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giovedì 29 settembre 2011

L'Eterno è uno

Deuteronomio 6:4 Ascolta, Israele: l'Eterno, il nostro DIO, l'Eterno è uno. 5 Tu amerai dunque l'Eterno, il tuo DIO, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza. 6 E queste parole che oggi ti comando rimarranno nel tuo cuore; 7 le inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando sei seduto in casa tua, quando cammini per strada, quando sei coricato e quando ti alzi. 8 Le legherai come un segno alla mano, saranno come fasce tra gli occhi, 9 e le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.

Dopo quarant'anni nel deserto, finalmente Israele si trovava al di là del fiume Giordano, nella terra di Moab.
La generazione che visse la liberazione dagli Egiziani era scomparsa, così Mosè prima di morire prese a parlare davanti al popolo, raccontando tutta la loro storia e tutte le leggi e i precetti che il Signore gli aveva affidato.
In questo contesto, arriva a parlare direttamente al loro cuore, da parte del Signore, con queste parole che cementano l'identità religiosa e nazionale del popolo. Sono comandamenti diretti ed espliciti, considerati come i più importanti di tutta la Legge.
Per millenni, fino ai giorni nostri, queste parole sono state recitate dagli Ebrei come preghiera alla mattina e alla sera, di generazione in generazione, esattamente come è prescritto.

Alcuni, hanno preso l'inizio di questo passo per confutare la dottrina della Trinità.
Come in ogni caso, credo che approfondendo il contesto e il significato del messaggio, possiamo apprendere molto di più, e in modo più completo.

Familiarizzando con l'intero quadro biblico, si nota subito chi è il destinatario di queste parole: il popolo di Israele.
Sicuramente, la Parola di Dio è eterna e parla a tutti gli uomini di ogni epoca. E' necessario grattare sotto la superficie però, per poter avere una comprensione più ampia e consapevole. Per molti secoli la Chiesa ha preteso di essere stata sostituita a Israele in quanto popolo di Dio. Qualunque lettore senza pregiudizi però, converrà nel fatto che tale dottrina è completamente estranea all'insegnamento biblico. Nel dettaglio, all'insegnamento dell'Apostolo Paolo nella Lettera ai Romani, capitoli 9, 10 e 11. Quando il Signore parla a Israele dunque, parla a Israele. E quando parla alla Chiesa, parla alla Chiesa.
In questo caso perciò, è chiaro che Egli si sta rivolgendo al popolo di Israele.

Ascolta, Israele: l'Eterno, il nostro DIO, l'Eterno è uno.

L'Eterno è uno.
Da queste parole sembra inconcepibile il pensiero di più Persone nella Deità. Ma è davvero così?

Sicuramente, la parola "Trinità" non appartiene alla Bibbia, essendo stata formulata molto tempo dopo. Il suo concetto però è intessuto nella trama dell'intero escursus biblico. A volte in modo evidente, a volte in modo celato.

In tutto l'Antico Testamento, il Signore continua con insistenza a descrivere il proprio rapporto con Israele in uno stesso modo:

Ezechiele 16:6 Io ti passai accanto, vidi che ti dibattevi nel sangue e ti dissi: 'Vivi, tu che sei nel sangue!' Ti ripetei: 'Vivi, tu che sei nel sangue!' 7 Io ti farò moltiplicare per miriadi, come il germoglio dei campi. Tu ti sviluppasti, crescesti, giungesti al colmo della bellezza, il tuo seno si formò, la tua capigliatura crebbe abbondante, ma tu eri nuda e scoperta. 8 Io ti passai accanto, ti guardai, ed ecco, il tuo tempo era giunto: il tempo degli amori; io stesi su di te il lembo della mia veste e coprii la tua nudità; ti feci un giuramento, entrai in un patto con te", dice il Signore, DIO, "e tu fosti mia.
9 Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue che avevi addosso e ti unsi con olio. 10 Ti misi delle vesti ricamate, dei calzari di pelle di delfino, ti cinsi il capo di lino fino, ti ricoprii di seta. 11 Ti fornii d'ornamenti, ti misi dei braccialetti ai polsi e una collana al collo. 12 Ti misi un anello al naso, dei pendenti agli orecchi e una magnifica corona in capo. 13 Così fosti adorna d'oro e d'argento; fosti vestita di lino fino, di seta e di ricami; tu mangiasti fior di farina, miele e olio; diventasti bellissima e giungesti fino a regnare. 14 La tua fama si sparse fra le nazioni, per la tua bellezza; essa infatti era perfetta, perché io ti avevo rivestita della mia magnificenza", dice il Signore, DIO.
15 "Ma tu, inebriata della tua bellezza, ti prostituisti sfruttando la tua fama e offrendoti a ogni passante, a chi voleva.


Geremia 3:1 Il SIGNORE dice: «Se un uomo ripudia sua moglie
e questa se ne va via e si sposa con un altro,
quell'uomo torna forse ancora da lei?
Il paese stesso non ne sarebbe forse tutto profanato?
E tu, che ti sei prostituita con molti amanti,
ritorneresti da me?», dice il SIGNORE.


Osea 1:2 Quando l'Eterno iniziò a parlare a Osea, l'Eterno disse ad Osea: «Va', prenditi in moglie una prostituta e abbi figli di prostituzione, perché il paese si prostituisce, allontanandosi dall'Eterno».
2 Protestate con vostra madre, protestate, perché essa non è mia moglie e io non sono suo marito. Allontani dalla sua faccia le sue prostituzioni e i suoi adulteri di mezzo alle sue mammelle; 3 altrimenti la spoglierò nuda e la renderò come il giorno della sua nascita; la ridurrò a un deserto, la renderò come una terra arida e la farò morire di sete.


Isaia 50:1 Così dice l'Eterno: «Dov'è la lettera di divorzio di vostra madre con la quale io l'ho ripudiata? O a quale dei miei creditori vi ho venduto? Ecco, voi siete stati venduti per le vostre iniquità, e vostra madre è stata ripudiata per le vostre trasgressioni.

In modo sistematico, il Signore descrive il proprio rapporto con Israele come il matrimonio con una donna.
E ogni sua idolatria come infedeltà, o addirittura come prostituzione. Non credo che questo non abbia alcun senso.
Credo invece che mostri in modo molto chiaro qual'è il cuore di Dio verso questo popolo che Egli ha creato e scelto apposta per Sè stesso e per i Suoi proponimenti. Per amor di completezza, sottolineo il fatto che i versetti sopra riportati non esauriscono questo argomento e che, sebbene siano molto duri, devono essere meditati insieme a tutti gli altri passi biblici profetici di restaurazione futura. Per quanto riguarda il presente invece:

Romani 11: 2 Dio non ha ripudiato il suo popolo, che ha preconosciuto. Non sapete ciò che la Scrittura dice a proposito di Elia? Come si rivolse a Dio contro Israele, dicendo: 3 «Signore, hanno ucciso i tuoi profeti, hanno demolito i tuoi altari, io sono rimasto solo e vogliono la mia vita»? 4 Ma che cosa gli rispose la voce divina? «Mi sono riservato settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal». 5 Così anche al presente, c'è un residuo eletto per grazia.

Ecco quindi che il tema della fedeltà e dell'infedeltà risulta un cardine del rapporto tra Israele e Dio.
E' la cosa più importante, è il fulcro della loro relazione. Esattamente come in ogni matrimonio.

Lo stimato sociologo Francesco Alberoni, descrive così il sentimento di unicità provato nel "vero innamoramento":
"Il nostro amato non è confrontabile con nessun altro. Egli è l'unico, assolutamente l'unico essere vivente che noi possiamo amare. Chiunque altro, non può rimpiazzarlo. Se siamo ricambiati, se lui ci ama, ci meravigliamo della incredibile, straordinaria fortuna che ci è capitata." ("Ti Amo", Ed. Bur. Pag. 84)

Descrive in questo modo invece il tema della fedeltà:
"In amore fedeltà vuol dire esclusività: amore con una sola persona, rapporti sessuali solo con lei. Come nel monoteismo assoluto: "Non avrai altro Dio all'infuori di me". Invece nel politeismo posso essere fedele a più di una divinità. Come nell'amicizia [...]
La fedeltà implica sempre una dedizione di energie, un dispendio di sè a favore dell'amato. E' il dono di sè, dono del proprio tempo, dono delle proprie attenzioni, dei propri pensieri. ["Ti Amo", Ed. Bur. Pag. 229-230)

Perchè citare le parole di un sociologo e affiancarle ad un brano biblico?
Ebbene, "la sociologia è la scienza sociale che studia i fenomeni della società umana, indagando i loro effetti e le loro cause, in rapporto con l'individuo e il gruppo sociale." (Fonte: Wikipedia)
In poche parole, è la scienza che osserva i comportamenti umani per poterli descrivere al meglio.
E i comportamenti umani sono causati dalla natura umana. E la natura umana è stata creata dal Signore.

Egli ha usato l'immagine del matrimonio umano perchè è ciò che va più vicino alla realtà spirituale presente in questo rapporto.
E riflettendo e osservando proprio questo tipo di relazione umana possiamo comprendere meglio il Suo desiderio e proposito per Israele. (In questa sede parlo di Israele a causa dell'argomento, ma tale relazione è indicata anche tra il Signore e la Chiesa - Efesini 5:31, 32). Ecco qual'è il quadro d'insieme più nitido e dettagliato su questo tema. Ecco qual'è la chiave di lettura dalla quale passare per comprendere in profondità ogni passaggio che parla di questo argomento nell'Antico e nel Nuovo Testamento. Con questi occhiali si possono vedere le "tridimensionalità" che altrimenti appaiono celate, nascoste.

Con questo pensiero allora, torniamo a leggere il brano iniziale tratto dal Deuteronomio:

Deuteronomio 6:4 Ascolta, Israele: l'Eterno, il nostro DIO, l'Eterno è uno. 5 Tu amerai dunque l'Eterno, il tuo DIO, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza. 6 E queste parole che oggi ti comando rimarranno nel tuo cuore; 7 le inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando sei seduto in casa tua, quando cammini per strada, quando sei coricato e quando ti alzi. 8 Le legherai come un segno alla mano, saranno come fasce tra gli occhi, 9 e le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.

Leggendo con gli "occhiali" che abbiamo appena scoperto, quello che affiora dal brano non è una rivelazione della natura di Dio, bensì una descrizione della Sua relazione con Israele! Dio non sta parlando di Sè stesso ma del Suo rapporto con tutto il popolo! Ed è in questa prospettiva che si può comprendere fino in fondo il Suo messaggio. Egli sta chiedendo a Israele di "innamorarsi" di Lui. Egli chiede di essere l'Unico. Chiede di essere amato con tutto il proprio essere, di meditare le Sue parole nel cuore, di parlare di Lui ai propri figli.
Esattamente come quando si è innamorati non si riesce a pensare ad altro che la persona amata, allo stesso modo il Signore sta chiedendo a Israele di vivere la propria relazione con Lui in modo ugualmente intenso e passionario. Non una religione tradizionale e vuota, ma un rapporto vivo e vibrante. Questo è il vero messaggio. Questa è l'indicazione avvinghiata alla trama del passo biblico. Qualcosa che non si può capire con la ragione, ma con il cuore. Qualcosa che non si può capire con una dottrina, ma con una fede vivente.

Ecco che perde di ogni significato la congettura che "Se l'Eterno è uno, non può essere tre Persone". In queste parole Egli non sta rivelando chi è, sta rivelando chi vuole e deve essere per Israele. Non sta dicendo che è una Persona sola, ma sta dicendo che è l'Unico! Sta dicendo che solo Lui può e deve ricevere la loro adorazione. Che non si devono rivolgere a falsi dèi! Non devono seguire gli idoli delle altre popolazioni!!

Durante la storia, purtroppo, come abbiamo letto nei brani scritti da vari profeti, le cose non sono andate in questo modo. Israele si è dato all'idolatria in modi sempre più estremi, allontanandosi davvero tanto dal suo "primo amore".
Ma questo non ha sorpreso il Signore, non è accaduto senza il Suo volere. Ci sono più gradi di comprensione della volontà di Dio, e, per quanto riguarda Israele, l'ultimo grado rivelato è descritto con queste parole dall'Apostolo Paolo:

Romani 11:25 Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; 26 e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto:
«Il liberatore verrà da Sion.
27 Egli allontanerà da Giacobbe l'empietà;
e questo sarà il mio patto con loro,
quando toglierò via i loro peccati».
28 Per quanto concerne il vangelo, essi sono nemici per causa vostra; ma per quanto concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri; 29 perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili. 30 Come in passato voi siete stati disubbidienti a Dio, e ora avete ottenuto misericordia per la loro disubbidienza, 31 così anch'essi sono stati ora disubbidienti, affinché, per la misericordia a voi usata, ottengano anch'essi misericordia. 32 Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti.


L'infedeltà di Israele è stata usata dal Signore per offrirci la riconciliazione.
Il testimone è stato passato (temporaneamente) ai Gentili affinchè si adempisse la profezia data ad Abramo:

Genesi 12:3 Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra».

In questo modo, la stessa relazione appassionata è stata offerta a tutti gli uomini della terra grazie al sacrifico del Signore Gesù. Fino al momento in cui si raggiungerà la pienezza dei gentili (la salvezza di tutti i non Ebrei eletti) e l'Eterno tornerà ad accogliere Israele (facendo successivamente dei due ovili uno solo - Giovanni 10:16).

Geremia 31:31 Ecco, verranno i giorni», dice l'Eterno, «nei quali stabilirò un nuovo patto con la casa d'Israele e con la casa di Giuda; 32 non come il patto che ho stabilito con i loro padri nel giorno in cui li presi per mano per farli uscire dal paese di Egitto, perché essi violarono il mio patto, benché io fossi loro Signore», dice l'Eterno. 33 «Ma questo è il patto che stabilirò con la casa d'Israele dopo quei giorni», dice l'Eterno: «Metterò la mia legge nella loro mente e la scriverò sul loro cuore, e io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. 34 Non insegneranno più ciascuno il proprio vicino né ciascuno il proprio fratello, dicendo: "Conoscete l'Eterno!", perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande», dice l'Eterno. «Poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato». 35 Così dice l'Eterno, che ha dato il sole per la luce di giorno e le leggi alla luna e alle stelle per la luce di notte, che solleva il mare e ne fa mugghiare le onde, il cui nome è l'Eterno degli eserciti. 36 «Se quelle leggi venissero meno davanti a me», dice l'Eterno, «allora anche la progenie d'Israele cesserebbe di essere una nazione davanti a me per sempre». 37 Così dice l'Eterno: «Se si potessero misurare i cieli in alto, o esplorare le fondamenta della terra in basso, allora anch'io rigetterei tutta la progenie d'Israele per tutto ciò che hanno fatto, dice l'Eterno.

1 commento:

Azrael ha detto...

Benedetto sia L'Eterno per l'ispirazione che ti dà per questi tuoi messaggi!

Amen!

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