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lunedì 24 gennaio 2011

Ecumenismo: sì o no?

Luca 9:49 Allora Giovanni disse: «Maestro, noi abbiamo visto un tale che scacciava i demòni nel tuo nome, e glielo abbiamo vietato perché non ti segue con noi».
Luca 9:50 Ma Gesù gli disse: «Non glielo vietate, perché chi non è contro di voi è per voi».


In quasi dieci anni, non ho mai sentito predicare su questo passo evangelico. In realtà, non ho mai neanche sentito citare questo episodio.
Senza affrettare nessuna conclusione su questo fatto, personalmente credo che sia molto importante per la maturità della Chiesa domandarsi il significato di tali parole del Signore Gesù. E domandare allo Spirito Santo quale deve essere la nostra attitudine - in questo tempo - alla affermazione sempre attuale che fece l'Apostolo Giovanni.
La Chiesa Cristiana come sappiamo è lacerata da innumerevoli denominazioni differenti, che nel corso della storia hanno mostrato diversi livelli di ostilità, alternati a rare situazioni di tolleranza.
Sono passati all'incirca duemila anni dalla fondazione della Chiesa da parte del Signore, ma l'evoluzione dell'amore cristiano non è stato purtroppo proporzionale a quello che è stato invece il progresso scientifico e tecnologico.
Anzi, possiamo osservare invece come abbia attraversato periodi di totale assenza.
Da una parte questo non ci deve sorprendere. Sappiamo infatti come sia stato profetizzato che l'iniquità aumenterà, e l'amore dei più si raffredderà. Mt 24:12
Dall'altra prospettiva invece, dobbiamo vegliare sul nostro cuore e sulla nostra vita, per poter essere realmente discepoli di Gesù, ripercorrendo i Suoi passi.
La sfida che il Signore ci rivolge infatti, è quella di essere trovati tra i "pochi" il cui amore non è stato raffreddato.
Terminate queste considerazioni, entriamo finalmente nell'analisi biblica di questi versetti e di questa tematica, per approfondire ancora una volta la volontà di Dio.

1) Il primo fatto curioso che possiamo notare, riguarda l'Apostolo che parla a Gesù di questo avvenimento appena successo. Dai caratteri che traspaiono nei Vangeli, ci saremmo aspettati una tale dichiarazione da Pietro, magari. E invece no, chi parla è Giovanni. Il discepolo che Gesù amava. La persona più vicina a Gesù nel modo più assoluto. Molto probabilmente l'Apostolo più maturo spiritualmente tra i dodici.
E' una cosa che fa riflettere e che sicuramente crea un precedente. E' un fatto quindi che anche i ministri di Dio più onorati e benedetti dal Signore possono inciampare in una mancanza di discernimento o, nel peggiore dei casi, in uno spirito settario.

2) La seconda analisi può essere fatta in riguardo all'autorità.
Questa persona che i discepoli videro scacciare demoni, lo faceva nel nome di Cristo. Probabilmente aveva ascoltato dei suoi sermoni. Forse aveva assistito ad alcuni suoi miracoli. Di fatto, per operare nel sovrannaturale invocando il nome del Signore Gesù, lo aveva sicuramente riconosciuto come il Figlio di Dio.
La sua fede era così grande, da riconoscere che non c'era neanche bisogno della Sua presenza fisica, poichè la Sua autorità trascendeva ogni luogo e ogni spazio, poggiandosi nella stessa natura onnipotente di Dio.
Questo, è un tipo di fede condiviso anche da un altro personaggio dei Vangeli: il centurione.

Matteo 8:8 Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.
Matteo 8:9 Perché anche io sono uomo sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Va'", ed egli va; e a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa».
Matteo 8:10 Gesù, udito questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli che lo seguivano: «Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande!


Qual'è la caratteristica di una fede così grande?
L'aver riconosciuto l'onnipotenza di Dio nella persona di Gesù Cristo.
La sovranità di Dio è così perfetta che la Sua autorità si manifesta in tutto il creato senza neanche esserci la necessità della presenza fisica di Gesù.
Una parola soltanto basta. Una parola soltanto è capace di creare.

Ragioniamo quindi sul fatto che il "tale" incontrato dai discepoli aveva sicuramente avuto una rivelazione personale della autorità di Gesù. Solo in questo modo ha potuto scacciare i demoni. Solo in questo modo ha potuto evitare la fine degli esorcisti itineranti ebrei di Atti 19:13.
In quel caso infatti vi era l'invocazione del Signore, ma senza una conoscenza personale. Il nome di Gesù non ha infatti una connotazione magica o esoterica; la sua invocazione deve essere la proclamazione di una realtà spirituale interiore. Solo in questo modo viene manifestata correttamente la potenza di Dio.

3) La terza riflessione allarga questa tematica arrivando ad abbracciare anche la nostra esperienza, e quello che il Signore richiede a noi personalmente e con noi anche a tutta la Chiesa.
La motivazione e l'insegnamento che Gesù dà agli Apostoli è che "chi non è contro di voi è per voi"(Lc 9:50)
In realtà questo tema viene affrontato anche successivamente, riproponendolo in una versione leggermente ampliata:

Luca 11:23 Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.

Questo principio spirituale è molto, molto semplice.
Chi raccoglie con Gesù, è con Lui. Chi crea danno disperdendo, è contro di Lui.
Non ci sono partiti, dottrine, schieramenti; non c'è politica.
Se una persona predica Cristo morto e risorto per la salvezza di chiunque crede, allora è un ministro di Dio.
Se invece una persona non lo fa oppure predica diversamente, non appartiene a Gesù.
L'uomo ha la tendenza di creare un proprio gruppo dove sentirsi accettato e al sicuro, respingendo chiunque non appartenga a questo gruppo.
Il Signore però non ha creato la Chiesa con questo scopo.
Lo scopo della Chiesa è predicare Cristo crocefisso (1Co 1:23). E' un compito rivolto verso l'esterno. La Chiesa non vuole offrire solo il senso di appartenenza a qualcosa, ma piuttosto accogliere chi cambia la propria identità in Cristo.
I problemi nascono quando le persone non condividono modi di agire differenti dal proprio, ma l'unico vincolo che mette Gesù non riguarda questo.
E' normale, anzi, è ottimo che ogni credente abbia una grande chiarezza nella propria dottrina di fede, ma questo non deve essere d'inciampo a poter collaborare con fratelli che non la pensano come te. Quando Cristo è al centro, tutto il resto diventa relativo e ogni altra questione deve prendere la giusta importanza subordinata. Questo non significa svendere le proprie idee oppure perdere la propria identità di fede, al contrario! Significa avere grande chiarezza di chi si è, unita a una grande volontà di servire ed amare i fratelli anche se la pensano in modo diverso e vivono diversamente la propria fede. Perchè è necessario tutto questo? Per svolgere fedelmente il lavoro che il Signore ci ha affidato: "Raccogliere con Lui".

Ricordiamo a questo proposito gli insegnamenti dell'Apostolo Paolo:

Galati 5:19 Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: [...]
Galati 5:20 gelosia, ire, contese, divisioni, sètte [...]

1Corinzi 3:1 Fratelli, io non ho potuto parlarvi come a spirituali, ma ho dovuto parlarvi come a carnali, come a bambini in Cristo.
1Corinzi 3:2 Vi ho nutriti di latte, non di cibo solido, perché non eravate capaci di sopportarlo; anzi, non lo siete neppure adesso, perché siete ancora carnali.
1Corinzi 3:3 Infatti, dato che ci sono tra di voi gelosie e contese, non siete forse carnali e non vi comportate secondo la natura umana?
1Corinzi 3:4 Quando uno dice: «Io sono di Paolo»; e un altro: «Io sono d'Apollo»; non siete forse uomini carnali?
1Corinzi 3:5 Che cos'è dunque Apollo? E che cos'è Paolo? Sono servitori, per mezzo dei quali voi avete creduto; e lo sono nel modo che il Signore ha dato a ciascuno di loro.
1Corinzi 3:6 Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere;
1Corinzi 3:7 quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!


Le divisioni sono opere della carne.
Creare e promuovere delle fazioni è sinonimo di immaturità.

Quale deve essere invece lo sforzo di tutti?

Efesini 4:1 Io dunque, il prigioniero del Signore, vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta,
Efesini 4:2 con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore,
Efesini 4:3 sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace.

CONCLUSIONI

E' necessario prendere consapevolezza che essere cristiani non consiste nell'avere o meno uno stesso pensiero. Essere cristiani significa aver incontrato Cristo personalmente.
Nessun uomo ha l'autorità di accettare o meno delle persone come discepoli di Gesù, ma qualsiasi persona ha l'autorità di scacciare i demoni ed espandere il Regno di Dio se riconosce in Lui il proprio Signore e Salvatore.
Egli ci invita a lavorare e collaborare assieme ai nostri fratelli nella fede, per predicare il vangelo ad ogni creatura, fino all'estremità della terra.
Egli ci chiama ad abbandonare ogni settarismo, gelosia, contesa e invidia.

[E' lecito prendere le distanze solo da chi professa un vangelo differente, rinnegando che si ottiene salvezza attraverso Gesù Cristo. (Gal 1:8)
E' lecito prendere le distanze da chi, pur chiamandosi fratello, persiste in una condotta chiaramente peccatrice, mettendo in pericolo la salute della chiesa. (1 Co 5:11)

Anche in questi due eccezioni però, è richiesto di istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi. (2 Tim 2:25)
Ed è altresì comandato di rialzare i fratelli sorpresi in colpa, rialzandoli con spirito di mansuetudine. (Gal 6:1)
Anche nei casi più gravi e nei peccati peggiori, la condotta cristiana deve essere di riprensione per la salvezza dello spirito. (1 Cor 5:5)]

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