[Fonte] |
Ma quando Cefa venne ad Antiochia, gli resistei in faccia perché era da condannare. Infatti, prima che fossero venuti alcuni da parte di Giacomo, egli mangiava con persone non giudaiche; ma quando quelli furono arrivati, cominciò a ritirarsi e a separarsi per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei si misero a simulare con lui; a tal punto che perfino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia. Ma quando vidi che non camminavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei giudeo, vivi alla maniera degli stranieri e non dei Giudei, come mai costringi gli stranieri a vivere come i Giudei?» [Galati 2:11-14]
Uno dei primi problemi che il cristianesimo dovette affrontare, era quello di definire la sua relazione con il giudaismo da cui era nato.
Leggiamo che gli apostoli frequentavano il Tempio anche dopo la resurrezione di Cristo (Atti 3) e si attenevano almeno ad alcuni dei precetti giudaici (Atti 11). Tuttavia la comunità di Gerusalemme era composta anche da credenti "ellenisti" con una prospettiva teologica differente. in Atti 7, leggendo il discorso di Stefano possiamo infatti ravvisare notevoli evidenze a riguardo: il valore del Tempio e della Legge viene qui notevolmente ridimensionato a favore appunto di un pensiero diverso.
La comunità era guidata da Pietro, Giacomo e Giovanni ma con l'allontanamento di Pietro da Gerusalemme, l'autorità di Giacomo crebbe sempre di più.
Come possiamo leggere negli Atti degli Apostoli e nelle lettere paoline, in quel tempo l'apostolo Paolo stava evangelizzando i territori al di fuori della Giudea, fondando chiese con un'alta componente di gentili che venivano approcciati alla grazia di Dio unicamente attraverso la fede in Cristo senza avere alcun rapporto con l'osservanza della Legge di Mosè.
Accadde però che alcuni credenti di Gerusalemme si recarono nella comunità di Antiochia - comunità di riferimento per i viaggi missionari di Paolo - ed iniziarono ad insegnare l'obbligo della circoncisione ai fini della salvezza. Paolo e Barnaba dissentivano e furono inviati a Gerusalemme per risolvere il problema con gli altri apostoli. Intorno al 48 quindi si tenne questa importante conferenza che sancì una linea guida per coloro che, non appartenendo al popolo ebraico, si convertivano a Cristo.
Allora parve bene agli apostoli e agli anziani con tutta la chiesa, di scegliere tra di loro alcuni uomini da mandare ad Antiochia con Paolo e Barnaba: Giuda, detto Barsabba, e Sila, uomini autorevoli tra i fratelli.
E consegnarono loro questa lettera:
«I fratelli apostoli e anziani, ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dal paganesimo, salute.
Abbiamo saputo che alcuni fra noi, partiti senza nessun mandato da parte nostra, vi hanno turbato con i loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre.
È parso bene a noi, riuniti di comune accordo, di scegliere degli uomini e di mandarveli insieme ai nostri cari Barnaba e Paolo, i quali hanno messo a repentaglio la propria vita per il nome del Signore nostro Gesù Cristo.
Vi abbiamo dunque inviato Giuda e Sila; anch'essi vi riferiranno a voce le medesime cose. Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose, che sono necessarie: di astenervi dalle carni sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati, e dalla fornicazione; da queste cose farete bene a guardarvi. State sani».
[Atti 15:22-29]
Ancora prima della sua separazione dalla sinagoga dunque, il cristianesimo prese una posizione di stacco dall'osservanza dalla Legge di Mosè ai fini della salvezza. Le conseguenze della distruzione del Tempio di Gerusalemme del 70 aumenteranno poi questa distanza con il giudaismo fino ad una completa separazione con la repressione dell'ultima insurrezione antiromana nel 135 in cui l'imperatore Adriano vietò ai giudei di entrare a Gerusalemme.
E' ipotizzabile tuttavia che dei piccoli gruppi giudeocristiani siano sopravvissuti e, attraversando questa diaspora, ottennero una nuova fioritura in una vasta area che si estende dalla Siria al Golfo Persico e al Mar Rosso secondo testimonianze storiche che confermano la loro presenza fino al secolo IV anche dopo la svolta filocristiana dell'imperatore Costantino.
A riguardo della presenza di tali dottrine anche nella seconda generazione di cristiani, è significativa la testimonianza degli scritti di Ignazio di Antiochia che si trovò a confrontarsi proprio con queste:
"Non vi lasciate sedurre da dottrine eterodosse, né da vecchie inutili favole. Poiché se ancora viviamo secondo la legge giudaica, dobbiamo confessare che non abbiamo ricevuto la grazia. I profeti stessi vissero secondo Gesù Cristo. Ed ecco perché essi furono perseguitati...gettate via il vecchio lievito inveterato e rancido...è assurdo parlare di Gesù Cristo e giudaizzare. Se qualcuno vi interpreta i profeti nel senso del giudaismo, non l'ascoltate. Non fu il cristianesimo che credette nel giudaismo ma questo che credette nel cristianesimo, in cui si sono riuniti tutti quelli che credono in Dio."
Ma quale può essere una migliore definizione del fenomeno del giudeo cristianesimo? Quali sono le sue caratteristiche, entrando maggiormente nel dettaglio?
E' da tenere in considerazione il fatto che non ci troviamo davanti ad un gruppo compatto e ben organizzato, ma piuttosto a numerose frange indipendenti con alcuni tratti in comune. Sebbene, come abbiamo visto, i lineamenti del giudeo cristianesimo si possono sovrapporre a quelli della comunità di Gerusalemme dei primi decenni, storicamente è errato considerarlo come una forma iniziale del cristianesimo.
In passato sono stati presi in considerazione svariati elementi di identificazione, ma i più rilevanti sono i seguenti:
- Il rispetto della Legge di Mosè.
- Forme di antipaolinismo, cioè la condanna di Paolo di Tarso per aver dichiarato la Legge superata.
- L'utilizzazione di letture apocrife per scopi devozionali.
- Il rifiuto di ogni condizionamento dalla cultura filosofica greca.
- Una cristologia di tipo adozionista, che concepisce Gesù Cristo unicamente come uomo "adottato" da Dio al battesimo, nel momento della discesa dello Spirito Santo. Di conseguenza c'è il netto rifiuto a considerare Cristo come Dio in virtù degli insegnamenti relativi all'unicità di Dio nell'Antico Testamento.
I due principali gruppi giudeo cristiani dell'epoca patristica, sono gli Ebioniti e i Elcasaiti. I primi credevano che Gesù fosse il figlio naturale di Giuseppe, si attenevano alla Legge e avevano un'alta considerazione dell'elezione di Israele come popolo di Dio. Come abbiamo visto condannavano Paolo e le sue dottrine. I secondi invece costituirono il primo terreno di coltura del manicheismo, erano uno dei tanti movimenti di tipo battista con influenza gnostica e adottavano un rigoroso monoteismo, la pratica della circoncisione, la purificazione dei cibi, l'osservanza del sabato, la pratica dei digiuni e l'obbligo del matrimonio. Il Cristo era considerato un angelo reincarnato diverse volte nella storia dell'umanità secondo una "catena dei profeti".
Con il IV secolo il cristianesimo prese una posizione definitiva ed unanime sull'identità di Cristo,
nato dal Padre
Dio da Dio,
Luce da Luce,
Dio vero da Dio vero,
generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre
[Simbolo niceno-costantinopolitano]
Consolidò quindi la tradizione giovannea che, già intorno al 90, riconosceva in Gesù la Parola che era Dio (Vangelo di Gv 1:1).
Uscire da questa dottrina equivale dunque ad uscire dallo stesso cristianesimo e dall'insegnamento apostolico così come ci è stato trasmesso.
Conclusioni
Il fenomeno del giudeo cristianesimo è nato nel I secolo, in un'epoca in cui non erano ancora chiari i rapporti che il cristianesimo aveva con il giudaismo. Le testimonianze neotestamentarie ci mostrano come tale problema sia stato affrontato dagli apostoli del Signore, e quali provvedimenti presero a riguardo.
Avvicinandoci al II secolo, gli eventi storici separarono definitivamente il giudaismo dal cristianesimo, ma sopravvissero alcune piccole realtà che portarono avanti questa tradizione allontanandosi dalla cristianità "ortodossa". Con il concilio di Nicea-costantinopoli del 325 e con il concilio di Calcedonia del 451 infine, la chiesa cristiana prese posizione sulla questione dell'identità di Cristo in modo definitivo, definendolo vero uomo e vero Dio in accordo con gli insegnamenti dell'apostolo Paolo e con il Vangelo di Giovanni.
Tutt'oggi esistono gruppi che rivendicano l'eredità giudeo cristiana, interpretando le Scritture in modo prettamente giudaico e non riconoscendo Cristo come Dio. Questa posizione è in contrasto con il Nuovo Testamento e con le dottrina fondamentali del cristianesimo, fondandosi invece unicamente sul patrimonio di fede ebraica.
Bibliografia:
Cristianesimi nell'antichità, Giancarlo Rinaldi. Ed. GBU
Nessun commento:
Posta un commento