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lunedì 26 settembre 2011

Eppure tu lo hai fatto di poco inferiore agli angeli...

Salmi 8
1 Al direttore del coro. Sulla ghittea. Salmo di Davide.
O SIGNORE, Signore nostro,
quant'è magnifico il tuo nome in tutta la terra!
Tu hai posto la tua maestà nei cieli.
2 Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai tratto una forza, a causa dei tuoi nemici,
per ridurre al silenzio l'avversario e il vendicatore.
3 Quand'io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai disposte,
4 che cos'è l'uomo perché tu lo ricordi?
Il figlio dell'uomo perché te ne prenda cura?
5 Eppure tu l'hai fatto solo di poco inferiore a Dio [o secondo un'altra traduzione "degli angeli"],
e l'hai coronato di gloria e d'onore.
6 Tu lo hai fatto dominare sulle opere delle tue mani,
hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi:
7 pecore e buoi tutti quanti
e anche le bestie selvatiche della campagna;
8 gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
tutto quel che percorre i sentieri dei mari.
9 O SIGNORE, Signore nostro,
quant'è magnifico il tuo nome in tutta la terra!


Questo salmo è attribuito al re Davide.
Gesù pregò rivolgendosi al "Padre nostro", insegnando a tutti noi il significato di essere figli dello stesso Padre.
Davide invece, inizia a salmeggiare al "Signore nostro". Egli, re, si riconosce suddito insieme a tanti altri, di fronte all'Eterno.
E' un messaggio che viene esplicitato in un altro brano biblico:

Salmi 100:3
Riconoscete che il SIGNORE è Dio;
è lui che ci ha fatti, e noi siamo suoi;
siamo suo popolo e gregge di cui egli ha cura.


Questa è la proclamazione che inizia il suo canto. E' come se fosse una carta d'identità.
Davide riconosce contemporaneamente chi è Dio e chi è lui stesso. Presenta i presupposti della sua lode.
Subito dopo c'è un riconoscimento della magnificenza del Suo nome su tutta la terra e della Sua maestà nei cieli. E' una forma poetica che ribadisce la gloria di Dio, manifestata in tutta la creazione.
La terra ed il cielo, i primi elementi ad essere stati creati dal Signore, rispecchiano ancora oggi in modo perfetto la Sua gloria. Anche se più avanti comprendiamo come la natura sia stata sottomessa a vanità contro la sua stessa volontà, resta significativa l'espressione della gloria di Dio in essa. Dalla natura infatti il Signore offre una rivelazione generale, rispecchiando la Sua potenza creatrice.

Romani 1:18 L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia; 19 poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; 20 infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, 21 perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato.

I pagani pur avendo conosciuto Dio mediante la perfezione della natura, non l'hanno glorificato, nè ringraziato.
Al contrario, Davide inizia la sua lode e i suoi ringraziamenti proprio da questo punto.

Ecco quindi che glorifica Dio come Signore e come Creatore.

Subito dopo, il salmista esprime la potenza di Dio come guerriero. Esattamente come era successo durante la sua vita, quando per la potenza del Signore ha potuto abbattere il gigante Golia da fanciullo, allo stesso modo riconosce ora che il Signore può trarre forza dalle cose più deboli di questo mondo.

1 Corinzi 1:28 Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono

In questo viene espressa la Sua grandezza. In questo modo si manifesta il Suo intervento.
Senza grandi ostentazioni, senza chiasso. Ma in modo risoluto e sovrannaturale, affinchè chiunque possa vedere che queste opere possono venire solo da Lui.

Lo sguardo però torna là, nel cielo. Torna alla grandezza del creato e alla piccolezza dell'uomo.
Chi non si è mai sentito insignificante fissando la profondità dell'oceano?
Chi non ha mai tremato perdendosi nell'osservazione di migliaia e migliaia di stelle, nel cielo?
In confronto, l'uomo è una formica.

Eppure il Signore l'ha creato di poco inferiore agli angeli. L'ha creato come Sua immagine, e in questo senso, di poco inferiore a Sè stesso. Come il David di Michelangelo rappresenta il pieno del vigore di un guerriero, così l'uomo, statua vivente, rappresenta l'immagine di Dio. Un onore immeritato, quasi inspiegabile di fronte alle immensità della creazione.
Questo passaggio verrà ripreso circa mille anni più tardi dall'autore della Lettera agli Ebrei.

Lettera agli Ebrei 1:1 Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, 2 in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi. 3 Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi.

Ebrei 2:5 Difatti, non è ad angeli che Dio ha sottoposto il mondo futuro del quale parliamo; 6 anzi, qualcuno in un passo della Scrittura ha reso questa testimonianza:
«Che cos'è l'uomo perché tu ti ricordi di lui
o il figlio dell'uomo perché tu ti curi di lui?
7 Tu lo hai fatto di poco inferiore agli angeli;
lo hai coronato di gloria e d'onore;
8 tu hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi».
Avendogli sottoposto tutte le cose, Dio non ha lasciato nulla che non gli sia soggetto. Al presente però non vediamo ancora che tutte le cose gli siano sottoposte; 9 però vediamo colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto, affinché, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti.
10 Infatti, per condurre molti figli alla gloria, era giusto che colui, a causa del quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, rendesse perfetto, per via di sofferenze, l'autore della loro salvezza. 11 Sia colui che santifica sia quelli che sono santificati provengono tutti da uno; per questo egli non si vergogna di chiamarli fratelli, 12 dicendo:
«Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli;
in mezzo all'assemblea canterò la tua lode».
13 E di nuovo:
«Io metterò la mia fiducia in lui».
E inoltre:
«Ecco me e i figli che Dio mi ha dati».
14 Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, 15 e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita. 16 Infatti, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza di Abraamo. 17 Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo. 18 Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati.


La lettera agli Ebrei è stata scritta molto probabilmente da un discepolo o un collaboratore dell'Apostolo Paolo.
Come suggerisce il titolo stesso, questa lettera è stata scritta per gli Ebrei convertiti, con lo scopo di insegnare il significato più profondo celato dietro la persona e il sacrificio di Gesù Cristo, come adempimento di tutta la Legge di Mosè e dei messaggi dei profeti biblici dell'Antico Testamento. 
Come argomentazione iniziale, l'autore dimostra la superiorità di Cristo agli angeli.
In modo quasi paradossale infatti, viene dimostrata la piena divinità di Gesù proprio attraverso la Sua piena umanità nel momento dell'incarnazione.
In un epoca in cui gli angeli venivano venerati in molte regioni del mondo (ma possiamo vedere come questa pratica sia quantomai attuale), viene dimostrato attraverso la stessa Parola di Dio che il mondo non viene sottoposto ad angeli ma all'uomo. Questa non è un vero e proprio adempimento profetico, in quanto il salmo non comprende profezie, ma viene piuttosto preso ad esempio sotto ispirazione divina per confermare che il piano del Signore è quello di sottomettere la creazione ad un Uomo. All'Uomo perfetto: Gesù Cristo.
Il salmista si riferiva ad una sottomissione del regno animale e vegetale, per uno scopo di nutrimento come vediamo dagli esempi che elenca successivamente. L'autore della lettera invece, assolutizza questo concetto proiettandolo con infallibilità divina alla sola persona di Gesù. Non solo viene mostrato questo significato, ma approfondendo, veniamo alla conoscenza del fatto che tale sottomissione del Kosmos, dell'intero creato, avverrà in tempi futuri.
Tutto questo è possibile proprio per il fatto che legata alla natura pienamente divina di Gesù, vi è la natura umana. Unico modo per conquistare all'uomo una posizione di dignità che aveva perso dalla caduta di Adamo.
Ecco il significato dell'uomo Gesù. La necessità di rendersi simile in tutto e per tutto alle creature che ha portato all'esistenza, per poterle salvare. Non solo salvezza però, ma anche condivisione e comprensione.
L'intera vita terrena di Gesù è stata una vittoria sulla tentazione e sul peccato e proprio per questo, Egli può ora venire in aiuto di quelli che sono tentati. Con comprensione, e con la potenza salvifica del Suo sacrificio, reso perennemente attuale ed efficace dallo Spirito Santo. Ecco quindi che le stesse parole acquistano un significato ancora più stupefacente.
L'uomo, insignificante di fronte all'universo, non solo viene coronato di gloria ed onore dalla considerazione del proprio Creatore, ma anche dalla Sua volontà di abitare tra gli uomini senza vergognarsi. Unico modo per riabilitare alla condizione originaria.

A pensarci bene, questo non può in nessun modo farci inorgoglire. Non riceviamo infatti nessun merito da tanto amore e da tanta premura. Semmai, mostra ancora di più la grandezza di Dio, e ci porta con ancora maggior meraviglia al ringraziamento e alla glorificazione del nostro Dio, facendo nostre le parole di Davide:

O SIGNORE, Signore nostro,
quant'è magnifico il tuo nome in tutta la terra!

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