1. La dimensione letteraria
Mt. compie una sintesi sulla base di
due testi anteriori: Il Vangelo di Marco e Q. Marco funge da cornice narrativa entro
la quale sono aggiunti i dialoghi (materiale discorsivo) di Q. Mt.
Però modifica l'ordine delle fonti per comporre unità tematiche,
diversamente da Lc che segue invece Mc.
Anche dal punto di vista teologico, Mt.
è un'opera di sintesi.
→ Procedimenti stilistici: la
letteratura del NT nasce dall'incrocio culturale del mondo
ellenistico con quello semitico. Questo avviene in particolar modo in
Mt che è il più giudaico dei vangeli ma che tuttavia scrive in un
greco più corretto di Mc. L'accuratezza di Mt si manifesta anzitutto
in molte pericopi e sezioni unitarie. La conoscenza di questi
procedimenti è essenziale:
- Inclusioni: ripetizione di parole o espressioni chiave all'inizio e alla fine di una sezione. Cfr. 1:23 con 28:20. Cfr. 4:23 e 9:35, 7:16 e 20.
- Parallelismi e chiasmi: 7:24-27 parellelismo antitetico. 16:25 chiasmo. Comune nell'AT
- Ripetizioni di parole (fratello 39 volte in Mt. 20 in M.c 19 in Lc., chiesa 3/0/0, adempiere 16/2/9, profeti 13/0/1, figlio di Davide 10/4/4, Cristo 16/7/12)
- Enumerazioni: Tre sono i gruppi delle genealogie, le apparizioni angeliche, le tentazioni, le opere buone, tre gruppi di miracoli comprendenti tre miracoli, tre le preghiere (26:39-44), i rinnegamenti.
Sette sono le maledizioni (23:13-32), le parabole (13)
Cosa significano queste cose? Che il
vangelo è ben costruito e presuppone una continua lettura del testo,
che sono ben costruite soprattutto le unità minori e che le tecniche
letterarie sono simili a quelle dell'AT.
Anche dal punto di vista dottrinale Mt
è più schematico e conciso, cercando di rendere espliciti
ammaestramenti dottrinali. L'interesse dottrinale si rivela
soprattutto nei cinque grandi discorsi di Gesù che strutturano tutta
l'opera e dimostrano la grande abilità nel produrre sintesi
combinando le proprie fonti. Nel giudaismo di tendeva a raggruppare
in numero di 5: 5 libri di Mosè e 5 libri di Salmi.
a) Mt. 5:1-7:29 il discorso della
montagna: Gesù proclama il regno dei cieli e le esigenze che
comporta:
Introduzione
I Esordio: le beatitudini e la missione
I Esordio: le beatitudini e la missione
II La giustizia del regno dei cieli
III Finale: mettere in pratica
III Finale: mettere in pratica
b) Mt. 9:35-10:42: il discorso di
missione L'espansione del regno dei cieli
c) Mt. 13: il discorso in parabole, la natura del regno dei cieli
c) Mt. 13: il discorso in parabole, la natura del regno dei cieli
d) Mt.
18:3-34: il discorso ecclesiale, la comunità che accoglie
il regno dei cieli
e)
Mt. 23:1-25:46: il discorso escatologico, pronti per la
venuta del regno dei cieli
Mt. è quindi un testo narrativo con
cinque grandi discorsi inseriti nella trama.
STRUTTURA:
- INTRODUZIONE (1:1-4:22)
- GESU', MESSIA POTENTE IN PAROLE E OPERE (4:23-9:35), tre gruppi di tre miracoli
- I DISCEPOLI INVIATI DA GESU' E LE DIVERSE RISPOSTE (9:36-12:50)
- GESU' SI CONCENTRA SUI DISCEPOLI (13:1-17:27)
- ROTTURA CON IL GIUDAISMO (18:1-22:45)
- DISCORSO DI CONGEDO, PASSIONE E PASQUA (23-28:20)
Mt. 28:16 Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato. 17 E, vedutolo, l'adorarono; alcuni però dubitarono. 18 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo:
FONDAMENTO
«Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra.
COMANDO
19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate.
GARANZIA
Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente.
2. La dimensione teologica
Il rapporto con il giudaismo fu un problema per la chiesa primitiva che traspare in tutto il NT ma soprattutto in Mt., il vangelo paradossalmente più giudaico e contemporaneamente più ostile al giudaismo.
Nella genealogia Gesù è ricondotto ad Abramo diversamente con Lc. che avanza fino ad Adamo. L'infanzia di Gesù ha paralleli inoltre con le origini di Mosè e di Israele.
Mt. sottolinea che Israele respinge il messia che gli è stato inviato (21:43).
La polemica antigiudaica viene condotta proprio perché la comunità di Mt è giudeocristiana. Vi era una forte polemica tra la sinagoga e la chiesa di Mt e quest'ultima a differenza di Paolo non elabora una teologia su Israele e sul suo futuro rapporto con Dio.
Gesù è il messia inviato a Israele come compimento delle promesse. 22:41-45: Gesù è anche più del messia.
E' inoltre Figlio di Dio. Mt è il sinottico che più spesso parla di Dio come Padre.
E' Signore.
Dio con noi.
Mt. 18:20 cfr. con la massima rabbinica “se due stanno insieme occupati nelle parole della legge la shekinà (= dimora, abitazione di Dio) abita in loro. Gesù prende il posto della Shekinà.
Figlio dell'uomo. Cfr. Daniele 7:13-14.
Mt. non continua il vangelo con una storia degli apostoli perchè quest'ultima è una storia che continua l'azione del Cristo glorificato.
Mt è sempre stato il vangelo ecclesiale per antonomasia: 16:18 Gesù promette l'edificazione della SUA chiesa; Gesù è sempre presente nella comunità.
I discepoli sono paradigma dei cristiani di ogni tempo: non li idealizza ma ne conosce luci ed ombre. I discepoli hanno fede ma questa è sempre minacciata. Il problema non è come accedere alla fede ma come restare fedeli.
Mt. combatte due deviazioni opposte: un antinomismo che prescinde dalla legge e un legalismo come quello degli scribi e farisei.
Mt. afferma che il signore ritarda (24:48, 25:5) e bisogna vegliare.
Bibliografia
Rafael Aguirre Monasterio e Antonio Rodriguez Carmona, Vangeli sinottici e Atti degli Apostoli, 1995, Brescia, Paideia Editrice.
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