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domenica 17 marzo 2013

L'ermeneutica nella Bibbia


L'ermeneutica è in filosofia la metodologia dell'interpretazione. La parola deriva dal greco antico ἑρμηνευτική (τέχνη), in alfabeto latino hermeneutikè (téchne), traducibile come (l'arte della) interpretazione, traduzione, chiarimento e spiegazione. Essa nasce in ambito religioso con lo scopo di spiegare la corretta interpretazione dei testi sacri. [fonte: wikipedia.it]

Possiamo considerare quindi l'ermeneutica biblica come la spiegazione e l'interpretazione della Bibbia stessa. Tale termine non esiste nel linguaggio biblico, ma il suo concetto è legato a brani di profonda importanza, capaci ancora oggi di essere insegnamenti fondamentali.
Per questo motivo, affronteremo insieme in questo approfondimento il punto di vista dell'ermeneutica nella Bibbia, piuttosto che della Bibbia.
Non la rigorosa scienza che viene applicata nel criticismo dei libri biblici quindi, ma l'approccio corretto alle Scritture così come lo troviamo nella Bibbia stessa.
Vediamo insieme qualche punto a riguardo.

  1. L'ermeneutica testimonia di Cristo, definendo la Sua corretta identità.

Luca 4:16 Si recò a Nazaret, dov'era stato allevato e, com'era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga. Alzatosi per leggere,
Luca 4:17 gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trovò quel passo dov'era scritto:
Luca 4:18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me,
perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri;
mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri
e il ricupero della vista ai ciechi;
per rimettere in libertà gli oppressi,
Luca 4:19 per proclamare l'anno accettevole del Signore».
Luca 4:20 Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui.
Luca 4:21 Egli prese a dir loro: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite».

L'inizio del ministero terreno di Gesù inizia con una precisa proclamazione della sua identità e del suo scopo nell'incarnazione. Egli infatti entra in una sinagoga per leggere la parola di Dio. Senza che lui chiedesse un passo particolare, gli fu dato il libro del profeta Isaia, dove trovò una profezia di fondamentale importanza. Tutto quello che ha fatto è stato leggere questo brano e commentarlo con una frase semplicissima ma stravolgente: “oggi si è adempiuta questa Scrittura”. Non si è espresso in modo nebuloso o per metafore. In questo caso la sua parola è stata chiara ed inequivocabile perchè segna un inizio che tutti dovevano comprendere. Gesù aveva già ricevuto il battesimo da Giovanni ed era già stato tentato da Satana nel deserto. Ora iniziava il tempo dell'azione, del ministero. E il Signore ha voluto manifestarlo proclamando scritturalmente chi era e cosa aveva da compiere.
Anche se questo è un caso particolare, credo che lo stesso principio si debba applicare anche ai nostri giorni nell'interpretazione delle Scritture. Uno dei più importanti scopi di questa attività infatti è proprio quella di testimoniare di Cristo e definire la sua identità. Tutta la Scrittura confluisce su Cristo e senza questa comprensione si finisce inevitabilmente per snaturale il testo stesso. L'ermeneutica deve testimoniare di Cristo, della Sua identità e in alcuni casi dei Suoi scopi.

Colossesi 1:15 Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura;
Colossesi 1:16 poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

In Cristo sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra. Ogni cosa è stata creata per mezzo di lui e in vista di lui! Egli è la Parola (Gv 1:14) e la Parola non può fare altro che testimoniare di sé stessa meglio di chiunque altro! Meditiamo su questa verità per avvicinarci in modo nuovo qualsiasi brano della Scrittura.

  1. L'ermeneutica rivela la volontà di Dio

Luca 24:25 Allora Gesù disse loro: «O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette!
Luca 24:26 Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?»
Luca 24:27 E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano.
Luca 24:28 Quando si furono avvicinati al villaggio dove andavano, egli fece come se volesse proseguire.
Luca 24:29 Essi lo trattennero, dicendo: «Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire». Ed egli entrò per rimanere con loro.
Luca 24:30 Quando fu a tavola con loro prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede loro.
Luca 24:31 Allora i loro occhi furono aperti e lo riconobbero; ma egli scomparve alla loro vista.
Luca 24:32 Ed essi dissero l'uno all'altro: «Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentr'egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?»

Come contraltare della proclamazione di Cristo all'inizio del suo ministero terreno, nello stesso Vangelo di Luca troviamo quest'altro passo molto simile che mostra un aspetto post-pasquale di Cristo. Dopo la resurrezione infatti, Egli incontra due persone sulla strada di Emmaus e, dopo aver evidenziato la loro lentezza a credere, spiega loro in tutte le Scritture quello che riguardava la sofferenza che doveva passare prima di entrare nella sua gloria. E' un brano abbastanza simile, ma che presenta sfumature diverse. Nel passo precedente infatti, il Signore legge una singola profezia e la chiarisce, informando i presenti di quello che Dio stava facendo. Ora invece, Cristo spiega sistematicamente il significato di tutto quello che è successo alla luce delle Scritture. Sicuramente queste due persone conoscevano già i passi che avrà citato Gesù ma non sapevano il loro reale significato. In questo caso, il vero significato è stato nascosto fino al tempo opportuno, in cui Gesù stesso ha potuto rivelare ogni cosa: togliere il velo che nascondeva il piano di Dio per la redenzione dell'uomo. Anche questa situazione è unica, ma anche in questo caso ci sono elementi che possiamo fare nostri per comprendere meglio le caratteristiche di una corretta ermeneutica. Quello che ha fatto Gesù infatti è stato rivelatorio. Egli ha rivelato il senso e l'adempimento di molte profezie, e nessuno potrà mai più farlo come lo ha fatto Lui per svariati motivi.
Ma resta il fatto che l'intento dell'interpretazione biblica deve restare lo stesso, e presenta anche oggi degli aspetti rivelatori. Noi ora sappiamo quale è stato il piano di Dio e sappiamo cosa dobbiamo fare nel nostro tempo per ubbidire alla Sua volontà. Ma dobbiamo anche oggi sforzarci di comprendere appieno il significato della Bibbia in ogni Suo aspetto ascoltando di continuo la voce dello Spirito Santo.

Giovanni 16:12 Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata;
Giovanni 16:13 quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire.
Giovanni 16:14 Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.
Giovanni 16:15 Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà.

Uno degli scopi dello Spirito Santo è sempre stato quello di guidare in tutta la verità. Tutta la verità su noi stessi, sul nostro peccato; tutta la verità su Dio e sulla Persona di Cristo. Una verità scritta e redatta nel Nuovo Testamento così come lo conosciamo, ma che necessita di essere compresa spiritualmente. Non solo conosciuta intellettualmente ma anche rivelata al nostro spirito. Certo, questo è compito di Dio, ma è nostro dovere testimoniare e insegnare delle rivelazioni che il Signore ci concede nella Sua grazia.

  1. L'ermeneutica deve essere guidata dallo Spirito Santo

Atti 8:26 Un angelo del Signore parlò a Filippo così: «Àlzati e va' verso mezzogiorno, sulla via che da Gerusalemme scende a Gaza. Essa è una strada deserta».
Atti 8:27 Egli si alzò e partì. Ed ecco un etiope, eunuco e ministro di Candace, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i tesori di lei, era venuto a Gerusalemme per adorare,
Atti 8:28 e ora stava tornandosene, seduto sul suo carro, leggendo il profeta Isaia.
Atti 8:29 Lo Spirito disse a Filippo: «Avvicìnati e raggiungi quel carro».
Atti 8:30 Filippo accorse, udì che quell'uomo leggeva il profeta Isaia, e gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?»
Atti 8:31 Quegli rispose: «E come potrei, se nessuno mi guida?» E invitò Filippo a salire e a sedersi accanto a lui.
Atti 8:32 Or il passo della Scrittura che egli leggeva era questo:
«Egli è stato condotto al macello come una pecora;
e come un agnello che è muto davanti a colui che lo tosa,
così egli non ha aperto la bocca.
Atti 8:33 Nella sua umiliazione egli fu sottratto al giudizio.
Chi potrà descrivere la sua generazione?
Poiché la sua vita è stata tolta dalla terra».
Atti 8:34 L'eunuco, rivolto a Filippo, gli disse: «Di chi, ti prego, dice questo il profeta? Di se stesso, oppure di un altro?»
Atti 8:35 Allora Filippo prese a parlare e, cominciando da questo passo della Scrittura, gli comunicò il lieto messaggio di Gesù.
Atti 8:36 Strada facendo, giunsero a un luogo dove c'era dell'acqua. E l'eunuco disse: «Ecco dell'acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?»
Atti 8:37 [Filippo disse: «Se tu credi con tutto il cuore, è possibile». L'eunuco rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio».]
Atti 8:38 Fece fermare il carro, e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco; e Filippo lo battezzò.
Atti 8:39 Quando uscirono dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo; e l'eunuco, continuando il suo viaggio tutto allegro, non lo vide più.

Dopo aver visto due contesti in cui il protagonista è il nostro Signore Gesù Cristo, adesso arriviamo ad un momento successivo, in cui viene raccontata una storia in cui è partecipe un credente di nome Filippo, considerato come il primo evangelista.
E' interessante notare come tutta la vicenda sia guidata dallo Spirito Santo.
L'eunuco stava leggendo il rotolo del profeta Isaia senza comprendere il soggetto di questo brano, e quindi Filippo inizia a spiegargli il significato, fino ad annunziare l'intero messaggio dell'Evangelo. Come ha potuto Filippo interpretare correttamente questa Scrittura? Perchè era ripieno dello Spirito Santo! Vedremo anche in un successivo passo degli Atti degli Apostoli la correlazione tra la guida dello Spirito e l'interpretazione biblica. Già da ora però, possiamo meditare su questa verità: lo Spirito Santo conduce ad una corretta interpretazione biblica, portando rivelazione.
Gli Apostoli sono stati ispirati da Dio mentre hanno scritto i libri del Nuovo Testamento, ma anche noi dobbiamo essere ispirati da Dio per leggerlo e comprenderlo!

1Corinzi 2:14 Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.

La Parola di Dio, la Bibbia, deve essere giudicata spiritualmente. E si può giudicare spiritualmente solo se si è in intimo ascolto dello Spirito Santo.

  1. L'ermeneutica nutre e moltiplica il popolo di Dio, facendo comprendere a tutti la Parola del Signore.

Atti 2:14 Ma Pietro, levatosi in piedi con gli undici, alzò la voce e parlò loro così:
«Uomini di Giudea, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo, e ascoltate attentamente le mie parole.
Atti 2:15 Questi non sono ubriachi, come voi supponete, perché è soltanto la terza ora del giorno;
Atti 2:16 ma questo è quanto fu annunciato per mezzo del profeta Gioele:
Atti 2:17 "Avverrà negli ultimi giorni", dice Dio, "che io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno,
i vostri giovani avranno delle visioni,
e i vostri vecchi sogneranno dei sogni.
Atti 2:18 Anche sui miei servi e sulle mie serve,
in quei giorni, spanderò il mio Spirito, e profetizzeranno.
Atti 2:19 Farò prodigi su nel cielo, e segni giù sulla terra,
sangue e fuoco, e vapore di fumo.
Atti 2:20 Il sole sarà mutato in tenebre, la luna in sangue,
prima che venga il grande e glorioso giorno del Signore.
Atti 2:21 E avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato".
Atti 2:22 Uomini d'Israele, ascoltate queste parole! Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui, tra di voi, come voi stessi ben sapete,
Atti 2:23 quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste;
Atti 2:24 ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto.
Atti 2:25 Infatti Davide dice di lui:
"Io ho avuto il Signore continuamente davanti agli occhi,
perché egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso.
Atti 2:26 Per questo si è rallegrato il mio cuore, la mia lingua ha giubilato
e anche la mia carne riposerà nella speranza;
Atti 2:27 perché tu non lascerai l'anima mia nell'Ades,
e non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione.
Atti 2:28 Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita.
Tu mi riempirai di gioia con la tua presenza".
Atti 2:29 Fratelli, si può ben dire liberamente riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è ancora al giorno d'oggi tra di noi.
Atti 2:30 Egli dunque, essendo profeta e sapendo che Dio gli aveva promesso con giuramento che sul suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi discendenti,
Atti 2:31 previde la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subito la decomposizione.
Atti 2:32 Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni.
Atti 2:33 Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite.
Atti 2:34 Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli stesso dice:
«Il Signore ha detto al mio Signore:
"Siedi alla mia destra,
Atti 2:35 finché io abbia posto i tuoi nemici per sgabello dei tuoi piedi"».
Atti 2:36 Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».

Su ventitrè versetti con cui è stato presentato il primo sermone della Chiesa, ben undici sono citazioni dell'Antico Testamento: praticamente la metà! Lo stesso Apostolo Pietro, pieno di Spirito Santo quindi, non presenta la rivelazione del nuovo patto con argomentazioni completamente nuove, ma piuttosto attualizza il messaggio biblico così come era stato comunicato centinaia, se non migliaia, di anni prima.
Ecco quindi che il tema della Bibbia e della sua interpretazione torna ancora una volta ad essere un perno attraverso cui ruota il ministero terreno di Gesù, oltre a quello della Chiesa stessa.
La Parola di Dio diventa la base di ogni azione, perchè ogni cosa è stata pianificata da Dio prima che il tempo fosse.
In questo caso però abbiamo qualche problema. La profezia di Gioele che Pietro cita infatti riguarda anche eventi astronomici che non si sono manifestati all'evento di Pentecoste. A questo riguardo, è opportuno riflettere sulle caratteristiche della terminologia profetica. La Scrittura afferma per esempio che noi stiamo vivendo gli “ultimi giorni” (Ebr 1). Essi però non sono da considerare in senso quantitativo (dalla redazione della lettera sono già passati circa duemila anni), ma in senso qualitativo. Gesù ha detto sulla croce che “tutto è compiuto”; piano di salvezza del Signore è già stato manifestato. Allo stesso modo, l'Apostolo Pietro a Pentecoste informa che il dono dello Spirito era un segno dell'arrivo degli ultimi giorni, secondo la profezia di Gioele.
Osserviamo quindi come una delle caratteristiche ed espressioni dello Spirito Santo, oltre al parlare in lingue sia proprio quello dell'interpretazione e della predicazione. La Chiesa è nata in questo modo ed è continuata a crescere nello stesso modo. Lo stesso Antico Testamento infatti è stato immediatamente riconosciuto dagli Apostoli e dai Padri della Chiesa come Scrittura ispirata, al pari del Nuovo Testamento dal momento della sua redazione.

  1. Una corretta ermeneutica difende dal pericolo di travisare le Scritture

2Pietro 3:14 Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili nella pace;
2Pietro 3:15 e considerate che la pazienza del nostro Signore è per la vostra salvezza, come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data;
2Pietro 3:16 e questo egli fa in tutte le sue lettere, in cui tratta di questi argomenti. In esse ci sono alcune cose difficili a capirsi, che gli uomini ignoranti e instabili travisano a loro perdizione come anche le altre Scritture.

Fin dai tempi Apostolici vi erano persone che travisavano le Scritture. Nella versione originale, in greco, viene presentato il termine “strebloō” che può anche essere tradotto con: “strappare, torcere, torturare, pervertire”. Così come nel I secolo, ancora oggi ci sono numerose persone che torcono le Scritture facendo dire loro quello che vogliono. Alcuni lo fanno per ignoranza, mentre altri per instabilità. In ogni caso se non si conosce personalmente il Signore si arriverà senza dubbio a distorcere la Bibbia, volontariamente o involontariamente. E questa è una cosa molto pericolosa, perchè è “a loro perdizione”. C'è il pericolo di morte! Questo fatto dovrebbe far crescere in noi un senso di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri. In questo sta l'importanza di approfondire il più possibile le Scritture, sia mediante lo studio che mediante la lettura, la meditazione e la preghiera.

Matteo 23:15 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché viaggiate per mare e per terra per fare un proselito; e quando lo avete fatto, lo rendete figlio della geenna il doppio di voi.

Il Vangelo di Matteo riporta questo durissimo monito lanciato verso i farisei.
Questi, possiamo considerarli come i “teologi conservatori” del tempo. La loro linea dottrinale mirava all'attesa che il Messia portasse il Regno di Dio, ma soltanto nel momento in cui il popolo di Israele avesse messo in pratica la Legge di Dio in modo perfetto. Dio però voleva fare una cosa nuova! Un nuovo testamento, una nuova dispensazione di Grazia. Una cosa celata ai loro occhi proprio perchè lontani dall'ascolto della voce di Dio e dal desiderio di qualcosa di genuino e fresco. La loro religiosità si era sedimentata nella Parola facendola diventare un vero e proprio idolo. Non mostravano rispetto e ubbidienza, ma ipocrisia! Anche questo purtroppo è comune al giorno d'oggi. Numerosi teologi non sono neanche credenti e addirittura gli stessi rettori di alcune facoltà di teologia protestante arrivano a scrivere libri dal contenuto contrario al sobrio insegnamento biblico. Quando viene a mancare il timore di Dio si rientra nella stessa categoria dei farisei, facendo
riecheggiare ancora una volta queste stesse parole di Gesù.

CONCLUSIONI

Quando ci approcciamo alla Scrittura, cerchiamo di tenere a mente questi punti con l'aspettativa di approfondire sempre di più il testo:

  1. Dove è Cristo in questo brano?
  2. Qual è la volontà di Dio in tutto questo?
  3. Chiediamo la guida dello Spirito Santo!
  4. Condividiamo le nostre riflessioni/rivelazioni con il prossimo!
  5. Cresciamo nella consapevolezza della responsabilità nella difesa della corretta dottrina!

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