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mercoledì 11 maggio 2011

La relazione tra un ministero spirituale e il lavoro

Negli ultimi due secoli la società ha vissuto grandi sconvolgimenti. Sconvolgimenti economici, tecnologici, spirituali. All'inizio del '900 il risveglio di Azusa Street ha portato nuova freschezza nella cristianità di tutto il mondo. Lentamente ha preso sempre più piede il fenomeno delle mega-chiese: grandissime comunità di credenti che hanno dovuto adottare nuove strategie per mantenere ordine e funzionalità. Le chiese statunitensi in particolare si sono sviluppate molto sfruttando le nuove possibilità comunicative come radio, televisioni, internet. Sono fioriti gruppi musicali cristiani che hanno prodotto centinaia di album che hanno coperto quasi tutti i generi esistenti. Meccanismi che fanno girare milioni di dollari.
Sono stati garantiti gli stipendi di molti pastori. Ma non solo loro.
Cantanti, musicisti, predicatori televisivi...hanno trovato un vero e proprio lavoro a tempo pieno. Parallelamente, gli insegnamenti cristiani sono penetrati in alcuni ambiti della società. Esistono investitori, avvocati, uomini di affari che riconoscono di adottare una condotta cristiana per aver successo nel loro lavoro. Nelle librerie cristiane sono sempre più presenti manuali di leadership e strategie per la prosperità economica e spirituale.

Molti aspetti sono indubbiamente positivi. Ma molti altri sono più subdoli e difficili da inquadrare.

Complice la globalizzazione, nell'ultimo decennio le culture e le usanze di ogni popolo sono arrivate a tutti gli altri, producendo una serie di contaminazione dall'aspetto completamente nuovo. L'erba del vicino, si sa, è sempre più verde. E appare a tutti come l'unica vera direzione da inseguire per arrivare al progresso.
Anche cristiano.

Già, a quanto pare anche il cristianesimo ha bisogno di progredire, per "stare al passo con i tempi".

Ma cosa dice la Bibbia a riguardo? E' possibile che un lavoro sia un vero e proprio ministero spirituale?

IL PERICOLO DI MAMMONA - L'AVIDITA'

Matteo 6:24 Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona.

"Mammona" è un termine di origine aramaica che significa letteralmente "tesoro sotterrato". E' la personificazione demoniaca del profitto, del guadagno e della ricchezza materiale. In questo contesto, Gesù mette in guardia i propri ascoltatori sul fatto che è necessario fare una scelta. Si può scegliere di servire Dio, oppure il denaro. Una scelta esclude automaticamente l'altra.
Subito dopo aver affermato questo, ribadisce il concetto ai discepoli con nuove esortazioni:

Matteo 6:25-33 «Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita? E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?" Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più.

Chi decide di servire Dio, ha fede nella provvidenza e non nelle proprie capacità imprenditoriali. Questo non intende significare che il lavoro e l'imprenditoria siano cose negative, come vedremo più avanti. Significa però che ogni cosa deve avere la sua giusta dimensione per essere equilibrati davanti al Signore.
C'è un pericolo molto grave intorno all'arricchimento: il pericolo di servire Mammona e non servire più Dio.

Luca 18:24-25 «Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio! Perché è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio».

LA PIETA' COME FONTE DI GUADAGNO - I FALSI MINISTRI DI DIO

1Timoteo 6:3-10 Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è conforme alla pietà, è un orgoglioso e non sa nulla; ma si fissa su questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contese, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni di persone corrotte di mente e prive della verità, le quali considerano la pietà come una fonte di guadagno. La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno. Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti. Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione. Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori.

L'Apostolo Paolo mette in guardia dai falsi dottori.
Persone che si dicono credenti ma che predicano una dottrina diversa, non attenendosi alle sane parole del nostro Signore Gesù Cristo.
Quante persone conosciamo che possono ricondursi a questa descrizione? La pietà è un grande guadagno. Aiutare le persone, sembrare disinteressati, predicare l'amore, porta le persone a fare grandi offerte. Il cristiano ha lo sguardo rivolto al Cielo. Non gli interessa il guadagno, perchè il suo tesoro è custodito da Cristo stesso e ciò di cui ha bisogno gli è donato dal suo Signore. E' buono vivere con dignità, ma bisogna stare attenti all'amore per il denaro, all'arricchimento. E' facile servire Dio e lentamente cadere nella tentazione di manipolare il proprio messaggio fino a farlo diventare corrotto. Gesù non ha predicato il successo. Non ha predicato l'arricchimento. Non ha predicato la prosperità. Gesù ha predicato la sofferenza e la dipendenza dalla provvidenza di Dio.

NON METTERE LA MUSERUOLA AL BUE CHE TREBBIA - IL DIRITTO DEI MINISTRI DI DIO

1Corinzi 9:6-9 O siamo soltanto io e Barnaba a non avere il diritto di non lavorare? Chi mai fa il soldato a proprie spese? Chi pianta una vigna e non ne mangia il frutto? O chi pascola un gregge e non si ciba del latte del gregge? Dico forse queste cose da un punto di vista umano? Non le dice anche la legge? Difatti, nella legge di Mosè è scritto: «Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano». Forse che Dio si dà pensiero dei buoi?
1Corinzi 9:11 Se abbiamo seminato per voi i beni spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali?
1Corinzi 9:12 Se altri hanno questo diritto su di voi, non lo abbiamo noi molto di più? Ma non abbiamo fatto uso di questo diritto; anzi sopportiamo ogni cosa, per non creare alcun ostacolo al vangelo di Cristo.


I ministri di Dio che si prodigano al servizio della Chiesa di Cristo hanno il diritto di essere sostenuti economicamente per le loro necessità.
Apostoli, profeti, pastori, dottori ed evangelisti che seminano beni spirituali possono avvalersi di questo diritto oppure no.
In questo caso, con la comunità di Corinto, l'Apostolo Paolo non se n'è avvalso per evitare di creare ostacolo al vangelo di Cristo. Un vero ministro se vede che questo aiuto materiale è di ostacolo per il vangelo a causa delle coscienze dei credenti, è tenuto a fare altrimenti. Anche nel caso in cui un ministro sia retribuito però, questo deve valere per i suoi bisogni e non per il suo arricchimento.

Matteo 10:7-10 Andando, predicate e dite: "Il regno dei cieli è vicino". Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non provvedetevi d'oro, né d'argento, né di rame nelle vostre cinture, né di sacca da viaggio, né di due tuniche, né di calzari, né di bastone, perché l'operaio è degno del suo nutrimento.

CHI NON VUOLE LAVORARE, NON MANGI - LO SCOPO DEL LAVORO

Atti 18:3 Essendo del medesimo mestiere, andò ad abitare e a lavorare con loro. Infatti, di mestiere, erano fabbricanti di tende.
Atti 18:4 Ma ogni sabato insegnava nella sinagoga e persuadeva Giudei e Greci.
Atti 18:5 Quando poi Sila e Timoteo giunsero dalla Macedonia, Paolo si dedicò completamente alla Parola, testimoniando ai Giudei che Gesù era il Cristo.


La prima testimonianza è l'eccellenza nel proprio luogo di lavoro.
L'onestà, la trasparenza. Solo dimostrando queste qualità si può fare il passo seguente, testimoniando Cristo. E' ottimo evangelizzare nel proprio posto di lavoro, ma l'Apostolo Paolo aveva ben chiaro in mente quale fosse lo scopo del lavoro. Il suo impiego era ciò che gli dava la possibilità di mangiare e di vivere. Non speculava su questo fabbricando "tende cristiane" come molti credenti farebbero oggi. Egli lavorava per guadagnare ciò che serviva al proprio sostentamento e con questo continuava a portare avanti l'opera apostolica nei giorni di riposo, finchè non potè dedicarsi a tempo pieno al ministero.

2Tessalonicesi 3:7-12 Infatti voi stessi sapete come ci dovete imitare: perché non ci siamo comportati disordinatamente tra di voi; né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di nessuno, ma con fatica e con pena abbiamo lavorato notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi. Non che non ne avessimo il diritto, ma abbiamo voluto darvi noi stessi come esempio, perché ci imitaste. Infatti, quando eravamo con voi, vi comandavamo questo: che se qualcuno non vuole lavorare, neppure deve mangiare. Difatti sentiamo che alcuni tra di voi si comportano disordinatamente, non lavorando affatto, ma affaccendandosi in cose futili. Ordiniamo a quei tali e li esortiamo, nel Signore Gesù Cristo, a mangiare il proprio pane, lavorando tranquillamente.

Il Signore ordina di lavorare. Il lavoro è una cosa buona. Ma come ogni altra cosa bisogna stare attenti all'uso che se ne fa. Il suo scopo infatti è quello di provvedersi il pane. Vivere in modo dignitoso. Questo è il motivo per cui il Signore l'ha creato quando insegnò ad Adamo a curare il giardino dell'Eden.
Tutti gli altri usi, possono essere considerati degli abusi.

CONCLUSIONI

L'arricchimento e il capitalismo fine a sè stesso presentano il grave rischio di portare all'amore per il denaro allontanando dall'amore per Dio.

Coloro che predicano dottrine non conformi alle parole di Gesù, quasi sempre lo fanno per il proprio guadagno, manifestandosi come falsi dottori.

Un ministro di Dio può essere sostenuto dalla comunità che cura, a patto che questo non sia di intralcio all'evangelo.

L'unico scopo del lavoro è quello di vivere in dignità.

Arricchirsi attraverso un ministero spirituale è di conseguenza illecito alla luce della Parola di Dio. Un lavoro non può essere un servizio alla chiesa (oltre a quello dei cinque ministeri), questo non è sano. Può essere invece luogo di espressione della propria testimonianza e mezzo per poter mandare avanti la missione affidata da Dio.

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