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martedì 2 aprile 2013

Chi è il nostro Dio?


Giuda 24 A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irreprensibili e con gioia davanti alla sua gloria,
Giuda 25 al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli. Amen.


Leggendo questi due soli versetti sono rimasto stupito nel vedere la ricchezza di insegnamenti che sottendono. La lettera di Giuda è uno degli scritti più brevi della Bibbia, ma caratterizzata da un lessico molto ricco e vario. Ecco quindi come un breve saluto finale può essere costruito sopra un nucleo che possiamo considerare quasi come una vera e propria confessione di fede. 

Preservarvi: "phulassō" - Gesù, il buon Pastore.

Il termine greco tradotto con "preservare" possiede sfumature molto più caratteristiche che possono parlarci dell'attività e dell'identità stessa di Dio.
Il significato letterale infatti è quello di "stare in guardia per preservare, per salvare". 
Possiamo pensare ad un genitore che controlla il figlio più piccolo che ha appena imparato a camminare. Sta a debita distanza ma appena vacilla è pronto ad afferrarlo al volo. Ebbene, l'autore di questa lettera presenta il nostro Padre celeste proprio in questo modo; coinvolge una caratteristica stupefacente del carattere e dell'attitudine di Dio nei nostri confronti. Dio non ha creato il mondo lasciandolo a sè stesso per estraniarsi dalle vicende degli uomini, come asserisce l'eresia del deismo. Dio è sempre intervenuto seguendo il Suo piano perfetto, governando il mondo, i popoli, le nazioni. Ogni buon dono viene dall'alto, e ogni dolore e sofferenza sarà convertita in bene dal Signore di ogni bene.
Egli ha preconosciuto, predestinato, chiamato, giustificato e glorificato (Ro 8:28) coloro che amano Dio. Esatto, li ha già glorificati, anche se questo accadrà solo alla fine dei tempi! 


Giovanni 10:27 Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono;
Giovanni 10:28 e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano.

Gesù, il buon Pastore, dà la vita eterna alle Sue pecore. Esse riconoscono la Sua voce, lo conoscono e lo seguono. Egli ha già dato loro la vita eterna anche se potranno gustarla solo in futuro, nei nuovi cieli e nella nuova terra. E' già loro! Nessuno infatti può rapirle dalla Sua mano, perchè veglia su di loro. Tra gli uomini, un pastore che perde le pecore fallisce il suo lavoro. Perde il suo stesso guadagno. Viene punito qualora le pecore non fossero sue.
A maggior ragione è inconcepibile che ciò accada al Pastore perfetto. No, il Pastore delle anime nostre non sonnecchia nè dorme, ma anzi, è vigile e attento, pronto a soccorrere e a salvare, a preservarci da ogni caduta. 

Irreprensibili: "amōmos" - La sposa senza macchia.

1Corinzi 1:8 Egli vi renderà saldi sino alla fine, perché siate irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo.

Efesini 1:4 In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui

Colossesi 1:22 ora Dio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili

La Bibbia è una collezione di testimonianze scritte da uomini distanti nel tempo e nello spazio, ma tutti ispirati dallo stesso Spirito Santo.
E' incredibile vedere quindi come anche il redattore di questa lettera usa lo stesso termine così caro all'Apostolo Paolo per rimarcare lo scopo della protezione di Dio.
Abbiamo visto infatti Dio come un genitore premuroso che sta in guardia per preservare i Suoi figli da ogni caduta. Ma questa attività è limitata nel tempo e, soprattutto, è in vista di uno scopo veramente importante: "far comparire ogni credente irreprensibile e con gioia davanti alla sua gloria". Questo termine greco significa "senza macchia, senza colpa, difetto o guasto", "impeccabile" e, per l'appunto, "irreprensibile". 
Viene usato anche in Efesini 5:27 dove viene tradotto in Italiano con "senza macchia" ma è usato soprattutto dall'Apostolo Pietro in un altro passo biblico davvero importante:

1Pietro 1:18 sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri,
1Pietro 1:19 ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia.

Anche quì, troviamo il termine amōmos, questa volta associato a Cristo.
Gesù è l'agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo (Gv 1:29).
Gesù è senza peccato, senza macchia nè difetto esattamente come gli agnelli che dovevano essere scelti per il sacrificio della Pasqua nella liberazione del popolo di Israele dagli Egiziani (Es 12:5), ombra di una realtà che doveva ancora manifestarsi (Col 2:16,17).
Egli quindi non può che sposarsi con una sposa ugualmente pura, senza macchia nè difetto.
La Chiesa, è la sposa dell'Agnello (Ap 21:9) e dovrà essere del tutto simile a Lui per celebrare le nozze! Solo allora il Signore Gesù potrà dire la stessa cosa che Adamo disse vedendo la donna per la prima volta: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne». Questa, finalmente, è passata attraverso la sofferenza, l'ubbidienza e la santificazione; ed è risorta con un corpo incorruttibile come il Mio! E' senza macchia, come Me!
Questo però non è possibile per l'uomo: è opera di Dio. 
Ecco l'importanza della preservazione dei santi! Il Signore Gesù non può fidanzarsi con una Chiesa morta. Con dei credenti che cadono dalla mano di Dio.
Non è una dottrina marginale, è lo scopo e il modo in cui noi abbiamo accesso a questa meravigliosa salvezza. Svincolare lo scopo della salvezza dal modo in cui il Signore la porta a compimento renderebbe Dio fallibile, e quindi non più Dio. Egli però è infallibile e a tutti coloro cui suscita il volere, susciterà anche l'agire, secondo il suo disegno benevolo (Fil 2:13).

Unico: "monos" - la semplicità di Dio. 

Dio unico. 
Dopo aver presentato cosa fa Dio (mostrando implicitamente le qualità del Suo carattere), l'autore della lettera ribadisce che Dio è unico
Possono tornarci in mente numerosi brani che consolidano questa affermazione, di cui il più celebre è sicuramente questo:

Deuteronomio 6:4 Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l'unico SIGNORE.

Il Signore infatti si è sempre rivelato come l'unico. Non c'è altro Dio all'infuori di Lui. Egli è il solo. Ma credo che ci sia un altro concetto celato dietro a questa parola.

Il teologo riformato Louis Berkhof (1873 - 1957) nel suo "Sommario della dottrina cristiana", a riguardo degli attributi di Dio scrive anche queste frasi:

"La semplicità di Dio. Ascrivendo semplicità a Dio intendiamo dire che Egli non è composto di varie parti, come ad es. l'anima e il corpo dell'uomo, e per questa stessa ragione Egli non è soggetto a divisioni. Le tre persone della Trinità non possono essere considerate tre parti in cui la Sua essenza divina sia composta. L'intero Essere di Dio appartiene a ciascuna delle Persone. Possiamo quindi dire che Dio ed i Suoi attributi sono uno, e che Egli è vita, luce, amore, giustizia, verità ecc"



In tutte le Scritture infatti possiamo leggere di un Dio unico, integro, non composto o frammentato. Una caratteristica legata a doppio filo con l'insegnamento biblico della Trinità. Egli infatti, pur essendo tre Persone (Padre, Figlio e Spirito Santo), non è frammentato in queste. Il Padre, non ha il 33% dell'essenza complessiva di Dio ma il 100% esattamente come il Figlio e lo Spirito Santo. Ogni Persona della Divinità è pienamente Dio. 

Colossesi 2:9 perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità.

In Cristo abita la pienezza della Deità. Tutta la Deità, non solo una parte!
Ecco quindi il mistero che possiamo ammirare dietro al termine greco "monos".
Il mistero del Dio unico e indiviso, pur essendo tre Persone distinte.

Siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli.

Siamo alle ultime parole della Lettera, dedicate a questo nostro Dio: un Dio che ci preserva da ogni caduta per presentarci immacolati alla Sua presenza. Un Dio che ha dei misteri ma che si è anche rivelato a noi, concedendoci di conoscerlo in un modo incredibilmente intimo. 

A questo nostro Dio; a Lui si riconoscono la gloria:
doxa - onore, dignità, lode, adorazione.

La maestà:
megalōsunē - la grandezza, l'essere Dio.

La forza:
kratos - il dominio.

Il potere:
exousia -  autorità, giurisdizione, la libertà, la giustizia.

Prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli: in una dimensione eterna.
Non solo per sempre, ma fuori dal tempo. Prima dell'esistenza stessa del tempo, durante tutta l'esistenza del tempo e ancora oltre Dio è, e manifesta la Sua identità.
Egli manifestava onore, grandezza, dominio e autorità prima dell'esistenza del creato, al tempo presente e li manifesterà nei nuovi cieli e nella nuova terra.
Egli è l'unico a possedere  una perfetta libertà (indipendenza assoluta di pensiero e azione) e giurisdizione sulle cose che sono e anche su quelle che non sono (ma che saranno portate all'esistenza). A Lui riconosciamo questi caratteri e questi attributi, per sempre.
Amen.

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