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domenica 6 febbraio 2011

Ciechi, guide di ciechi

Matteo 15:12 Allora i suoi discepoli si avvicinarono e gli dissero: «Sai che i farisei, quando hanno udito questo discorso, ne sono rimasti scandalizzati?»
Matteo 15:13 Egli rispose loro: «Ogni pianta che il Padre mio celeste non ha piantata, sarà sradicata.
Matteo 15:14 Lasciateli; sono ciechi, guide di ciechi; ora se un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso».

Matteo 15:15 Pietro allora gli disse: «Spiegaci la parabola».


I farisei erano il gruppo religioso più significativo all'interno del giudaismo all'epoca di questo brano biblico. Si dimostravano intransigenti sulla fede e sulla Legge di Mosè, ma duttili nella loro applicazione. Più volte Gesù li ha giudicati come ipocriti. Mostravano esteriormente una fede fervente rinnegandola però con i fatti. (Cfr. Matteo 15:1)

Credo che sia interessante evidenziare il fatto che in questi versetti Gesù li presenta come guide cieche.
Egli ha appena parlato del fatto che ciò che contamina l'uomo è quello che esce dalla sua bocca ma nessuno di loro ha compreso questo insegnamento, anzi ne sono scandalizzati. Desidero soffermarmi un aspetto di queste persone: la loro cecità spirituale.
Da sempre è abitudine umana cercare di giudicare con la vista fisica le realtà spirituali. Ecco quindi che una malattia diviene inequivocabilmente una punizione divina. Un sacrificio animale nell'Israele antico era senza dubbio segno di devozione a Dio. La correzione del Signore o il timore di Dio non si possono vedere ad occhi nudi, ma un'infermità e un sacrificio animale invece sì. Entrambi questi esempi sono aspetti assolutamente biblici, insegnati da YHWH al popolo di Israele attraverso la Torah. La debolezza e la fragilità dell'uomo però, rende estremamente facile travisare dei concetti spirituali, privandoli del loro reale significato. Ecco quindi che a ciò che è visibile viene data enorme importanza, in quanto riscontrabile da tutti; mentre invece ciò che dovrebbe essere più importante (l'attitudine spirituale) viene molto spesso tralasciato.

Per questo motivo Dio abbandonò il Re Saul:

1Samuele 15:22 Samuele disse: «Il SIGNORE gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l'ubbidire alla sua voce? No, l'ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale più che il grasso dei montoni;
1Samuele 15:23 infatti la ribellione è come il peccato della divinazione, e l'ostinatezza è come l'adorazione degli idoli e degli dèi domestici. Poiché tu hai rigettato la parola del SIGNORE, anch'egli ti rigetta come re».


[Per quanto riguarda le malattie invece, ovviamente può essere vero ma non è sempre così. E' necessario discernimento spirituale, non è possibile giudicare solo con gli occhi Cfr. Gv 9:2]

In questo perverso meccanismo, le persone che sembrano più religiose instaurano un modo di pensare carnale, umano e sbagliato. Essi vogliono giudicare con la vista naturale le realtà spirituale. Ciò però è di fatto impossibile.

1Corinzi 2:11 Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.
1Corinzi 2:12 Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate;
1Corinzi 2:13 e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali.
1Corinzi 2:14 Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.
1Corinzi 2:15 L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno.


Le realtà spirituali possono essere comprese solo per rivelazione dello Spirito Santo. Questo è quello che aveva capito l'Apostolo Pietro, dimostrandolo nel momento in cui chiede a Gesù spiegazioni della parabola (Mt15:15).
All'uomo naturale è impossibile capire le cose di Dio. E' impossibile capire i Suoi piani, la Sua "strategia", i frutti del Suo lavoro.
Non possiamo giudicare i fratelli nella fede in base ad una personale simpatia o antipatia. Non possiamo giudicare le chiese locali in base alla professionalità del gruppo lode o al numero di membri di chiesa. Fare di mode accattivanti dei modelli per ogni chiesa. E' sbagliato indicare dei ministeri come "vincenti" solo perchè ogni evangelizzazione ha locandine colorate e gadget cristiani. Non è questo il metro di giudizio! Non lo è mai stato e non lo sarà mai! Può essere che Dio benedica una chiesa con numerose conversoni, ma questo non vuol dire che una chiesa con poche persone non segua la volontà di Dio! Non si possono, NON SI POSSONO giudicare le realtà dello Spirito con i propri sensi fisici. E' necessario il dono del discernimento, è necessaria una rivelazione dello Spirito Santo. Solo in questo modo è possibile comprendere e giudicare spiritualmente ogni cosa. Questa è un'altra dimensione, totalmente estranea ai cinque sensi naturali.

Tutto questo può sembrare molto soggettivo perchè non ci sono riscontri materiali di un corretto giudizio spirituale. L'aspetto spirituale è quindi qualcosa di unicamente soggettivo?

1Corinzi 14:37 Se qualcuno pensa di essere profeta o spirituale, riconosca che le cose che io vi scrivo sono comandamenti del Signore.

Se così fosse non avrebbe alcun senso questa esortazione dell'Apostolo Paolo.
In realtà il discernimento spirituale non è qualcosa delegato solo ai pastori o ai ministri di Dio, è qualcosa che è chiamato ad avere ed esercitare ogni credente. (Cfr. 1Co14:29)
La realtà spirituale dunque è oggettiva, e ogni cristiano dovrebbe crescere in maturità fino a poterla riconoscere in modo sempre più chiaro. Per questo motivo è necessario questo desiderio, è necessario questo esercizio e confronto con i fratelli nella fede.

1Samuele 16:7 Ma il SIGNORE disse a Samuele: «Non badare al suo aspetto né alla sua statura, perché io l'ho scartato; infatti il SIGNORE non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell'uomo: l'uomo guarda all'apparenza, ma il SIGNORE guarda al cuore».

Il Signore istruì il profeta Samuele, dicendogli di non badare all'aspetto fisico per identificare il futuro re di Israele. Questa stessa esortazione è rivolta a noi, oggi. Non badiamo all'aspetto, nè alla statura. Non diamo importanza all'esteriorità: nè dei fratelli, nè delle chiese locali, nè dei non credenti. Poniamo il nostro desiderio invece nel guardare al cuore, esattamente come fa il Signore. Non è qualcosa che possiamo fare da noi stessi, anche in questo caso abbiamo bisogno della Sua voce. E quindi accostiamoci a Gesù, chiedendogli: "apri i miei occhi". La nostra stessa natura umana è cieca e ciò che ci rende vedenti è lo Spirito Santo. Umiliamoci davanti al Signore, riconoscendo che solo Lui ci può mostrare le cose come realmente sono. Rinunciamo al giudicare con il nostro gusto per abbracciare il punto di vista di Dio. Ed ecco che potremo scoprire i doni spirituali del fratello che ci sta tanto antipatico. Ed ecco che non ci lasceremo più abbindolare da nastri colorati. Ed ecco che avremo la sicurezza di non essere guide cieche di ciechi - se mai lo siamo stati. Il Signore ha creato l'uomo in modo che avesse un'influenza sui suoi simili, tanto in positivo quanto in negativo. Un piccolo passo e una piccola consapevolezza in più può essere la miccia per la riforma spirituale di cui ha bisogno l'Italia.
Poniamoci insieme, tu ed io, ai piedi del Maestro. "Signore, spiegaci...."

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