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martedì 22 novembre 2016

Vi è un corpo solo

Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla.
Giovanni 15:5
Nel Nuovo Testamento troviamo molti insegnamenti riguardanti la Chiesa, tanto nei Vangeli, quanto negli Atti degli Apostoli, nelle lettere di Paolo e in quelle Cattoliche, ed infine nell'Apocalisse di Giovanni. La Confessione di fede riformata di Westminster, nel suo venticinquesimo capitolo1, riassume con queste parole gli insegnamenti biblici a riguardo:
1. La chiesa cattolica o universale, la quale è invisibile, è composta dal numero completo degli eletti che sono stati, che sono, e che saranno raccolti insieme in unità, sotto Cristo, il Suo Capo. Essa è la sposa, il corpo, il compimento di Colui che porta a compimento ogni cosa in tutti.
2. La chiesa visibile, la quale sotto l'Evangelo è pure cattolica o universale cioè non confinata ad una nazione come sotto la legge, consiste di tutti coloro che, nel mondo intero professano la vera religione, insieme ai loro figlioli. E' il regno del Signore Gesù Cristo, la casa e la famiglia di Dio, al di fuori dalla quale non v'è nessuna ordinaria possibilità di salvezza.
3. A questa chiesa cattolica e visibile Cristo ha dato il ministero, gli oracoli, e le ordinanze di Dio, per il radunamento e la perfezione dei santi in questa vita fino alla fine del mondo; e per mezzo della propria presenza e del Suo Spirito, secondo la sua promessa, Egli li rende efficaci.
4. Questa chiesa cattolica è stata a volte più, a volte meno, visibile e le chiese particolari, membri di essa, sono più o meno pure a seconda della misura in cui la dottrina dell'Evangelo viene insegnato ed abbracciato, le ordinanze amministrate ed il culto pubblico celebrato con più o meno purezza
5. Le chiese più pure sotto il cielo sono soggette a contaminazione e ad errore; alcune sono degenerate al punto da non essere più chiese di Cristo, ma sinagoghe di Satana. Ciononostante vi sarà sempre sulla terra una chiesa per rendere culto a Dio secondo la sua volontà.
6. Non v'è altro capo della chiesa se non il Signore Gesù Cristo. Il Papa di Roma non può essere in alcun senso il capo della chiesa, ma è l'anticristo, quell'uomo di peccato e figliolo di perdizione, il quale si innalza nella chiesa contro Cristo, e contro tutto quello che è chiamato Dio.
Come affermato esplicitamente, la Chiesa è composta da tutti i credenti che sono raccolti in unità sotto Cristo. Essa è la sposa di Cristo. Essa è il corpo di Cristo, e Cristo ne è il suo naturale capo. Quest'ultima concezione è ben esposta in particolare nelle lettere dell'apostolo Paolo. La Lettera agli Efesini, tradizionalmente attribuita proprio a Paolo nel tempo della sua prigionia romana (62 d.C.), tratta a sua volta l'argomento da una importante prospettiva specifica, che è possibile cogliere volgendo lo sguardo per un momento allo schema d'insieme di questa epistola2:
  • Introduzione epistolare (1:1-23)
  • Le basi del cristianesimo: dalla morte alla vita (2:1-22)
  • Il ministero apostolico (3:1-21)
  • Esortazione generale: la risposta cristiana (4:1-5:20)
  • Esortazioni particolari: la famiglia cristiana (5:21-6:9)
  • Conclusione della lettera (6:10-24)    
Proprio nella sezione centrale dedicata alla risposta cristiana, troviamo un'esortazione generale di ampio respiro che definisce degli aspetti fondamentali della Chiesa. L'apertura del brano in questione è il seguente: 

Io dunque, il prigioniero del Signore, vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace.
Efesini 4:1-3
   
 
La preoccupazione dell'apostolo era la condotta dei membri di questa chiesa locale, nei loro rapporti interpersonali. Sopra ogni credente c'era una chiamata da parte del Signore ed è proprio in riferimento a questa chiamata che Paolo inizia il suo appello. L'esortazione iniziale infatti è quella di comportarsi in modo degno della vocazione che è stata rivolta da Dio a ciascuno di loro. La Chiesa infatti inizia e continua la sua vita comunitaria con la chiamata sovrana di Dio rivolta a singole persone. Persone che vivono l'esperienza della nuova nascita (o, più correttamente, della nascita dall'alto). Questa è la prima e fondamentale esperienza che accomuna tutti i credenti, tanto nella chiesa locale quanto in quella universale. Lo Spirito Santo convince di peccato, manifesta la presenza di Dio e, grazie al sacrificio di Cristo, porta alla riconciliazione le singole persone con il Padre celeste. E in virtù di questa divina elezione e salvezza, ogni credente entra in questa famiglia spirituale venendo esortato a comportarsi in modo degno, ossia in modo umile, mansueto e paziente. Ogni cristiano è chiamato ad avere il sentimento di Cristo (Fili. 2:5), indicando con questo non un sentimentalismo particolare ma un'attitudine: l'attitudine di Gesù Cristo, il quale pur essendo in forma di Dio spogliò sé stesso facendosi ubbidiente fino alla morte. Ogni cristiano deve contribuire con il proprio sforzo volto a conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace. Lo Spirito Santo crea e promuove l'unità dei credenti, ma essi devono collaborare nel perseguimento di questo santo obiettivo, assicurandosi che sia sempre vincolato con la pace. D'altra parte, l'unità dello Spirito decade spontaneamente nei confronti di chi si comporta in modo ostinatamente ribelle allo Spirito stesso (1 Cor. 5:11, 1 Gv. 2:19). L'esortazione che troviamo nella lettera poi continua, presentando altre importanti motivazioni che stanno alla base di questa unità. Di seguito la prima, oggetto di questo approfondimento:

Vi è un corpo solo [...]
Efesini 4:4

C'è un solo sōma, un solo corpo. Per quanto esistano diverse comunità locali in diverse città, per quanto esistano diverse denominazioni cristiane con diverse sfumature dottrinali (ma un'unica fede fondamentale), la Chiesa è una sola: è un unico corpo, il corpo di Cristo. Spiritualmente non esistono diversi corpi, esiste un corpo solo, ben collegato e ben unito al capo. Pertanto l'unica possibilità che esiste è quella di essere parte o non essere parte di questo corpo. Per Paolo questa è molto più di un'immagine: è una vera e propria realtà spirituale.3 

Importante a questo riguardo è anche l'insegnamento di Gesù nel Vangelo secondo Giovanni al c.15, dove egli si paragona assieme ai discepoli ad una vite con i suoi tralci. La vite come popolo di Dio è una concezione che risale all'Antico Testamento (cfr. Is. 5), ma è nel Salmo 80 che troviamo per la prima volta una associazione tra la vite e il Figlio dell'uomo:

O Dio degli eserciti, ritorna;
guarda dal cielo, e vedi, e visita questa vigna;
proteggi quel che la tua destra ha piantato,
e il germoglio che hai fatto crescere forte per te.

Essa è arsa dal fuoco, è recisa;
il popolo perisce alla minaccia del tuo volto.

Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che hai reso forte per te,

e noi non ci allontaneremo da te.
Facci rivivere, e noi invocheremo il tuo nome. 

Salmi 80:14-18


Il Figlio dell'uomo è forte perché inviato dal Padre, con lo scopo di riavvicinare Dio al suo popolo. Il ministero di Cristo ha permesso questo riavvicinamento, anche se nel tempo presente un indurimento si è prodotto in una parte di Israele, e si manterrà finché non sia salvata la totalità delle persone (elette) di origine non ebraica (Rom. 11:25). Il corpo di Cristo in quanto popolo di Dio, infatti, è tale grazie allo Spirito Santo, ma in virtù del fondamento costituito dall'unico evento storico della croce.4 E' solo attraverso la fede in questo evento e nella persona di Gesù che avviene l'ammissione nella famiglia di Dio (cfr. Ef. 2). L'unità è sotto un solo capo. La corretta comprensione di questa unità è determinante per il giusto comportamento di ogni cristiano nella propria comunità e per il comportamento di ogni comunità locale nei confronti delle altre. Le divisioni e le sètte sono opere della carne (Gal. 5:20), sono opere che sorgono in modo naturale a causa della natura decaduta dell'uomo, ma devono essere sottomesse nella volontà dei credenti attraverso lo Spirito Santo e il rinnovamento della propria mente (Rom. 12:2). Alla fine del I secolo, la comunità di Roma scrisse una lettera a quella di Corinto a causa delle sue divisioni, constatando la seguente situazione:

Ogni onore e abbondanza vi erano stati concessi e si era compiuto ciò che fu scritto: "Il diletto mangiò e bevve, si fece largo e si ingrassò e recalcitrò". Di qui gelosia e invidia, contesa e sedizione, persecuzione e disordine, guerra e prigionia. Così si ribellarono i disonorati contro gli stimati, gli oscuri contro gli illustri, i dissennati contro i saggi, i giovani contro i vecchi. Per questo si sono allontanate la giustizia e la pace, in quanto ognuno ha abbandonato il timore di Dio ed ha oscurato la sua fede; non cammina secondo i comandamenti divini, non si comporta come conviene a Cristo, ma procede secondo le passioni del suo cuore malvagio, in preda alla gelosia ingiusta ed empia attraverso la quale anche "la morte venne nel mondo".
Prima Lettera di Clemente ai Corinzi, c.3

Le passioni le cuore malvagio devono essere fatte morire, così come tutto ciò che è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria (Col. 3:5). La gelosia deve essere fatta morire, e tutto questo è possibile unicamente mediante lo Spirito (Rm. 8:13), lo stesso Spirito che unisce la Chiesa in sé stessa e con il suo capo. Questo è il tipo di unità del corpo, un'unità non di idee o di intenti ma, come afferma Paolo stesso, un'unità che è dello Spirito.
CONSIDERAZIONI FINALI

L'apostolo Paolo nella Lettera agli Efesini5 esorta questa comunità nella seconda metà del I secolo a mantenere l'unità dello Spirito con il vincolo della pace. Successivamente, egli descrive le caratteristiche fondanti di questa unità, tra i quali la prima è quella dell'unicità del corpo. Vi è infatti un corpo solo: un unico corpo di Cristo che è formato da tutti i veri credenti che sono in comunione con il Signore glorificato. Non ci sono altre possibilità, pertanto è d'obbligo mantenere una buona comunione oltre con il Signore anche con gli altri fratelli e le altre sorelle poiché, volenti o no, l'unione spirituale con loro c'è, e resta. Coloro che si palesano nella loro apostasia e/o nel loro ostinato peccato contro lo Spirito Santo sono esclusi da questa unione, a causa della loro stessa condotta e volontà. Il settarismo e la divisione sono opere della carne e quindi vanno sottomessi allo Spirito in modo da crescere nella santificazione e nella volontà del Signore. In questo modo la Chiesa può edificarsi continuamente pregando mediante lo Spirito, conservandosi nell'amore di Dio e attendendo la misericordia del Signore Gesù Cristo che si manifesterà definitivamente con il suo ritorno, con la risurrezione dei morti e con la vita eterna (Gd. 20,21). Per la gloria di Dio.



Note:

[1] Fonte
[2] Jordi Sanchez Bosh, Scritti Paolini, Paideia, pp. 330-331.
[3] Horst Balz, Gerhard Schneider, Dizionario esegetico del Nuovo Testamento, Paideia, II 1541. 
[4] Id. Ibid. II 1543. 
[5] ...O un suo discepolo, secondo la moderna critica biblica. Anche prendendo in considerazione la pseudoepigrafia della lettera, non cambia nessuno dei ragionamenti teologici affrontati in questo approfondimento. Da un punto di vista cristiano, infatti, il testo è in ogni caso ispirato dallo Spirito Santo e pienamente Parola di Dio. Da un punto di vista letterario, invece, nel caso fosse stata scritta da un discepolo di Paolo lo stile teologico sarebbe ampiamente ricondotto al pensiero dell'apostolo e in accordo con quanto presente nelle lettere considerate come certamente autentiche. Per approfondimenti: Jordi Sanchez Bosh, Scritti Paolini, Paideia, pp. 341-355.    

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