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venerdì 2 novembre 2012

La giustizia di Dio in un mondo perduto


La parola “giustizia” viene spiegata nel dizionario come “la virtù consistente nel dare a ciascuno il dovuto, nel giudicare con equità.”
In questo senso essa viene spesso contrapposta all'amore di Dio in Cristo Gesù, che copre ogni colpa dell'uomo, che viene perciò giustificato in modo immeritato. Da una parte, quindi, è solito descrivere la Grazia di Dio (favore immeritato) e dall'altra la Giustizia di Dio, ossia la giusta punizione per la colpa dell'uomo.

Per quanto riguarda la giustizia umana, nelle Scritture troviamo innumerevoli esortazioni e appelli del Signore ad esercitare la giustizia e un giusto giudizio. In questo caso, però, l'autore biblico non intendeva una giustizia sociale (questa era una conseguenza) ma qualcos'altro:

Deuteronomio 12:28 Osserva e ascolta tutte queste cose che ti comando, affinché tu sia felice, e i tuoi figli dopo di te, quando avrai fatto ciò che è bene e giusto agli occhi del SIGNORE tuo Dio.

Nel libro del Deuteronomio compare cinque volte l'espressione “giusto agli occhi del Signore” per evidenziare che la legge data a Israele non era semplicemente una legge umana ma la legge di Dio, unica in tutto il mondo. Nel pentateuco troviamo sicuramente numerose regole sociali, date allo scopo di far diventare un popolo vissuto in schiavitù per secoli una vera e propria nazione. Tuttavia, potremmo quasi dire che queste regole sono solo di contorno alla legislazione data ai Leviti, alle istruzioni del Tabernacolo e per il sacerdozio. Di fatto, Israele stava vivendo una teocrazia, non una democrazia. Il governo della nazione era diretto da Dio stesso e poi veniva comunicato a Mosè, che provvedeva a informare il popolo.
Prima di ogni altra cosa, quindi, apprendiamo che la vera giustizia in realtà coincide con la volontà stessa di Dio. Dio è giusto e la Sua giustizia si manifesta attraverso la Sua volontà.
Molti associano il dualismo tra giustizia e grazia all'Antico e Nuovo Testamento, per ordinare le idee relative alla rivelazione progressiva contenuta nelle Scritture. Ma è corretto tale ragionamento?

Giovanni 1:17 Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.

L'Apostolo Giovanni non associa la giustizia a Mosè, ma la Legge. Questo perchè di fatto non è la legge di per sé a causare la giustizia quanto invece l'osservanza della legge. E la Bibbia stessa afferma che nessuno ha potuto essere giustificato attraverso la Legge:

Romani 3:19 Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio;
Romani 3:20 perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato.

Dunque è giusto affermare che la legge (di Mosè) è come un ponte che conduce alla giustizia di Dio, ma un ponte che nessun uomo può attraversare. Questo è il motivo per cui il Signore Gesù ha portato la grazia e la verità all'umanità. La grazia, un perdono immeritato.
La grazia, un altro ponte che può condurre finalmente gli uomini alla giustizia di Dio.
La colpa dell'umanità non viene coperta senza motivo, ma espiata dal sacrificio di Cristo. E tutti coloro che si appellano a tale sacrificio, possono passare indenni questo ponte ed essere giustificati. Potremmo quindi dire che i credenti in Cristo Gesù hanno accesso alla presenza del Padre, alla Sua giustizia e alla Sua volontà. Ma non ne hanno un accesso fine a sé stesso. Hanno un accesso legato a doppio filo con il mandato, lo scopo che Dio ha dato alla Chiesa.

Matteo 28:18 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra.
Matteo 28:19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,
Matteo 28:20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente».

Ogni potere risiede nella persona di Gesù. Ma in questo tempo, Egli ha incaricato i Suoi discepoli di portare in tutto il mondo i Suoi insegnamenti e la Sua volontà. Lo scopo della Chiesa è adempiere alla volontà di Dio, realizzandola sulla terra così come è nel Cielo; realizzare la volontà e la giustizia di Dio nel mondo. Sicuramente il Signore non ha bisogno di intermediari per governare il mondo e sostiene attivamente ogni essere vivente, adoperandosi affinchè ogni creatura svolga il compito per la quale è stata creata. Ma, in questo contesto, è altrettanto vero che egli ha incaricato la Chiesa di portare la Sua parola fino all'estremità della terra, comportandosi in modo giusto ai Suoi occhi. Questa espansione è l'espansione stessa del regno di Dio.

Luca 13:18 Diceva ancora: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo paragonerò?
Luca 13:19 È simile a un granello di senape che un uomo ha preso e gettato nel suo orto; ed è cresciuto ed è divenuto albero; e gli uccelli del cielo si sono riparati sui suoi rami».

Nonostante Dio abbia creato ogni cosa visibile e invisibile, nonostante Dio sia presente in ogni luogo e in ogni momento, nonostante Dio governi sulla Sua creazione (Mt 10:29, Da 4:34, 35)...Egli non ha ancora estirpato tutta la “zizzania”. Nella Sua sovrana volontà, ha lasciato spazio alle ingiustizie affinchè la Sua gloria potesse risaltare e il Suo popolo potesse crescere imparando l'ubbidienza, affinando il carattere. Ecco, quindi, che il regno di Dio si è presentato come piccolo, invisibile. Qualcosa che non attirava gli sguardi. Qualcosa che suscitava l'attenzione solo delle persone che ricevevano una rivelazione diretta del Signore. Questo seme di vita è però cresciuto, si è espanso e sta continuando a farlo. Ogni preghiera, ogni proclamazione del Vangelo allarga i confini del Regno, conquistando nuovi cuori. Non è più un seme ma è già un albero che continua a crescere. Anche per questo motivo la volontà, la giustizia di Dio si sta allargando sulla terra. Non è ancora nulla di eclatante perchè è nella volontà di Dio che sia così: è già un albero di buone dimensioni ma non è ancora il più alto che si possa vedere.
Le opere di misericordia e giustizia divina (non giudizio, ma giustizia) sono già nel mondo grazie ai credenti ripieni di Spirito Santo, ma non vengono riprese al telegiornale. Non sono opere di rilevanza nazionale agli occhi del mondo perduto, perchè sono considerate debolezze. Rinnegare il proprio orgoglio e servire il prossimo è una debolezza per il mondo. Ma è giustizia per Dio. Chissà quanti atti di giustizia sono compiuti ogni giorno senza che nessuno a parte Dio e il diretto interessato ne siano consapevoli. Noi vediamo in televisione il mondo che va a rotoli perchè è quello che la società vuole farci sapere. Ma è davvero così? La perversione, l'immoralità, l'odio e la cupidigia sono veramente le uniche azioni presenti sul nostro pianeta? Sono sicuramente una buona parte, ma non sono affatto le uniche. E' vero che negli ultimi tempi “l'iniquità aumenterà e l'amore dei più si raffredderà” (Mt 24:12), ma è anche vero che negli ultimi tempi una folla immensa, “laverà le proprie vesti, imbiancandole nel sangue dell'Agnello” secondo la volontà di Dio (Ap 7:9-14). C'è un popolo che in ogni istante desidera ubbidire alla volontà giusta di Dio e questo popolo è la Chiesa! La Chiesa ha il compito di diffondere la giustizia di Dio in questo tempo. Non una giustizia di giustizio e condanna ma la giustizia personificata: Gesù Cristo.

1Corinzi 1:30 Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione;
1Corinzi 1:31 affinché, com'è scritto:
«Chi si vanta, si vanti nel Signore».

Cristo è stato fatto per la Chiesa giustizia, ed ha il compito di portare al mondo le Sue opere di Giustizia, la Sua liberazione e guarigione. E' una grande responsabilità, è la volontà di Dio per questo tempo. Le Scritture però profetizzano un giorno nuovo, differente. Il giorno del Signore.



Filippesi 1:9 E prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento,
Filippesi 1:10 perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo,
Filippesi 1:11 ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

Anche in questo caso, l'Apostolo Paolo riprende i frutti di giustizia che si hanno solamente per mezzo di Gesù Cristo; ma parlandone come una preparazione a qualcos'altro di ben specifico: il giorno di Cristo. Che cos'è questo giorno?
I profeti dell'Antico Testamento ne parlarono abbondantemente, mettendo in guardia da esso il popolo di Israele, sperando in un ravvedimento.

Sofonia 1:14 Il gran giorno del SIGNORE è vicino;
è vicino e viene in gran fretta;
si sente venire il giorno del SIGNORE
e il più valoroso grida amaramente.
Sofonia 1:15 Quel giorno è un giorno d'ira,
un giorno di sventura e d'angoscia,
un giorno di rovina e di desolazione,
un giorno di tenebre e caligine,
un giorno di nuvole e di fitta oscurità,
Sofonia 1:16 un giorno di squilli di tromba e di allarme
contro le città fortificate e le alte torri.
Sofonia 1:17 Io metterò gli uomini nell'angoscia
ed essi brancoleranno come ciechi,
perché hanno peccato contro il SIGNORE;
il loro sangue sarà sparso come polvere
e la loro carne come escrementi.

Il giorno del Signore è il giorno del giudizio di Dio. Un nuovo tempo, in cui la giustizia di Cristo sarà compiuta nel numero perfetto degli eletti e sostituita dalla giustizia di condanna verso tutti coloro che non hanno creduto in Gesù.
Il Signore non può sopportare per sempre gli empi, gli increduli, i malvagi. Non può sopportare per sempre le persone che scherniscono il Vangelo, che perseguitano la Chiesa. Per questo motivo, da prima che esistesse il tempo, è stato stabilito un giorno per il giudizio di Dio.
Un giorno in cui la giustizia di Dio nella sua pienezza prendesse finalmente forma. La giustizia di Cristo, nella Chiesa salvata, e la giustizia della volontà di Dio osteggiata dagli uomini ribelli che saranno distrutti. Due binari che si incontreranno al crocevia sancendo una nuova era eterna di giustizia assoluta.

Apocalisse 21:3 Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio.
Apocalisse 21:4 Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate».

Apocalisse 21:8 Ma per i codardi, gl'increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda».

L'eternità: non un tempo, ma un luogo. Un luogo ripieno della presenza di Dio, in cui tutto ciò che si vede esiste per la Sua volontà giusta e perfetta. Un luogo in cui ogni attributo e perfezione di Dio è pienamente manifesto. Una giustizia non più relativa ad un mondo perduto; ma piena, completa e totale. Una condizione ed una mèta verso cui l'intero universo tende. 

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