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martedì 31 maggio 2011

Pharez

[Genesi 38]
Prima che i figli di Israele si riunissero in Egitto al loro fratello Giuseppe, in un certo momento della sua vita, Giuda si separò dalla sua famiglia.
Prese come moglie una donna di nome Sua, dalla quale ebbe tre figli: Er (dalla radice della parola "veggente"), Onan (dalla radice di "forte") e Sela (dalla radice di richiedere, "richiesto").

Quando i figli crebbero, Giuda prese per Er una moglie di nome Tamar.
Er però era un uomo perverso, e il Signore lo fece morire.
Com'era usanza dell'epoca, Giuda diede Tamar come moglie a Onan, in modo che potesse dare una discendenza al fratello. Onan però pur accettando questo matrimonio fece in modo da non avere figli da lei, attirandosi un altro giudizio di Dio che portò alla sua morte. L'unico altro figlio rimasto, Sela, era troppo piccolo per sposarsi. Giuda assicurò che appena avesse raggiunto l'età giusta sarebbe diventato il nuovo marito di Tamar. Gli anni passarono ma questo non accadde. Giuda aveva paura che potesse morire anche Sela.

Tamar allora temendo di non avere alcuna discendenza, si finse prostituta, riuscendo ad avere un figlio da Giuda stesso.

Genesi 38:27-30 Quando venne il tempo in cui doveva partorire, ecco che Tamar aveva in grembo due gemelli.
Mentre partoriva, l'uno di essi mise fuori una mano e la levatrice la prese e vi legò un filo scarlatto, dicendo: «Questo qui esce per primo».
Ma egli ritirò la mano, ed uscì suo fratello. Allora la levatrice disse: «Perché ti sei fatta questa breccia?» Per questo motivo gli fu messo nome Perez.
Poi uscì suo fratello, che aveva alla mano il filo scarlatto; e fu chiamato Zerac.


Perez (o Pharez) significa "Breccia".
Zerac (o Zarah) significa "Risplendere" (del sole).

Nei capitoli seguenti di Genesi si interrompe la narrazione di queste vicende familiari, riprendendo la storia di Giuseppe e degli avvenimenti che hanno portato Israele e i suoi discendenti verso l'Egitto, salvandosi dalla carestia di tutta la regione. In realtà infatti questa è la trama principale di questa parte del libro. Questa è la storia di fondamentale importanza. Il motivo per cui gli Israeliti sono entrati in Egitto. Il motivo per cui sono scampati a morte certa. Il motivo per cui sono riusciti a moltiplicarsi grandemente, nell'abbondanza egiziana. In tutto questo, Giuda e Tamar risultano essere fuori tema. Le mogli degli altri figli di Israele sono appena accennate mentre per loro si è creata una notevole digressione, con numerosi particolari. Perchè? Di certo la Bibbia non fa gossip. Ogni cosa nelle Sacre Scritture ha un significato.

Matteo 1:3 Giuda generò Fares e Zara da Tamar.

Luca 3:33 [...] di Fares, di Giuda [...]


Gesù Cristo è discendente legale di Giuda, per la linea di Pharez.
Ecco perchè è presente questo dettagliato racconto. Ecco perchè viene descritta così minuziosamente la nascita di questi due fratelli. In modo ancora più accurato rispetto alla nascita degli stessi figli di Giacobbe.
Prima che tutto questo avesse un senso, il Signore ha provveduto a inserire nella redazione umana di questo libro tali avvenimenti, con il significato di annunciare velatamente la Sua volontà, come solo Lui può fare.

Isaia 41:26a Chi ha annunciato questo fin dal principio perché lo sapessimo?
Già da molto prima perché dicessimo: "È vero?"


Solo Dio può annunciare le cose fin dal principio, già da molto prima che si dicesse "è vero." Solo Lui può concepire piani che trascendono il tempo e lo spazio, mostrandosi solo parzialmente anche al più intelligente degli uomini.

Ora che abbiamo compreso l'importanza di questa vicenda, possiamo avvicinarci ancora di più a questi due personaggi, figli di Giuda, per comprendere un significato ancora più profondo.

Perez (o Pharez): "Breccia".
Zerac (o Zarah): "Risplendere" (del sole).

Leggendo la Bibbia apprendiamo che il Signore ha voluto rivelarsi agli uomini progressivamente e in modi differenti.
Nel Nuovo Testamento troviamo diverse parole che identificano questo concetto di rivelazione, manifestazione. Ogni parola però ha una accezione particolare che la distingue dalle altre. Questo non è un caso.

Phanerōs significa "manifestazione chiara, aperta." Brillare, manifestare la luce al cospetto degli uomini.
Epiphaneia significa "apparizione"
Apokalypsis significa "rivelare cose che prima erano sconosciute, manifestazione per quello che è realmente"
Parousía significa "presenza". Indica un'apparizione personale.

L'utilizzo di tutte queste parole indica la volontà di Dio di rivelarsi in tempi diversi e in modi diversi.

Giovanni 7:6 Gesù quindi disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo, invece, è sempre pronto.

Il Signore non si muove all'interno del tempo "chronos", un tempo consequenziale, ma nel tempo "kairos", un momento nel tempo. Un tempo efficace, decisivo, unico. Una dimensione perfetta. Per questo il tempo di Gesù in quel passo del Vangelo non era ancora venuto e per lo stesso motivo, il tempo dei fratelli increduli di Gesù era sempre pronto. Esattamente per questo, inoltre, esistono dei tempi specifici per una specifica manifestazione di Dio. Questo è quello che ci testimonia la Bibbia.
Alcuni tempi sono già passati, altri devono ancora arrivare.
Ecco il perchè di tante parole dal significato così simile. Ogni termine non è usato a caso ma per identificare un tempo kairos precisamente associato ad una precisa manifestazione di Dio.

Cosa c'entra tutto questo con i nostri due personaggi, figli di Giuda?

Dobbiamo considerare che nella cultura semitica il nome ha un'importanza molto differente rispetto a quella che diamo noi.
Il nome delle persone rappresentava in un certo senso il loro destino, una visione profetica della loro vita.
Ecco quindi che possiamo ragionare sul nome "Breccia" e "Risplendere".
Ai tempi di Gesù, tutto il popolo di Israele oppresso dalla dominazione Romana era in trepidante attesa del Messia promesso dal Signore.
Aspettavano un Messia condottiero che portasse libertà istituendo un nuovo regno politico e teocratico. Una nuova manifestazione del Signore.
Phaneros e parusia, una manifestazione personale e aperta.

Questo desiderio cavalcava innumerevoli profezie e promesse del Signore, scritte dai profeti dell'Antico Testamento. Ma queste promesse sono per un tempo specifico. E quello non era il tempo kairos corretto.
Prima della parusia infatti il Signore ha voluto rivelarsi nell'epifania. Non una manifestazione brillante e gloriosa, ma un'apparizione umile e inosservata.
Una nascita povera, in una mangiatoia.
Un ingresso difficoltoso in questo mondo, riconosciuto soltanto da alcuni magi d'Oriente che:

Matteo 2:11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra.

Non è un riconoscimento universale ma rappresentativo.
Ecco quindi il vero significato profetico di Pharez, l'antenato legale di Gesù fatto carne. Una manifestazione raggiunta quasi con fatica, come attraverso una breccia. Egli è stato il primogenito, indicando la prima manifestazione divina che si sarebbe verificata millenni dopo. Dopo di lui, il secondogenito: Zerah. Lo splendore. La manifestazione della parusia, una rivelazione gloriosa che indica la seconda venuta di Cristo, tutt'oggi futura. Ecco qual'è il significato nascosto in queste persone, in questi nomi. Ecco l'indizio che porta inequivocabilmente a dire "Solo tu, Signore, hai annunciato questo fin dal principio, molto prima che dicessimo che è vero". Una minuzia che palesa un grande disegno eterno. Che rende gloria al nostro Signore.

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