Traduttore


domenica 4 novembre 2012

Doni motivazionali, doni dello Spirito Santo e doni di ministero



1Pietro 4:10 Come buoni amministratori della svariata (multiforme) grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono (chàrisma) che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri.
1Pietro 4:11 Se uno parla, lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

Intorno al 62 d.C., l'Apostolo Pietro sentì l'urgenza di scrivere da Roma, indicata metaforicamente nella lettera con Babilonia (1 Pt 5:16), un'epistola destinata “agli eletti che vivono come forestieri dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia”.
Questa lettera è considerata come cattolica, ossia universale, proprio per il fatto di non essere indirizzata ad un preciso destinatario ma a tutti i cristiani.
Ogni credente quindi può leggere le parole di Pietro in quanto incluse nella Parola di Dio, ma anche come indubbio destinatario – forestiero nel tempo oltre che nello spazio – esattamente come i credenti del primo secolo a cui era originariamente rivolta.

Al v.10 Pietro usa un termine molto particolare, piuttosto raro nel greco extrabiblico, che troviamo tradotto con “dono”. In realtà la parola originale è “chàrisma” e deriva da “chàris”, grazia.
Nel Nuovo Testamento soltanto l'Apostolo Paolo usa lo stesso termine, ampliando notevolmente questo concetto con importanti insegnamenti teologici. Il credente è quindi disegnato come un amministratore della grazia di Dio. Non un solo tipo di grazia però, ma piuttosto una svariata, o multiforme grazia identificata nei vari doni che ciascuno ha ricevuto. E' interessante notare come, anche non conoscendo personalmente ogni credente che poteva leggere questa lettera, Pietro dà per scontato che ogni credente possieda almeno uno di questi doni ricevuti da Dio. Non dice infatti “coloro che hanno ricevuto un dono”, ma piuttosto “ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto..”
Ogni cristiano quindi, convertendosi a Cristo, riceve senz'altro almeno un dono, un aspetto della multiforme grazia di Dio che lo mette nella condizione di poter servire gli altri in modo specifico e personale. Riflettendo su questo però, viene spontaneo chiedersi più nello specifico cosa siano questi chàrismi di Dio. Approcciamoci dunque alla Lettera ai Romani, pronti a scoprire qualcosa di nuovo e coinvolgente, di fondamentale importanza per le nostre vite.

Romani 12:3 Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.
Romani 12:4 Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione,
Romani 12:5 così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro.
Romani 12:6 Avendo pertanto doni (chàrisma) differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede;
Romani 12:7 se di ministero, attendiamo al ministero; se d'insegnamento, all'insegnare;
Romani 12:8 se di esortazione, all'esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia.

In questo brano Paolo introduce il tema del chàrisma parlando del Corpo di Cristo, della diversità di ogni singolo membro e dell'importanza della sinergia per ogni credente. Nessuno infatti è importante di per sé, ma tutti sono fondamentali come membra l'uno dell'altro.
In quest'ottica, chiarisce ai cristiani di Roma (che in maggior parte non conosceva personalmente) il fatto che ognuno di noi (credenti) ha doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa. Anche Paolo non mette in dubbio che ci siano credenti con questi doni ed altri senza. Dà anche lui per scontato che tutti abbiamo doni, anche se differenti. In questo caso però, inizia a fare un elenco molto interessante. Egli nomina il dono di profezia, di ministero (o servizio), di insegnamento, di esortazione, di donare, di presiedere, di opere di misericordia. Nomina in tutto sette doni. Questi doni vengono tradizionalmente chiamati doni motivazionali, vocazionali o anche “di funzione”. Ogni credente ha almeno uno di questi doni. Ogni credente può servire la chiesa, i fratelli, almeno in uno di questi modi. Sono doni che riguardano contemporaneamente dei talenti naturali e spirituali e rivelano la personalità di Dio. E' bene riflettere su questo. La Chiesa non esiste solo per evangelizzare. Ognuno di noi non esiste solo per partecipare alle celebrazioni domenicali. Siamo tutti collegati come in un unico corpo e ciascuno di noi deve dare il suo contributo. Tutti!
Sia Pietro che Paolo, nominano Dio come dispensatore di questi doni. Per questo motivo vengono considerati come doni che il Padre dà a tutti i Suoi figli.

Ma c'è di più!

1Corinzi 12:7 Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune.
1Corinzi 12:8 Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito;
1Corinzi 12:9 a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito;
1Corinzi 12:10 a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue;
1Corinzi 12:11 ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole.

L'Apostolo Paolo infatti istruisce di credenti di Corinto su chàrismi differenti, chàrismi dello Spirito Santo. Questi doni sono diversi e diverso è l'ordine e l'elenco nei quali vengono presentati. Leggiamo quindi della parola di sapienza, la parola di conoscenza, del dono di fede, guarigione, miracoli, profezia, discernimento degli spiriti, diversità di lingue, interpretazione delle lingue. In tutto nove doni dello Spirito Santo. In questo caso però i doni vengono distribuiti a ciascuno dallo Spirito Santo. Questo però può essere un vincolo? Può essere un motivo di frustrazione per chi ha desiderio di servire Dio e la Chiesa in un modo specifico? Assolutamente no.

1Corinzi 12:31 Voi, però, desiderate ardentemente i doni maggiori!

Al termine del brano, prima di parlare dell'amore, l'Apostolo scrive un'esortazione molto forte: desiderate i doni maggiori! I credenti hanno questa responsabilità. Il Signore vuole coinvolgere anche in questo i Suoi figli, spronandoli a desiderare quello che è meglio. Per poi donarglielo!

Ognuno di noi dunque ha sicuramente almeno un dono motivazionale ed è chiamato a desiderare un dono dello Spirito Santo. Non per gonfiarsi di orgoglio, ma per servire i propri fratelli. Desiderare i doni dello Spirito deve essere un'attitudine comune a tutti! Quanti vogliono sentirsi inutili? Immagino nessuno. Dio ha creato ogni persona con uno scopo ben preciso e la Sua volontà è che nella chiesa ogni Suo figlio eserciti i doni ricevuti per adempiere proprio a questo scopo.

A questo punto abbiamo visto che la Scrittura presenta i doni di Dio Padre e i doni dello Spirito Santo per arricchire ed equipaggiare la Chiesa al suo compito. Ma manca ancora qualche cosa.

Efesini 4:4 Vi è un corpo solo e un solo Spirito, come pure siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione.
Efesini 4:5 V'è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo,
Efesini 4:6 un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti.
Efesini 4:7 Ma a ciascuno di noi la grazia è stata data secondo la misura del dono di Cristo.
Efesini 4:8 Per questo è detto:
«Salito in alto,
egli ha portato con sé dei prigionieri
e ha fatto dei doni agli uomini».
Efesini 4:9 Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra?
Efesini 4:10 Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa.
Efesini 4:11 È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori,
Efesini 4:12 per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo,
Efesini 4:13 fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo;
Efesini 4:14 affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore;
Efesini 4:15 ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.

Scrivendo ai fratelli di Efeso infatti, sempre Paolo rivela che c'è un tipo ancora diverso di dono: il dono di Cristo. Nell'unità di corpo, di Spirito, di speranza, di Dio, di fede, di battesimo; ci sono misure diverse del dono di Cristo. Egli, una volta asceso al cielo, diede dei doni agli uomini. Doni speciali, unici. Gesù infatti ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori. Questi doni sono i ministri. Uomini con una chiamata speciale, che rispecchia una parte del carattere di Cristo. Egli infatti è il perfetto apostolo, profeta, evangelista, pastore e dottore. Ma ha voluto frammentare queste espressioni di suo carattere in tutta la Chiesa in modo che ogni credente potesse adempiere al ministero completando gli altri fratelli ed essendo completato a sua volta nello stesso modo. Nel corpo di Cristo non esistono maestri perchè l'unico Maestro è Gesù. Ecco che si apre uno scenario nuovo, spirituale, non contaminato da secoli di tradizioni sociali e culturali. Uno scenario che risponde al desiderio di Dio, del modo in cui Lui ha concepito la Chiesa. Lasciamoci specchiare in questo ritratto e d'ora in poi sforziamoci di vivere la Chiesa come è giusto che sia, e non come siamo abituati a farlo.
Prendiamo consapevolezza di avere dei doni. Usiamoli, per aiutare i nostri fratelli. Ricerchiamo i doni dello Spirito Santo, specialmente quelli maggiori. Ascoltiamo la voce di Dio che indica quali opere ha preparato per noi. Lavoriamo per il Regno. Ed entriamo nella perfetta gioia di Dio. La gioia che Egli ha preparato per ogni Suo figlio. Per l'eternità. 

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...