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domenica 14 gennaio 2018

La chiamata ad essere discepoli



Nota: questi sono gli appunti di un sermone predicato il 7 maggio 2017 nella Missione Oikos di Como.

Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito Giovanni e avevano seguito Gesù. Egli per primo trovò suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» (che, tradotto, vuol dire Cristo); e lo condusse da Gesù. Gesù lo guardò e disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; tu sarai chiamato Cefa» (che si traduce «Pietro»).

Il giorno seguente, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo, e gli disse: «Seguimi».Filippo era di Betsàida, della città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazaret, figlio di Giuseppe». Natanaele gli disse: «Può forse venir qualcosa di buono da Nazaret?» Filippo gli rispose: «Vieni a vedere». Gesù vide Natanaele che gli veniva incontro e disse di lui: «Ecco un vero Israelita in cui non c'è frode». Natanaele gli chiese: «Da che cosa mi conosci?» Gesù gli rispose: «Prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto il fico, io ti ho visto». Natanaele gli rispose: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele». Gesù rispose e gli disse: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, tu credi? Tu vedrai cose maggiori di queste». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico che vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».
Giovanni 1:40-51

Questo mese affronteremo il tema della chiamata di Gesù nel Vangelo di Giovanni in due parti. Oggi vedremo la chiamata del Signore ad essere discepoli, mentre domenica prossima vedremo la chiamata ad essere ministri, sulla base di Gv. 21. Il brano di oggi si può dividere in due parti: la prima riguardante Andrea e Pietro, e la seconda collocata “il giorno seguente”.

In questo brano, Andrea comprende da Giovanni Battista il fatto che Gesù è “l'Agnello di Dio, che toglie i peccati dal mondo” (1:29) e subito prende la decisione di seguire il Signore. Andrea era un discepolo di Giovanni (1:35), era un uomo timorato di Dio che già seguiva le indicazioni del suo maestro e non ebbe problemi a riconoscere in Gesù l'Agnello di Dio. Molti credenti si possono specchiare in lui: molti credenti erano già sulla via del timore di Dio quando Egli si è mostrato a loro in tutta la sua gloria, chiamandoli a sé. Andrea però non si limita a seguire Gesù, ma fa qualcosa di ugualmente importante, e lo fa da subito: va da suo fratello e gli dice: «Abbiamo trovato il Messia». Egli dichiara immediatamente la sua fede in Gesù, e Pietro, ascoltando questa dichiarazione, lo segue a sua volta, ricevendo dal Signore la sua chiamata al discepolato. Il testo passa sotto silenzio la risposta di Pietro e manifesta invece la libera scelta di Gesù e l'autorità del Signore su questo apostolo che si rivelerà molto importante in seguito (cfr. c.21). Abbiamo dunque due situazioni: la prima riguardante una persona che ricerca Dio e che viene raggiunta dal Figlio, e la seconda riguardante una persona che riceve una pronta testimonianza da parte di un familiare e una chiamata personale. Tanto Andrea quanto Simon Pietro, entrano in questo modo nel processo di discepolato di Gesù. Sono chiamati ad essere discepoli. Tre riflessioni:
1) La risposta alla chiamata da Dio si trasforma spesso in un immediato zelo evangelistico, manifestazione di un “primo amore” da custodire gelosamente.
2) Chi cerca il Signore lo trova! (Is. 55:6)
3) Il Signore cambia il nome a Simon Pietro conoscendo perfettamente il suo passato e il suo futuro. Il nome nel mondo ebraico riguarda la vita stessa delle persone e il cambiamento di nome indica il cambiamento radicale di vita. Non si può incontrare Dio e rimanere gli stessi ed è per questo che moltissimi uomini di Dio nella Bibbia dopo averlo incontrato hanno visto cambiato il loro nome.

Successivamente Gesù chiama in modo diretto Filippo che era di Betsaida (= casa della pesca) proprio come Andrea e Pietro. Anche egli lo segue, e anche egli si dirige da un amico (Natanaele) per testimoniare del Messia. Quest'ultimo è scettico per le umili origini di Gesù, però accetta di andare a conoscerlo. Qui si svolge l'incontro, Natanaele è colpito dal dono di conoscenza di Gesù e da questo ha la prova che gli serviva per capire che egli era
il Figlio di Dio, il re d'Israele.

Natanaele è protagonista di un dialogo con Gesù molto intenso e non privo di significato. In Osea leggiamo:

Osea 9:10 «Io trovai Israele come uve nel deserto;
vidi i vostri padri come i fichi primaticci
di un fico al suo primo frutto;
ma, non appena giunsero a Baal-Peor,
si appartarono per darsi alla vergogna
e divennero abominevoli come la cosa che amavano.

Natanaele quindi appare come tipo dell'Israele fedele al Signore. 

Gesù invece che tipologia assume in questo brano?

Giacobbe partì da Beer-Sceba e andò verso Caran. Giunse ad un certo luogo e vi passò la notte, perché il sole era già tramontato. Prese una delle pietre del luogo, se la mise per capezzale e lì si coricò. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima toccava il cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano per la scala. Il SIGNORE stava al di sopra di essa e gli disse: «Io sono il SIGNORE, il Dio d'Abraamo tuo padre e il Dio d'Isacco. La terra sulla quale tu stai coricato, io la darò a te e alla tua discendenza. La tua discendenza sarà come la polvere della terra e tu ti estenderai a occidente e a oriente, a settentrione e a meridione, e tutte le famiglie della terra saranno benedette in te e nella tua discendenza. Io sono con te, e ti proteggerò dovunque tu andrai e ti ricondurrò in questo paese, perché io non ti abbandonerò prima di aver fatto quello che ti ho detto».
Genesi 28:10-15

→ Gesù è il nuovo Giacobbe. Giacobbe è il patriarca di Israele, erede della promessa della terra, Gesù Figlio di Dio invece è erede di tutti i credenti della terra (mediatore tra Dio e gli uomini attraverso il servizio degli angeli).

Ma torniamo ora al nostro brano.

Questi discepoli ben rappresentano diverse storie e diverse caratteristiche che possono appartenere anche a noi oggi, ma che sono accomunate dall'unico destino di ricevere la chiamata di Gesù ad essere suoi discepoli, proprio come noi abbiamo ricevuto la nostra.

- Andrea era un uomo genuinamente religioso, ed aveva incontrato Gesù.

- Pietro aveva un fratello di sangue che aveva fatto questa esperienza, e la sua testimonianza lo ha portato a Gesù.

- Filippo stava svolgendo la sua attività quando Gesù stesso viene direttamente incontro a lui.

- Natanaele è scettico, ma accetta la sfida di andare da Gesù e confrontandosi con lui ne è illuminato.

Il Signore si usa di modi diversi per raggiungere le persone. Questo è valido per i dodici discepoli e apostoli, è valido per noi, ed è valido anche per coloro che devono ancora essere chiamati dal Signore. Non c'è un unico modo per incontrare Gesù, ma egli può usare diverse situazioni per raggiungere quest'unico scopo. Uno scopo però che è unico e condiviso: essere suoi discepoli. Prima di ogni cosa, noi siamo suoi discepoli. Studiamo la Bibbia per essere discepoli più preparati. Preghiamo per essere discepoli più intimi. Ma come possiamo essere buoni discepoli? Leggendo ed ubbidendo alla Parola di Dio e ascoltando ed ubbidendo alla voce dello Spirito Santo. E, facendo questo, mettiamo in pratica la nostra fedeltà facendo esperienza del cammino con Gesù secondo le stesse tappe che hanno contraddistinto il discepolato dei dodici. Tutto questo, in vista dell'opera del ministero, sul quale rifletteremo la prossima settimana. 

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