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martedì 31 maggio 2011

Pharez

[Genesi 38]
Prima che i figli di Israele si riunissero in Egitto al loro fratello Giuseppe, in un certo momento della sua vita, Giuda si separò dalla sua famiglia.
Prese come moglie una donna di nome Sua, dalla quale ebbe tre figli: Er (dalla radice della parola "veggente"), Onan (dalla radice di "forte") e Sela (dalla radice di richiedere, "richiesto").

Quando i figli crebbero, Giuda prese per Er una moglie di nome Tamar.
Er però era un uomo perverso, e il Signore lo fece morire.
Com'era usanza dell'epoca, Giuda diede Tamar come moglie a Onan, in modo che potesse dare una discendenza al fratello. Onan però pur accettando questo matrimonio fece in modo da non avere figli da lei, attirandosi un altro giudizio di Dio che portò alla sua morte. L'unico altro figlio rimasto, Sela, era troppo piccolo per sposarsi. Giuda assicurò che appena avesse raggiunto l'età giusta sarebbe diventato il nuovo marito di Tamar. Gli anni passarono ma questo non accadde. Giuda aveva paura che potesse morire anche Sela.

Tamar allora temendo di non avere alcuna discendenza, si finse prostituta, riuscendo ad avere un figlio da Giuda stesso.

Genesi 38:27-30 Quando venne il tempo in cui doveva partorire, ecco che Tamar aveva in grembo due gemelli.
Mentre partoriva, l'uno di essi mise fuori una mano e la levatrice la prese e vi legò un filo scarlatto, dicendo: «Questo qui esce per primo».
Ma egli ritirò la mano, ed uscì suo fratello. Allora la levatrice disse: «Perché ti sei fatta questa breccia?» Per questo motivo gli fu messo nome Perez.
Poi uscì suo fratello, che aveva alla mano il filo scarlatto; e fu chiamato Zerac.


Perez (o Pharez) significa "Breccia".
Zerac (o Zarah) significa "Risplendere" (del sole).

Nei capitoli seguenti di Genesi si interrompe la narrazione di queste vicende familiari, riprendendo la storia di Giuseppe e degli avvenimenti che hanno portato Israele e i suoi discendenti verso l'Egitto, salvandosi dalla carestia di tutta la regione. In realtà infatti questa è la trama principale di questa parte del libro. Questa è la storia di fondamentale importanza. Il motivo per cui gli Israeliti sono entrati in Egitto. Il motivo per cui sono scampati a morte certa. Il motivo per cui sono riusciti a moltiplicarsi grandemente, nell'abbondanza egiziana. In tutto questo, Giuda e Tamar risultano essere fuori tema. Le mogli degli altri figli di Israele sono appena accennate mentre per loro si è creata una notevole digressione, con numerosi particolari. Perchè? Di certo la Bibbia non fa gossip. Ogni cosa nelle Sacre Scritture ha un significato.

Matteo 1:3 Giuda generò Fares e Zara da Tamar.

Luca 3:33 [...] di Fares, di Giuda [...]


Gesù Cristo è discendente legale di Giuda, per la linea di Pharez.
Ecco perchè è presente questo dettagliato racconto. Ecco perchè viene descritta così minuziosamente la nascita di questi due fratelli. In modo ancora più accurato rispetto alla nascita degli stessi figli di Giacobbe.
Prima che tutto questo avesse un senso, il Signore ha provveduto a inserire nella redazione umana di questo libro tali avvenimenti, con il significato di annunciare velatamente la Sua volontà, come solo Lui può fare.

Isaia 41:26a Chi ha annunciato questo fin dal principio perché lo sapessimo?
Già da molto prima perché dicessimo: "È vero?"


Solo Dio può annunciare le cose fin dal principio, già da molto prima che si dicesse "è vero." Solo Lui può concepire piani che trascendono il tempo e lo spazio, mostrandosi solo parzialmente anche al più intelligente degli uomini.

Ora che abbiamo compreso l'importanza di questa vicenda, possiamo avvicinarci ancora di più a questi due personaggi, figli di Giuda, per comprendere un significato ancora più profondo.

Perez (o Pharez): "Breccia".
Zerac (o Zarah): "Risplendere" (del sole).

Leggendo la Bibbia apprendiamo che il Signore ha voluto rivelarsi agli uomini progressivamente e in modi differenti.
Nel Nuovo Testamento troviamo diverse parole che identificano questo concetto di rivelazione, manifestazione. Ogni parola però ha una accezione particolare che la distingue dalle altre. Questo non è un caso.

Phanerōs significa "manifestazione chiara, aperta." Brillare, manifestare la luce al cospetto degli uomini.
Epiphaneia significa "apparizione"
Apokalypsis significa "rivelare cose che prima erano sconosciute, manifestazione per quello che è realmente"
Parousía significa "presenza". Indica un'apparizione personale.

L'utilizzo di tutte queste parole indica la volontà di Dio di rivelarsi in tempi diversi e in modi diversi.

Giovanni 7:6 Gesù quindi disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo, invece, è sempre pronto.

Il Signore non si muove all'interno del tempo "chronos", un tempo consequenziale, ma nel tempo "kairos", un momento nel tempo. Un tempo efficace, decisivo, unico. Una dimensione perfetta. Per questo il tempo di Gesù in quel passo del Vangelo non era ancora venuto e per lo stesso motivo, il tempo dei fratelli increduli di Gesù era sempre pronto. Esattamente per questo, inoltre, esistono dei tempi specifici per una specifica manifestazione di Dio. Questo è quello che ci testimonia la Bibbia.
Alcuni tempi sono già passati, altri devono ancora arrivare.
Ecco il perchè di tante parole dal significato così simile. Ogni termine non è usato a caso ma per identificare un tempo kairos precisamente associato ad una precisa manifestazione di Dio.

Cosa c'entra tutto questo con i nostri due personaggi, figli di Giuda?

Dobbiamo considerare che nella cultura semitica il nome ha un'importanza molto differente rispetto a quella che diamo noi.
Il nome delle persone rappresentava in un certo senso il loro destino, una visione profetica della loro vita.
Ecco quindi che possiamo ragionare sul nome "Breccia" e "Risplendere".
Ai tempi di Gesù, tutto il popolo di Israele oppresso dalla dominazione Romana era in trepidante attesa del Messia promesso dal Signore.
Aspettavano un Messia condottiero che portasse libertà istituendo un nuovo regno politico e teocratico. Una nuova manifestazione del Signore.
Phaneros e parusia, una manifestazione personale e aperta.

Questo desiderio cavalcava innumerevoli profezie e promesse del Signore, scritte dai profeti dell'Antico Testamento. Ma queste promesse sono per un tempo specifico. E quello non era il tempo kairos corretto.
Prima della parusia infatti il Signore ha voluto rivelarsi nell'epifania. Non una manifestazione brillante e gloriosa, ma un'apparizione umile e inosservata.
Una nascita povera, in una mangiatoia.
Un ingresso difficoltoso in questo mondo, riconosciuto soltanto da alcuni magi d'Oriente che:

Matteo 2:11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra.

Non è un riconoscimento universale ma rappresentativo.
Ecco quindi il vero significato profetico di Pharez, l'antenato legale di Gesù fatto carne. Una manifestazione raggiunta quasi con fatica, come attraverso una breccia. Egli è stato il primogenito, indicando la prima manifestazione divina che si sarebbe verificata millenni dopo. Dopo di lui, il secondogenito: Zerah. Lo splendore. La manifestazione della parusia, una rivelazione gloriosa che indica la seconda venuta di Cristo, tutt'oggi futura. Ecco qual'è il significato nascosto in queste persone, in questi nomi. Ecco l'indizio che porta inequivocabilmente a dire "Solo tu, Signore, hai annunciato questo fin dal principio, molto prima che dicessimo che è vero". Una minuzia che palesa un grande disegno eterno. Che rende gloria al nostro Signore.

lunedì 23 maggio 2011

Il Signore, colui che ti guarisce

Introduzione

Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.
Giovanni 1:1,3 

Poiché in lui [Gesù] sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Colossesi 1:16

Ogni cosa esistente, è stata creata per mezzo di Gesù Cristo.
Ogni cosa visibile e invisibile, materiale o spirituale.
La salvezza degli uomini, la vita eterna, ci è donata dall'unico Dio; per mezzo della Persona di Gesù Cristo.
Ogni opera del Padre è compiuta mediante Gesù. 
Ogni compiacimento del Padre non è rivolto verso il bene o il male, ma solo e unicamente verso Gesù Cristo.
Tutto l'Antico Testamento testimonia velatamente di Gesù Cristo e tutto il Nuovo Testamento glorifica apertamente Gesù Cristo.
Queste considerazioni possono sembrare banali, ma in realtà sono fondamentali per avere una minima comprensione delle realtà spirituali. 
Questa consapevolezza e questa dichiarazione infatti ci permette di afferrare la vita eterna, il dono di Dio. Attraverso questa presa di posizione possiamo convertirci dalle nostre vie malvagie e conoscere per la prima volta l'unico vero Dio. Ma non finisce qui. Ogni tappa nella nostra crescita spirituale infatti è legata unicamente ad una maggiore rivelazione di Cristo.

Ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
2Pietro 3:18

Solo crescendo nella grazia e nella conoscenza del Signore è possibile crescere nella propria fede, nella propria maturità spirituale, nella propria esperienza di Dio. Esperienza che possiamo acquisire attraverso benedizioni ma anche attraverso tribolazioni. Ogni cosa coopera al bene di chi ama Dio.
Ogni problema è un'occasione per affrontarlo insieme al Signore, e vivere una nuova forma della sua grazia per noi.

La Verità assoluta

Una di queste esperienze è sicuramente quella della guarigione miracolosa da parte del Signore. Eventi sovrannaturali di questo peso hanno una grande risonanza, anche nella società non credente. Per questo motivo molto spesso ci sono state manipolazioni delle informazioni, confusione, dubbi e incertezze.
Quando Dio compie un miracolo? In che occasioni? Quali sono le circostanze particolari in cui Egli si manifesta? A molte domande si è tentato di rispondere con la superstizione piuttosto che con la Bibbia.
Anche approcciandosi alle Scritture però, vi è un margine di errore dovuto ai più svariati motivi. Il tema è in realtà complesso e partire da un presupposto sbagliato porta a conclusioni inevitabilmente errate. Tra i tanti insegnamenti biblici però, la pietra angolare rimane sempre e solo una.

Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Giovanni 14:6

Ogni verità dottrinale infatti deve essere sottomessa alla Verità assoluta: Gesù.

Colui che ti guarisce

La prima volta che il Signore si rivelò come "colui che ti guarisce", fu al popolo di Israele, subito dopo aver attraversato il Mar Rosso fuggendo dagli Egiziani.

Esodo 15:22-26 Poi Mosè fece partire gli Israeliti dal mar Rosso ed essi si diressero verso il deserto di Sur; camminarono tre giorni nel deserto e non trovarono acqua.
Quando giunsero a Mara, non potevano bere l'acqua di Mara, perché era amara; perciò quel luogo fu chiamato Mara.
Allora il popolo mormorò contro Mosè, dicendo: «Che berremo?»
Egli gridò al SIGNORE; e il SIGNORE gli mostrò un legno. Mosè lo gettò nell'acqua, e l'acqua divenne dolce. È lì che il SIGNORE diede al popolo una legge e una prescrizione, e lo mise alla prova, dicendo:
«Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce».


Consideriamo un attimo il fatto che Dio sia onnipotente.
Pensiamo a una cosa, qualsiasi cosa. Ebbene, qualunque sia, Egli può farla.
Il Signore può portare all'esistenza cose che non sono, e annullare cose che esistono. Bastava un solo pensiero per bonificare la fonte d'acqua alla quale erano arrivati gli Israeliti. Che bisogno c'era di un legno? Di quel legno?
Il popolo iniziava a mormorare sempre con maggiore insistenza. La stessa guida di Mosè iniziava a vacillare. La rivolta del popolo era dietro l'angolo. In questo clima di estrema tensione, Mosè grida a Dio con tutta la sua forza.
E Dio gli mostra un legno.
Il legno della croce.

Non importa quanto profondi siano i nostri problemi. Non importa quanto gravi siano i nostri peccati, o quanto avanzata sia la nostra malattia.
Nella notte più profonda, gridando a Dio, il Signore potrà intervenire solo in un modo. Mostrandoci la croce di Cristo.

Prendo un'altro episodio dell'Antico Testamento per rimarcare il fatto che dietro ad ogni miracolo vi è il Signore Gesù, anche prima che Egli si incarnasse per portare a termine la Sua missione.

Numeri 21:5-9 Il popolo parlò contro Dio e contro Mosè, e disse: «Perché ci avete fatti salire fuori d'Egitto per farci morire in questo deserto? Poiché qui non c'è né pane né acqua, e siamo nauseati di questo cibo tanto leggero».
Allora il SIGNORE mandò tra il popolo dei serpenti velenosi i quali mordevano la gente, e gran numero d'Israeliti morirono.
Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il SIGNORE e contro di te; prega il SIGNORE che allontani da noi questi serpenti». E Mosè pregò per il popolo.
Il SIGNORE disse a Mosè: «Fòrgiati un serpente velenoso e mettilo sopra un'asta: chiunque sarà morso, se lo guarderà, resterà in vita».
Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra un'asta; e avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.


Questo passo biblico presenta una situazione molto simile alla precedente.
Un'intero popolo nomade nel deserto incontra per forza grandi difficoltà, e in questo caso anche grandi incredulità.
Le prime cose che si mettono in dubbio sono la guida del Signore e dell'autorità da Lui delegata: Mosè. Ancora una volta c'è una preghiera di soccorso. Ancora una volta Dio al posto di portare guarigione istantanea, parla a Mosè comunicando una rivelazione specifica. In questo caso però, il significato del serpente di bronzo può sembrare più difficile da comprendere ma la stessa Scrittura ci viene in soccorso.

«E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.
Giovanni 3:14-15 

Non una guarigione istantanea, ma una guarigione ottenuta fissando gli occhi su ciò che rappresenta Cristo. E, al giorno d'oggi, su Cristo stesso.
Ogni guarigione miracolosa infatti viene dispensata da Dio attraverso l'opera di Gesù.

Fino ad adesso abbiamo visto in modo chiaro questo legame, senza però metterlo a fuoco nella massima nitidezza. Ebbene, questa nitidezza si trova ancora una volta nell'Antico Testamento.

Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava,
erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato;
ma noi lo ritenevamo colpito,
percosso da Dio e umiliato!
Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni,
stroncato a causa delle nostre iniquità;
il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui
e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.

Isaia 53:4-5 

Questa profezia di Isaia si è adempiuta perfettamente nel sacrificio di Cristo sulla croce. Mentre tutte le persone dell'epoca lo ritenevano percosso da Dio e umiliato, Egli in realtà stava portando su di sè i nostri dolori, le nostre malattie, le nostre trasgressioni ed iniquità. Mediante le Sue lividure, mediante la Sua morte (e resurrezione), noi siamo stati guariti!
Ecco svelato il doloroso modo mediante il quale il Signore ha deciso di salvare gli uomini e di portare guarigione. Egli poteva salvare e guarire a prescindere da qualsiasi cosa, ma poiché è coerente con Sé stesso, ha deciso di portare questa salvezza e questa guarigione guadagnandola nel modo più costoso, mostrando una nuova via da percorrere. Una via di umiltà, di servizio e di amore per il prossimo....fino alla morte.

Guariti sempre??

Alcuni credenti, leggendo questo passo, sono arrivati ad alcune conclusioni molto pericolose. Il fatto che siamo stati guariti per le sue lividure infatti può portare a far pensare che chiunque indistintamente abbia la possibilità invocando questo decreto spirituale di "reclamare" la propria guarigione. Secondo tale interpretazione, il Signore in questo caso si troverebbe "costretto" a guarire per mantenere fede al proprio impegno. E nel caso la guarigione non avvenga? La colpa è della mancanza di fede nella persona.
Come accennato prima, ritengo che questa dottrina sia molto pericolosa. Il Signore non si fa manipolare dall'uomo. Il Signore non deve nulla all'uomo. Non esistono leggi che il Signore deve rispettare, perché tutte le leggi che conosciamo sono state date per gli uomini, non per Dio. Egli è sovrano e fa quel che vuole. Non si può ridurre la Sua opera ad una formula da pronunciare per dispensare miracoli. Il pericolo di questa dottrina è di cadere nella magia. E' antropocentrismo. E' la glorificazione dell'uomo, al posto di Cristo. Sono certo che molti figli di Dio ci credono in buona fede, e il mio rispetto e amore nel Signore li abbraccia indistintamente. Con fede nel Signore Gesù, senz'altro si verificano miracoli e prodigi. Ma il pericolo è grave, e grande è l'esigenza di vegliare e stare attenti. Chi desidera approfondire questo aspetto, e l'infondatezza biblica del "Movimento della fede", può leggere questo articolo.
Per ora invece, basti vedere qualche accenno biblico che mette in chiara luce la questione.

Non continuare a bere acqua soltanto, ma prendi un po' di vino a causa del tuo stomaco e delle tue frequenti indisposizioni.
1Timoteo 5:23 

In questo esempio classico vediamo come Timoteo soffrisse di frequenti indisposizioni di stomaco. Se bastasse la fede nel decreto di Dio a guarire indistintamente, forse non era abbastanza la fede dell'Apostolo Paolo? Leggendo il Nuovo Testamento dobbiamo prendere atto che ciò sia impossibile. Per sottolineare questo fatto, presento un'ulteriore prova scritturale.

E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca.
Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me;
ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me.

2Corinzi 12:7-9 

Tutti gli esegeti più rigorosi sono concordi nell'identificare questa spina nella carne in una malattia o in una debolezza di tipo fisico (probabilmente un problema agli occhi). Ecco quindi ancora una volta una malattia che ha oppresso uno dei più grandi uomini di Dio che abbiano vissuto, e che non fu guarita dal Signore.

Come detto prima, Egli fa quel che vuole. I Suoi pensieri sono più alti dei nostri e a volte certe malattie hanno uno scopo diverso rispetto a quello di essere guarite miracolosamente.

La Via

Come inquadrare dunque la profezia di Isaia, alla luce di queste considerazioni?
Ritengo sia più esplicativo partire dall'effetto, per arrivare alla causa.

Tutti coloro che sono stati guariti miracolosamente nel nome di Cristo Gesù, sono guariti in virtù delle Sue lividure.
Non per questo però, tutti devono essere guariti per forza.


Per operare attraverso Cristo, Dio ha provveduto una strada ben precisa. Ma non è obbligato a fare assolutamente nulla. Il Signore regna, e le malattie che Egli decide per Sua insindacabile volontà di guarire, le guarisce attraverso le lividure di Gesù.
Se ci pensiamo bene, la stessa cosa accade per la salvezza eterna.
Il sacrificio del Signore è abile di salvare tutta l'umanità. Ma è un dato di fatto che solo alcune persone si convertono. Di conseguenza rimane efficace solo per alcuni (che la Bibbia ritiene essere scelti da Dio - cfr. Ro8:29, Ef 1:4, Gv 17:6, Gv 15:16). Allo stesso modo, nella volontà del Signore ci sono malattie che hanno scopi diversi. Solo alcune di queste malattie hanno lo scopo di portare gloria al Signore Gesù attraverso una guarigione miracolosa. Questo fatto però non deve portare scoraggiamento o incredulità. Al contrario, deve portare al desiderio di ascoltare la voce del Signore e chiedere discernimento e rivelazione per ogni singola occasione.
In ogni caso, non conoscendo la volontà specifica di Dio, la Scrittura esorta a pregare con fede per la guarigione degli ammalati. Una preghiera basata sulla fede in chi è Dio, però, e non su ciò che Egli fa.

mercoledì 18 maggio 2011

Le feste solenni ebraiche: un calendario profetico

Levitico 23:1-2 Il SIGNORE disse ancora a Mosè:
«Parla ai figli d'Israele e di' loro:
"Ecco le solennità del SIGNORE, che voi celebrerete come sante convocazioni. Le mie solennità sono queste.


Insieme alle leggi sociali, morali e religiose che il Signore diede a Mosè per il popolo di Israele, Egli comandò che venissero osservate una serie di festività annuali. Sono feste solenni appartenenti a Dio e a Lui dedicate. Pur essendo festività religiose, hanno una grande importanza anche per l'agricoltura, scandendo le fasi di semina e raccolto.

Oltre a tutto questo però, alla luce del Nuovo Testamento si può osservare una loro valenza profetica, legata a eventi futuri relativi al piano di salvezza di Dio per l'umanità e per Israele. Eventi di primaria importanza, causati in prima persona dal Signore. Ecco quindi delinearsi la loro impronta rivelatrice, che come stiamo per vedere, al giorno d'oggi si è realizzata solo parzialmente. In questo contesto possiamo affermare che le feste solenni rappresentino il calendario profetico del Signore. Un anticipo di quello che sta per fare. Un cartello che indica la direzione che stiamo percorrendo.

IL SABATO

Levitico 23:3 Si lavorerà sei giorni; ma il settimo giorno è sabato, giorno di completo riposo e di santa convocazione. Non farete in esso nessun lavoro; è un riposo consacrato al SIGNORE in tutti i luoghi dove abiterete.

Il sabato è l'unica ricorrenza settimanale e non annuale.
Indica il desiderio di YHWH di avere comunione con il Suo popolo.
Possiamo considerare il settimo giorno della creazione come l'inizio della manifestazione di questo desiderio. Dopo aver creato ogni cosa infatti, il Signore prende un giorno per riposarsi e contemplare la creazione. E' il
primo giorno in cui sceglie di non compiere alcuna opera semplicemente per restare in compagnia del creato e dell'uomo.
Lo stesso desiderio porta a questa istituzione, che ogni Ebreo è tenuto a osservare per consacrare un tempo specifico al Signore.
Nella Lettera agli Ebrei capitolo 3 e 4 viene rivelato un significato più profondo. Il sabato come rappresentazione del riposo di Dio. Un'attitudine spirituale e costante anzichè un tempo specifico limitato.
Anche questo però è un significato parziale, che verrà realizzato pienamente solo nella Nuova Gerusalemme, quando il Signore avrà una comunione continua con il Suo popolo.

LA PASQUA

Levitico 23:5 Il primo mese, il quattordicesimo giorno del mese, sull'imbrunire, sarà la Pasqua del SIGNORE.

Questa festività è contemporaneamente memoriale dell'uscita di Israele dall'Egitto, e profezia del sacrificio di Cristo sulla Croce.


Esodo 12:5-7 Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, dell'anno; potrete prendere un agnello o un capretto.
Lo serberete fino al quattordicesimo giorno di questo mese, e tutta la comunità d'Israele, riunita, lo sacrificherà al tramonto.
Poi si prenda del sangue d'agnello e lo si metta sui due stipiti e sull'architrave della porta delle case dove lo si mangerà.
Esodo 12:12 Quella notte io passerò per il paese d'Egitto, colpirò ogni primogenito nel paese d'Egitto, tanto degli uomini quanto degli animali, e farò giustizia di tutti gli dèi d'Egitto. Io sono il SIGNORE.
Esodo 12:13 Il sangue vi servirà di segno sulle case dove sarete; quand'io vedrò il sangue, passerò oltre, e non vi sarà piaga su di voi per distruggervi, quando colpirò il paese d'Egitto.


1Corinzi 5:7b Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata.

Gesù entrò in Gerusalemme il giorno in cui ogni famiglia ebraica sceglieva il proprio agnello. Morì nel momento in cui ogni famiglia ebraica immolava il proprio agnello. Il Suo sangue fu sparso sul legno della croce esattamente come il sangue degli agnelli venne sparso prima della fuga dall'Egitto.
In Lui si adempì perfettamente questa profezia.

Giovanni 1:29 Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: «Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!

LE PRIMIZIE

Levitico 23:10 «Parla ai figli d'Israele e di' loro:
"Quando sarete entrati nel paese che io vi do e ne mieterete la raccolta, porterete al sacerdote un fascio di spighe, come primizia della vostra raccolta;
Levitico 23:11 il sacerdote agiterà il fascio di spighe davanti al SIGNORE, perché sia gradito per il vostro bene; l'agiterà il giorno dopo il sabato.




Questa festività rappresenta la resurrezione di Cristo.

1Corinzi 15:20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti.
1Corinzi 15:22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati;
1Corinzi 15:23 ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta.


LA PENTECOSTE

Levitico 23:15-18 «"Dall'indomani del sabato, dal giorno che avrete portato l'offerta agitata del fascio di spighe, conterete sette settimane intere.
Conterete cinquanta giorni fino all'indomani del settimo sabato e offrirete al SIGNORE una nuova oblazione.
Porterete dai luoghi dove abiterete due pani per un'offerta agitata, i quali saranno di due decimi di un efa di fior di farina e cotti con lievito; sono le primizie offerte al SIGNORE.
Con quei pani offrirete sette agnelli dell'anno, senza difetto, un toro e due montoni, che saranno un olocausto al SIGNORE insieme alla loro oblazione e alle loro libazioni; sarà un sacrificio consumato dal fuoco, di profumo soave per il SIGNORE.


Atti 2:1-4 Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov'essi erano seduti.
Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.




La discesa dello Spirito Santo sulla Chiesa rappresentò l'adempimento profetico della festa della Pentecoste. Questa festività ricorre ogni anno in tarda primavera. Una volta raggiunta si arriva all'estate, un tempo di aridità in cui il sole cocente non permette grandi lavori. Proprio l'estate infatti è uno spartiacque tra le prime tre festività annuali e le ultime quattro che ricorrono in autunno.
L'epoca attuale si può considerare l'estate profetica di questo calendario. La Pasqua, la Primizia e Pentecoste si sono adempiute fedelmente, ma come stiamo per vedere, la maggior parte delle realizzazioni devono ancora accadere.

LA FESTA DELLE TROMBE

Levitico 23:24 «Parla ai figli d'Israele e di' loro:
"Il settimo mese, il primo giorno del mese avrete un riposo solenne, che sarà ricordato con il suono della tromba, una santa convocazione.




La festa delle Trombe si adempirà con la prima resurrezione e il rapimento della Chiesa.

1Corinzi 15:52 in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati.

1Tessalonicesi 4:16 perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo;
1Tessalonicesi 4:17 poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore.


IL GIORNO DELLE ESPIAZIONI

Levitico 23:27 «Il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno delle espiazioni; avrete una santa convocazione, vi umilierete e offrirete al SIGNORE dei sacrifici consumati dal fuoco.
Levitico 23:28 In quel giorno non farete nessun lavoro; poiché è un giorno di espiazione, destinato a fare espiazione per voi davanti al SIGNORE, che è il vostro Dio.





Questo è un giorno di umiliazione, di espiazione, di dolore e travaglio interiore.
In futuro, vi è solo un giorno in cui il popolo di Israele proverà questi stati d'animo. Il giorno in cui Dio toglierà il velo dal popolo di Israele e potranno riconoscere che Gesù è il Messia. In questo momento le nazioni li porranno sotto assedio e loro si umilieranno facendo cordoglio. Dopo questo, il Signore li libererà in prima persona, intervenendo in modo sovrannaturale

Zaccaria 12:10 «Spanderò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme
lo Spirito di grazia e di supplicazione;
essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto,
e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico,
e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito.


LA FESTA DELLE CAPANNE

Levitico 23:34 «Parla ai figli d'Israele, e di' loro: "Il quindicesimo giorno di questo settimo mese sarà la festa delle Capanne, durerà sette giorni, in onore del SIGNORE.




L'adempimento profetico della festa delle Capanne sarà il ritorno di Cristo e l'inizio del regno milleniale.

Zaccaria 14:16 Tutti quelli che saranno rimasti di tutte le nazioni
venute contro Gerusalemme,
saliranno di anno in anno
a prostrarsi davanti al Re, al SIGNORE degli eserciti,
e a celebrare la festa delle Capanne.


LA SOLENNE ASSEMBLEA

Levitico 23:36 Per sette giorni offrirete al SIGNORE dei sacrifici consumati dal fuoco. L'ottavo giorno avrete una santa convocazione e offrirete al SIGNORE dei sacrifici consumati dal fuoco. È giorno di solenne assemblea; non farete nessun lavoro ordinario.

La vera santa convocazione ci sarà dopo il regno milleniale, nella nuova Terra, dove il popolo di Dio potrà godere in eterno della Sua presenza.

Isaia 65:17 Poiché, ecco, io creo nuovi cieli
e una nuova terra;
non ci si ricorderà più delle cose di prima;
esse non torneranno più in memoria.

Isaia 66:22 «Infatti, come i nuovi cieli
e la nuova terra che io sto per creare
rimarranno stabili davanti a me», dice il SIGNORE,
«così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome.

2Pietro 3:13 Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia.


Secondo l'esortazione dell'Apostolo Pietro dunque, discerniamo i tempi in cui viviamo studiando le Scritture e aspettiamo l'adempimento della volontà di Dio pregando per essa.

Daniele 12:1-4 «In quel tempo sorgerà Michele, il grande capo, il difensore dei figli del tuo popolo; vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo; e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; cioè, tutti quelli che saranno trovati iscritti nel libro.
Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una eterna infamia.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno.
Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà».

lunedì 16 maggio 2011

Il significato profetico della benedizione sacerdotale

Numeri 6:22-27 Il SIGNORE disse ancora a Mosè:
«Parla ad Aaronne e ai suoi figli e di' loro: "Voi benedirete così i figli d'Israele; direte loro:'Il SIGNORE ti benedica e ti protegga!
Il SIGNORE faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio!
Il SIGNORE rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!'".
Così metteranno il mio nome sui figli d'Israele e io li benedirò».


Erano passati due anni da quando il Signore aveva fatto uscire con mano potente tutto Israele dall'oppressione egiziana.
Ora il popolo era nel deserto del Sinai.
Mosè era nella tenda di convegno e ascoltava le dettagliate istruzione che riceveva da parte di Dio. Leggi morali, sociali, religiose.
Ad un certo punto, il Signore stesso insegna a Mosè la benedizione per la quale desidera che il Suo Nome sia sopra i figli di Israele.
Sono parole rivelate direttamente da Dio. Una benedizione che d'ora in avanti potevano recitare soltanto i sacerdoti, solo i discendenti di Aronne.

Non è una preghiera qualsiasi. Non è una benedizione qualsiasi.

L'autorità spirituale si basa sulla legge dell'autorità delegata.
In realtà, l'unica vera autorità esistente è Dio stesso.
Egli però ha deciso di delegarla a una serie di persone, affinchè potessero servire il Suo popolo portando maturità, ordine e armonia.
A quel tempo, il Signore scelse Aronne e la sua discendenza per fondare la classe sacerdotale. I sacerdoti avevano un'autorità delegata da Dio stesso. Essi portavano le offerte al Signore da parte del popolo, a tutti gli effetti intercedevano a loro favore. Come dimostra più tardi la Bibbia, questa divisione di classi religiose non era il reale desiderio di Dio, ma era necessaria per quel tempo.
Proprio loro quindi avevano l'obbligo di pronunciare questa formula in un determinato contesto, affinchè avesse un profondo impatto spirituale.

Ebrei 10:1 La legge, infatti, possiede solo un'ombra dei beni futuri, non la realtà stessa delle cose.

Queste leggi rivelate da Dio però, sono state solo l'ombra di beni futuri.
L'ombra del vero sacrificio, l'ombra del vero sacerdote, l'ombra della vera benedizione. Il vero sacrificio è quello di Cristo, il vero e unico sacerdote è Gesù stesso - secondo l'ordine di Melchisedec, maggiore di Aronne -. Ma la benedizione....può essere che anche questa benedizione abbia una valenza profetica, indicante una piena rivelazione nei tempi futuri?
La mia opinione è che sia esattamente così, anche per questo caso.

Millenni più tardi, la classe sacerdotale sarebbe stata allargata a tutti i credenti in Cristo Gesù, in virtù del Suo sacrificio. Tutti i cristiani quindi, ora possono e devono svolgere la loro funzione sacerdotale nel mondo, portando le persone che non conoscono Dio alla riconciliazione. In questo nuovo sviluppo però, non manca una nuova forma di autorità delegata. Gesù infatti ha voluto fondare la chiesa sugli apostoli, dando a persone particolari dei compiti altrettanto specifici. Non si tratta più di essere intermediari, ma ministri con chiamate speciali. Ministri che devono ricevere onore, rispetto e sottomissione dal resto della Chiesa a causa del loro servizio e della loro fatica (in quanto espressione della loro chiamata) per l'avanzamento del Regno di Dio. Nella Bibbia possiamo leggere che uno di questi apostoli ebbe modo di benedire una chiesa locale con parole che non furono mai usate prima.

2Corinzi 13:13 La grazia del Signore Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

Questa benedizione apostolica, può avere una correlazione con quella sacerdotale? Quali sono i punti di contatto?

Il SIGNORE ti benedica e ti protegga!
La grazia del Signore Gesù Cristo.


La benedizione e la protezione di Dio è espressa attraverso la grazia proceduta da Gesù Cristo. La nostra vita abbondante (spirituale, eterna) e la nostra protezione dipendono dal Suo sacrificio. Fuori dalla grazia di Cristo, vi è maledizione. Solo coperti dal sangue dell'Agnello di Dio abbiamo protezione dall'angelo della morte. La Sua grazia è la benedizione e la protezione di Dio per noi.

Il SIGNORE faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio!
L'amore di Dio.


L'amore di Dio. L'amore del Padre. Il sorriso disegnato sul Suo volto, mentre ti osserva. Un sorriso che ti riscalda le ossa, come un sole spendente dopo una fredda notte di pioggia. Un'approvazione che non ha nulla a che fare con quello che hai fatto, ma che ti avvolge semplicemente per ciò che sei. La soddisfazione del tuo Creatore. Il Suo favore su di te.

Il SIGNORE rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!
La comunione dello Spirito Santo.


Solo avendo comunione con lo Spirito Santo possiamo avere comunione con Dio. Solo nella Sua Persona, il Signore può volgere il suo volto verso di noi per comunicare in questo tempo. Solo grazie allo Spirito possiamo ricevere la pace di Cristo.

Sono persuaso che la benedizione sacerdotale sia ombra della benedizione espressa dalla pienezza di Dio. Ombra della rivelazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo che insieme operano realizzando la completezza della benedizione di Dio per l'uomo. Il compimento di ciò che un tempo era velato. L'adempimento di un disegno eterno.

mercoledì 11 maggio 2011

La relazione tra un ministero spirituale e il lavoro

Negli ultimi due secoli la società ha vissuto grandi sconvolgimenti. Sconvolgimenti economici, tecnologici, spirituali. All'inizio del '900 il risveglio di Azusa Street ha portato nuova freschezza nella cristianità di tutto il mondo. Lentamente ha preso sempre più piede il fenomeno delle mega-chiese: grandissime comunità di credenti che hanno dovuto adottare nuove strategie per mantenere ordine e funzionalità. Le chiese statunitensi in particolare si sono sviluppate molto sfruttando le nuove possibilità comunicative come radio, televisioni, internet. Sono fioriti gruppi musicali cristiani che hanno prodotto centinaia di album che hanno coperto quasi tutti i generi esistenti. Meccanismi che fanno girare milioni di dollari.
Sono stati garantiti gli stipendi di molti pastori. Ma non solo loro.
Cantanti, musicisti, predicatori televisivi...hanno trovato un vero e proprio lavoro a tempo pieno. Parallelamente, gli insegnamenti cristiani sono penetrati in alcuni ambiti della società. Esistono investitori, avvocati, uomini di affari che riconoscono di adottare una condotta cristiana per aver successo nel loro lavoro. Nelle librerie cristiane sono sempre più presenti manuali di leadership e strategie per la prosperità economica e spirituale.

Molti aspetti sono indubbiamente positivi. Ma molti altri sono più subdoli e difficili da inquadrare.

Complice la globalizzazione, nell'ultimo decennio le culture e le usanze di ogni popolo sono arrivate a tutti gli altri, producendo una serie di contaminazione dall'aspetto completamente nuovo. L'erba del vicino, si sa, è sempre più verde. E appare a tutti come l'unica vera direzione da inseguire per arrivare al progresso.
Anche cristiano.

Già, a quanto pare anche il cristianesimo ha bisogno di progredire, per "stare al passo con i tempi".

Ma cosa dice la Bibbia a riguardo? E' possibile che un lavoro sia un vero e proprio ministero spirituale?

IL PERICOLO DI MAMMONA - L'AVIDITA'

Matteo 6:24 Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona.

"Mammona" è un termine di origine aramaica che significa letteralmente "tesoro sotterrato". E' la personificazione demoniaca del profitto, del guadagno e della ricchezza materiale. In questo contesto, Gesù mette in guardia i propri ascoltatori sul fatto che è necessario fare una scelta. Si può scegliere di servire Dio, oppure il denaro. Una scelta esclude automaticamente l'altra.
Subito dopo aver affermato questo, ribadisce il concetto ai discepoli con nuove esortazioni:

Matteo 6:25-33 «Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita? E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?" Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più.

Chi decide di servire Dio, ha fede nella provvidenza e non nelle proprie capacità imprenditoriali. Questo non intende significare che il lavoro e l'imprenditoria siano cose negative, come vedremo più avanti. Significa però che ogni cosa deve avere la sua giusta dimensione per essere equilibrati davanti al Signore.
C'è un pericolo molto grave intorno all'arricchimento: il pericolo di servire Mammona e non servire più Dio.

Luca 18:24-25 «Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio! Perché è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio».

LA PIETA' COME FONTE DI GUADAGNO - I FALSI MINISTRI DI DIO

1Timoteo 6:3-10 Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è conforme alla pietà, è un orgoglioso e non sa nulla; ma si fissa su questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contese, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni di persone corrotte di mente e prive della verità, le quali considerano la pietà come una fonte di guadagno. La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno. Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti. Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione. Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori.

L'Apostolo Paolo mette in guardia dai falsi dottori.
Persone che si dicono credenti ma che predicano una dottrina diversa, non attenendosi alle sane parole del nostro Signore Gesù Cristo.
Quante persone conosciamo che possono ricondursi a questa descrizione? La pietà è un grande guadagno. Aiutare le persone, sembrare disinteressati, predicare l'amore, porta le persone a fare grandi offerte. Il cristiano ha lo sguardo rivolto al Cielo. Non gli interessa il guadagno, perchè il suo tesoro è custodito da Cristo stesso e ciò di cui ha bisogno gli è donato dal suo Signore. E' buono vivere con dignità, ma bisogna stare attenti all'amore per il denaro, all'arricchimento. E' facile servire Dio e lentamente cadere nella tentazione di manipolare il proprio messaggio fino a farlo diventare corrotto. Gesù non ha predicato il successo. Non ha predicato l'arricchimento. Non ha predicato la prosperità. Gesù ha predicato la sofferenza e la dipendenza dalla provvidenza di Dio.

NON METTERE LA MUSERUOLA AL BUE CHE TREBBIA - IL DIRITTO DEI MINISTRI DI DIO

1Corinzi 9:6-9 O siamo soltanto io e Barnaba a non avere il diritto di non lavorare? Chi mai fa il soldato a proprie spese? Chi pianta una vigna e non ne mangia il frutto? O chi pascola un gregge e non si ciba del latte del gregge? Dico forse queste cose da un punto di vista umano? Non le dice anche la legge? Difatti, nella legge di Mosè è scritto: «Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano». Forse che Dio si dà pensiero dei buoi?
1Corinzi 9:11 Se abbiamo seminato per voi i beni spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali?
1Corinzi 9:12 Se altri hanno questo diritto su di voi, non lo abbiamo noi molto di più? Ma non abbiamo fatto uso di questo diritto; anzi sopportiamo ogni cosa, per non creare alcun ostacolo al vangelo di Cristo.


I ministri di Dio che si prodigano al servizio della Chiesa di Cristo hanno il diritto di essere sostenuti economicamente per le loro necessità.
Apostoli, profeti, pastori, dottori ed evangelisti che seminano beni spirituali possono avvalersi di questo diritto oppure no.
In questo caso, con la comunità di Corinto, l'Apostolo Paolo non se n'è avvalso per evitare di creare ostacolo al vangelo di Cristo. Un vero ministro se vede che questo aiuto materiale è di ostacolo per il vangelo a causa delle coscienze dei credenti, è tenuto a fare altrimenti. Anche nel caso in cui un ministro sia retribuito però, questo deve valere per i suoi bisogni e non per il suo arricchimento.

Matteo 10:7-10 Andando, predicate e dite: "Il regno dei cieli è vicino". Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non provvedetevi d'oro, né d'argento, né di rame nelle vostre cinture, né di sacca da viaggio, né di due tuniche, né di calzari, né di bastone, perché l'operaio è degno del suo nutrimento.

CHI NON VUOLE LAVORARE, NON MANGI - LO SCOPO DEL LAVORO

Atti 18:3 Essendo del medesimo mestiere, andò ad abitare e a lavorare con loro. Infatti, di mestiere, erano fabbricanti di tende.
Atti 18:4 Ma ogni sabato insegnava nella sinagoga e persuadeva Giudei e Greci.
Atti 18:5 Quando poi Sila e Timoteo giunsero dalla Macedonia, Paolo si dedicò completamente alla Parola, testimoniando ai Giudei che Gesù era il Cristo.


La prima testimonianza è l'eccellenza nel proprio luogo di lavoro.
L'onestà, la trasparenza. Solo dimostrando queste qualità si può fare il passo seguente, testimoniando Cristo. E' ottimo evangelizzare nel proprio posto di lavoro, ma l'Apostolo Paolo aveva ben chiaro in mente quale fosse lo scopo del lavoro. Il suo impiego era ciò che gli dava la possibilità di mangiare e di vivere. Non speculava su questo fabbricando "tende cristiane" come molti credenti farebbero oggi. Egli lavorava per guadagnare ciò che serviva al proprio sostentamento e con questo continuava a portare avanti l'opera apostolica nei giorni di riposo, finchè non potè dedicarsi a tempo pieno al ministero.

2Tessalonicesi 3:7-12 Infatti voi stessi sapete come ci dovete imitare: perché non ci siamo comportati disordinatamente tra di voi; né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di nessuno, ma con fatica e con pena abbiamo lavorato notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi. Non che non ne avessimo il diritto, ma abbiamo voluto darvi noi stessi come esempio, perché ci imitaste. Infatti, quando eravamo con voi, vi comandavamo questo: che se qualcuno non vuole lavorare, neppure deve mangiare. Difatti sentiamo che alcuni tra di voi si comportano disordinatamente, non lavorando affatto, ma affaccendandosi in cose futili. Ordiniamo a quei tali e li esortiamo, nel Signore Gesù Cristo, a mangiare il proprio pane, lavorando tranquillamente.

Il Signore ordina di lavorare. Il lavoro è una cosa buona. Ma come ogni altra cosa bisogna stare attenti all'uso che se ne fa. Il suo scopo infatti è quello di provvedersi il pane. Vivere in modo dignitoso. Questo è il motivo per cui il Signore l'ha creato quando insegnò ad Adamo a curare il giardino dell'Eden.
Tutti gli altri usi, possono essere considerati degli abusi.

CONCLUSIONI

L'arricchimento e il capitalismo fine a sè stesso presentano il grave rischio di portare all'amore per il denaro allontanando dall'amore per Dio.

Coloro che predicano dottrine non conformi alle parole di Gesù, quasi sempre lo fanno per il proprio guadagno, manifestandosi come falsi dottori.

Un ministro di Dio può essere sostenuto dalla comunità che cura, a patto che questo non sia di intralcio all'evangelo.

L'unico scopo del lavoro è quello di vivere in dignità.

Arricchirsi attraverso un ministero spirituale è di conseguenza illecito alla luce della Parola di Dio. Un lavoro non può essere un servizio alla chiesa (oltre a quello dei cinque ministeri), questo non è sano. Può essere invece luogo di espressione della propria testimonianza e mezzo per poter mandare avanti la missione affidata da Dio.

giovedì 5 maggio 2011

I due desideri: la presenza o l'assenza di Dio

Salmo 26:8-10 O SIGNORE, io amo trattenermi nella tua casa,
nel luogo dove risiede la tua gloria.
Non mettermi in un fascio con i peccatori,
non associarmi agli uomini sanguinari,
nelle cui mani è scelleratezza,
e la cui destra è colma di regali corruttori.


Il re Davide scrisse questo salmo, manifestando i desideri del suo cuore.
Non sono parole da prendere alla leggera, sono parole profonde, dalle implicazioni molto importanti. Sono parole di una persona rigenerata dallo Spirito Santo. Scelta da Dio. Eletta.

Salmi 63:1 O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall'alba;
di te è assetata l'anima mia, a te anela il mio corpo
languente in arida terra, senz'acqua.


Questo anelito, questo intenso desiderio e trasporto verso Dio è qualcosa di estraneo all'uomo. Certo, c'è in ogni essere umano una vaga consapevolezza dell'esistenza di una o più divinità, ma questa certezza, questa lucidissima fede, è qualcosa di soprannaturale. Qualcosa che non appartiene al genere umano, da quando Adamo scelse di mangiare il frutto proibito. La storia e la Bibbia insegnano quanto grande sia il traviamento degli uomini. La loro cattiveria, la loro malvagità. Nell'Antico Testamento troviamo la storia degli uomini di Dio del passato. Ma per poche decine di giusti (scelti e chiamati da Dio), milioni - anzi, miliardi - sono i corrotti.

Anche nella nostra società, quanti sono quelli che dicono:

"Amo mettermi in un fascio con i peccatori,
associarmi con gli uomini sanguinari
nelle cui mani è scelleratezza,
e la cui destra è colma di regali corruttori.
O SIGNORE, non mettermi nella tua casa,
nel luogo dove risiede la tua gloria."

Non c'è bisogno di dirlo. E' ancor più chiaro osservarlo in coloro che si comportano in questo modo.
Certo, molti di essi magari non si mettono con gli uomini sanguinari, ma parimenti fuggono dalla casa del Signore, dalla sua gloria. Coloro che non si interessano di Lui, ma desiderano volontariamente starne alla larga.
Le due vie portano nella medesima direzione.

Luca 10:27 «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso».

Questo è il più grande comandamento di Dio. E' composto da due parti, ma non sono divisibili. Sono legate a doppio filo, l'una all'altra.
Puoi amare il tuo prossimo, ma se non ami Dio sei mancante.
Puoi dire di amare Dio, ma se non ami il prossimo sei menzognero
(1Gv 4:20).

L'adempimento passionario di questi due comandamenti invece, riconosce in modo limpido i figli di Dio. Le persone che desiderano il Signore più di ogni altra cosa e che non trovano pace finchè non arrivano alla Sua dimora, dove è presente la Sua gloria. Questi inseguitori di Dio sono coloro che Lo troveranno. Coloro che spendendo tutta la vita in questo consumante desiderio, nel giorno in cui si manifesterà potranno contemplarlo così come Egli è, manifestando a loro volta la propria natura celeste (1 Gv3:2).

Giovanni 17:16 Essi [i discepoli di Gesù] non sono del mondo, come io [Gesù] non sono del mondo.

I veri credenti non sono di questo mondo. Il loro desiderio di raggiungere Dio, la loro insaziabile fame di contemplare la Sua gloria, il loro tormento e la loro angoscia nei momenti di lontananza dalla Sua presenza sono qualcosa di spirituale e non terreno. Questi sentimenti sono il suggello dello Spirito Santo, il segno di un sigillo divino. Non c'è confusione, non ci sono svariati toni di grigio. Nel regno spirituale o si è figli di Dio oppure si è figli del diavolo. Ed è molto chiara la differenza.

Gesù Cristo sta tornando per giudicare i vivi e morti e regnare senza fine.
Le reazioni che si scateneranno sono solamente due.

Ci saranno coloro che grideranno rivolgendosi ai monti e alle rocce:
«Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira. Chi può resistere?» (Ap6:16)

E quelli che invece diranno:
«Amen! Vieni, Signore Gesù!» (Ap 22:20)

Entrambi questi gruppi di persone troveranno esattamente quello che cercano, e la troveranno per l'eternità.
Quanto è importante capire veramente quello che si desidera, quello che si vuole ricercare. Fermiamoci a riflettere, perchè questo è esattamente quello che troveremo. La presenza o l'assenza di Dio.

mercoledì 4 maggio 2011

La causa del diluvio universale

Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. Il SIGNORE disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni». In quel tempo c'erano sulla terra i giganti, e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi. Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo. Il SIGNORE si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo. E il SIGNORE disse: «Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato: dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento di averli fatti».  
Genesi 6:1-7
Ricostruzione fotografica dello scheletro di un gigante.
Questo brano precede l'episodio biblico del diluvio universale e della vicenda di Noè che tutti conosciamo. In questi pochi versetti si nasconde, di fatto, il motivo che ha scatenato l'indignazione di Dio, ed il conseguente giudizio espresso con il diluvio. Al centro di queste vicende, ci sono un gruppo di individui, chiamati "figli di Dio". Questo nome è abbastanza generico e ci sono diverse scuole di pensiero che tendono ad identificarli in modo differente. Il libro della Genesi è stato redatto centinaia di anni prima dei libri del Nuovo Testamento, la rivelazione del piano di salvezza di Dio per l'uomo era germogliato da poco. Non era ancora stato compiuto il sacrificio di Cristo. Tutto questo porta in una direzione molto lontana rispetto al significato neotestamentario di "figli di Dio", ossia quello di uomini e donne che credono nel Signore Gesù.

Oltre a questi "figli di Dio", vi sono anche altri protagonisti, chiamati "giganti" e identificati in originale con il termine "nefilim". Una traduzione letterale di questo termine può essere "quelli che sono precipitati", poichè deriva dalla radice semitica "nafal" che significa appunto "cadere". I giganti - o, meglio, i caduti - erano presenti prima che i figli di Dio e le figlie degli uomini si unirono, ma anche in seguito, ossia quanto questi fatti accaddero. I caduti quindi erano presenti prima e durante questi avvenimenti, e non possono essere collegati a queste unioni in sé, i cui frutti invece vengono presentati nei termini degli "uomini potenti e anticamente famosi".

Abbiamo dunque questi "figli di Dio", abbiamo i loro figli avuti con le figlie degli uomini, ossia degli "uomini potenti", ed infine abbiamo la presenza di questi giganti/caduti.

Entrando ora nel dettaglio, molti studiosi identificano i figli di Dio con la discendenza di Set, figlio di Adamo.
Genealogia di Seth
In effetti il capitolo cinque di Genesi descrive la genealogia di Adamo unicamente per la linea di Set, lasciando intendere che questo gruppo famigliare restò in disparte. Il libro apocrifo veterotestamentario "La caverna del tesoro" racconta la storia dei discendenti di Set, che rimasero sul monte del Paradiso, lontani dalle pianure circostanti dove si moltiplicarono i discendenti di Caino. Si occuparono soltanto di lodare il Signore e per questo furono chiamati figli di Dio. Nel frattempo invece i figli di Caino diventarono sempre più depravati assecondando le tentazioni di Satana, arrivando a innumerevoli possessioni demoniache, soprattutto tra le donne. C'è da dire però che il significato principale della genealogia di Genesi 5 è da trovare nel suo orizzonte messianico. L'albero genealogico è l'unico importantissimo mezzo con cui gli Ebrei possono dimostrare che l'atteso Messia discenda dal re Davide, secondo le profezie bibliche. Nel Vangelo di Luca, al quarto capitolo, leggiamo infatti questa genealogia che parte da Adamo, passando per Set, Noè, Davide, per poi finire con Gesù. Leggiamo già nella Genesi quindi gli elementi necessari per vedere il germoglio della salvezza di Dio in Cristo Gesù.

Ultimo elemento che fa pensare a questa ipotesi è che Genesi 4:26 riporta come al tempo di Enos, figlio di Set, si iniziò ad invocare il nome del Signore. Anche questo indizio fa pensare alla chiamata sacerdotale della famiglia di Set e quindi alla possibile associazione con il fatto che vengano chiamati figli di Dio.

Una seconda possibilità invece, identifica i figli di Dio con degli angeli che disubbidirono alle leggi imposte da Dio. Questa teoria si scontra però con alcune parole del Signore Gesù:

Gesù disse loro: «I figli di questo mondo sposano e sono sposati; ma quelli che saranno ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla risurrezione dai morti, non prendono né danno moglie; neanche possono più morire perché sono simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione.
Luca 20:34-36 

Gli angeli, in quanto esseri spirituali, non hanno la possibilità di prendere moglie. In sé questa affermazione può significare soltanto che gli angeli non si possono sposare, oppure può significare per deduzione anche il fatto che non possono avere di conseguenza rapporti sessuali. La prima è un'esplicita certezza, mentre la seconda è una lecita - ma non definitiva - conclusione. Per sostenere il pensiero che questi "figli di Dio" fossero angeli ribelli, abbiamo però tutta una serie di importanti testimonianze, a partire dallo stesso Nuovo Testamento:


Ora voglio ricordare a voi che avete da tempo conosciuto tutto questo, che il Signore, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d'Egitto, fece in seguito perire quelli che non credettero.
Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora.

[...]
Anche per costoro profetizzò Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi per giudicare tutti; per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà da loro commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno pronunciati contro di lui».
 
Lettera di Giuda 5-6/14-15

Gli angeli che abbandonarono (volontariamente) la loro dimora si potrebbero riconoscere proprio negli angeli decaduti che (non conservarono la loro dignità, e) si unirono alle figlie degli uomini, venendo in seguito imprigionati da Dio in catene eterne in attesa del giorno del giudizio. I versetti 14 e 15 corrispondono ad un'esplicita citazione del primo libro di Enoch (chiamato anche Libro di Enoch Etiope [per la precisione: 1 Enoch 60:8 e 1 Enoch 1:9]) che racconta nel dettaglio la storia di 200 angeli che scendono sul monte Hermon e si uniscono con le figlie degli uomini. In questo scritto apocrifo, dopo questo avvenimento Dio ordina all'angelo Uriel di comunicare a Noè l'intenzione di punire questo gesto con il diluvio universale e agli angeli Raffaele e Michele di incatenare nelle tenebre gli angeli ribelli fino al giorno del giudizio. L'analogia del racconto e la prova della citazione rendono estremamente probabile l'indicazione che questi figli di Dio fossero quindi - a tutti gli effetti - degli angeli. Altrimenti l'Apostolo Giuda avrebbe evitato di
Croce cristiana copta
inserire questi versetti, oppure la Lettera non sarebbe presente nel canone Cristiano. Il primo libro di Enoch inoltre è all'interno del canone biblico della Chiesa Cristiana Ortodossa Copta, una Chiesa dall'antichissima tradizione, la cui fondazione viene ricondotta alla predicazione dell'evangelista Marco. Ma c'è dell'altro. Anche nella letteratura patristica, infatti, troviamo alcune testimonianze che mostrano come la Chiesa primitiva sostenesse proprio questa tradizione teologica. Possiamo vedere di seguito un principale esempio:


"Unico e identico è sempre il Verbo di Dio, il quale ai credenti dà una fonte d'acqua per la vita eterna, mentre inaridisce per sempre il fico sterile per distruggere la genia degli uomini di allora che ormai non potevano dare frutti essendosi uniti con gli angeli di Dio e per impedire i loro peccati e salvare il tipo dell'arca, cioè la creazione di Adamo" [...]  
Ireneo di Lione, Contro le eresie IV 36,4

Inoltre, persino lo storico ebreo Giuseppe Flavio sostiene questa lettura, dicendo:

"Essi si inimicarono Dio, perché molti angeli di Dio si unirono con donne e generarono figli, che si dimostrarono ingiusti e disprezzavano tutto ciò che era buono, facevano affidamento sulla loro forza, per la tradizione questi uomini fecero cose che assomigliano gli atti di coloro che i greci chiamano giganti".
Antichità Giudaiche I 3:1
 
Tutte queste testimonianze convergono nell'identificare questi figli di Dio con veri e propri angeli, in accordo ,tra l'altro, anche con le espressioni di altri libri veterotestamentari, come per esempio Giobbe:

Dov'eri tu quando io fondavo la terra?
Dillo, se hai tanta intelligenza.

Chi ne fissò le dimensioni, se lo sai,
o chi tirò sopra di essa la corda da misurare?
Su che furono poggiate le sue fondamenta,
o chi ne pose la pietra angolare,
quando le stelle del mattino cantavano tutte assieme
e tutti i figli di Dio alzavano grida di gioia?

Giobbe 38:4-7 

A questo punto diventa chiaro il fatto che i figli di Dio presentati in Genesi 6 siano a tutti gli effetti degli esseri angelici. Come conciliare però questo con il fatto che gli angeli non prendono moglie? Da una parte, possiamo pensare che sebbene gli angeli non prendano moglie possano in ogni caso avere rapporti sessuali - così come possono anche mangiare e bere, come si evince per esempio in Genesi 19:3 - oppure, d'altra parte, possiamo anche riflettere sulla possibilità di vere e proprie possessioni demoniache di altri uomini spinti successivamente a compiere questi atti.  

Appena Gesù fu smontato dalla barca, gli venne subito incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale aveva nei sepolcri la sua dimora; nessuno poteva più tenerlo legato neppure con una catena. Poiché spesso era stato legato con ceppi e con catene, ma le catene erano state da lui rotte, e i ceppi spezzati, e nessuno aveva la forza di domarlo. 
Marco 5:2-4 

Come possiamo constatare da questo brano evangelico, persone possedute da spiriti immondi possono avere una forza tale da rompere a mani nude delle catene e dei ceppi, mostrando caratteristiche soprannaturali. Mostrando una forza superiore a qualsiasi altro uomo. Di conseguenza potrebbe essere lecito pensare che esseri umani nati in seguito ad unioni tra uomini e donne possedute, possano avere avuto una forza sufficiente da essere ricordati come "uomini potenti, che fin dai tempi antichi, sono stati famosi." Oppure, che questi uomini possano essere addirittura il frutto dell'unione con angeli ribelli, secondo un peccato contro natura di tale entità da richiedere il diretto e devastante intervento di Dio.

CONCLUSIONE

Non ci sono chiari ed espliciti riferimenti che possano ricondurre i figli di Dio descritti nel sesto capitolo di Genesi alla discendenza di Set. Ci sono però riferimenti molto più chiari che indicano questi esseri come angeli decaduti. Inserendo questa informazione in un contesto biblico più ampio, un'ipotesi potrebbe essere quella demoniaca, compiuta attraverso vere e proprie possessioni.

Questi avvenimenti, avrebbero scardinato l'ordine naturale stabilito da Dio, richiedendo un giudizio ed una purificazione immediata e su scala globale: il diluvio universale.

Gli uomini, cambiando l'uso naturale in quello che è contro natura, sono riusciti ad attirare il giudizio di distruzione dell'intera città di Sodoma. Solo uno sconvolgimento maggiore dell'ordine costituito da Dio avrebbe potuto portare ad una distruzione di gran lunga più devastante: la contaminazione (profanazione) del mondo spirituale demoniaco con quello materiale. A causa di questo, tutto il mondo di allora venne distrutto. A causa di questo, degli angeli decaduti giacciono ancora incatenati nelle tenebre, in attesa del gran giorno del giudizio.
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