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mercoledì 4 maggio 2011

La causa del diluvio universale

Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. Il SIGNORE disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni». In quel tempo c'erano sulla terra i giganti, e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi. Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo. Il SIGNORE si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo. E il SIGNORE disse: «Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato: dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento di averli fatti».  
Genesi 6:1-7
Ricostruzione fotografica dello scheletro di un gigante.
Questo brano precede l'episodio biblico del diluvio universale e della vicenda di Noè che tutti conosciamo. In questi pochi versetti si nasconde, di fatto, il motivo che ha scatenato l'indignazione di Dio, ed il conseguente giudizio espresso con il diluvio. Al centro di queste vicende, ci sono un gruppo di individui, chiamati "figli di Dio". Questo nome è abbastanza generico e ci sono diverse scuole di pensiero che tendono ad identificarli in modo differente. Il libro della Genesi è stato redatto centinaia di anni prima dei libri del Nuovo Testamento, la rivelazione del piano di salvezza di Dio per l'uomo era germogliato da poco. Non era ancora stato compiuto il sacrificio di Cristo. Tutto questo porta in una direzione molto lontana rispetto al significato neotestamentario di "figli di Dio", ossia quello di uomini e donne che credono nel Signore Gesù.

Oltre a questi "figli di Dio", vi sono anche altri protagonisti, chiamati "giganti" e identificati in originale con il termine "nefilim". Una traduzione letterale di questo termine può essere "quelli che sono precipitati", poichè deriva dalla radice semitica "nafal" che significa appunto "cadere". I giganti - o, meglio, i caduti - erano presenti prima che i figli di Dio e le figlie degli uomini si unirono, ma anche in seguito, ossia quanto questi fatti accaddero. I caduti quindi erano presenti prima e durante questi avvenimenti, e non possono essere collegati a queste unioni in sé, i cui frutti invece vengono presentati nei termini degli "uomini potenti e anticamente famosi".

Abbiamo dunque questi "figli di Dio", abbiamo i loro figli avuti con le figlie degli uomini, ossia degli "uomini potenti", ed infine abbiamo la presenza di questi giganti/caduti.

Entrando ora nel dettaglio, molti studiosi identificano i figli di Dio con la discendenza di Set, figlio di Adamo.
Genealogia di Seth
In effetti il capitolo cinque di Genesi descrive la genealogia di Adamo unicamente per la linea di Set, lasciando intendere che questo gruppo famigliare restò in disparte. Il libro apocrifo veterotestamentario "La caverna del tesoro" racconta la storia dei discendenti di Set, che rimasero sul monte del Paradiso, lontani dalle pianure circostanti dove si moltiplicarono i discendenti di Caino. Si occuparono soltanto di lodare il Signore e per questo furono chiamati figli di Dio. Nel frattempo invece i figli di Caino diventarono sempre più depravati assecondando le tentazioni di Satana, arrivando a innumerevoli possessioni demoniache, soprattutto tra le donne. C'è da dire però che il significato principale della genealogia di Genesi 5 è da trovare nel suo orizzonte messianico. L'albero genealogico è l'unico importantissimo mezzo con cui gli Ebrei possono dimostrare che l'atteso Messia discenda dal re Davide, secondo le profezie bibliche. Nel Vangelo di Luca, al quarto capitolo, leggiamo infatti questa genealogia che parte da Adamo, passando per Set, Noè, Davide, per poi finire con Gesù. Leggiamo già nella Genesi quindi gli elementi necessari per vedere il germoglio della salvezza di Dio in Cristo Gesù.

Ultimo elemento che fa pensare a questa ipotesi è che Genesi 4:26 riporta come al tempo di Enos, figlio di Set, si iniziò ad invocare il nome del Signore. Anche questo indizio fa pensare alla chiamata sacerdotale della famiglia di Set e quindi alla possibile associazione con il fatto che vengano chiamati figli di Dio.

Una seconda possibilità invece, identifica i figli di Dio con degli angeli che disubbidirono alle leggi imposte da Dio. Questa teoria si scontra però con alcune parole del Signore Gesù:

Gesù disse loro: «I figli di questo mondo sposano e sono sposati; ma quelli che saranno ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla risurrezione dai morti, non prendono né danno moglie; neanche possono più morire perché sono simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione.
Luca 20:34-36 

Gli angeli, in quanto esseri spirituali, non hanno la possibilità di prendere moglie. In sé questa affermazione può significare soltanto che gli angeli non si possono sposare, oppure può significare per deduzione anche il fatto che non possono avere di conseguenza rapporti sessuali. La prima è un'esplicita certezza, mentre la seconda è una lecita - ma non definitiva - conclusione. Per sostenere il pensiero che questi "figli di Dio" fossero angeli ribelli, abbiamo però tutta una serie di importanti testimonianze, a partire dallo stesso Nuovo Testamento:


Ora voglio ricordare a voi che avete da tempo conosciuto tutto questo, che il Signore, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d'Egitto, fece in seguito perire quelli che non credettero.
Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora.

[...]
Anche per costoro profetizzò Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi per giudicare tutti; per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà da loro commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno pronunciati contro di lui».
 
Lettera di Giuda 5-6/14-15

Gli angeli che abbandonarono (volontariamente) la loro dimora si potrebbero riconoscere proprio negli angeli decaduti che (non conservarono la loro dignità, e) si unirono alle figlie degli uomini, venendo in seguito imprigionati da Dio in catene eterne in attesa del giorno del giudizio. I versetti 14 e 15 corrispondono ad un'esplicita citazione del primo libro di Enoch (chiamato anche Libro di Enoch Etiope [per la precisione: 1 Enoch 60:8 e 1 Enoch 1:9]) che racconta nel dettaglio la storia di 200 angeli che scendono sul monte Hermon e si uniscono con le figlie degli uomini. In questo scritto apocrifo, dopo questo avvenimento Dio ordina all'angelo Uriel di comunicare a Noè l'intenzione di punire questo gesto con il diluvio universale e agli angeli Raffaele e Michele di incatenare nelle tenebre gli angeli ribelli fino al giorno del giudizio. L'analogia del racconto e la prova della citazione rendono estremamente probabile l'indicazione che questi figli di Dio fossero quindi - a tutti gli effetti - degli angeli. Altrimenti l'Apostolo Giuda avrebbe evitato di
Croce cristiana copta
inserire questi versetti, oppure la Lettera non sarebbe presente nel canone Cristiano. Il primo libro di Enoch inoltre è all'interno del canone biblico della Chiesa Cristiana Ortodossa Copta, una Chiesa dall'antichissima tradizione, la cui fondazione viene ricondotta alla predicazione dell'evangelista Marco. Ma c'è dell'altro. Anche nella letteratura patristica, infatti, troviamo alcune testimonianze che mostrano come la Chiesa primitiva sostenesse proprio questa tradizione teologica. Possiamo vedere di seguito un principale esempio:


"Unico e identico è sempre il Verbo di Dio, il quale ai credenti dà una fonte d'acqua per la vita eterna, mentre inaridisce per sempre il fico sterile per distruggere la genia degli uomini di allora che ormai non potevano dare frutti essendosi uniti con gli angeli di Dio e per impedire i loro peccati e salvare il tipo dell'arca, cioè la creazione di Adamo" [...]  
Ireneo di Lione, Contro le eresie IV 36,4

Inoltre, persino lo storico ebreo Giuseppe Flavio sostiene questa lettura, dicendo:

"Essi si inimicarono Dio, perché molti angeli di Dio si unirono con donne e generarono figli, che si dimostrarono ingiusti e disprezzavano tutto ciò che era buono, facevano affidamento sulla loro forza, per la tradizione questi uomini fecero cose che assomigliano gli atti di coloro che i greci chiamano giganti".
Antichità Giudaiche I 3:1
 
Tutte queste testimonianze convergono nell'identificare questi figli di Dio con veri e propri angeli, in accordo ,tra l'altro, anche con le espressioni di altri libri veterotestamentari, come per esempio Giobbe:

Dov'eri tu quando io fondavo la terra?
Dillo, se hai tanta intelligenza.

Chi ne fissò le dimensioni, se lo sai,
o chi tirò sopra di essa la corda da misurare?
Su che furono poggiate le sue fondamenta,
o chi ne pose la pietra angolare,
quando le stelle del mattino cantavano tutte assieme
e tutti i figli di Dio alzavano grida di gioia?

Giobbe 38:4-7 

A questo punto diventa chiaro il fatto che i figli di Dio presentati in Genesi 6 siano a tutti gli effetti degli esseri angelici. Come conciliare però questo con il fatto che gli angeli non prendono moglie? Da una parte, possiamo pensare che sebbene gli angeli non prendano moglie possano in ogni caso avere rapporti sessuali - così come possono anche mangiare e bere, come si evince per esempio in Genesi 19:3 - oppure, d'altra parte, possiamo anche riflettere sulla possibilità di vere e proprie possessioni demoniache di altri uomini spinti successivamente a compiere questi atti.  

Appena Gesù fu smontato dalla barca, gli venne subito incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale aveva nei sepolcri la sua dimora; nessuno poteva più tenerlo legato neppure con una catena. Poiché spesso era stato legato con ceppi e con catene, ma le catene erano state da lui rotte, e i ceppi spezzati, e nessuno aveva la forza di domarlo. 
Marco 5:2-4 

Come possiamo constatare da questo brano evangelico, persone possedute da spiriti immondi possono avere una forza tale da rompere a mani nude delle catene e dei ceppi, mostrando caratteristiche soprannaturali. Mostrando una forza superiore a qualsiasi altro uomo. Di conseguenza potrebbe essere lecito pensare che esseri umani nati in seguito ad unioni tra uomini e donne possedute, possano avere avuto una forza sufficiente da essere ricordati come "uomini potenti, che fin dai tempi antichi, sono stati famosi." Oppure, che questi uomini possano essere addirittura il frutto dell'unione con angeli ribelli, secondo un peccato contro natura di tale entità da richiedere il diretto e devastante intervento di Dio.

CONCLUSIONE

Non ci sono chiari ed espliciti riferimenti che possano ricondurre i figli di Dio descritti nel sesto capitolo di Genesi alla discendenza di Set. Ci sono però riferimenti molto più chiari che indicano questi esseri come angeli decaduti. Inserendo questa informazione in un contesto biblico più ampio, un'ipotesi potrebbe essere quella demoniaca, compiuta attraverso vere e proprie possessioni.

Questi avvenimenti, avrebbero scardinato l'ordine naturale stabilito da Dio, richiedendo un giudizio ed una purificazione immediata e su scala globale: il diluvio universale.

Gli uomini, cambiando l'uso naturale in quello che è contro natura, sono riusciti ad attirare il giudizio di distruzione dell'intera città di Sodoma. Solo uno sconvolgimento maggiore dell'ordine costituito da Dio avrebbe potuto portare ad una distruzione di gran lunga più devastante: la contaminazione (profanazione) del mondo spirituale demoniaco con quello materiale. A causa di questo, tutto il mondo di allora venne distrutto. A causa di questo, degli angeli decaduti giacciono ancora incatenati nelle tenebre, in attesa del gran giorno del giudizio.

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