1Pietro
4:10
Come buoni amministratori della svariata (multiforme)
grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono (chàrisma)
che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri.
1Pietro
4:11
Se uno parla, lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio; se uno
compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la
forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio
per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la
potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Intorno
al 62 d.C., l'Apostolo Pietro sentì l'urgenza di scrivere da Roma,
indicata metaforicamente nella lettera con Babilonia (1 Pt 5:16),
un'epistola destinata “agli
eletti che vivono come forestieri dispersi nel Ponto, nella Galazia,
nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia”.
Questa
lettera è considerata come cattolica, ossia universale, proprio per
il fatto di non essere indirizzata ad un preciso destinatario ma a
tutti i cristiani.
Ogni
credente quindi può leggere le parole di Pietro in quanto incluse
nella Parola di Dio, ma anche come indubbio destinatario –
forestiero nel tempo oltre che nello spazio – esattamente come i
credenti del primo secolo a cui era originariamente rivolta.
Al
v.10 Pietro usa un termine molto particolare, piuttosto raro nel
greco extrabiblico, che troviamo tradotto con “dono”. In realtà
la parola originale è “chàrisma” e deriva da “chàris”,
grazia.
Nel
Nuovo Testamento soltanto l'Apostolo Paolo usa lo stesso termine,
ampliando notevolmente questo concetto con importanti insegnamenti
teologici. Il credente è quindi disegnato come un amministratore
della grazia di Dio. Non un solo tipo di grazia però, ma piuttosto
una svariata,
o multiforme grazia identificata nei vari doni che ciascuno ha
ricevuto. E' interessante notare come, anche non conoscendo
personalmente ogni credente che poteva leggere questa lettera, Pietro
dà per scontato che ogni credente possieda almeno
uno di questi doni
ricevuti da Dio. Non dice infatti “coloro che hanno ricevuto un
dono”, ma piuttosto “ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto..”
Ogni
cristiano quindi, convertendosi a Cristo, riceve senz'altro almeno un
dono, un aspetto della multiforme grazia di Dio che lo mette nella
condizione di poter servire gli altri in modo specifico e personale.
Riflettendo su questo però, viene spontaneo chiedersi più nello
specifico cosa siano questi chàrismi di Dio. Approcciamoci dunque
alla Lettera ai Romani, pronti a scoprire qualcosa di nuovo e
coinvolgente, di fondamentale importanza per le nostre vite.
Romani
12:3
Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi
che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere,
ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio
ha assegnata a ciascuno.
Romani
12:4
Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra
non hanno una medesima funzione,
Romani
12:5
così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e,
individualmente, siamo membra l'uno dell'altro.
Romani
12:6
Avendo pertanto doni (chàrisma)
differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo
dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede;
Romani
12:7
se di ministero, attendiamo al ministero; se d'insegnamento,
all'insegnare;
Romani
12:8
se di esortazione, all'esortare; chi dà, dia con semplicità; chi
presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le
faccia con gioia.
In
questo brano Paolo introduce il tema del chàrisma parlando del Corpo
di Cristo, della diversità di ogni singolo membro e dell'importanza
della sinergia per ogni credente. Nessuno infatti è importante di
per sé, ma tutti sono fondamentali come membra l'uno dell'altro.
In
quest'ottica, chiarisce ai cristiani di Roma (che in maggior parte
non conosceva personalmente) il fatto che ognuno di noi (credenti) ha
doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa. Anche
Paolo non mette in dubbio che ci siano credenti con questi doni ed
altri senza. Dà anche lui per scontato che tutti
abbiamo doni, anche se differenti. In questo caso però, inizia a
fare un elenco molto interessante. Egli nomina il dono di profezia,
di ministero (o servizio), di insegnamento, di esortazione, di
donare, di presiedere, di opere di misericordia. Nomina in tutto
sette doni. Questi doni vengono tradizionalmente chiamati doni
motivazionali,
vocazionali o anche “di funzione”. Ogni credente ha almeno uno di
questi doni. Ogni credente può servire la chiesa, i fratelli, almeno
in uno di questi modi. Sono doni che riguardano contemporaneamente
dei talenti naturali e spirituali e rivelano la personalità di Dio.
E' bene riflettere su questo. La Chiesa non esiste solo per
evangelizzare. Ognuno di noi non esiste solo per partecipare alle
celebrazioni domenicali. Siamo tutti collegati come in un unico corpo
e ciascuno di noi deve dare il suo contributo. Tutti!
Sia
Pietro che Paolo, nominano Dio come dispensatore di questi doni. Per
questo motivo vengono considerati come doni che il Padre dà a tutti
i Suoi figli.
Ma
c'è di più!
1Corinzi
12:7
Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene
comune.
1Corinzi
12:8
Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un
altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito;
1Corinzi
12:9
a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di
guarigione, per mezzo del medesimo Spirito;
1Corinzi
12:10
a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un
altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di
lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue;
1Corinzi
12:11
ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito,
distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole.
L'Apostolo
Paolo infatti istruisce di credenti di Corinto su chàrismi
differenti, chàrismi dello Spirito Santo. Questi doni sono diversi e
diverso è l'ordine e l'elenco nei quali vengono presentati. Leggiamo
quindi della parola di sapienza, la parola di conoscenza, del dono di
fede, guarigione, miracoli, profezia, discernimento degli spiriti,
diversità di lingue, interpretazione delle lingue. In tutto nove
doni dello Spirito Santo. In questo caso però i doni vengono
distribuiti a ciascuno dallo Spirito Santo. Questo però può essere
un vincolo? Può essere un motivo di frustrazione per chi ha
desiderio di servire Dio e la Chiesa in un modo specifico?
Assolutamente no.
1Corinzi
12:31
Voi, però, desiderate ardentemente i doni maggiori!
Al
termine del brano, prima di parlare dell'amore, l'Apostolo scrive
un'esortazione molto forte: desiderate i doni maggiori! I credenti
hanno questa responsabilità. Il Signore vuole coinvolgere anche in
questo i Suoi figli, spronandoli a desiderare quello che è meglio.
Per poi donarglielo!
Ognuno
di noi dunque ha sicuramente almeno un dono motivazionale ed è
chiamato a desiderare un dono dello Spirito Santo. Non per gonfiarsi
di orgoglio, ma per servire i propri fratelli. Desiderare i doni
dello Spirito deve essere un'attitudine comune a tutti! Quanti
vogliono sentirsi inutili? Immagino nessuno. Dio ha creato ogni
persona con uno scopo ben preciso e la Sua volontà è che nella
chiesa ogni Suo figlio eserciti i doni ricevuti per adempiere proprio
a questo scopo.
A
questo punto abbiamo visto che la Scrittura presenta i doni di Dio
Padre e i doni dello Spirito Santo per arricchire ed equipaggiare la
Chiesa al suo compito. Ma manca ancora qualche cosa.
Efesini
4:4
Vi è un corpo solo e un solo Spirito, come pure siete stati chiamati
a una sola speranza, quella della vostra vocazione.
Efesini
4:5
V'è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo,
Efesini
4:6
un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti
e in tutti.
Efesini
4:7
Ma a ciascuno di noi la grazia è stata data secondo la misura del
dono
di Cristo.
Efesini
4:8
Per questo è detto:
«Salito
in alto,
egli
ha portato con sé dei prigionieri
e
ha fatto dei doni agli uomini».
Efesini
4:9
Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era
anche disceso nelle parti più basse della terra?
Efesini
4:10
Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti
i cieli, affinché riempisse ogni cosa.
Efesini
4:11
È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri
come evangelisti, altri come pastori e dottori,
Efesini
4:12
per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e
dell'edificazione del corpo di Cristo,
Efesini
4:13
fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena
conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza
della statura perfetta di Cristo;
Efesini
4:14
affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là
da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia
loro nelle arti seduttrici dell'errore;
Efesini
4:15
ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso
colui che è il capo, cioè Cristo.
Scrivendo
ai fratelli di Efeso infatti, sempre Paolo rivela che c'è un tipo
ancora diverso di dono: il dono di Cristo. Nell'unità di corpo, di
Spirito, di speranza, di Dio, di fede, di battesimo; ci sono misure
diverse del dono di Cristo. Egli, una volta asceso al cielo, diede
dei doni agli uomini. Doni speciali, unici. Gesù infatti ha dato
alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti,
altri come pastori e dottori. Questi doni sono i ministri. Uomini con
una chiamata speciale, che rispecchia una parte del carattere di
Cristo. Egli infatti è il perfetto apostolo, profeta, evangelista,
pastore e dottore. Ma ha voluto frammentare queste espressioni di suo
carattere in tutta la Chiesa in modo che ogni credente potesse
adempiere al ministero completando gli altri fratelli ed essendo
completato a sua volta nello stesso modo. Nel corpo di Cristo non
esistono maestri perchè l'unico Maestro è Gesù. Ecco che si apre
uno scenario nuovo, spirituale, non contaminato da secoli di
tradizioni sociali e culturali. Uno scenario che risponde al
desiderio di Dio, del modo in cui Lui ha concepito la Chiesa.
Lasciamoci specchiare in questo ritratto e d'ora in poi sforziamoci
di vivere la Chiesa come è giusto che sia, e non come siamo abituati
a farlo.
Prendiamo
consapevolezza di avere dei doni. Usiamoli, per aiutare i nostri
fratelli. Ricerchiamo i doni dello Spirito Santo, specialmente quelli
maggiori. Ascoltiamo la voce di Dio che indica quali opere ha
preparato per noi. Lavoriamo per il Regno. Ed entriamo nella perfetta
gioia di Dio. La gioia che Egli ha preparato per ogni Suo figlio. Per
l'eternità.
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