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lunedì 19 dicembre 2011

Al tempo di Isaia

Al termine dei cinquantadue anni di regno del re Uzzia (790 – 739 a.C.), Giuda godeva di una buona prosperità economica. Aveva mura, torri e fortificazioni. Un grande porto commerciale sul mar Rosso. E un re che stava per morire di lebbra, a causa di una punizione divina. Uzzia non era una persona malvagia. Aveva procurato prosperità per il suo popolo. Aveva saputo gestire l'economia e la politica interna ed esterna con grande abilità. Ma era una persona diventata empia. Non un re cattivo, ma superbo, lontano da Dio.

2Cronache 26:16-21 " Ma quando fu divenuto potente, il suo cuore, insuperbitosi, si pervertì, ed egli commise un'infedeltà contro il SIGNORE, il suo Dio, entrando nel tempio del SIGNORE per bruciare dell'incenso sull'altare dei profumi. 17 Ma il sacerdote Azaria entrò dopo di lui con ottanta sacerdoti del SIGNORE, uomini coraggiosi, 18 i quali si opposero al re Uzzia, e gli dissero: «Non spetta a te, Uzzia, di offrire incenso al SIGNORE, ma ai sacerdoti, figli d'Aaronne, che sono consacrati per offrire i profumi! Esci dal santuario, poiché tu hai commesso un'infedeltà! E questo non ti tornerà a gloria davanti a Dio, al SIGNORE». 19 Allora Uzzia, che teneva in mano un turibolo per offrire l'incenso, si adirò. E mentre si adirava contro i sacerdoti, la lebbra gli scoppiò sulla fronte, in presenza dei sacerdoti, nella casa del SIGNORE, presso l'altare dei profumi. 20 Il sommo sacerdote Azaria e tutti gli altri sacerdoti lo guardarono, ed ecco che aveva la lebbra sulla fronte; e lo fecero uscire in fretta, ed egli stesso si affrettò ad andarsene fuori, perché il SIGNORE lo aveva colpito. 21 Il re Uzzia fu lebbroso fino al giorno della sua morte e rimase nell'infermeria come lebbroso, perché era escluso dalla casa del SIGNORE; e Iotan, suo figlio, era a capo della casa reale e rendeva giustizia al popolo del paese."

I suoi successi commerciali e politici, il suo potere lo ha portato alla corruzione. Egli arrivò a pensare di essere superiore all'ordine sacerdotale stabilito da Dio. Superiore agli ordini di Dio stesso. E per questo fu punito. La sua condizione rispecchiava perfettamente quella della nazione sulla quale regnava: 2Re 15:4 Tuttavia, gli alti luoghi non furono soppressi; il popolo continuava a offrire sacrifici e incenso sugli alti luoghi. Il popolo continuava a offrire sacrifici a idoli e falsi dèi. Il declino religioso del re era parallelo a quello di tutto Giuda.
Ad un certo punto però, il Signore iniziò a parlare. Egli scelse Isaia, figlio di Amots. Una persona colta, dalle origini molto probabilmente nobili. Una persona che aveva possibilità di accesso al re in persona (Is 7:3). Un messaggero per la capitale: Gerusalemme.
Nella stessa generazione, scelse anche Michea, nelle campagne agricole di Giuda e Osea, nel regno del nord di Israele. Diede a ciascuno di loro una serie di messaggi molto importanti e specifici. Ed in alcuni casi, molto simili. Aprendo il libro del profeta Isaia, leggiamo qual'è stato il primo approccio del Signore, rivolto a Gerusalemme e al regno di Giuda.

Isaia 1:2 "Udite, o cieli! E tu, terra, presta orecchio! Poiché il SIGNORE parla: «Ho nutrito dei figli e li ho allevati, ma essi si sono ribellati a me."
L'Eterno mostra una visione ad Isaia. Una visione con uno schema ben preciso: la scena di un processo in cui il Signore è parte civile e il popolo di Giuda l'imputato. L'aula, i testimoni chiamati sono i cieli e la terra stessi. L'accusa è la ribellione.
Isaia 1:3-9 "Il bue conosce il suo possessore, e l'asino la greppia del suo padrone, ma Israele non ha conoscenza, il mio popolo non ha discernimento». 4 Guai alla nazione peccatrice, popolo carico d'iniquità, razza di malvagi, figli corrotti! Hanno abbandonato il SIGNORE, hanno disprezzato il Santo d'Israele, hanno voltato le spalle e si sono allontanati. 5 Per quale ragione colpirvi ancora? Aggiungereste altre rivolte. Tutto il capo è malato, tutto il cuore è languente. 6 Dalla pianta del piede fino alla testa non c'è nulla di sano in esso: non ci sono che ferite, contusioni, piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né lenite con olio. 9 Se il SIGNORE degli eserciti non ci avesse lasciato un piccolo residuo, saremmo come Sodoma, somiglieremmo a Gomorra."


Il Signore si lamenta in modo molto duro. Il bue e l'asino conoscono il loro padrone, ma Giuda non lo riconosce più. Non dimostra discernimento, disprezzando e abbandonando il loro Dio, che li ha portati alla vita e all'esistenza. Questa ribellione è così estesa che non servirebbero più neanche delle punizioni. Giuda si è allontanato così tanto dal Signore da non avere più nulla di sano.
Sembrerebbe una situazione irreversibile. Soltanto la grazia immeritata del Signore consente che ci siano persone fedeli nel paese che, per quel che è diventato, meriterebbe la completa distruzione. Il popolo ha infranto il patto.
Il termine tradotto con “ribellati” (1:2) è pasa, usato spesso nei trattati per descrivere la disubbidienza di uno stato vassallo con la nazione sovrana. Israele (e Giuda) hanno infranto l'alleanza con Dio. L'accusa e la situazione sono veramente drammatiche. Ma il processo continua. Il Signore infatti, fermo restando che l'accusa è questa, inizia a dare istruzioni su come la nazione deve affrontare la sua colpa.

Isaia 1:10-20 "Ascoltate la parola del SIGNORE, capi di Sodoma! Prestate orecchio alla legge del nostro Dio, popolo di Gomorra! 11 «Che m'importa dei vostri numerosi sacrifici?», dice il SIGNORE; «io sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di bestie ingrassate; il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri, io non lo gradisco. 12 Quando venite a presentarvi davanti a me, chi vi ha chiesto di contaminare i miei cortili? 13 Smettete di portare offerte inutili; l'incenso io lo detesto; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare riunioni, io non posso sopportare l'iniquità unita all'assemblea solenne. 14 L'anima mia odia i vostri noviluni e le vostre feste stabilite; mi sono un peso che sono stanco di portare. 15 Quando stendete le mani, distolgo gli occhi da voi; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue. 16 Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; 17 imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l'oppresso, fate giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova! 18 Poi venite, e discutiamo», dice il SIGNORE; «anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana. 19 Se siete disposti a ubbidire, mangerete i frutti migliori del paese; 20 ma se rifiutate e siete ribelli, sarete divorati dalla spada»; poiché la bocca del SIGNORE ha parlato."

Tanto i capi quanto il popolo di questa nazione perversa sono comandati ad ascoltare e ad imparare. Essi infatti non hanno smesso di essere religiosi ma hanno invece distorto lo stesso concetto di religione. Quanto è vicino questo problema ai giorni nostri! Si compivano numerosi sacrifici, innumerevoli offerte. Si rispettavano le festività e si convocavano le assemblee. Si rispettavano di fatto tutte le tradizioni religiose! C'erano altari dedicati a falsi dèi, culti idolatri, e magari le stesse persone che commettevano tali pratiche, continuavano a perpetrare i rituali della Torah.
Il vero pericolo, la malattia incurabile della nazione infatti non era che ci fosse una parte idolatra, ma che tutto il popolo mischiasse alla convivenza l'idolatria con la tradizione svuotata del culto a YHWH. Non possiamo forse vedere nella nostra società la stessa cosa? Altari dedicati all'unico vero Dio, affiancati a statue raffiguranti uomini, portate in processione, baciate, invocate.
Persone che si confessano cristiane, ma che vanno a consultare maghi, indovini e cartomanti. Filosofie comuni nell'opinione pubblica, che riconoscono come tutte le religioni conducano allo stesso obiettivo. Sincretismo travestito da rispetto comune. Non c'è più bianco e nero, giusto e sbagliato. C'è solo confusione. Caos. E in mezzo a questo caos, la Chiesa di Cristo è chiamata a parlare a gran voce, così come Isaia parlò a Israele e Giuda 2.700 anni fa.

Efesini 2:20 "Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, 21 sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore."

La Chiesa è stata edificata sul fondamento dei dodici apostoli e dei profeti dell'Antico Testamento. E da questo fondamento deve continuare a comunicare il messaggio di Dio per le nazioni e i popoli di questa generazione. Come fecero gli Apostoli. Come fecero i profeti. Come fece Isaia. (Is 1:14)
Il Signore odia le feste e le tradizioni religiose portate avanti nella malvagità. Egli non ascolta le preghiere dell'uomo perverso. Ma anche se la situazione sembra irrimediabile, non smette di lanciare un monito, un appello al ravvedimento. Imparare a fare il bene, fare giustizia all'orfano e difendere la causa della vedova. Mostrare misericordia, non vuote tradizioni. Questa è la vera religione. Questo è il sacrificio gradito a Dio! Senza questa premessa, questa attitudine interiore, è impossibile piacere al Signore. Solo in questo modo ci si può avvicinare a Lui. Solo in questo modo si può invocare e ricevere il Suo perdono.
Non c'è perdono infatti senza pentimento e ravvedimento. Queste sono le istruzioni, per affrontare la colpa nazionale. Una scelta davanti al popolo: riallacciare l'antica alleanza per vivere e prosperare, oppure morire nella ribellione. L'accusa è stata formalizzata, la colpa riconosciuta, ma la pena è apparentemente sospesa aspettando la scelta del popolo.
Perchè dico apparentemente?

Isaia 6:9 Ed egli disse: «Va', e di' a questo popolo: "Ascoltate, sì, ma senza capire; guardate, sì, ma senza discernere!" 10 Rendi insensibile il cuore di questo popolo, rendigli duri gli orecchi, e chiudigli gli occhi, in modo che non veda con i suoi occhi, non oda con i suoi orecchi, non intenda con il cuore, non si converta e non sia guarito!»

Dico questo perchè in un secondo momento il Signore rivela a Isaia che la sua predicazione non condurrà a ravvedimento.
In ultima analisi, anche la pena sta per essere espressa.

Isaia 1:21-23 "Come mai la città fedele è diventata una prostituta? Era piena di rettitudine, la giustizia vi abitava, e ora è invece un covo di assassini! 22 Il tuo argento si è cambiato in scorie, il tuo vino è stato tagliato con acqua. 23 I tuoi prìncipi sono ribelli e compagni di ladri; tutti amano i regali e corrono dietro alle ricompense; non fanno giustizia all'orfano, e la causa della vedova non giunge fino a loro. Il Signore si lamenta, si lamenta a gran voce! Tutto ciò che ha edificato in bellezza è scaduto nell'obbrobrio."

Isaia 1:24-31"Perciò il Signore, il SIGNORE degli eserciti, il Potente d'Israele, dice: «Guai! Io avrò soddisfazione dai miei avversari, e mi vendicherò dei miei nemici! 25 Ti rimetterò la mano addosso, ti purificherò delle tue scorie, come fa la potassa, e toglierò da te ogni particella di piombo. 26 Ristabilirò i tuoi giudici com'erano anticamente, e i tuoi consiglieri com'erano al principio. Dopo questo, sarai chiamata la città della giustizia, la città fedele». 27 Sion sarà salvata mediante il giudizio, e quelli che in lei si convertiranno saranno salvati mediante la giustizia; 28 ma i ribelli e i peccatori andranno in rovina assieme, e quelli che abbandonano il SIGNORE saranno distrutti. 29 Allora avrete vergogna dei terebinti che avete amati, e arrossirete dei giardini che vi siete scelti. 30 Infatti sarete come un terebinto dalle foglie appassite, e come un giardino senz'acqua. 31 L'uomo forte sarà come stoppa, e l'opera sua come scintilla; entrambe bruceranno assieme, e non vi sarà chi spenga."

Ed ecco, infine, la condanna del processo. Viene emessa la sentenza, lasciando una possibilità di salvezza ai pochi in Sion che si convertiranno, ma rinnovando la promessa di distruzione a tutti quelli che perseverano nel loro abbandono verso il Signore.

Ma dopo queste parole, cosa è successo in Giuda?

Alla morte di Uzzia, succedette al trono il figlio Iotam, già soprintendente. Continuò a regnare esattamente come il padre. Abile economista ma empio verso Dio. Iniziò addirittura a scontrarsi contro il regno del nord di Israele.
Dopo di lui regnò per sedici anni Acaz, che strinse alleanze militari con l'Assiria, importando altri culti pagani e arrivando all'estremo introducendo un altare pagano nel tempio di Salomone (2Re15:35). Aiutò gli Assiri a conquistare il paese e condurre i più eccellenti uomini di Israele in cattività. Un tradimento paragonabile a quello di Caino e Abele.
Il suo successore fu il figlio Ezechia. Egli era fedele al Signore ed operò immediatamente una riforma religiosa nel paese. Purificò il tempio, ristabilendone il culto. Celebrò la Pasqua coinvolgendo tutto il popolo e riabilitò l'ordine sacerdotale levitico. Queste riforme diedero a Giuda all'incirca un secolo in più di libertà, ma ormai la corruzione era così avanzata da essere irremediabile.
Dopo centotrentasei anni infatti il giudizio di Dio si compì sotto il re Sedechia. In tre fasi, tutti gli uomini più importanti di Giuda furono deportati a Babilonia, lasciando dietro di sé solo una landa desolata e le persone più deboli del popolo. Tutto rimase così, per settant'anni, quando il Signore fece tornare un residuo in accordo alla Sua volontà.

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