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venerdì 24 maggio 2013

Pensieri di pace, per un avvenire e una speranza


Geremia 29:10-14 Poiché così parla il SIGNORE: "Quando settant'anni saranno compiuti per Babilonia, io vi visiterò e manderò a effetto per voi la mia buona parola facendovi tornare in questo luogo. Infatti io so i pensieri che medito per voi", dice il Signore dice il SIGNORE: "pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza. Voi m'invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò.
Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore;
io mi lascerò trovare da voi", dice il SIGNORE. "Vi farò tornare dalla vostra prigionia; vi raccoglierò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho cacciati", dice il SIGNORE; "vi ricondurrò nel luogo da cui vi ho fatti deportare".

Tutti noi ci aggrappiamo a questa promessa del Signore. 
Quello però che togliamo da ogni citazione e pensiero scritturale è che a volte i Suoi pensieri di pace e speranza comprendono settanta anni di deportazione a Babilonia. 
La nuova Babilonia sta crescendo, come un giovane leone sta dilaniando le sue prime prede; ed è inevitabile che faccia feriti e morti anche tra il popolo di Dio. 
Economia, politica e religione potranno solo unirsi assecondando "il principe di questo mondo" (Gv14:30). Ma noi abbiamo la "parola profetica più salda" (2Pt1:19), e tutto quello che dobbiamo fare è "resistere nel giorno malvagio" (Ef6:13) aspettando il ritorno del Signore. La cattività sta iniziando, ma non dobbiamo disperare. Nella casa del Padre ci sono molte dimore. Gesù è andato a prepararci un luogo (Gv14:2). La vera terra promessa.


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