15:36 Dopo diversi giorni, Paolo disse a Barnaba: «Ritorniamo ora a visitare i fratelli di tutte le città in cui abbiamo annunciato la Parola del Signore, per vedere come stanno».
Atti 15:37 Barnaba voleva prendere con loro anche Giovanni detto Marco.
Atti 15:38 Ma Paolo riteneva che non dovessero prendere uno che si era separato da loro già in Panfilia, e non li aveva accompagnati nella loro opera.
Atti 15:39 Nacque un aspro dissenso, al punto che si separarono; Barnaba prese con sé Marco e s'imbarcò per Cipro;
Atti 15:40 Paolo, invece, scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore.


Nessun figlio di Dio infatti può signoreggiare (esercitare signoria, diritto di possesso) sulla fede di qualsiasi altro fratello in quanto vi è un solo Signore di tutti noi. E tutti noi siamo soggetti alla Sua signoria. Fra di noi vi deve essere invece collaborazione affinchè le membra del Corpo possano muoversi in armonia per raggiungere la piena volontà di Dio a riguardo.

2Corinzi 1:24 Noi non signoreggiamo sulla vostra fede, ma siamo collaboratori della vostra gioia, perché nella fede già state saldi.

In tutto questo infatti, la cosa fondamentale per ogni individuo è vivere tendendo ad assomigliare sempre più al Signore Gesù, mettendo da parte sé stessi a favore del bene reciproco.

Efesini 4:1 Io dunque, il prigioniero del Signore, vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta,
Efesini 4:2 con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore,
Efesini 4:3 sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace.
Efesini 4:4 Vi è un corpo solo e un solo Spirito, come pure siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione.


Colossesi 3:13 Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.

Ognuno di noi deve aver ben chiaro in sè infatti lo scopo ultimo del servizio proprio e di ogni altro figlio di Dio, scopo davanti al quale si può soffrire, subire ingiustizie, persecuzioni così come è accaduto al nostro Signore. Questo è lo scopo della nostra vita terrena e che deve motivare ogni nostra azione:

Efesini 4:12 per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo,
Efesini 4:13 fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo;
Efesini 4:14 affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore;
Efesini 4:15 ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.

venerdì 14 maggio 2010

La cena del Signore

Giudici 13:13 L'angelo del SIGNORE rispose a Manoà: «Si astenga la donna da tutto quello che le ho detto.
Giudici 13:14 Non mangi nessun prodotto della vigna, né beva vino o bevanda alcolica, e non mangi niente d'impuro; osservi tutto quello che le ho comandato».
Giudici 13:15 Manoà disse all'angelo del SIGNORE: «Ti prego, permettici di trattenerti e di prepararti un capretto!»
Giudici 13:16 L'angelo del SIGNORE rispose a Manoà: «Anche se tu mi trattenessi non mangerei del tuo cibo; ma, se vuoi fare un olocausto, offrilo al SIGNORE». Manoà non sapeva che quello fosse l'angelo del SIGNORE.
Giudici 13:17 Poi Manoà disse all'angelo del SIGNORE: «Qual è il tuo nome, affinché, quando si saranno adempiute le tue parole, noi ti rendiamo onore?»
Giudici 13:18 L'angelo del SIGNORE gli rispose: «Perché mi chiedi il mio nome? Esso è meraviglioso».
Giudici 13:19 Manoà prese il capretto e l'oblazione e li offrì al SIGNORE su una roccia. Allora avvenne una cosa prodigiosa: Manoà e sua moglie stavano guardando,
Giudici 13:20 e mentre la fiamma saliva dall'altare al cielo, l'angelo del SIGNORE salì con la fiamma dell'altare. Manoà e sua moglie, vedendo questo, caddero con la faccia a terra.
Giudici 13:21 L'angelo del SIGNORE non apparve più né a Manoà né a sua moglie. Allora Manoà riconobbe che quello era l'angelo del SIGNORE
Giudici 13:22 e disse a sua moglie: «Noi moriremo sicuramente, perché abbiamo visto Dio».


Questo brano è inserito nel contesto dell'annuncio del concepimento e della nascita di Sansone, giudice di Israele. L'angelo del Signore non è un angelo qualsiasi bensì "L'angelo" ossia Dio stesso in una prefigurazione di Cristo (Teofania). Lo stesso Manoà alla fine lo riconosce infatti come tale. Il suo primo approccio nell'accogliere tale ospite è stato quello di invitarlo a cena. Era usanza dell'epoca infatti mostrare grande riguardo verso gli ospiti. E' interessante notare la risposta che diede il Signore: disse di non poter mangiare del suo cibo.
Per la cultura biblica, pranzare assieme significava avere comunione con i commensali, avere parte con loro in qualcosa, sia a livello familiare sia di amicizia. Per questo i farisei condannavano l'atteggiamento di Gesù che andava a pranzo con i peccatori. Secondo la mentalità veterotestamentaria significava avere a che fare con il loro peccato, contaminarsi. Non sapevano che il Suo scopo era proprio quello di caricarsi dei loro e dei nostri peccati per redimerci. Scopo unico e irrepetibile nella Storia.
Anche nel Nuovo Testamento questo pensiero a riguardo del pasto rimane.

1Corinzi 5:9 Vi ho scritto nella mia lettera di non mischiarvi con i fornicatori;
1Corinzi 5:10 non del tutto però con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i ladri, o con gl'idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo;
1Corinzi 5:11 ma quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare.


In realtà non solo Dio non può nella Sua Santità avere parte con il peccato, non può neanche accettare il nostro cibo. Esso rappresenta le nostre opere, ciò che noi abbiamo da offrire a Lui. La verità è che non abbiamo nulla da potergli offrire.
In tutto questo però, il Signore ha trovato una soluzione in Gesù. Noi non possiamo offrirgli la cena, ma Lui può farlo con noi. Noi non possiamo contaminare Iddio con il nostro peccato, ma Lui può contaminare noi con la Sua Santità. Questa è la soluzione. In questo modo, rovesciando le parti, noi possiamo avere parte con il Signore. Non siamo più noi a offrire qualcosa però, bensì è Lui a offrirla a noi.

Matteo 26:26 Mentre mangiavano, Gesù prese del pane e, dopo aver detto la benedizione, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: «Prendete, mangiate, questo è il mio corpo».
Matteo 26:27 Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti,
Matteo 26:28 perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati.
Matteo 26:29 Vi dico che da ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».


Questo è il pane e il vino che ogni figlio di Dio è chiamato a mangiare, per avere parte al nuovo patto con il Signore. Questo è il pasto che Dio ci offre, rappresentante una nuova alleanza necessaria per potere avere comunione con noi. Nell'epoca attuale, chiunque tu sia, se hai creduto nel Signore Gesù hai avuto automaticamente parte a questa cena.
Essa però non è il fine ultimo:

Romani 8:24 Poiché siamo stati salvati in speranza. Or la speranza di ciò che si vede, non è speranza; difatti, quello che uno vede, perché lo spererebbe ancora?
Romani 8:25 Ma se speriamo ciò che non vediamo, l'aspettiamo con pazienza.


Essa infatti è un memoriale, stabilito per rappresentare una realtà spirituale (quella della salvezza mediante il sacrificio di Cristo) finchè non arrivi il banchetto nuziale fra Gesù e la Chiesa. Questo è il pasto definitivo, la comunione perfetta che Dio ha progettato di avere con noi per l'eternità, quando Gesù tornerà a mangiare e bere con noi nel regno del Padre.
Accostiamoci dunque alla cena del Signore (alla Grazia del nuovo patto), consapevoli della grandiosità della Sua opera, manifestazione del Suo amore per noi. Ringraziamolo per questo enorme desiderio di avere comunione con noi. Ricerchiamo l'intimità che il Signore vuole avere con noi affinchè possiamo vivere delle benedizioni che Iddio ci ha accordato in Cristo nei luoghi celesti. Questo è il destino di ogni figlio di Dio. Essere figlio. Ricevere l'amore del Padre.
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