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domenica 4 ottobre 2020

Tutta la pienezza in lui

INTRODUZIONE

Se c'è un principio cardine nel Cristianesimo questo può essere identificato nella centralità della persona vivente di Gesù Cristo: la centralità nella sua relazione con Dio, nel riscatto del cosmo e della miseria umana attraverso il suo sacrificio e  secondo il proposito eterno del Padre. Questa centralità accomuna tutto il Nuovo Testamento ma viene espressa in modo particolarmente evidente in una serie di brani. Uno di questi lo troviamo nella Lettera ai Colossesi.

Questa lettera è stata scritta per rafforzare la fede della comunità destinataria ma soprattutto per correggere alcuni gravi errori nei quali questi credenti erano caduti. Nella lettera possiamo trovare alcuni indizi su questi errori dottrinali: una credenza a riguardo degli angeli e degli elementi dell'universo (2:8), l'osservanza di una disciplina alimentare, di feste, noviluni, sabati in una forma di esaltazione delle pratiche ascetiche. I promotori di questi insegnamenti devono essere sorti all'interno della fede cristiana ma vennero tacciati dall'autore dell'epistola di non essersi mantenuti stretti al capo, ossia, a Cristo. Ecco che abbiamo trovato quindi il tema principale di questa lettera e di questa mia esposizione.

1. TUTTA LA PIENEZZA

Colossesi 1:19 Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza.


Tutto ha origine in una decisione del Padre, che la teologia cristiana chiama decreto di Dio. I decreti di Dio riguardano i progetti che Dio ha stabilito dall'eternità e che in seguito egli ha puntualmente mandato ad effetto nel mondo e nella storia. Il più importante riguarda proprio il ruolo del Figlio ed è testimoniato da alcune Scritture dell'Antico Testamento che ben presto sono state interpretate dalle comunità cristiane in questo modo. Tra le più importanti troviamo il Salmo 2 e il Salmo 110:


Io annuncerò il decreto:

Il SIGNORE mi ha detto: «Tu sei mio figlio,

oggi io t'ho generato.

Chiedimi, io ti darò in eredità le nazioni

e in possesso le estremità della terra.

Salmo 2:7-8

Questo Salmo messianico descrive originariamente l'intronizzazione di un re di Israele ma il suo significato messianico trascende un singolo evento storico per descrivere profeticamente il momento, nell'eternità fuori dal tempo, in cui Dio Padre ha formulato il decreto di autorità del Figlio e la sua eredità nelle nazioni e proprietà in tutta la terra. Appare chiaro già qui che il potere del Figlio deriva da quello del Padre e che il suo esercizio manifesta un perfetto accordo tra loro, tale che nelle azioni del Figlio si possa ravvedere con esattezza la volontà del Padre. Possiamo considerare però ora anche un secondo esempio.

Il SIGNORE ha detto al mio Signore:

«Siedi alla mia destra

finché io abbia fatto dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi».

Salmo 110:1 

E' significativo per questo caso leggere come Gesù ha citato questo versetto:

Gesù, mentre insegnava nel tempio, disse: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è Figlio di Davide? Davide stesso disse per lo Spirito Santo:

"Il SIGNORE ha detto al mio Signore:

'Siedi alla mia destra,

finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi'".

Davide stesso lo chiama Signore; dunque come può essere suo figlio?» E una gran folla lo ascoltava con piacere.

Marco 12:35-37

Il paradosso che Gesù evidenzia agli scribi riguarda la natura del Messia. In quanto discendente di Davide, infatti, doveva essere inferiore a lui ma Davide stesso in quanto autore del Salmo lo definisce suo Signore: come mai? Evidentemente, pur essendo suo discendente, la natura dell'autorità di Cristo non doveva essere solamente derivante dalla sua stirpe regale umana ma da un ordine di natura superiore: l'autorità di Dio. Questa conclusione fa emergere dalle nebbie del mistero l'identità e la vera autorità di Gesù Cristo in quanto Figlio di Dio non secondo le concezioni antiche di questo titolo in Israele (al pari di qualsiasi re del popolo eletto) ma con un rapporto filiale rispetto al Padre che l'evangelista Giovanni definirà con il termine "unigenito". Gesù è Figlio di Dio in un modo unico, speciale e diverso rispetto ai re del passato e a tutti i credenti che possono dirsi figli di Dio. In cosa consiste però questa unicità? Nell'avere in sé tutta la pienezza a differenza di chiunque altro in cielo e sulla terra. Nello gnosticismo, e molto probabilmente nella dottrina erronea di Colossi, il pleroma - ossia la pienezza - rappresentava l'intero sistema di potenze celesti e di spirituali emanazioni che procedevano da Dio. Ecco quindi che questa idea viene spazzata via dalla completezza di Gesù Cristo e dalla mancanza di necessità di altri intermediari. Come leggiamo anche nella Prima Lettera a Timoteo, c'è infatti un solo Dio e un solo mediatore tra lui e gli uomini: Cristo Gesù uomo. 

2. TUTTA LA RICONCILIAZIONE

Colossesi 1:20a ...e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui...

La mediazione di Cristo ha alcune caratteristiche uniche oltre a quella della sua esclusività: il fatto di avere uno scopo preciso e un'efficacia totale. 

Lo scopo dell'incarico di mediazione del Figlio, infatti, è ben preciso ed è quello di realizzare una riconciliazione tra il Padre e tutte le cose create. Il termine tradotto con "riconciliare" viene reso al meglio dall'immagine della riconciliazione tra due sposi che hanno deciso di divorziare. Laddove c'era amore e una completa unione ora si trova ostilità e separazione, ma nonostante la grande difficoltà rimane la speranza di una riconciliazione. Probabilmente ora ci sono delle ferite nell'anima, dei tradimenti nella fiducia, ma per quanto arduo è sempre possibile intraprendere un percorso di restaurazione. Questo è il percorso che Cristo ha intrapreso per volontà del Padre verso di noi. Adamo e Eva hanno tradito la fiducia del Creatore, Israele ha tradito il rapporto con il suo Dio rivolgendosi frequentemente a divinità straniere (idoli) arrivando a uccidere i profeti che denunciavano queste trasgressioni. Per questo motivo il Figlio di Dio è intervenuto in prima persona per ricucire uno strappo avvenuto non solo con l'umanità ma, per estensione, con l'intera creazione sottoposta a vanità anche se non per sua stessa volontà. Questa riconciliazione però non è avvenuta gratuitamente né senza sacrificio.

3. TUTTO IL CREATO

Colossesi 1:20b avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.

La pace che possiamo vivere, infatti, è stata ottenuta da Cristo attraverso il sangue della sua croce, ossia attraverso la sua morte. Una morte non accidentale ma accolta in modo sofferto e consapevole come unico modo per ripristinare l'armonia perduta. Ogni riconciliazione ha un prezzo e in questo caso è stato il più alto. L'iniziativa è stata di Dio, in accordo con il Figlio, in modo univoco. Di questo accordo ne beneficia ogni cosa sulla terra e nel cielo in quanto la direzione verso cui stiamo andando è il ritorno di Cristo e il compimento di una piena rigenerazione in lui di ogni cosa. Dicendo questo però non dobbiamo pensare a una generica e universale salvezza per l'umanità nella sua interezza in quanto è necessario che ogni individuo conosca e accolga consapevolmente il dono di Dio, e che decida di rinnovare la propria mente seguendo i pensieri e la volontà rivelata del Creatore per poter essere trovato allineato all'ordine del mondo che verrà. Sia che questa decisione derivi dal libero arbitrio umano sia che derivi dalla prescelta divina, anche se la pace conquistata è universale essa non si può sperimentare senza una consapevolezza personale. La buona notizia del Vangelo, tuttavia, è che questo dono esiste. Questo dono si può accogliere. Perché questa è la volontà di Dio.  

CONCLUSIONE

Una delle vette della cristologia del Nuovo Testamento compare nel primo capitolo della Lettera ai Colossesi. In questo testo apprendiamo che è stata la volontà del Padre far abitare tutta la pienezza della divinità solo e unicamente in Gesù Cristo e non in una moltitudine di esseri spirituali. Egli è l'immagine del Dio invisibile, è il Figlio Unigenito di Dio e l'unico in grado, con il proprio sacrificio di sangue, di riconciliare con sé gli uomini così come tutto il creato. 

Nonostante le difficoltà e sofferenze del tempo presente, dunque, c'è una speranza di trovare comprensione, perdono, riscatto e restaurazione presso Dio e questa speranza è presente esclusivamente in Gesù. Tanto le cose che sono sulla terra, quanto le cose che sono nei cieli, trovano la propria pace proprio in lui. 

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