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domenica 9 maggio 2010

Nascita e sviluppo di un ministero voluto da Dio.

Efesini 4:11 È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori,
Efesini 4:12 per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo.
Efesini 4:15 Seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.
Efesini 4:16 Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell'amore.


Nel momento in cui ti sei convertito a Cristo sei stato assimilato nel Suo corpo, diventandone parte integrante. In questo preciso istante, tutto quello che sei: le tue speranze, i tuoi sogni, le tue capacità, il tuo potenziale, i tuoi talenti, hanno trovato piena realizzazione. Non in te stesso - sia ben chiaro - ma in Cristo e al servizio ubbidiente del Suo Spirito.
Iddio ha un piano specifico per ognuno di noi e ha preparato delle opere personali affinchè ognuno di noi le compia.

Efesini 2:10 infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.

Da quando siamo figli di Dio quindi, la nostra chiamata è quella di fornire la giusta misura di vigore richiesta da noi in quanto membra del Corpo di Cristo, per edificarlo sempre più nell'amore.
E quindi, cosa vuol dire tutto questo? Significa che dobbiamo prestare particolare attenzione alla chiamata che Dio ha per noi, in modo da poter realizzare pienamente noi stessi nei piani che Egli ha concepito e trovare il modo in cui noi possiamo portare beneficio all'intero Corpo.
Al fine di sviluppare questo delicato punto nella piena volontà di Dio, reputo sia interessante osservare alla luce delle Scritture la modalità e le circostanze che sono state implicate nello sviluppo del ministero in un opera particolare dell'Apostolo Paolo.

LA CHIAMATA

Atti 13:1 Nella chiesa che era ad Antiochia c'erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaem, amico d'infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo.
Atti 13:2 Mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati».
Atti 13:3 Allora, dopo aver digiunato, pregato e imposto loro le mani, li lasciarono partire.


Quando ci convertiamo, è essenziale la nostra partecipazione a comuni assemblee al fine di crescere in salute spirituale.
Sicuramente dopo qualche tempo avremo desiderio di servire Dio in qualche area specifica delle necessità della chiesa. I tuoi desideri sono importanti e molto probabilmente entreranno in questione. Molto più importanti però sono i desideri di Dio per te. E, di conseguenza, ascoltare i desideri di Dio per te. Nessuno si è inventato apostolo o pastore o evangelista da solo. Se una chiamata è da Dio, sarà confermata dal Suo popolo. Lo Spirito Santo parla. Il nostro principale compito, precedente a qualsiasi opera, è solo quello di ascoltarLo.

LE INDICAZIONI PRECEDENTI DI DIO

Atti 1:8 Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra».

In questo contesto, le parole precedenti di Gesù indicavano una evangelizzazione progressiva di tutta la Terra. Quanto lavoro!
Queste indicazioni in realtà erano abbastanza vaghe, lasciando in teoria grande spazio di azione agli apostoli di svolgere la loro missione nel modo, nei tempi e nei luoghi che preferivano. In teoria. Perchè in pratica così non era, come vedremo fra poco.
Allo stesso modo, noi tutti abbiamo le Sacre Scritture a indicarci la Via. Le Scritture però non ci dicono se dobbiamo comprare quella casa. Se quella sarà la donna della nostra vita. Se quel lavoro è secondo la Sua volontà. In teoria avremmo quindi gran libertà di fare ciò che vogliamo osservando quel che è la Parola di Dio. In teoria. Perchè in pratica non è così. La libertà la abbiamo, ma la volontà di Dio per noi è minuziosa e comprende anche il numero dei capelli che abbiamo in capo. L'ascolto di Dio torna come parte più importante della nostra vita.

L'UBBIDIENZA ALLO SPIRITO SANTO

Atti 16:6 Poi attraversarono la Frigia e la regione della Galazia, perché lo Spirito Santo vietò loro di annunciare la parola in Asia;
Atti 16:7 e, giunti ai confini della Misia, cercavano di andare in Bitinia; ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro;
Atti 16:8 e, oltrepassata la Misia, discesero a Troas.
Atti 16:9 Paolo ebbe durante la notte una visione: un macedone gli stava davanti, e lo pregava dicendo: «Passa in Macedonia e soccorrici».
Atti 16:10 Appena ebbe avuta quella visione, cercammo subito di partire per la Macedonia, convinti che Dio ci aveva chiamati là, ad annunciare loro il vangelo.
Atti 16:11 Perciò, salpando da Troas, puntammo diritto su Samotracia, e il giorno seguente su Neapolis;
Atti 16:12 di là ci recammo a Filippi, che è colonia romana e la città più importante di quella regione della Macedonia; e restammo in quella città alcuni giorni.


Lo Spirito Santo vietò loro di andare in Asia e in Bitinia. Vi rendete conto? Le parole di Gesù erano di evangelizzare tutto il mondo ma lo Spirito Santo vietò loro di andare in una direzione! L'epoca di questi apostoli è la stessa nella quale noi viviamo. Abbiamo in comune lo stesso Spirito. Forse noi possiamo farne a meno? Così non sia. Ubbidienti alla visione divina quindi, gli apostoli si diressero in Macedonia, a Filippi. Modificando di fatto i loro piani.

I PRIMI FRUTTI

Atti 16:13 Il sabato andammo fuori dalla porta, lungo il fiume, dove pensavamo vi fosse un luogo di preghiera; e sedutici parlavamo alle donne là riunite.
Atti 16:14 Una donna della città di Tiatiri, commerciante di porpora, di nome Lidia, che temeva Dio, ci stava ad ascoltare. Il Signore le aprì il cuore, per renderla attenta alle cose dette da Paolo.
Atti 16:15 Dopo che fu battezzata con la sua famiglia, ci pregò dicendo: «Se avete giudicato ch'io sia fedele al Signore, entrate in casa mia, e alloggiatevi». E ci costrinse ad accettare.


Atti 16:25 Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano.
Atti 16:26 A un tratto, vi fu un gran terremoto, la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell'istante tutte le porte si aprirono, e le catene di tutti si spezzarono.
Atti 16:27 Il carceriere si svegliò e, vedute tutte le porte del carcere spalancate, sguainò la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti.
Atti 16:28 Ma Paolo gli gridò ad alta voce: «Non farti del male, perché siamo tutti qui».
Atti 16:29 Il carceriere, chiesto un lume, balzò dentro e, tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e di Sila;
Atti 16:30 poi li condusse fuori e disse: «Signori, che debbo fare per essere salvato?»
Atti 16:31 Ed essi risposero: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia».
Atti 16:32 Poi annunciarono la Parola del Signore a lui e a tutti quelli che erano in casa sua.


C'è sempre un motivo per cui Dio parla. Spesso si comprende dopo non molto tempo. Ecco quindi che il piano di Dio iniziava a rivelarsi nei modi più impensati: con il ravvedimento della famiglia di una mercante e di un carceriere. Essi furono il primo nucleo della chiesa di Filippi. Ricordo a tutti che normalmente Paolo iniziava a evangelizzare nella sinagoga della città nella quale si trovava. Come mai quì non fece altrettanto? A Filippi vi erano meno di 12 capofamiglia ebrei (il numero minimo consentito per fondare una sinagoga). Per la prima volta quindi si presentava loro una circostanza insolita e particolare. In realtà i piani di Dio sopravanzano le nostre abitudini. Nonostante queste stranezze quindi gli apostoli continuarono a camminare secondo la voce dello Spirito e videro i primi frutti.

LA GIOIA DEI FRUTTI DURATURI

Giovanni 15:16 Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.

Iddio non vuole solo che portiamo frutto. Desidera anche che i nostri frutti siano duraturi. Possiamo dunque leggere nella lettera che Paolo scrisse ai Filippesi anni dopo la situazione evoluta dopo qualche tempo. Nell'immediato, si era formata una chiesa locale. Ma successivamente, com'era andata?

Filippesi 1:3 Io ringrazio il mio Dio di tutto il ricordo che ho di voi;
Filippesi 1:4 e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia
Filippesi 1:5 a motivo della vostra partecipazione al vangelo, dal primo giorno fino a ora.


Filippesi 4:1 Perciò, fratelli miei cari e desideratissimi, allegrezza e corona mia, state in questa maniera saldi nel Signore, o diletti!

Che parole piene di amore! Piene di gioia!
Questo reca l'opera di Dio nella nostra vita: Gioia, Amore.
Questo è il suggello divino, il sorriso di benedizione del Creatore, che sostiene con la Sua Grazia la nostra opera in ubbidienza portando enormi benefici alla Chiesa, al Corpo di Cristo.
Questo momento è di massima allegria e soddisfazione. Vedere il frutto di tanto sforzo, di tanta fatica in ubbidienza a Dio e considerare, come Egli considerò il settimo giorno per la creazione, che è davvero cosa buona.

Andiamo ora dunque dinanzi al trono di Dio.
Sveliamo ogni nostro desiderio e sogno davanti a Lui. Adoriamolo per chi Lui è.
Nel momento esatto in cui avvertiremo la nostra identità di figli, il Signore ci parlerà. E d'un tratto sarà tutto più chiaro.
Chiediamo conferma a Dio aspettando risposte da fratelli nella fede. Il Signore ci confermerà. E potremo vivere nel piano di Dio per noi. Ci saranno distrette e abbondanze. Ma ciò che conta è che alla fine avremo dei frutti. E i nostri frutti rimarranno.

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