Traduttore


mercoledì 26 gennaio 2011

Credenti o creduloni?

Qual è il confine tra l'essere credente e l'essere credulone?

Molte volte mi sono posto in prima persona questa domanda, cercando di capire quale sia la fede genuina a cui Gesù chiama.

Ebrei 11:1 ci insegna che la fede è la dimostrazione di realtà che non si vedono. Ma se non le vediamo, come facciamo ad averne comprensione? Forse è fede credere in tutto ciò che la nostra fantasia ci suggerisce? Di fatto, questa è pazzia.

Mettendo da parte questo concetto, ne deriva che questa “realtà che non si vede” non deve essere frutto della fantasia umana. Quale può essere quindi la fonte di questa fede?


Ebrei 11:39 Tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza per la loro fede, non ottennero ciò che era stato promesso.


Tutti gli “eroi della fede” hanno avuto buona testimonianza, ma non ottennero ciò che era stato promesso. Dunque l'origine della loro fede deve risalire a questa promessa. E' a causa di questa promessa che hanno conquistato regni, praticato la giustizia, chiuso le fauci ai leoni, guarito da infermità, messo in fuga eserciti stranieri. Tutta la loro vita, tutte le loro gloriose gesta, devono essere fatte risalire a un punto “zero”: il momento della promessa.

La loro fede non poggiava su una loro idea o su un loro concetto della divinità; al contrario la loro fede poggiava su una promessa concreta fatta da qualcuno.

Che promessa avevano ricevuto? Da chi?

Nel versetto successivo (Eb11:40) comprendiamo che la promessa era proceduta da Dio stesso. E che Egli non ha permesso l'adempimento nella loro epoca affinchè potesse coinvolgere anche noi, in questi ultimi tempi. La promessa quindi è stata fatta direttamente da Dio, ma in cosa consisteva, cosa stavano aspettando?


Ebrei 11:9 Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, abitando in tende, come Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa,

Ebrei 11:10 perché aspettava la città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e costruttore è Dio.


La Nuova Gerusalemme, promessa dal Signore.

Osserviamo questo dualismo che oscilla tra le tende in terra straniera e la città dalle vere fondamenta, il cui costruttore è Dio stesso.


2Corinzi 5:1 Sappiamo infatti che se questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d'uomo, eterna, nei cieli.


Ecco la promessa. Ecco ciò che ci aspetta. Ecco su cosa deve basare la nostra fede!

Il “punto zero” di ogni cristiano deve essere il momento della personale rivelazione di Dio. L'istante in cui il Signore si è rivelato, convincendo di peccato. L'attimo in cui ci siamo convertiti, riconoscendolo come unico e solo Signore e Salvatore. Il tempo in cui abbiamo compreso la grandezza del Suo dono: la vita eterna. Una nuova dimora. La consapevolezza di essere stranieri su questa terra e di avere una casa perfetta nei cieli. L'identità di essere figli di Dio e di passare assieme a Lui l'eternità.

Questo è ciò che fa la differenza.

Credere in qualcosa che si è provato in prima persona, in Qualcuno che si è rivelato direttamente a noi. Al contrario di credere acriticamente tutto ciò che ci dicono le altre persone.

Qualcuno disse che non ci sono nipoti di Dio, soltanto figli.

Allo stesso modo, nella Chiesa non ci possono essere creduloni, solo credenti.

Questo non significa che non bisogna credere a ciò che ci dicono i nostri fratelli. Significa invece che il nostro spirito deve avere un sacro desiderio di sperimentare in modo sempre maggiore le cose di Dio, in modo da poterne avere comprensione e discernimento personale. La Chiesa fondata da Gesù Cristo non ha gerarchie. Ogni singolo credente è un sacerdote e un re. E' tempo quindi di appropriarsi di questo desiderio del Signore, adempiendo la Sua volontà. Crescendo in sapienza e in grazia davanti a Dio e agli uomini.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...