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sabato 6 aprile 2013

La profezia nel Nuovo Testamento



Efesini 4:11 È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti [prophētēs], altri come evangelisti, altri come pastori e dottori,
Efesini 4:12 per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo [...]


Nel Nuovo Testamento appare chiaro fin da subito che il ruolo dei profeti nella nuova dimensione che è la Chiesa, è molto diverso in confronto a quello dell'Antico Testamento.
L'Apostolo Paolo rivela la natura e il funzionamento della Chiesa paragonandolo più volte ad un corpo umano. Ecco quindi una pluralità di membra, e una pluralità di leader con lo scopo dell'edificazione stessa del corpo di Cristo. Se nel Vecchio Patto avevamo principalmente tre classi di uomini di Dio nel paese (re, sacerdoti e profeti), nel Nuovo ne abbiamo addirittura cinque, con identità e ruoli molto diversi.
I cinque ministeri infatti non sono a capo di una vera e propria nazione, come è Israele, ma sono piuttosto al servizio di un gruppo eterogeneo di persone che ha in comune l'elezione e la chiamata da parte di Dio.
Nazioni, tribù, lingue e popoli diversi (Ap 7:9) scelti da Dio tra tutta l'umanità. Non più una nazione con regime teocratico, ma un'insieme di persone sempre con questo stesso tipo di governo, limitato però ora al mondo spirituale, in attesa di una piena manifestazione del regno di Dio.
Ecco quindi una conformazione più organica e meno istituzionale, che rappresenta con esattezza il piano di Dio per l'uomo in questo tempo.

In ebraico il termine profeta è reso con la parola "nâbı̂y'", e il suo ufficio nell'Antico Testamento era principalmente quello di parlare "al posto, per, a favore" di Dio davanti al popolo. Ecco perchè i falsi profeti, coloro che dicevano di parlare per conto di Dio, dovevano essere messi a morte (De 18:20): i profeti erano i custodi della voce del Signore. Egli infatti non parlava in altro modo che attraverso di loro. I sacerdoti avevano i loro metodi per investigare la volontà di Dio con l'urim e il tummim (Es 28:30), ma era una pratica ritualistica che non permetteva di ascoltare messaggi complessi ed estesi come quelli dei profeti.
Dopo l'ascesa al cielo di Cristo però, lo Spirito Santo scese a Pentecoste su tutti i discepoli  (Atti 2), allargando ora a tutti l'ascolto e la comunione personale con Dio. Infatti tutti i credenti ora sono il tempio dello Spirito Santo (1 Cor 3:17), tutti quindi hanno la possibilità di essere ricolmi dello Spirito Santo (Ef 5:18) e non solo essere investiti temporaneamente (1 Sam 10:10)  come accadeva nell'Antico Testamento.

Anche al giorno d'oggi l'incarico profetico può essere quello di "parlare per conto di Dio", "mettere davanti cose nascoste", o parlare di "ciò che avverrà in futuro". Vediamo un esempio in Atti 21:10-11 dove un profeta di nome Agabo profetizza la prigionia di Paolo quando sarà arrivato a Gerusalemme.
Un importante differenza con la prospettiva veterotestamentaria però, sta nel fatto che adesso tutti sono abilitati a giudicare le profezie e operare in sinergia:


1Corinzi 14:29 Anche i profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino;
1Corinzi 14:30 se una rivelazione è data a uno di quelli che stanno seduti, il precedente taccia.
1Corinzi 14:31 Infatti tutti potete profetare [prophēteuō] a uno a uno, perché tutti imparino e tutti siano incoraggiati.
1Corinzi 14:32 Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti,
1Corinzi 14:33 perché Dio non è un Dio di confusione, ma di pace.

L'Apostolo Paolo dà indicazioni molto precise ai credenti di Corinto nella prima lettera a loro indirizzata. Leggiamo infatti come "gli altri" debbano giudicare le parole dei profeti. Comprendiamo che non sta parlando  solo di "altri profeti" dal contesto e dai versetti successivi dove continua dicendo che tutti possono profetare, purchè tutti imparino e tutti siano incoraggiati. Questa lettera non è stata scritta solo per i profeti di Corinto (1 Cor 1:2) ma a tutta la chiesa di quella città. Ecco quindi come il soggetto restano tutti i credenti che scopriamo essere abilitati a queste funzioni. Ogni cosa deve essere fatta con ordine e gli spiriti dei profeti devono essere sottoposti a chi ha l'ufficio di profeta a causa dell'autorità delegata da Dio. Ma la chiesa nel suo insieme è chiamata a giudicare le profezie dei profeti. Non è più necessaria la pena di morte come nell'Antico Testamento perchè ora tutti possono operare discernimento!
Tutti inoltre possono imparare e, in questo processo, sbagliare.
Esiste però un fondamento che deve essere comune a tutte le profezie per essere vere:


1Corinzi 14:3 Chi profetizza, invece, parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione.

Ogni profezia infatti deve essere di edificazione, esortazione e consolazione.
Tutto ciò che è al di fuori di queste categorie non è conforme all'insegnamento delle Scritture.
Ecco quindi un elemento che può mettere in grado di giudicare una profezia su basi bibliche, prima ancora che tramite l'attestazione dello Spirito. 
Questo però non esclude parole di riprensione, che possono essere considerate di edificazione qualora portino ad una tristezza secondo Dio (di ravvedimento) e non ad una tristezza del mondo (2 Cor 7:10), ma comunque necessarie solo in particolari casi.

E' da preferire al parlare in altre lingue, in quanto chi parla in altre lingue edifica se stesso, mentre chi profetizza edifica la chiesa (1 Co 14:4).
E, soprattutto, il dono di profezia deve essere ricercato ed esercitato da tutti, per la benedizione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle nella fede. 


1Corinzi 14:1 Desiderate ardentemente l'amore, non tralasciando però di ricercare i doni spirituali, principalmente il dono di profezia.

Tristemente, sono numerose le chiese che hanno deciso di ignorare completamente quest'ultimo comandamento biblico a causa di delusioni provocate da ministri ospiti che hanno profetizzato in modo sbagliato, creando divisioni o scoraggiamento.
La soluzione biblica a questo problema però non è l'esclusione della profezia dalla vita cristiana ma piuttosto una maggiore maturità dell'assemblea (e della leadership) che possa giudicare immediatamente se una profezia è corretta o se non è genuina.


1Tessalonicesi 5:19 Non spegnete lo Spirito.
1Tessalonicesi 5:20 Non disprezzate le profezie;
1Tessalonicesi 5:21 ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene;
1Tessalonicesi 5:22 astenetevi da ogni specie di male.

Prestiamo dunque ascolto alla voce del Signore, per poter comprendere al meglio quale sia la Sua volontà specifica; e portare edificazione, esortazione e consolazione laddove Egli ci ha posto.
Ricerchiamo il dono di profezia, desiderando ardentemente l'amore.
Adempiamo alla chiamata del Signore sulla nostra vita.


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