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giovedì 16 dicembre 2010

Il discepolato dell'Apostolo Paolo

Questo è un tempo molto particolare. E' un tempo apparentemente immobile, ma che nasconde degli importanti fermenti. Molte realtà cristiane si stanno trasformando in fretta. Molti hanno desiderio di qualcosa di nuovo. Non più solo una ricerca spasmodica dei doni dello Spirito Santo, ma anche e soprattutto il desiderio di tornare ai fondamenti della fede. Per molto tempo si è pensato che fosse necessario un progressismo carismatico per far esplodere un risveglio spirituale in Italia. Si sono cercati miracoli in ogni luogo possibile. Invitati ministri importanti dalle nazioni che si consideravano più spirituali della nostra.
Ma non c'è nulla di nuovo sotto il sole.
Il mondo spirituale è più immenso dell'universo, è vero.
Ogni istante, ogni attimo può portare con sè rivelazioni ed esperienze totalmente nuove. Ma la porta è sempre e solo Una.

2Pietro 3:18 crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.

Solo crescendo nella grazia e nella conoscenza del Signore potremo raggiungere la novità di vita che cerchiamo. Un cristianesimo vivo. Un cristianesimo potente.
Si è pensato di raggiungere il nuovo con nuove strategie, ma così facendo si sta correndo il rischio di allontanarsi troppo da ciò che si può considerare l'antica Via.

Atti 2:42 Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere.

L'insegnamento degli Apostoli. La comunione fraterna. Rompere il pane. Le preghiere.
Questo era ciò che condividevano i primi credenti.

Riflettendo sulla struttura e sui programmi condivisi dalle chiese locali del nostro tempo, mi è facile notare come ogni attività sia organizzata in modi molto poco personali. C'è un forte desiderio di crescere. Di far diventare la propria chiesa più grande. Di avere più numeri. Per questo si cerca di organizzare campagne evangelistiche con coreografie sempre migliori. Studi biblici sulla falsa riga delle aule universitarie. Impostare la propria chiesa su un modello cellulare, dove far crescere nella fede le persone, omogeneizzandole ad un modello standard.
E' questa la visione di chi fondava chiese negli Atti degli Apostoli? O forse crediamo davvero che i tempi sono cambiati e che dobbiamo adattarci alla società moderna?

Non penso sia il caso.

Filippesi 3:20 Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore.

Questo rispondeva Paolo alla chiesa in Filippi. Potevano vantarsi di avere cittadinanza Romana in quanto colonia. Avevano grandi vantaggi e una società superiore alla media del mondo antico. Ma non sono state prese in considerazioni le loro usanze, le loro mentalità secolari. Tanto meno dovremmo farlo ai giorni nostri.
Ciò che deve essere importante per noi è la cultura biblica, non una serie di strategie moderne. Conoscenza esperienziale del Signore, non soluzioni di marketing.

E' con questo sentimento che ora possiamo approcciarci al significato che l'Apostolo Paolo dava al discepolato cristiano.

Atti 16:1 Giunse anche a Derba e a Listra; e là c'era un discepolo, di nome Timoteo, figlio di una donna ebrea credente, ma di padre greco.
Atti 16:2 Di lui rendevano buona testimonianza i fratelli che erano a Listra e a Iconio.
Atti 16:3 Paolo volle che egli partisse con lui; perciò lo prese e lo circoncise a causa dei Giudei che erano in quei luoghi; perché tutti sapevano che il padre di lui era greco.


Forse Timoteo si era convertito nell'evangelizzazione del primo viaggio missionario di Paolo, raccontato in Atti 14:6.
E' espressamente detto che Timoteo era un discepolo. Per qualche motivo Paolo lo nota e vuole che venga con sè nel viaggio missionario. Ci sono molti altri credenti, ma sceglie lui. Non era sufficiente un'ammaestramento di pochi giorni o mesi. Non ha voluto impartire un insegnamento dottrinale, qualche buon consiglio. No, lo vuole con sè. Da questo momento Timoteo entra a far parte della sua squadra apostolica. Da questo momento inizia il suo discepolato.
Ovviamente Paolo non ha portato con sè tutte le persone che si sono convertite. Ma ha provveduto per ogni chiesa fondata a restare il tempo necessario per insegnare e ammonire in base alla sana dottrina.

Atti 20:31 Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.

E' lampante come l'impegno messo da Paolo fosse totalizzante. Non si trattava di standardizzare a un livello di conoscenza biblica, ma di insegnare e ammonire con la propria vita su questioni fondamentali per la vita nello Spirito.

2Timoteo 3:10 Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia costanza,
2Timoteo 3:11 le mie persecuzioni, le mie sofferenze [...]


Filippesi 4:9 Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi.

Non si tratta di una serie di lezioni scolastiche. Non è un programma di insegnamento. E' un vero e proprio discepolato personale!
Condividere la propria vita, tutte le proprie conoscenze umane e spirituali.
Tutto questo non può essere riprodotto in scala tramite automatismi. E' necessario prendere coscienza della forte componente personale del discepolo.
Il Signore ha creato la Chiesa con cinque ministeri e ha provveduto svariati doni attraverso lo Spirito Santo. I credenti pur essendo uniti nella fede non lo sono nella propria chiamata!

1Timoteo 4:14 Non trascurare il dono che è in te e che ti fu dato mediante la parola profetica insieme all'imposizione delle mani dal collegio degli anziani.

2Timoteo 1:6 Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te mediante l'imposizione delle mie mani.

1Timoteo 1:18 Ti affido questo incarico, Timoteo, figlio mio, in armonia con le profezie che sono state in precedenza fatte a tuo riguardo, perché tu combatta in virtù di esse la buona battaglia,


E' fondamentale promuovere e riconoscere quelli che sono i doni spirituali e i ministeri che Dio affida ai credenti. Non saremo mai tutti uguali ed è nocivo promuovere questa visione in quanto non è una visione biblica.
Credo che nei tempi a venire debba essere fortemente rivalorizzato il discepolato personale, per portare salute all'interno della Chiesa.
Formare, assistere e servire persone che possano diventare dei veri anziani nella fede e propagare un'esperienza che al giorno d'oggi scarseggia.

Torniamo all'insegnamento degli Apostoli, e il frutto non potrà che essere buono e duraturo.

martedì 14 dicembre 2010

Sforzatevi di entrare...

Luca 13:24 «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno.

Sforzatevi:

ἀγωνίζομαι

agōnizomai

ag-o-nid'-zom-ahee

From G73; to struggle, literally (to compete for a prize), figuratively (to contend with an adversary), or generally (to endeavor to accomplish something): - fight, labor fervently, strive.


Sforzatevi: “Lottare, letteralmente (per competere per un premio), in senso figurato (fare i conti con un avversario), o in generale (per cercare di realizzare qualcosa): - la lotta, il lavoro con fervore, tendere.


Questo stesso verbo e questo stesso insegnamento è usato con più chiarezza dall'Apostolo Paolo nella prima lettera ai Corinzi:


1Corinzi 9:24 Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo.

1Corinzi 9:25 Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile.

1Corinzi 9:26 Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria;

1Corinzi 9:27 anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.

La parola che viene interpretata e tradotta con “atleta” è infatti la stessa che nel Vangelo di Luca viene tradotta con il verbo “sforzare”.

In questo contesto si può tradurre letteralmente con:

chiunque si ingegna per la padronanza di sé stesso” è temprato in ogni cosa...

Per sviluppare e chiarire meglio questo concetto, l'Apostolo prosegue con un altro esempio:

1Corinzi 10:1 Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, passarono tutti attraverso il mare,

1Corinzi 10:2 furono tutti battezzati nella nuvola e nel mare, per essere di Mosè;

1Corinzi 10:3 mangiarono tutti lo stesso cibo spirituale,

1Corinzi 10:4 bevvero tutti la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e questa roccia era Cristo.

1Corinzi 10:5 Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque: infatti furono abbattuti nel deserto.


1Corinzi 10:6 Or queste cose avvennero per servire da esempio a noi, affinché non siamo bramosi di cose cattive, come lo furono costoro,

1Corinzi 10:7 e perché non diventiate idolatri come alcuni di loro, secondo quanto è scritto: «Il popolo si sedette per mangiare e bere, poi si alzò per divertirsi».

1Corinzi 10:8 Non fornichiamo come alcuni di loro fornicarono e ne caddero, in un giorno solo, ventitremila.

1Corinzi 10:9 Non tentiamo il Signore, come alcuni di loro lo tentarono, e perirono, morsi dai serpenti.

1Corinzi 10:10 Non mormorate, come alcuni di loro mormorarono, e perirono colpiti dal distruttore.

1Corinzi 10:11 Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche.

1Corinzi 10:12 Perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere.


1Corinzi 10:13 Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare.


Appare chiaro il significato che tutto ciò sia in primo luogo un'ammonizione per i credenti.

Un'esortazione a stare attenti a non cadere, a non diventare idolatri, a non fornicare, a non tentare il Signore – per esempio - per evitare di fare la fine di quella generazione di Israele.


C'è quindi un'azione attiva richiesta all'uomo nell'allontanarsi da certe cose.


Riprendendo lo stesso esempio come viene portato invece nella lettera ai Romani, comprendiamo un'altra verità complementare:


Romani 9:6 Però non è che la parola di Dio sia caduta a terra; infatti non tutti i discendenti d'Israele sono Israele;

Romani 9:7 né per il fatto di essere stirpe d'Abraamo, sono tutti figli d'Abraamo; anzi: «È in Isacco che ti sarà riconosciuta una discendenza».

Romani 9:8 Cioè, non i figli della carne sono figli di Dio; ma i figli della promessa sono considerati come discendenza.


Romani 11:1 Dico dunque: Dio ha forse ripudiato il suo popolo? No di certo! Perché anch'io sono israelita, della discendenza di Abraamo, della tribù di Beniamino.

Romani 11:2 Dio non ha ripudiato il suo popolo, che ha preconosciuto. Non sapete ciò che la Scrittura dice a proposito di Elia? Come si rivolse a Dio contro Israele, dicendo:

Romani 11:3 «Signore, hanno ucciso i tuoi profeti, hanno demolito i tuoi altari, io sono rimasto solo e vogliono la mia vita»?

Romani 11:4 Ma che cosa gli rispose la voce divina? «Mi sono riservato settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal».

Romani 11:5 Così anche al presente, c'è un residuo eletto per grazia.

Romani 11:6 Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia.


Romani 11:7 Che dunque? Quello che Israele cerca, non lo ha ottenuto; mentre lo hanno ottenuto gli eletti; e gli altri sono stati induriti,

Romani 11:8 com'è scritto:

«Dio ha dato loro uno spirito di torpore,

occhi per non vedere

e orecchie per non udire,

fino a questo giorno».


Quello che l'Israele etnico cerca, è stato ottenuto solo dall'Israele eletto.

Il versetto 7 chiarisce il fatto che coloro che perirono non furono eletti da Dio, pertanto adempirono in questo modo la Sua piena volontà. Furono predestinati a non essere eletti.


Prendendo atto di questi due fatti, ritorniamo ora al brano di 1Corinzi, rileggendo la frase conclusiva come chiave di lettura dell'intero insegnamento su questo tema:


1Corinzi 10:12 Perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere.

1Corinzi 10:13 Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare.


E' chiara l'esortazione a stare in piedi, a non cadere.

Questo perchè è notevole l'influenza di molti tipi di tentazioni prettamente umane.

In questo però, Dio è fedele, e provvede a una via di uscita affinchè ogni prova si possa sopportare.

Le persone che sopportano queste prove sono nei fatti gli eletti di Dio.

Perchè esortare gli eletti se sono già stati scelti? Perchè è previsto nel piano del Signore che essi raggiungano il carattere di Cristo attraverso l'ubbidienza, ripercorrendo i suoi passi:


Ebrei 5:7 Nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà.

Ebrei 5:8 Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì;

Ebrei 5:9 e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna,

Ebrei 5:10 essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec.


Gesù imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì, aprì dunque la strada a tutti i Suoi discepoli, prevedendo che la percorressero nel medesimo modo.


Matteo 16:24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua.


Tutto questo non per guadagnare una propria salvezza ma per crescere nelle modalità previste da Dio ed essere nella propria personale condizione di potere condividere con Lui l'eternità.

C'è quindi responsabilità da parte dell'uomo ma tale responsabilità non riguarda la salvezza della propria anima in quanto è comunque subordinata alla libertà che le concede Dio.

Ossia ha la possibilità di “rendere certa la sua vocazione” solo perchè ha effettivamente ricevuto una vocazione!

E chi ha ricevuto una vocazione ma non l'ha resa certa?

La sua vocazione era illusoria ed è stata manifestata a tempo debito, in quanto è impossibile frustrare i disegni di Dio.

Giobbe 42:1 Allora Giobbe rispose al SIGNORE e disse:

Giobbe 42:2 «Io riconosco che tu puoi tutto

e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno.

venerdì 26 novembre 2010

Le benedizioni profetiche

1Corinzi 14:1 Desiderate ardentemente l'amore, non tralasciando però di ricercare i doni spirituali, principalmente il dono di profezia.

1Corinzi 14:5a Vorrei che tutti parlaste in altre lingue, ma molto più che profetaste.

1Corinzi 14:39a Pertanto, fratelli, desiderate il profetare.

1Corinzi 14:31 Infatti tutti potete profetare a uno a uno, perché tutti imparino e tutti siano incoraggiati.


Appare chiaro dall'insegnamento apostolico quale sia la grande importanza del profetizzare, e di come appartenga a tutta la Chiesa e non solo al ministero profetico. Questo ministero infatti ha lo scopo di portare a maturità i credenti in questo aspetto della fede:

1Corinzi 14:32a Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti.

Consapevoli di questo, è mio desiderio approfondire una tipologia particolare di profezia: la benedizione profetica.
L'esempio biblico più rilevante in tal senso si trova al capitolo 49 di Genesi e riguarda la benedizione che Giacobbe diede ai suoi figli, capostipiti delle dodici tribù di Israele. Si tratta di un passaggio chiave, un nodo nevralgico di unione tra il passato familiare dei discendenti di Abramo e Isacco e il loro futuro come popolazione. Popolo fondamentale per l'intera umanità, in quanto creato e scelto specificatamente da Dio per portare la rivelazione di Sè stesso agli uomini. Leggiamo dunque questo passo, venendo a una conoscenza più profonda del piano che Dio ha iniziato ad attuare per la salvezza dell'umanità e contemporaneamente specchiandoci col significato di benedizione profetica, imparando la sua importanza stabile anche al giorno d'oggi, nel volere del Signore.

Genesi 49:1 Poi Giacobbe chiamò i suoi figli e disse: «Radunatevi, e vi annuncerò ciò che vi avverrà nei giorni a venire.

Giacobbe sapeva bene che il favore divino era sopra la sua dinastia e fin da subito aveva ben chiaro cosa voleva e doveva fare: benedire e profetizzare. Questo era il suo scopo. Questa certezza non risiedeva certamente nella fiducia nelle sue capacità, quanto piuttosto nella conoscenza della promessa di Dio fatta a sua nonno Abramo e trasmessa a suo padre Isacco. Da giovane infatti aveva ricevuto istruzione su questo:

Genesi 28:1 Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede quest'ordine: «Non prendere moglie tra le donne di Canaan.
Genesi 28:3 Il Dio onnipotente ti benedica, ti renda fecondo e ti moltiplichi, in modo che tu diventi un'assemblea di popoli,
Genesi 28:4 e ti dia la benedizione d'Abraamo: a te e alla tua discendenza con te, perché tu possieda il paese dove sei andato peregrinando, che Dio donò ad Abraamo».


E aveva conosciuto personalmente il Dio dei suoi padri.

Genesi 35:10 Dio gli disse: «Il tuo nome è Giacobbe. Tu non sarai più chiamato Giacobbe, ma il tuo nome sarà Israele». E lo chiamò Israele.
Genesi 35:11 Dio gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; sii fecondo e moltìplicati; una nazione, anzi una moltitudine di nazioni discenderà da te, dei re usciranno dai tuoi lombi;
Genesi 35:12 darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese che diedi ad Abraamo e ad Isacco».


Vediamo quindi come Giacobbe trasmise ai figli ciò che aveva ricevuto da suo padre e da Dio stesso, aggiungendo però del nuovo alla promessa iniziale di Dio, in accordo con lo svolgimento progressivo della Sua volontà.

1) Genesi 49:3 Ruben, tu sei il mio primogenito,
la mia forza, la primizia del mio vigore, eminente in dignità ed eminente in forza.
Genesi 49:4 Impetuoso come l'acqua, tu non avrai la preminenza,
perché sei salito sul letto di tuo padre
e hai profanato il mio letto su cui eri salito.


Il figlio primogenito riceveva la maggior parte della benedizione e dell'eredità dei genitori. In questo caso però non fu così, a causa di un evento molto preciso. Profezia non vuol dire solo predire eventi futuri infatti, ma anche interpretare il presente e il passato dal punto di vista di Dio.

Genesi 35:22 Mentre Israele abitava in quel paese, Ruben andò e si unì a Bila, concubina di suo padre, e Israele venne a saperlo.

Ogni azione ha delle conseguenze. Certe azioni hanno spiritualmente delle conseguenze anche nella propria discendenza. (Vedi L'influenza spirituale generazionale)

2) e 3) Genesi 49:5 Simeone e Levi sono fratelli:
le loro spade sono strumenti di violenza.
Genesi 49:6 Non entri l'anima mia nel loro consiglio segreto,
non si unisca la mia gloria al loro convegno!
Perché nella loro ira hanno ucciso degli uomini
e nella loro malvagità hanno tagliato i garretti ai tori.
Genesi 49:7 Maledetta la loro ira, perché è stata violenta
e il loro furore perché è stato crudele!
Io li dividerò in Giacobbe
e li disperderò in Israele.


In questo caso Giacobbe maledice l'ira di Simeone e Levi per ciò che hanno fatto. Questo comporta una divisione e dispersione in Israele.

Genesi 34:25 Ma il terzo giorno, mentre quelli erano sofferenti, due dei figli di Giacobbe, Simeone e Levi, fratelli di Dina, presero ciascuno la propria spada, assalirono la città che si riteneva sicura, e uccisero tutti i maschi.

Volevano vendicare la loro sorella Dina dalle violenze subite, ma questo non è in accordo con la volontà di Dio.

Ebrei 10:30 Noi conosciamo, infatti, colui che ha detto:
«A me appartiene la vendetta! Io darò la retribuzione!»
E ancora:
«Il Signore giudicherà il suo popolo».


4) Poi arriva Giuda, capostipite genealogico di Davide, re di Israele e di Cristo.

Genesi 49:8 Giuda, te loderanno i tuoi fratelli;
la tua mano sarà sul collo dei tuoi nemici;
i figli di tuo padre si inchineranno davanti a te.
Genesi 49:9 Giuda è un giovane leone;
tu risali dalla preda, figlio mio;
egli si china, s'accovaccia come un leone,
come una leonessa: chi lo farà alzare?
Genesi 49:10 Lo scettro non sarà rimosso da Giuda,
né sarà allontanato il bastone del comando dai suoi piedi,
finché venga colui al quale esso appartiene
e a cui ubbidiranno i popoli.
Genesi 49:11 Egli lega il suo asinello alla vite
e il puledro della sua asina alla vite migliore;
lava la sua veste col vino
e il suo mantello col sangue dell'uva.
Genesi 49:12 Egli ha gli occhi rossi dal vino
e i denti bianchi dal latte.


Tutte le tribù di Israele si inchineranno a Giuda, perchè da Giuda appunto nascerà il re Davide. Lo scettro del comando non si allontanerà finchè non arriverà colui al quale appartiene. In questo caso il vero proprietario è Cristo Re.
Egli legherà il puledro della sua asina.

Matteo 21:2 dicendo loro: «Andate nella borgata che è di fronte a voi; troverete un'asina legata, e un puledro con essa; scioglieteli e conduceteli da me.

E laverà il suo mantello con il sangue dell'uva, i suoi occhi sono rossi dal vino.
In realtà questa profezia non riguarda il sacrificio di Cristo come si potrebbe pensare, ma piuttosto il Suo ritorno seguito dal giorno del Giudizio.

Isaia 63:1 Chi è costui che giunge da Edom,
da Bosra, vestito splendidamente?
Costui, magnificamente ammantato,
che cammina fiero della grandezza della sua forza?
«Sono io, che parlo con giustizia,
che sono potente a salvare».
Isaia 63:2 Perché questo rosso sul tuo mantello
e perché le tue vesti sono come quelle di chi calca l'uva nel tino?
Isaia 63:3 «Io sono stato solo a calcare l'uva nel tino,
e nessun uomo di fra i popoli è stato con me;
io li ho calcati nella mia ira,
li ho calpestati nel mio furore;
il loro sangue è spruzzato sulle mie vesti,
ho macchiato tutti i miei abiti.
Isaia 63:4 Poiché il giorno della vendetta, che era nel mio cuore,
e il mio anno di redenzione sono giunti.
Isaia 63:5 Io guardai, ma non c'era chi mi aiutasse;
fui stupito che nessuno mi sostenesse;
allora il mio braccio mi ha salvato,
e il mio furore mi ha sostenuto.
Isaia 63:6 Ho calpestato popoli nella mia ira,
li ho ubriacati nel mio furore,
ho fatto scorrere il loro sangue sulla terra».


5) Ora veniamo a Zabulon.

Genesi 49:13 Zabulon abiterà sulla costa dei mari; sarà sulla costa dove approdano le navi, il suo fianco s'appoggerà a Sidone.

Giosuè 19:10 La terza parte tirata a sorte toccò ai figli di Zabulon, secondo le loro famiglie. Il confine della loro eredità si estendeva fino a Sarid. (Un territorio che dà sul mar Mediterraneo)

6) Genesi 49:14 Issacar è un asino robusto sdraiato fra due ovili.
Genesi 49:15 Egli ha visto che il riposo è buono
e che il paese è ameno;
ha curvato la spalla per portare il peso,
ed è stato costretto ai lavori forzati.


E' probabile che questa profezia riguardi la cattività in Egitto.

7) Genesi 49:16 Dan giudicherà il suo popolo,
come ogni altra tribù d'Israele.
Genesi 49:17 Dan sarà una serpe sulla strada,
una vipera cornuta sul sentiero,
che morde i garretti del cavallo
e fa cadere il cavaliere all'indietro.


Dan era la tribù di Sansone, primo giudice di Israele a combattere per la liberazione di Israele dalle mani dei Filistei.

Giudici 13:2 C'era un uomo di Sorea, della famiglia dei Daniti, di nome Manoà; sua moglie era sterile e non aveva figli.
Giudici 13:3 L'angelo del SIGNORE apparve alla donna, e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai figli; ma concepirai e partorirai un figlio.
Giudici 13:4 Ora guardati dunque dal bere vino o bevanda alcolica e non mangiare nulla di impuro.
Giudici 13:5 Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla testa del quale non passerà rasoio, perché il bambino sarà un nazireo, consacrato a Dio dal seno di sua madre, e sarà lui che comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei».


8) Genesi 49:19 Gad sarà assalito da bande armate,
ma egli, a sua volta, le assalirà e le inseguirà.


1Cronache 5:18 I figli di Ruben, i Gaditi e la mezza tribù di Manasse, avevano uomini coraggiosi che portavano scudo e spada, tiravano d'arco ed erano addestrati alla guerra, in numero di quarantaquattromilasettecentosessanta capaci di combattere.
1Cronache 5:19 Essi mossero guerra agli Agareni, a Ietur, a Nafis e a Nodab.


9) Genesi 49:20 Da Ascer verrà il pane saporito,
ed egli fornirà delizie regali.


Possiamo notare una somiglianza con la benedizione profetica di Mosè:

Deuteronomio 33:24 Poi disse di Ascer:
«Benedetto sia Ascer tra i figli d'Israele!
Sia il favorito dei suoi fratelli
e tuffi il suo piede nell'olio!


10) Genesi 49:21 Neftali è una cerva messa in libertà;
egli dice delle belle parole.


Per questa profezia non ci sono riscontri biblici precisi, anche se possiamo confrontarla con Sl 18:33.

11) Genesi 49:22 Giuseppe è un albero fruttifero;
un albero fruttifero vicino a una sorgente;
i suoi rami si stendono sopra il muro.
Genesi 49:23 Gli arcieri lo hanno provocato,
gli hanno lanciato frecce, lo hanno perseguitato,
Genesi 49:24 ma il suo arco è rimasto saldo;
le sue braccia e le sue mani sono state rinforzate
dalle mani del Potente di Giacobbe,
da colui che è il pastore e la roccia d'Israele,
Genesi 49:25 dal Dio di tuo padre che ti aiuterà
e dall'Altissimo che ti benedirà
con benedizioni del cielo di sopra,
con benedizioni dell'abisso che giace di sotto,
con benedizioni delle mammelle e del grembo materno.
Genesi 49:26 Le benedizioni di tuo padre sorpassano
le benedizioni dei miei progenitori,
fino a raggiungere la cima delle colline eterne.
Esse saranno sul capo di Giuseppe,
sulla fronte del principe dei suoi fratelli.


Giuseppe è stato lo strumento di Dio per preservare tutti i suoi fratelli dalla carestia e probabilmente dalla morte prematura.

Salmi 1:3 Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli,
il quale dà il suo frutto nella sua stagione,
e il cui fogliame non appassisce;
e tutto quello che fa, prospererà.


E' stato fedele nonostante le persecuzioni e la prigionia, ed è stato soccorso da Dio, tanto da renderlo il secondo uomo più potente d'Egitto.
Giuseppe riceve una triplice benedizione. La totalità di quella che ricevette Giacobbe, suo padre.

Genesi 27:29 Ti servano i popoli
e le nazioni s'inchinino davanti a te.
Sii padrone dei tuoi fratelli
e i figli di tua madre s'inchinino davanti a te.
Maledetto sia chiunque ti maledice,
benedetto sia chiunque ti benedice!»


Egli, l'ultimo figlio, è a tutti gli effetti il primogenito spirituale.
In questo modo si adempie nella storia e spiritualmente, ciò che Dio gli aveva già mostrato in un sogno profetico (Gn 37:5).

12) L'ultima benedizione riguarda beniamino.

Genesi 49:27 Beniamino è un lupo rapace;
la mattina divora la preda
e la sera spartisce le spoglie».


Molto probabilmente questa profezia riguarda Saul, il primo re scelto da Dio. Proprio a causa della spartizione delle spoglie della sua preda, perde l'unzione divina e il trono su Israele.

Ecco quindi le benedizioni delle dodici tribù di Israele.
Possiamo vedere come si siano adempiute in modo chiaro e specifico tutte le profezie, e come alcune debbano ancora parzialmente compiersi; in particolare riguardo a Giuda.
Queste parole sono state incise nella storia e hanno tracciato gli avvenimenti di un'intera nazione nel corso di migliaia di anni. Non è stato a causa di Giacobbe, ma di ciò che Dio disse a Giacobbe e della rivelazione che gli diede del Suo piano.
Logicamente si tratta di un episodio preciso di grande importanza, non possiamo adattarlo pienamente ai nostri tempi, in quanto di certo oggi non dobbiamo assolutamente esprimere maledizioni così come invece sono state espresse in alcune circostanze da Giacobbe - per esempio - . Possiamo tuttavia prendere coscienza dell'importanza delle benedizioni e delle profezie e di come possano essere veicolate insieme per portare incoraggiamento nelle persone, a tutti i livelli. Ci sono momenti in cui profetizzare apertamente può urtare la sensibilità dei fratelli, ed è meglio quindi approcciarsi a una preghiera e benedizione profetica per portare a compimento ciò che Dio ci ha affidato, senza fuoriuscire dal campo che ci appartiene.

martedì 23 novembre 2010

Il perdono di Dio

Il perdono di Dio segue la confessione o richiesta del peccatore, o è già stato definitivamente dato e sta al peccatore prenderselo?
E' una domanda legittima, che può capitare di porsi. Penso sia utile accostarci assieme alle Scritture, per fare chiarezza anche in questo tema, maturando una conoscenza e consapevolezza più profonda di una così grande salvezza.

Giovanni 12:31 Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo;
Giovanni 12:32 e io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me»

Giovanni 19:30 Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: «È compiuto!» E, chinato il capo, rese lo spirito.

Romani 6:6 Sappiamo infatti che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato.

Ebrei 9:11 Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione,
Ebrei 9:12 è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna.


L'espiazione di Cristo è un fatto storico ben preciso e individuabile.
Nell'istante in cui Gesù è morto sulla croce, ha attirato a sè il vecchio uomo (l'uomo carnale) di tutti i credenti di ogni epoca. "Tutto è compiuto". In greco il termine è "teleō" e significa:

alla fine, completo, eseguito, concludere, estinguere (un debito): - realizzare, scadere, riempire, finire, andare oltre, pagare.

Il significato immediato è quello di "realizzare", "pagare". Tutto infatti in quel momento è stato realizzato, tutto è stato pagato in quell'istante.

Da quì la prima considerazione:
Il perdono è già stato definitivamente dato in quel tempo che nella nostra concezione consideriamo "passato". Un passato di circa duemila anni. Tutti i figli di Dio sono dunque già stati perdonati di tutti i loro peccati passati, presenti e futuri.

Ho coinvolto tutti i tre tempi: "passato, presente e futuro" perchè sono invece il soggetto della mia seconda considerazione.
Eb 9:12 dice che Gesù ci ha acquistato una redenzione eterna.
I primi pensieri vanno al significato che la redenzione di Gesù vale per sempre. In realtà però non è questo il significato della parola "eterno":

L'eternità è un concetto metafisico del tempo, secondo il quale a causa della mancanza di un limite anteriore e posteriore allo scorrere del tempo comporterebbe la formulazione dell'ipotesi di una temporalità infinita, ovvero eterna. Il termine deriva dalla locuzione latina "ex" (fuori) e da "ternum" (terno) ovvero, "fuori dalla triade del tempo: passato, presente e futuro".

Apprendiamo quindi che la redenzione di Cristo in realtà non vale per sempre ma piuttosto possiede una valenza che è al di fuori del tempo. Una valenza perfetta, divina. Qualcosa che ci viene difficile comprendere e che afferreremo in pienezza soltanto quando potremo conoscerLo pienamente così come siamo stati pienamente conosciuti. C'è il tabernacolo terrestre e quello celeste. Analogamente ci sono state una serie di espiazioni terrestri e ce n'è una sola celeste. E' unica perchè essendo perfetta ed al di fuori del tempo non ha bisogno di ripetersi.

La seconda riflessione dunque qual'è:
Il perdono di Dio è eterno perchè Egli è l'Eterno. L'IO SONO.
La Sua natura è estranea al tempo, tanto quanto la Sua redenzione.
Il concetto più vicino che noi abbiamo all'eternità è quello di un perenne presente. Possiamo quindi ringraziare Dio per il perdono che ci accorda in ogni istante della nostra vita, non come qualcosa di momentaneo ma come qualcosa di continuamente nuovo ma mai mancante. Un'essenza, non una proiezione sottomessa al trascorrere del tempo e quindi all'invecchiamento e all'invalidamento.

Per poter completare questa argomentazione però, penso sia necessario leggere insieme un brano chiave della prima epistola dell'Apostolo Giovanni:

1Giovanni 1:7 Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
1Giovanni 1:8 Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.
1Giovanni 1:9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.


Il versetto 9 è molto famoso e se preso da solo rischia di essere frainteso nel significato che, mancando una nostra confessione, mancherà di conseguenza anche il Suo perdono.
In realtà, la condizione iniziale non è quella della confessione ma al v.7 quella del "camminare nella luce". Se infatti camminiamo nella luce (nella conoscenza esperienziale di Dio) abbiamo comunione con gli altri credenti e con Lui stesso e questo fatto ci rende abili a ricevere la purificazione mediante il sangue di Cristo. La confessione segue il pentimento. E il pentimento è immancabile nella coscienza di qualsiasi persona che cammina nella luce. Direi che sia ozioso iniziare a ipotizzare la presenza del perdono anche senza confessione, in quanto un figlio di Dio è tale proprio perchè riconosce i suoi peccati mediante l'azione dello Spirito Santo e quindi procede immediatamente a pentirsi e confessare a Dio (e in alcuni casi ad altri fratelli) i propri peccati.
Il versetto 9 è una ripetizione e un completamento del versetto 7, deve essere quindi interpretato nel suo contesto per comprenderne il reale significato.

domenica 21 novembre 2010

Il ministero della riconciliazione

2Corinzi 5:17 Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.
2Corinzi 5:18 E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione.


Il versetto 17 è molto conosciuto. Viene predicato spesso, e parecchie persone lo conoscono a memoria. Oltre ad essere un insegnamento è diventato il simbolo del significato della vita cristiana: l'incontro con Cristo e il cambiamento verso il nuovo. Il versetto 18 invece è un po' meno noto. Parla chiaramente di ciò che viene prima e ciò che viene dopo ogni incontro personale con il Signore. Viene specificato infatti che "tutto questo viene da Dio" e che è stato reso possibile "per mezzo di Cristo", per il Suo sacrificio. Questo sacrificio, andando con ordine, è stato lo strumento di Dio per poter portare le persone alla conoscenza personale per rivelazione di Gesù Cristo. Questa conoscenza ha causato un cambiamento in novità di vita. Ma c'è anche un seguito. Egli infatti "ci ha affidato il ministero della riconciliazione".
Cosa significa questo ministero, questo servizio? E' qualcosa che Dio affida ad ogni credente, non soltanto a un gruppo speciale, in quanto viene comunicato da Cristo stesso a tutti coloro che Lo conoscono. Vale infatti la condizione iniziale: "se dunque uno è in Cristo". Se uno è in Cristo, diventa una nuova creatura. Se uno è in Cristo, riceve l'affidamento del ministero della riconciliazione.
Per poterne comprendere meglio il significato, dobbiamo andare avanti nella lettura dello stesso brano:

2Corinzi 5:19 Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione.
2Corinzi 5:20 Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio.
2Corinzi 5:21 Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.


Questa è la buona notizia. Questo è il Vangelo.
E il compito di ogni singolo credente è molto chiaro: fare da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Supplicare: siate riconciliati con Dio! Non è proselitismo per una religione, ma piuttosto esortare in qualità di ambasciatori di Dio.

In Italiano, è detto ambasciatore l'agente diplomatico che, secondo le norme del diritto internazionale, appartiene alla classe di rango più elevato.
Essendo considerato un rappresentante personale del capo dello stato, spetta all'ambasciatore l'appellativo di sua eccellenza e il privilegio di chiedere in ogni momento udienza al capo dello stato presso cui è accreditato.

Accostando il suo significato nella nostra cultura a quello della cultura biblica, appare evidente l'incarico di rappresentanza personale. Nel nostro caso stiamo parlando della rappresentanza di Dio stesso. Ma questo non in senso completo, ma limitato ad un incarico molto specifico: l'esortazione ad essere riconciliati con Dio grazie al sacrificio di Cristo. Mentre noi esortiamo in questo modo, siamo rappresentanti di Dio e abbiamo la Sua piena autorità delegata sopra ogni cosa.

Luca 4:18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me,
perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri;
mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri
e il ricupero della vista ai ciechi;
per rimettere in libertà gli oppressi,
Luca 4:19 per proclamare l'anno accettevole del Signore».
Luca 4:20 Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui.
Luca 4:21 Egli prese a dir loro: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite».


Questo è stato il ministero terreno di Gesù, che poi ha trasmesso ai discepoli.

Matteo 10:7 Andando, predicate e dite: "Il regno dei cieli è vicino".
Matteo 10:8 Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.


Luca 10:8 In qualunque città entriate, se vi ricevono, mangiate ciò che vi sarà messo davanti,
Luca 10:9 guarite i malati che ci saranno e dite loro: "Il regno di Dio si è avvicinato a voi".


Atti 1:8 Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra».

Proclamare l'anno accettevole del Signore. Portare il Regno di Dio ad ogni persona che abbiamo vicino. Liberare i prigionieri. Essere Suoi testimoni.
Non significa solo raccontare una storia. Significa portare ad ogni persona una conoscenza personale del Signore. Lui ci dà questa autorità. Invochiamo il nome di Dio con le persone che abbiamo vicine e la Sua presenza manifesterà il regno dei cieli. Il punto non è ricercare miracoli per potersi rallegrare. Il punto è lavorare per espandere la realtà spirituale del Regno. Tutto il resto verrà di conseguenza, allo scopo di raggiungere questo obiettivo. Questa è la volontà di Dio. Questo è il mandato per ogni Suo figlio. Il ministero comune a tutti noi. Adempiamolo fedelmente.

martedì 26 ottobre 2010

Il piano eterno di Dio

Isaia 60:18 Non si udrà più parlare di violenza nel tuo paese,
di devastazione e di rovina entro i tuoi confini;
ma chiamerai le tue mura: Salvezza,
e le tue porte: Lode.

Isaia 60:19 Non più il sole sarà la tua luce, nel giorno;
e non più la luna t'illuminerà con il suo chiarore;
ma il SIGNORE sarà la tua luce perenne,
il tuo Dio sarà la tua gloria.

Isaia 60:20 Il tuo sole non tramonterà più,
la tua luna non si oscurerà più;
poiché il SIGNORE sarà la tua luce perenne,
i giorni del tuo lutto saranno finiti.

Isaia 60:21 Il tuo popolo sarà tutto un popolo di giusti;
essi possederanno il paese per sempre;
essi, che sono il germoglio da me piantato, l'opera delle mie mani,
per manifestare la mia gloria.

Isaia 60:22 Il più piccolo diventerà un migliaio;
il minimo, una nazione potente.
Io, il SIGNORE, affretterò le cose a suo tempo».


A chi si riferisce questa profezia di Isaia? Per quale tempo?
Sono parole sontuose, piene di vigore e sacralità.
Dai versetti precedenti nel capitolo 60, comprendiamo che la profezia riguarda Gerusalemme e il suo ristabilimento dopo anni di punizioni e oppressione.
Vedremo insieme però come il vero soggetto sia in realtà la Nuova Gerusalemme: la restaurazione e il compimento di ciò che era la Gerusalemme storica, conquistata dal re Davide. In una parola, questo brano sta parlando di ciò che viene comunemente chiamato "paradiso". Il tempo, è successivo al Giudizio Universale.

Le mura saranno chiamate Salvezza.

Apocalisse 21:18 Le mura erano costruite con diaspro.

Il diaspro è una roccia sedimentaria. La sua forma più comune è di colore rosso mattone. E' evidente come le mura di sostegno della nuova creazione, massima espressione di perfezione divina, siano la salvezza di Dio attraverso il sangue del sacrificio del Signore Gesù Cristo. Esso è il fondamento di ogni credente, ciò che ha permesso l'esistenza di una nuova creazione e di ogni nuova creatura. (cfr. 2Cor5:17)

Ebrei 9:11 Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione,
Ebrei 9:12 è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna.


Le porte saranno chiamate Lode.

Apocalisse 21:21 Le dodici porte erano dodici perle e ciascuna era fatta da una perla sola.

Le perle sono bianche, e simboleggiano la Lode.

Apocalisse 7:13 Poi uno degli anziani mi rivolse la parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono venute?»
Apocalisse 7:14 Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello.


Il sangue di Cristo ha acquistato una redenzione eterna per le nuove creature.
Questa manifestazione si ha nella lode dei figli di Dio.
Come le porte sono attaccate ai muri, allo stesso modo la lode dei credenti è attaccata alla purificazione ottenuta attraverso il sacrificio di Gesù.
Lodiamo Dio per la vita eterna che ci ha donato, senza di questa la nostra lode sarebbe momentanea e fuggevole come la nostra esistenza fisica attuale.

Salmi 115:17 Non sono i morti che lodano il SIGNORE,
né alcuno di quelli che scendono nella tomba;

Salmi 115:18 ma noi benediremo il SIGNORE,
ora e sempre.


Non ci sarà sole nè luna perchè Dio stesso sarà la fonte della luce.

Apocalisse 22:5 Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.

Sarà un popolo di giusti, il germoglio piantato da Dio, l'opera delle Sue mani, per la Sua gloria.

Malachia 3:16 Allora quelli che hanno timore del SIGNORE si sono parlati l'un l'altro;
il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato;
un libro è stato scritto davanti a lui,
per conservare il ricordo di quelli che temono il SIGNORE
e rispettano il suo nome.

Malachia 3:17 «Essi saranno, nel giorno che io preparo,
saranno la mia proprietà particolare»,
dice il SIGNORE degli eserciti;
«io li risparmierò,
come uno risparmia il figlio che lo serve.


La Chiesa, completa con gli eletti di Israele, è il popolo eterno di Dio.
E' la Sua proprietà particolare.
E' il compimento e il perfezionamento della razza umana così come è stato deciso dal nostro Creatore. Il fatto che la Bibbia sia completa non toglie il fatto che molti avvenimenti descritti restano futuri. Leggendo così spesso le profezie bibliche e l'Apocalisse si può pensare involontariamente ad essi come se fossero già accaduti, poichè sono già stati decretati. Non è così, tuttavia. Il piano di Dio è tutt'ora in corso e ogni credente ne fa parte!
Gli Apostoli autori del Nuovo Testamento non sono più fra di noi, ma ora siamo noi i protagonisti! Ogni generazione di credenti che viva nel presente è protagonista della parte del piano di Dio che compete loro.

Il più piccolo diventerà un migliaio.
Il minimo diventerà una nazione potente.

Cosa ricorda questo versetto?

Genesi 22:16 «Io giuro per me stesso, dice il SIGNORE, che, siccome tu [Abraamo] hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, l'unico tuo,
Genesi 22:17 io ti colmerò di benedizioni e moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; e la tua discendenza s'impadronirà delle città dei suoi nemici.


La Chiesa Universale gode della benedizione di Abraamo.

Galati 3:13 Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»),
Galati 3:14 affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso.


Questa benedizione coinvolge la fede e dà accesso allo Spirito Santo.
Lo stesso Spirito però ci è dato come una caparra, come un pegno in attesa di qualcosa di maggiore.
Questo qualcosa è la completa manifestazione fisica e spirituale del Regno di Dio. Nuovi corpi incorruttibili, l'accesso alla pienezza di Dio che è Vita eterna.
La benedizione di Abraamo però consiste anche nella moltiplicazione della discendenza, nell'onore di essere patriarca di una nazione. Che relazione può esserci tra questa specifica benedizione e un adempimento futuro che riguarda anche noi?

Apocalisse 21:24 Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la loro gloria.
Apocalisse 21:25 Di giorno le sue porte non saranno mai chiuse (la notte non vi sarà più);
Apocalisse 21:26 e in lei si porterà la gloria e l'onore delle nazioni.
Apocalisse 21:27 E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello.


Nella Nuova Terra la Gerusalemme Celeste sarà il tabernacolo di Dio con gli uomini, il cuore della nuova creazione.
Tuttavia intorno vi saranno regni e re, nazioni e popoli.
Queste moltitudini di persone saranno tutte costituite da figli di Dio, poichè non sarà permesso a nulla di impuro di soggiornare in questo territorio.
Queste nazioni saranno l'adempimento della benedizione di Abraamo, allargata ed estesa anche ad altri credenti. Non dico con questo che nella nuova creazione si potrà procreare, è possibile piuttosto che le discendenze riguardino paternità spirituali, oppure interi gruppi familiari che il Signore ha condotto alla salvezza nella vita precedente al ritorno di Cristo. Discendenze complete. La nostra visione è distorta e momentanea. Possiamo vedere i frutti della nostra conversione personale e al massimo dei nostri amici o parenti stretti. Quando il piano completo di Dio sarà manifestato tuttavia, potremo finalmente conoscere in modo totale ogni cosa.

1Corinzi 13:12 Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto.

lunedì 4 ottobre 2010

La Pietra

Daniele 2:31 Tu, o re, guardavi, ed ecco una grande statua; questa statua, immensa e d'uno splendore straordinario, si ergeva davanti a te, e il suo aspetto era terribile.
Daniele 2:32 La testa di questa statua era d'oro puro; il suo petto e le sue braccia erano d'argento; il suo ventre e le sue cosce di bronzo;
Daniele 2:33 le sue gambe, di ferro; i suoi piedi, in parte di ferro e in parte d'argilla.
Daniele 2:34 Mentre guardavi, una pietra si staccò, ma non spinta da una mano, e colpì i piedi di ferro e d'argilla della statua e li frantumò.
Daniele 2:35 Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate. Il vento li portò via e non se ne trovò più traccia; ma la pietra che aveva colpito la statua diventò un gran monte che riempì tutta la terra.


Nel 600 a.C. il profeta Daniele interpretò questo sogno avuto dal re Nabucodonosor, profetizzando in ubbidienza a Dio quali regni si sarebbero succeduti sulla Terra da quel momento in avanti, fino ai nuovi cieli e alla nuova terra che arriveranno dopo il giudizio universale.
Nel dettaglio, la testa dorata rappresenta l'impero Babilonese, il petto e le braccia rappresentano l'impero Medo-Persiano, le gambe l'impero Romano, i piedi rappresentano un regno che deve ancora sorgere (similare all'impero Romano) e la pietra che distrugge la statua diventando un monte eterno è il regno di Gesù Cristo, che instaurerà al Suo ritorno.
Questo sogno e la sua interpretazione profetica parla quindi della cronologia dei regni pagani fino al ritorno di Cristo.

Una cosa particolarmente interessante è che circa 700 anni prima di tale sogno profetico, nel 1300 a.C. Mosè (quasi sicuramente fu lui a scrivere tale salmo) parlò ugualmente di una pietra, sebbene in modo diverso.

Salmi 118:22 La pietra che i costruttori avevano disprezzata
è divenuta la pietra angolare.
Salmi 118:23 Questa è opera del SIGNORE,
è cosa meravigliosa agli occhi nostri.


I fatti che motivano la paternità di Mosè per questo salmo, riassumendoli, sono i seguenti: 1) Il carattere Hallel egiziano utilizzato nell'originale 2) l'adozione del salmo da parte della comunità ebraica in occasione della Pasqua 3) le analogie del vissuto di Mosè durante l'esodo 4) la valenza messianica in accordo con la redenzione operata da Cristo, nostra Pasqua.

Ora, che rapporto c'è fra la pietra del sogno di Nabucodonosor e la pietra di cui parla il salmo 118? Per capirlo meglio, dobbiamo leggere il brano evangelico in cui ne parla il Signore Gesù:

Matteo 21:38 Ma i vignaiuoli, veduto il figlio, dissero tra di loro: "Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e facciamo nostra la sua eredità".
Matteo 21:39 Lo presero, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.
Matteo 21:40 Quando verrà il padrone della vigna, che farà a quei vignaiuoli?»
Matteo 21:41 Essi gli risposero: «Li farà perire malamente, quei malvagi, e affiderà la vigna ad altri vignaiuoli i quali gliene renderanno il frutto a suo tempo».
Matteo 21:42 Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
"La pietra che i costruttori hanno rifiutata
è diventata pietra angolare;
ciò è stato fatto dal Signore,
ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri"?
Matteo 21:43 Perciò vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne faccia i frutti.
Matteo 21:44 Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa stritolerà colui sul quale cadrà».


Attraverso la parabola dei malvagi vignaiuoli, Gesù parlò al popolo di Israele, riprendendoli aspramente per la loro durezza, per gli omocidi dei profeti e per il suo, al momento non ancora accaduto.
Profetizza che sarà loro tolto il regno di Dio (poichè non Lo hanno riconosciuto ma ucciso) e sarà dato a gente che ne faccia i frutti (ossia la Chiesa: popoli gentili che si convertono a Cristo). Poi parla della pietra che stritolerà colui sul quale cadrà. Questa "pietra angolare" è Cristo stesso, fondamento della Chiesa.

E' da notare tuttavia per evitare errori dottrinali, che tale allontanamento di Israele dal regno di Dio è momentaneo e che la Chiesa non ha preso il suo posto, ma è subentrata in questa parentesi temporale per poter portare alla salvezza gente da ogni popolo della terra e non solo da Israele. Infatti leggiamo:

Romani 11:25 Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri;
Romani 11:26 e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto:
«Il liberatore verrà da Sion.
Romani 11:27 Egli allontanerà da Giacobbe l'empietà;
e questo sarà il mio patto con loro,
quando toglierò via i loro peccati».


A fronte di questi brani biblici, troviamo dunque Cristo, la Pietra d'inciampo per alcuni e testata angolare per altri. Essa però è descritta in modi differenti nel libro di Daniele e nel salmo 118. Come mai? E' impossibile che siano due "pietre differenti" ed essendo la Bibbia la Parola di Dio è anche impossibile che sia una semplice coincidenza. Meditando su questi due aspetti però possiamo arrivare a una conclusione di grande interesse.

Daniele 2:34 Mentre guardavi, una pietra si staccò, ma non spinta da una mano, e colpì i piedi di ferro e d'argilla della statua e li frantumò.
Daniele 2:35 Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate. Il vento li portò via e non se ne trovò più traccia; ma la pietra che aveva colpito la statua diventò un gran monte che riempì tutta la terra.


Questo brano si riferisce all'impatto che Cristo avrà al Suo ritorno con i regni e i popoli pagani. Con tutti coloro che non lo riconoscono e non lo riconosceranno fino all'evidenza. Gesù tornerà per stabilire un regno teocratico perfetto, che sostituisca tutti i regni politici umani. Il Regno di Dio sostituirà i regni secolari degli uomini.

Matteo 21:42 Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
"La pietra che i costruttori hanno rifiutata
è diventata pietra angolare;
ciò è stato fatto dal Signore,
ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri"?
Matteo 21:43 Perciò vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne faccia i frutti.


Questo passo invece, sono persuaso che si riferisca all'impatto che Cristo ha avuto sul popolo eletto: Israele.
Questi versetti parlano della conseguenza della vita incarnata di Cristo sul popolo santo di Dio. Non sono parole che riguardano non credenti ma, all'opposto, sono dirette verso Israele e la Chiesa, i due popoli scelti da Dio che un giorno verranno riuniti in un unico ovile.

Possiamo quindi vedere la grandezza di Dio, che attraverso numerosi autori differenti
ha comunicato per ispirazione nella Sua Parola ciò che sta per accadere e ciò che accadrà nel futuro, in un modo perfettamente coerente e di inestimabile profondità. Chiediamo dunque allo Spirito Santo di portarci ad esplorare questi tesori nascosti, inesauribili e sempre nuove, in modo da poter conoscere sempre meglio il Signore ed esclamare insieme all'apostolo Paolo:
"Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio!"

giovedì 2 settembre 2010

Influenza spirituale

Luca 10:1 Dopo queste cose, il Signore designò altri settanta discepoli e li mandò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dov'egli stesso stava per andare.
Luca 10:2 E diceva loro: «La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse perché spinga degli operai nella sua mèsse.
Luca 10:3 Andate; ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi.
Luca 10:4 Non portate né borsa, né sacca, né calzari, e non salutate nessuno per via.
Luca 10:5 In qualunque casa entriate, dite prima: "Pace a questa casa!"
Luca 10:6 Se vi è lì un figlio di pace, la vostra pace riposerà su di lui; se no, ritornerà a voi.


Matteo 18:18 Io vi dico in verità che tutte le cose che legherete sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte nel cielo.

Atti 5:12 Molti segni e prodigi erano fatti tra il popolo per le mani degli apostoli; e tutti di comune accordo si ritrovavano sotto il portico di Salomone.
Atti 5:13 Ma nessuno degli altri osava unirsi a loro; il popolo però li esaltava.
Atti 5:14 E sempre di più si aggiungevano uomini e donne in gran numero, che credevano nel Signore;
Atti 5:15 tanto che portavano perfino i malati nelle piazze, e li mettevano su lettucci e giacigli, affinché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra ne coprisse qualcuno.
Atti 5:16 La folla accorreva dalle città vicine a Gerusalemme, portando malati e persone tormentate da spiriti immondi; e tutti erano guariti.


Che cos'è l'influenza spirituale? Esiste, per iniziare?
Un credente ripieno dello Spirito Santo può influenzare spiritualmente altre persone?
Considerando l'insegnamento biblico, dobbiamo rispondere di sì. L'esempio più eclatante forse è la conversione di tremila persone a causa del discorso di Pietro, un pescatore illetterato ripieno dello Spirito Santo.
Questa influenza però non si confina solo nell'evangelizzazione ma coinvolge molti altri aspetti della vita cristiana: le guarigioni, i miracoli, il culto comunitario.
Ovviamente non era la semplice ombra di Pietro a guarire gli ammalati, così come la donna che soffriva di emorragia non fu guarita a causa del mantello di Gesù. Non si tratta dell'ombra o del vestito in sè ma della fede e della vicinanza alla presenza di Dio.

2Samuele 6:11 L'arca del SIGNORE rimase tre mesi in casa di Obed-Edom a Gat, e il SIGNORE benedisse Obed-Edom e tutta la sua casa.

Nell'Antico Testamento la presenza di Dio era dimorante nell'arca dell'alleanza. Possiamo vedere quali fenomeni sovrannaturali accadevano in presenza di questo contenitore. La distruzione inspiegata di statue di idoli, morte di uomini impuri, benedizione di uomini retti.
Queste non sono altro che conseguenze fisiche della manifestazione spirituale della presenza di Dio, che all'epoca dimorava nell'arca.

1Corinzi 3:16 Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?
1Corinzi 3:17 Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi.


Da Pentecoste però le cose sono cambiate. lo Spirito Santo è stato dato ai figli di Dio come caparra e anticipo della resurrezione e della piena vita spirituale.
Ecco quindi come un figlio di Dio nato di nuovo può influenzare altri fratelli e altri non credenti nella misura in cui dà spazio allo Spirito Santo dentro di lui.
Tutto parte dall'esperienza della presenza di Dio di un singolo uomo, di una singola donna. Chi ricerca le profondità di Dio in modo sempre maggiore, le trova ed è realmente trasformato di gloria in gloria nell'immagine di Gesù fino a diventare simile a Lui. L'impatto che si ha in questo modo è eclatante e manifesta la gloria di Dio così come è stata manifestata dal Figlio di Dio per eccellenza. Questa legge spirituale si può applicare a ciascuno di noi, in vari gradi. Ogni cristiano può essere un catalizzatore della gloria di Dio, in grande , portando un risveglio nazionale; ma anche in piccolo, contribuendo a influenzare altre persone della chiesa semplicemente con la sua presenza, la sua lode a Dio, la sua preghiera. Una singola persona può richiamare lo Spirito di adorazione su un'intera comunità. Il Signore usa le persone per portare la Sua presenza dove vuole e cambiare le circostanze che desidera. Questo è anche il significato di Chiesa.

Ecclesiaste 4:9 Due valgono più di uno solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica.
Ecclesiaste 4:10 Infatti, se l'uno cade, l'altro rialza il suo compagno; ma guai a chi è solo e cade senz'avere un altro che lo rialzi!
Ecclesiaste 4:11 Così pure, se due dormono assieme, si riscaldano; ma chi è solo, come farà a riscaldarsi?
Ecclesiaste 4:12 Se uno tenta di sopraffare chi è solo, due gli terranno testa; una corda a tre capi non si rompe così presto.


L'aiuto della comunità non è solo materiale ma soprattutto spirituale. C'è una componente visibile e riconoscibile ma vi è anche un fattore invisibile e spirituale. In alcuni casi possiamo considerarlo "l'unzione" dei ministri di Dio.
Questo è stato il modo in cui l'Apostolo Paolo ha evangelizzato tutto il mondo allora conosciuto. Questo è il modo in cui il Signore ha sparso la Sua parola fino alle estremità della Terra. Questo è il modo in cui ancora oggi Dio vuole influenzare la presente generazione, per portare a salvezza tutti i Suoi eletti.
Non è questione di gradi, non è questione di capacità naturali. E' solo questione di intimità nella relazione con il Signore Gesù. Non preghiera formale ma condivisione del proprio cuore per poter ricevere i tesori del cielo destinati per noi. Non conoscenze ma esperienze spirituali in prima persona. Questa è la scintilla. Da quì divamperà la gloria di Dio nella pienezza del Suo amore. Disponiamo il nostro cuore all'umiltà, all'ascolto e all'ubbidienza e saremo parte di questo fuoco consumante.

sabato 17 luglio 2010

La nuova fonte

Giovanni 4:7 Una Samaritana venne ad attingere l'acqua. Gesù le disse: «Dammi da bere».
Giovanni 4:8 (Infatti i suoi discepoli erano andati in città a comprar da mangiare.)
Giovanni 4:9 La Samaritana allora gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Infatti i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani.
Giovanni 4:10 Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva».
Giovanni 4:11 La donna gli disse: «Signore, tu non hai nulla per attingere, e il pozzo è profondo; da dove avresti dunque quest'acqua viva?
Giovanni 4:12 Sei tu più grande di Giacobbe, nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso con i suoi figli e il suo bestiame?»
Giovanni 4:13 Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo;
Giovanni 4:14 ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna».
Giovanni 4:15 La donna gli disse: «Signore, dammi di quest'acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere».
Giovanni 4:16 Gesù le disse: «Va' a chiamar tuo marito e vieni qua».
Giovanni 4:17 La donna gli rispose: «Non ho marito». E Gesù: «Hai detto bene: "Non ho marito";
Giovanni 4:18 perché hai avuto cinque mariti; e quello che hai ora, non è tuo marito; in questo hai detto la verità».
Giovanni 4:19 La donna gli disse: «Signore, vedo che tu sei un profeta.
Giovanni 4:20 I nostri padri hanno adorato su questo monte, ma voi dite che a Gerusalemme è il luogo dove bisogna adorare».
Giovanni 4:21 Gesù le disse: «Donna, credimi; l'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre.
Giovanni 4:22 Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.
Giovanni 4:23 Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori.
Giovanni 4:24 Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità».
Giovanni 4:25 La donna gli disse: «Io so che il Messia (che è chiamato Cristo) deve venire; quando sarà venuto ci annuncerà ogni cosa».
Giovanni 4:26 Gesù le disse: «Sono io, io che ti parlo!»


In questo episodio possiamo osservare tre aspetti diversi relativi all'incontro di Gesù e questa donna samaritana. Un primo aspetto è quello del confronto culturale, il secondo è relativo al confronto religioso, ed infine il confronto spirituale.
La prima reazione della donna alla richiesta di Gesù, concerne la separazione culturale che vi era fra Giudei e Samaritani. Gesù rompe questo schema e lei rimane sorpresa, incuriosita. La risposta di Gesù va al di là della sua curiosità, puntando verso la realtà spirituale alla quale voleva portarla. Non essendo però ancora pronta a tale realtà, il Signore fa in modo da condurla grazie al suo ragionamento, attraversando la seconda delle fasi che abbiamo visto prima.

Al v.12 ella nomina il pozzo di Giacobbe. "Sei tu più grande di Giacobbe, nostro padre?" domanda a Gesù. I samaritani riconoscevano come Sacre Scritture soltanto i primi cinque libri della nostra Bibbia (il Pentateuco di Mosè), mentre i Giudei dell'epoca avevano come riferimento numerosi altri libri, tutti i rimanenti del nostro Antico Testamento. Questa premessa dà la possibilità di valutare questo confronto da un punto di vista religioso. La donna credeva in Dio e basava la propria fede in una parte limitata della rivelazione di Dio. Ricevendo una risposta spirituale da parte di Gesù, torna ad incalzare usando ciò che conosceva di religioso, cercando di capire cosa volesse realmente dire il Signore. Ma anche ora, la risposta che riceve va al di là delle Scritture, oltre qualsiasi dottrina religiosa tenuta troppo tempo nelle mani degli uomini. Gesù parla di una nuova acqua. Una fonte eterna, definitiva.
Il pozzo di Giacobbe è qualcosa che Dio ha fatto nei tempi remoti, ed ora molte persone si sono fermate quà, evitando di avanzare nella conoscenza di Dio. Hanno preferito allontanarsi dalla freschezza della continua e sempre maggiore rivelazione di Dio, a fronte di una piccola certezza passata. Hanno fatto di una pozza che Dio ha concesso, il fulcro della loro fede.
Oggi però, Gesù è venuto in città. Lui non ha condannato nessuno. Non ha rimproverato. Ha spiegato subito, con grande franchezza, che c'è una nuova fonte. Non è tutto quì. C'è dell'altro. C'è del nuovo, del fresco. Una nuova vitalità, una nuova fonte. Lui è quì per questo motivo. Portare la nuova fonte alle persone che non la conoscono. Queste sono le parole che porta alla samaritana. Un'acqua diversa e nuova.
La donna frantende il significato di quest'acqua eterna e Gesù sorvola, verificando la sua genuinità.

Solo ora Gesù può far uscire la donna dalla conoscenza che ha della religione per portarla ad una nuova rivelazione spirituale. Non è importare adorare quì nè in nessun altro luogo. La salvezza viene dai Giudei MA è venuto il tempo in cui non hanno ragione nè loro con la completezza delle Scritture, nè i Samaritani con il Pentateuco. Non è questo l'importante, non è questo il punto! E' giunto un momento nuovo del piano di Dio, nel quale il Padre richiede che i veri adoratori adorino in spirito e verità. Non con cerimonie e tradizioni ma in accordo con lo Spirito Santo, con trasparenza e genuinità.
Dio è Spirito e deve essere adorato in modo spirituale!
Questa è la nuova fonte. Lo Spirito Santo, che permette di adorare secondo la volontà del Padre. Questa è la fonte definitiva ed eterna, il motivo che ha portato Gesù a parlare con la donna Samaritana e il fulcro del Suo messaggio.

1Corinzi 2:9 Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano».
1Corinzi 2:10 A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio.
1Corinzi 2:11 Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.
1Corinzi 2:12 Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate;
1Corinzi 2:13 e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali.
1Corinzi 2:14 Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.
1Corinzi 2:15 L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno.


Noi abbiamo ricevuto questa nuova fonte, Lo Spirito Santo. Solo attraverso Lui possiamo conoscere le cose che Dio ci ha donate, solo attraverso Lui possiamo conoscere Dio. Solo attraverso Lui possiamo adorarLo!!!! Egli è al centro di ogni cosa. Senza lo Spirito, non possiamo neanche offrire qualcosa a Dio. Accostiamoci dunque a Lui per chiedere come possiamo predisporci all'adorazione, come poter offrire ciò che abbiamo nel modo di Abele, e rendere la nostra gioia nel Signore perfetta.

sabato 10 luglio 2010

Esaminare le Scritture

Matteo 4:1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.
Matteo 4:2 E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.
Matteo 4:3 E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani».
Matteo 4:4 Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"».
Matteo 4:5 Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio,
Matteo 4:6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto:
"Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo,
ed essi ti porteranno sulle loro mani,
perché tu non urti con il piede contro una pietra"».
Matteo 4:7 Gesù gli rispose: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».
Matteo 4:8 Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli:
Matteo 4:9 «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori».
Matteo 4:10 Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"».
Matteo 4:11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.



Questo episodio del Vangelo è incredibilmente ricco di insegnamenti per ogni figlio di Dio.
Rileggendolo recentemente, la mia attenzione si è focalizzata in particolar modo sui versetti 6 e 7.
Vorrei condividere con voi dunque alcune riflessioni nate da questo passo biblico. Il primo approccio del tentatore è stato quello di pungere sull'identità di Gesù. Se si ha un'identità debole si tenderà a ostentarla e manifestarla spesso in modi estremi ed eclatanti proprio perchè, non essendo equilibrati, si ha l'esigenza di convincere gli altri, ma anche sè stessi. E' importante essere saldi nella propria identità. Gesù lo era. "Se tu sei il Figlio di Dio...", questo è stato l'inizio della tentazione. "Se davvero lo sei, dimostralo!"
Seguendo la logica, è un ragionamento corretto. Ma dobbiamo prestare molta attenzione in ogni contesto della nostra vita a piacere a Dio e non agli uomini. Gesù non doveva dimostrare nulla, voleva invece compiere il suo scopo terreno. Anche noi parimenti non dobbiamo domostrare nè convincere nessuno di chi siamo, della nostra adozione da parte di Dio; ma piuttosto servirLo secondo la Sua volontà, in ciò che Egli ha preparato per noi. Se ne dubitiamo, chiediamo al Signore chi siamo veramente per Lui. Approcciamoci alla Sacra Bibbia come ad uno specchio, nel quale rifletterci e vedere la nostra vera immagine. Non quella che le altre persone hanno di noi, non quella che noi stessi abbiamo formato; ma quella che ha il nostro Creatore. L'unica che corrisponde a verità. E una volta vista, abbracciamola e serbiamola nel nostro cuore. Così saremo equilibrati. Così potremo compiere il nostro ragionevole servizio per il Signore, nel migliore dei modi.

Il secondo approccio del diavolo invece è ancora più interessante. Osservando la prima risposta di Gesù, basata sulla Bibbia, rinforza la sua argomentazione sul fatto di dimostrare che Egli è il Figlio di Dio con alcuni versetti biblici.
Si parla molto ampiamente del fatto che anche satana "usa la Bibbia", la mia riflessione però si è soffermata sul "come" lo fa. Il salmo che cita è Parola di Dio, che si è poi anche avverata al versetto 11 quando gli angeli hanno servito Gesù.
E' chiaro però dalla risposta di Gesù che l'interpretazione non era corretta in quanto vi era una verità ancora superiore. Questo è il punto. Ogni verità biblica è inserita in un preciso contesto con un determinato significato che non è strumentalizzabile a piacere, anche se molti lo fanno. Il diavolo strumentalizza la Bibbia ma lo fanno anche gli uomini. Il Signore Gesù ha potuto rispondere in modo chiaro perchè è Egli stesso la Parola. Anche noi tuttavia siamo chiamati a conoscere la Bibbia in modo profondo e non superficiale. In modo spirituale e non carnale. La Chiesa è chiamata a ricevere da Dio la Grazia per crescere in modo sano in questa conoscenza. E ogni singolo credente è chiamato a crescere nella conoscenza del Signore e di conseguenza nella profonda consapevolezza della sana dottrina.
E' buono esercitare del sano discernimento in ogni occasione e investigare le Scritture per vedere se un determinato messaggio ha un valore spirituale oppure no.

Atti 17:10 Ma i fratelli subito, di notte, fecero partire Paolo e Sila per Berea; ed essi, appena giunti, si recarono nella sinagoga dei Giudei.
Atti 17:11 Or questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così.
Atti 17:12 Molti di loro, dunque, credettero, e così pure un gran numero di nobildonne greche e di uomini.


Esaminare ogni giorno le Scritture per vedere se le cose "stanno veramente così" è fondamentale per ogni cristiano. E' ciò che Dio richiede ad ognuno di noi. Non si deve solo ascoltare la Parola ma anche esaminarla e approfondirla. Solo così si possono aggirare le tentazione e gli inciampi che il diavolo e gli uomini tendono ancora oggi ai figli di Dio.

lunedì 5 luglio 2010

L'oggetto dei tuoi pensieri

Filippesi 4:8 Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.

L'Apostolo Paolo scrivendo alla comunità di Filippi, dei fratelli a lui molto cari, sottolinea profondamente l'importanza di pensare a tutto ciò che è buono, puro e santo. Perchè è così importante?
E' così importante perchè i nostri pensieri determinano le nostre azioni.
Lasciando spazio nella nostra mente a pensieri peccaminosi, prima o poi cadremo in quel peccato, appena troveremo l'occasione di cedervi.
Concentrando la nostra attenzione invece verso il Signore e al nostro desiderio di avvicinarci a Lui, automaticamente tenderemo verso nuovi livelli di maturità spirituali e intimità con Dio.
La società offre infiniti svaghi e possibilità di divertimento. La maggior parte delle cose è lecita anche ai cristiani. Ma poche sono utili, e di certo bisogna vegliare affinchè non ci si lasci dominare da nessun vizio.
Io sono convinto, per esempio, che ascoltare canzoni secolari di per sè non sia peccato. Il problema però è un'altro: ciò distoglie la mia attenzione dal Signore. Senza neanche rendermi conto, quindi, arriverò ad essere spiritualmente distratto, e ad avere la mia attenzione rivolta altrove. Incontrando una situazione che necessita della mia preghiera, senz'altro pregherò, ma la mia concentrazione, la mia sensibilità spirituale, sarà molto diluita e di conseguenza in quel momento non potrò essere uno strumento efficiente per Dio. Al contrario, se ascolto cantici di lode e adorazione, il mio spirito si abituerà a dimorare alla presenza di Dio e la mia sensibilità spirituale potrà svilupparsi in modo sano e robusto per poter servire al meglio il nostro Signore. Di certo non è facile restare saldi in modo costante. Io posso testimoniare di aver ricevuto grandi benedizioni, rivelazioni e esperienze spirituali nei momenti in cui ho potuto focalizzare tutto me stesso verso il Signore. Al contrario invece, nei momenti della mia vita in cui vagavo tra i miei desideri e le mie passioni secolari, l'aridità spirituale sopraggiungeva con grande velocità. In questi contesti è difficile pregare, leggere la Bibbia, adorare Dio. L'uomo carnale prende sopravvento su quello spirituale e lo spirito ne risulta imprigionato. Per mia esperienza, posso dire che il modo migliore per uscire da questa spirale è fermarsi, riposarsi e ascoltare musica di adorazione. L'uomo carnale non può fare nulla per Dio, nè tantomeno può mettersi da parte da solo. Abbiamo bisogno dell'aiuto del nostro Signore Gesù Cristo. Spesso però mancano anche le forze per la preghiera, ed allora proprio in questi momenti, non c'è nulla di meglio che abbandonarsi e affidarsi a Lui, ascoltando musica di lode e adorazione e ricevendo nuove freschezza dallo Spirito Santo che può rinvigorire il nostro spirito mortificato.

Deuteronomio 6:5 Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze.
Deuteronomio 6:6 Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore;
Deuteronomio 6:7 li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.
Deuteronomio 6:8 Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi
Deuteronomio 6:9 e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città.


Nell'Antico Testamento il Signore ordinò di custodire nel cuore i Suoi insegnamenti, di parlarne del continuo e ricordarli in ogni momento.
Nonostante ora siamo nel nuovo patto, penso che questi concetti rimangano validi. Se sei arido spiritualmente, dei fratelli nella fede che parlano delle cose di Dio possono ugualmente rinforzare la fiammella di passione e amore per Lui. Così facendo ci si fortifica a vicenda e si cresce insieme. Insieme nella comunità locale, insieme nella famiglia credente e insieme tra amici e fratelli. Dio non ci ha creati per avere relazione solo con Lui ma anche con il resto della Chiesa. E proprio in questa possiamo portare avanti il compito che Egli ci ha affidato, fortificare il nostro spirito e portare avanti il Regno di Dio. Pensiamo alle cose di Dio dunque, e facciamo riflettere anche le persone che ci stanno vicine; così facendo i frutti spirituali non mancheranno di maturare.

lunedì 21 giugno 2010

L'influenza spirituale generazionale

Esodo 20:5 Non ti prostrare davanti a loro [agli idoli] e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano,
Esodo 20:6 e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.


Il popolo di Israele è stato liberato dalla schiavitù egiziana con la potente mano del Signore. Con una nuova identità e indipendenza nazionale, ora è pronto per una legislazione, non redatta da mano d'uomo, ma dettata da Dio stesso. Questa è la nascita della prima vera teocrazia.
In questo importantissimo contesto, osserviamo come le prime parole del Signore siano rivolte all'illegittimità dell'adorare falsi idoli e all'aspetto fondamentale di amare l'unico vero Dio. Viene rivelato che la conseguenza di entrambi i comportamenti non influenzano soltanto i diretti interessati ma anche la loro discendenza. Maledizioni fino alla quarta generazione per chi odia Dio e benedizioni fino alla millesima generazione (virtualmente eterne) per chi Lo ama. Notiamo come la specularità sia rivolta dall'odio all'amore. Non verte prettamente sull'adempimento perfetto dei comandamenti, bensì sull'amore per Dio. In secondo luogo, conseguenza di questo, all'osservanza di queste leggi.
Ma tutto ciò ha ancora valore per noi, nella dispensazione della Grazia?

Geremia 31:29 «In quei giorni non si dirà più:
"I padri hanno mangiato uva acerba
e i denti dei figli si sono allegati",
Geremia 31:30 ma ognuno morirà per la propria iniquità;
chiunque mangerà l'uva acerba
avrà i denti allegati.


Questo passo proclama l'annullamento delle influenze spirituali generazionali. E' per noi, oggi? Quali sono i giorni verso i quali si rivolge Geremia?

Geremia 31:31 Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«in cui io farò un nuovo patto
con la casa d'Israele e con la casa di Giuda;
Geremia 31:32 non come il patto che feci con i loro padri
il giorno che li presi per mano
per condurli fuori dal paese d'Egitto:
patto che essi violarono,
sebbene io fossi loro signore», dice il SIGNORE;
Geremia 31:33 «ma questo è il patto che farò con la casa d'Israele,
dopo quei giorni», dice il SIGNORE:
«io metterò la mia legge nell'intimo loro,
la scriverò sul loro cuore,
e io sarò loro Dio,
ed essi saranno mio popolo.


Geremia si riferisce a giorni nei quali Dio farà un nuovo patto con Israele. Questa non è una profezia per la chiesa, non è una profezia individuale per qualche ebreo messianico, è una profezia nazionale diretta al popolo di Israele.
Ebbene, qual'è il tempo di adempimento di questo nuovo patto?

Geremia 30:7 Ahimè, perché quel giorno è grande;
non ce ne fu mai altro di simile;
è un tempo di angoscia per Giacobbe;
ma tuttavia egli ne sarà salvato.
Geremia 30:8 In quel giorno", dice il SIGNORE degli eserciti,
"io spezzerò il suo giogo dal tuo collo,
e romperò le tue catene;
gli stranieri non ti faranno più loro schiavo;
Geremia 30:9 ma quelli d'Israele serviranno il SIGNORE, il loro Dio,
e Davide loro re, che io susciterò loro.


Quel giorno è più grande di ogni altro giorno. E' un tempo di angoscia per Giacobbe, ma egli si salverà. Alla fine servirà il Signore e Davide, il loro re.
E' evidente che queste parole si riferiscono al giorno escatologico, al ritorno di Cristo, il Re di discendenza davidica. Israele dovrà attraversare la grande tribolazione ma ne sarà salvato e potrà servire il Signore Gesù nel regno milleniale.
In questo contesto, in questi tempi, verranno annullate tutte le maledizioni generazionali. Ora però non siamo in quel tempo e così come questa profezia giudaica non si è ancora compiuta, allo stesso modo non sono scomparse tali influenze.

Galati 3:13 Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»),
Galati 3:14 affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso.


Di certo, una persona che si converte a Cristo con un sincero e totale ravvedimento vede spezzarsi ogni maledizione nella sua vita, in quanto il Signore Gesù ha riscattato i Suoi dalle maledizioni. Allontanarsi da Cristo però, significa allontanarsi dalla Sua protezione ed essere vulnerabili alle attività sataniche. Alcune leggi infatti non sono mosaiche, ma sono leggi spirituali valide tanto quanto quelle naturali. Come abbiamo visto prima, il principio dell'influenza generazionale non è cessato nella dispensazione della Grazia ma cesserà nella dispensazione del regno milleniale. Ogni azione spirituale quindi ha ancora una sua conseguenza spirituale. Ogni attività legata all'occultismo ha una conseguenza legata alla maledizione che Dio ha decretato in questo, maledizioni trasmettibili fino alla quarta generazione.

Tutto questo però vale anche per le benedizioni.

2Timoteo 1:3 Ringrazio Dio, che servo come già i miei antenati con pura coscienza, ricordandomi regolarmente di te nelle mie preghiere giorno e notte;
2Timoteo 1:4 ripenso alle tue lacrime e desidero intensamente vederti per essere riempito di gioia.
2Timoteo 1:5 Ricordo infatti la fede sincera che è in te, la quale abitò prima in tua nonna Loide e in tua madre Eunice, e, sono convinto, abita pure in te.


In una famiglia cristiana, i genitori insegnano ai figli chi sia il Signore.
Essi però devono fare una scelta e un ravvedimento personale per convertirsi, esattamente come chiunque altro, esattamente come i loro genitori. Come mai allora percentualmente le persone nate di nuovo figli di cristiani sono maggiori delle altre, nella maggior parte delle chiese? Inizialmente pensavo fosse un fatto basato sulla tradizione e sull'abitudine e che non rispecchiasse una genuinità spirituale.
In realtà ora però penso che non sia così.
Non a caso l'Apostolo Paolo afferma di servire Dio come i suoi antenati con pura coscienza. Non a caso egli è sicuro che in Timoteo abiti la fede sincera che ha abitato prima in sua madre e prima ancora in sua nonna. L'ambiente familiare in cui viviamo ha alcune conseguenze naturali (insegnando a un bambino l'etica in modo coerente, molto probabilmente l'osserverà) e altre conseguenze spirituali (pregando e intercedendo, si invoca lo Spirito Santo, che può convincere di peccato). Di conseguenza i figli di genitori credenti saranno a contatto non solo con il timore del Signore ma anche con lo Spirito Santo; in un modo molto maggiore che in qualsiasi altra situazione.
Oltre a questo c'è da dire anche che gli eletti sono tali da prima della fondazione del mondo e che sopra ogni esperienza vi è il piano complessivo di Dio. E' probabile dunque che dietro a una singola conversione il piano del Signore comprenda anche molteplici generazioni, come parecchie testimonianze confermano; e sicuramente molte altre conversioni, poichè i figli di Dio sono chiamati a predicare il vangelo e portare il Regno di Dio a tutte le genti. Amare il Signore moltiplica le benedizioni.

Atti 16:29 Il carceriere, chiesto un lume, balzò dentro e, tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e di Sila;
Atti 16:30 poi li condusse fuori e disse: «Signori, che debbo fare per essere salvato?»
Atti 16:31 Ed essi risposero: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia».


Anche in questo episodio biblico notiamo come la salvezza di una singola persona ha conseguenze per l'intera famiglia. Sicuramente questa era una parola personale di Paolo, non è da applicare a tutti indistintamente, però conferma il legame sussistente tra la salvezza di una persona e la sua influenza spirituale di benedizione per chi gli sta vicino, e in particolar modo per la sua famiglia.

Malachia 4:5 Ecco, io vi mando il profeta Elia,
prima che venga il giorno del SIGNORE,
giorno grande e terribile.

Malachia 4:6 Egli volgerà il cuore dei padri verso i figli,
e il cuore dei figli verso i padri,
perché io non debba venire a colpire il paese di sterminio».


L'Antico Testamento termina con la profezia riguardante il nuovo Elia, che porterà il cuore dei padri verso i figli e viceversa. Per la salute spirituale di una persona, di una famiglia, di una chiesa, di una città, di una nazione; è molto importante che le due principali generazioni che servono il Signore siano in accordo.

Efesini 6:1 Figli, ubbidite nel Signore ai vostri genitori, perché ciò è giusto.
Efesini 6:4 E voi, padri, non irritate i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell'istruzione del Signore.


Non è volontà di Dio che i giovani facciano le loro esperienze spirituali in ribellione agli anziani. Non è volontà di Dio che i padri inaspriscano i figli, privandoli della possibilità di esprimersi spiritualmente in modo sano.

Impariamo ad onorare l'ordine stabilito da Dio in ogni cosa, e sperimenteremo l'abbondanza delle Sue benedizioni.
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