1Corinzi 14:1 Desiderate ardentemente l'amore, non tralasciando però di ricercare i doni spirituali, principalmente il dono di profezia.
1Corinzi 14:5a Vorrei che tutti parlaste in altre lingue, ma molto più che profetaste.
1Corinzi 14:39a Pertanto, fratelli, desiderate il profetare.
1Corinzi 14:31 Infatti tutti potete profetare a uno a uno, perché tutti imparino e tutti siano incoraggiati.
Appare chiaro dall'insegnamento apostolico quale sia la grande importanza del profetizzare, e di come appartenga a tutta la Chiesa e non solo al ministero profetico. Questo ministero infatti ha lo scopo di portare a maturità i credenti in questo aspetto della fede:
1Corinzi 14:32a Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti.
Consapevoli di questo, è mio desiderio approfondire una tipologia particolare di profezia: la benedizione profetica.
L'esempio biblico più rilevante in tal senso si trova al capitolo 49 di Genesi e riguarda la benedizione che Giacobbe diede ai suoi figli, capostipiti delle dodici tribù di Israele. Si tratta di un passaggio chiave, un nodo nevralgico di unione tra il passato familiare dei discendenti di Abramo e Isacco e il loro futuro come popolazione. Popolo fondamentale per l'intera umanità, in quanto creato e scelto specificatamente da Dio per portare la rivelazione di Sè stesso agli uomini. Leggiamo dunque questo passo, venendo a una conoscenza più profonda del piano che Dio ha iniziato ad attuare per la salvezza dell'umanità e contemporaneamente specchiandoci col significato di benedizione profetica, imparando la sua importanza stabile anche al giorno d'oggi, nel volere del Signore.
Genesi 49:1 Poi Giacobbe chiamò i suoi figli e disse: «Radunatevi, e vi annuncerò ciò che vi avverrà nei giorni a venire.
Giacobbe sapeva bene che il favore divino era sopra la sua dinastia e fin da subito aveva ben chiaro cosa voleva e doveva fare: benedire e profetizzare. Questo era il suo scopo. Questa certezza non risiedeva certamente nella fiducia nelle sue capacità, quanto piuttosto nella conoscenza della promessa di Dio fatta a sua nonno Abramo e trasmessa a suo padre Isacco. Da giovane infatti aveva ricevuto istruzione su questo:
Genesi 28:1 Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede quest'ordine: «Non prendere moglie tra le donne di Canaan.
Genesi 28:3 Il Dio onnipotente ti benedica, ti renda fecondo e ti moltiplichi, in modo che tu diventi un'assemblea di popoli,
Genesi 28:4 e ti dia la benedizione d'Abraamo: a te e alla tua discendenza con te, perché tu possieda il paese dove sei andato peregrinando, che Dio donò ad Abraamo».
E aveva conosciuto personalmente il Dio dei suoi padri.
Genesi 35:10 Dio gli disse: «Il tuo nome è Giacobbe. Tu non sarai più chiamato Giacobbe, ma il tuo nome sarà Israele». E lo chiamò Israele.
Genesi 35:11 Dio gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; sii fecondo e moltìplicati; una nazione, anzi una moltitudine di nazioni discenderà da te, dei re usciranno dai tuoi lombi;
Genesi 35:12 darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese che diedi ad Abraamo e ad Isacco».
Vediamo quindi come Giacobbe trasmise ai figli ciò che aveva ricevuto da suo padre e da Dio stesso, aggiungendo però del nuovo alla promessa iniziale di Dio, in accordo con lo svolgimento progressivo della Sua volontà.
1) Genesi 49:3 Ruben, tu sei il mio primogenito,
la mia forza, la primizia del mio vigore, eminente in dignità ed eminente in forza.
Genesi 49:4 Impetuoso come l'acqua, tu non avrai la preminenza,
perché sei salito sul letto di tuo padre
e hai profanato il mio letto su cui eri salito.
Il figlio primogenito riceveva la maggior parte della benedizione e dell'eredità dei genitori. In questo caso però non fu così, a causa di un evento molto preciso. Profezia non vuol dire solo predire eventi futuri infatti, ma anche interpretare il presente e il passato dal punto di vista di Dio.
Genesi 35:22 Mentre Israele abitava in quel paese, Ruben andò e si unì a Bila, concubina di suo padre, e Israele venne a saperlo.
Ogni azione ha delle conseguenze. Certe azioni hanno spiritualmente delle conseguenze anche nella propria discendenza. (Vedi L'influenza spirituale generazionale)
2) e 3) Genesi 49:5 Simeone e Levi sono fratelli:
le loro spade sono strumenti di violenza.
Genesi 49:6 Non entri l'anima mia nel loro consiglio segreto,
non si unisca la mia gloria al loro convegno!
Perché nella loro ira hanno ucciso degli uomini
e nella loro malvagità hanno tagliato i garretti ai tori.
Genesi 49:7 Maledetta la loro ira, perché è stata violenta
e il loro furore perché è stato crudele!
Io li dividerò in Giacobbe
e li disperderò in Israele.
In questo caso Giacobbe maledice l'ira di Simeone e Levi per ciò che hanno fatto. Questo comporta una divisione e dispersione in Israele.
Genesi 34:25 Ma il terzo giorno, mentre quelli erano sofferenti, due dei figli di Giacobbe, Simeone e Levi, fratelli di Dina, presero ciascuno la propria spada, assalirono la città che si riteneva sicura, e uccisero tutti i maschi.
Volevano vendicare la loro sorella Dina dalle violenze subite, ma questo non è in accordo con la volontà di Dio.
Ebrei 10:30 Noi conosciamo, infatti, colui che ha detto:
«A me appartiene la vendetta! Io darò la retribuzione!»
E ancora:
«Il Signore giudicherà il suo popolo».
4) Poi arriva Giuda, capostipite genealogico di Davide, re di Israele e di Cristo.
Genesi 49:8 Giuda, te loderanno i tuoi fratelli;
la tua mano sarà sul collo dei tuoi nemici;
i figli di tuo padre si inchineranno davanti a te.
Genesi 49:9 Giuda è un giovane leone;
tu risali dalla preda, figlio mio;
egli si china, s'accovaccia come un leone,
come una leonessa: chi lo farà alzare?
Genesi 49:10 Lo scettro non sarà rimosso da Giuda,
né sarà allontanato il bastone del comando dai suoi piedi,
finché venga colui al quale esso appartiene
e a cui ubbidiranno i popoli.
Genesi 49:11 Egli lega il suo asinello alla vite
e il puledro della sua asina alla vite migliore;
lava la sua veste col vino
e il suo mantello col sangue dell'uva.
Genesi 49:12 Egli ha gli occhi rossi dal vino
e i denti bianchi dal latte.
Tutte le tribù di Israele si inchineranno a Giuda, perchè da Giuda appunto nascerà il re Davide. Lo scettro del comando non si allontanerà finchè non arriverà colui al quale appartiene. In questo caso il vero proprietario è Cristo Re.
Egli legherà il puledro della sua asina.
Matteo 21:2 dicendo loro: «Andate nella borgata che è di fronte a voi; troverete un'asina legata, e un puledro con essa; scioglieteli e conduceteli da me.
E laverà il suo mantello con il sangue dell'uva, i suoi occhi sono rossi dal vino.
In realtà questa profezia non riguarda il sacrificio di Cristo come si potrebbe pensare, ma piuttosto il Suo ritorno seguito dal giorno del Giudizio.
Isaia 63:1 Chi è costui che giunge da Edom,
da Bosra, vestito splendidamente?
Costui, magnificamente ammantato,
che cammina fiero della grandezza della sua forza?
«Sono io, che parlo con giustizia,
che sono potente a salvare».
Isaia 63:2 Perché questo rosso sul tuo mantello
e perché le tue vesti sono come quelle di chi calca l'uva nel tino?
Isaia 63:3 «Io sono stato solo a calcare l'uva nel tino,
e nessun uomo di fra i popoli è stato con me;
io li ho calcati nella mia ira,
li ho calpestati nel mio furore;
il loro sangue è spruzzato sulle mie vesti,
ho macchiato tutti i miei abiti.
Isaia 63:4 Poiché il giorno della vendetta, che era nel mio cuore,
e il mio anno di redenzione sono giunti.
Isaia 63:5 Io guardai, ma non c'era chi mi aiutasse;
fui stupito che nessuno mi sostenesse;
allora il mio braccio mi ha salvato,
e il mio furore mi ha sostenuto.
Isaia 63:6 Ho calpestato popoli nella mia ira,
li ho ubriacati nel mio furore,
ho fatto scorrere il loro sangue sulla terra».
5) Ora veniamo a Zabulon.
Genesi 49:13 Zabulon abiterà sulla costa dei mari; sarà sulla costa dove approdano le navi, il suo fianco s'appoggerà a Sidone.
Giosuè 19:10 La terza parte tirata a sorte toccò ai figli di Zabulon, secondo le loro famiglie. Il confine della loro eredità si estendeva fino a Sarid. (Un territorio che dà sul mar Mediterraneo)
6) Genesi 49:14 Issacar è un asino robusto sdraiato fra due ovili.
Genesi 49:15 Egli ha visto che il riposo è buono
e che il paese è ameno;
ha curvato la spalla per portare il peso,
ed è stato costretto ai lavori forzati.
E' probabile che questa profezia riguardi la cattività in Egitto.
7) Genesi 49:16 Dan giudicherà il suo popolo,
come ogni altra tribù d'Israele.
Genesi 49:17 Dan sarà una serpe sulla strada,
una vipera cornuta sul sentiero,
che morde i garretti del cavallo
e fa cadere il cavaliere all'indietro.
Dan era la tribù di Sansone, primo giudice di Israele a combattere per la liberazione di Israele dalle mani dei Filistei.
Giudici 13:2 C'era un uomo di Sorea, della famiglia dei Daniti, di nome Manoà; sua moglie era sterile e non aveva figli.
Giudici 13:3 L'angelo del SIGNORE apparve alla donna, e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai figli; ma concepirai e partorirai un figlio.
Giudici 13:4 Ora guardati dunque dal bere vino o bevanda alcolica e non mangiare nulla di impuro.
Giudici 13:5 Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla testa del quale non passerà rasoio, perché il bambino sarà un nazireo, consacrato a Dio dal seno di sua madre, e sarà lui che comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei».
8) Genesi 49:19 Gad sarà assalito da bande armate,
ma egli, a sua volta, le assalirà e le inseguirà.
1Cronache 5:18 I figli di Ruben, i Gaditi e la mezza tribù di Manasse, avevano uomini coraggiosi che portavano scudo e spada, tiravano d'arco ed erano addestrati alla guerra, in numero di quarantaquattromilasettecentosessanta capaci di combattere.
1Cronache 5:19 Essi mossero guerra agli Agareni, a Ietur, a Nafis e a Nodab.
9) Genesi 49:20 Da Ascer verrà il pane saporito,
ed egli fornirà delizie regali.
Possiamo notare una somiglianza con la benedizione profetica di Mosè:
Deuteronomio 33:24 Poi disse di Ascer:
«Benedetto sia Ascer tra i figli d'Israele!
Sia il favorito dei suoi fratelli
e tuffi il suo piede nell'olio!
10) Genesi 49:21 Neftali è una cerva messa in libertà;
egli dice delle belle parole.
Per questa profezia non ci sono riscontri biblici precisi, anche se possiamo confrontarla con Sl 18:33.
11) Genesi 49:22 Giuseppe è un albero fruttifero;
un albero fruttifero vicino a una sorgente;
i suoi rami si stendono sopra il muro.
Genesi 49:23 Gli arcieri lo hanno provocato,
gli hanno lanciato frecce, lo hanno perseguitato,
Genesi 49:24 ma il suo arco è rimasto saldo;
le sue braccia e le sue mani sono state rinforzate
dalle mani del Potente di Giacobbe,
da colui che è il pastore e la roccia d'Israele,
Genesi 49:25 dal Dio di tuo padre che ti aiuterà
e dall'Altissimo che ti benedirà
con benedizioni del cielo di sopra,
con benedizioni dell'abisso che giace di sotto,
con benedizioni delle mammelle e del grembo materno.
Genesi 49:26 Le benedizioni di tuo padre sorpassano
le benedizioni dei miei progenitori,
fino a raggiungere la cima delle colline eterne.
Esse saranno sul capo di Giuseppe,
sulla fronte del principe dei suoi fratelli.
Giuseppe è stato lo strumento di Dio per preservare tutti i suoi fratelli dalla carestia e probabilmente dalla morte prematura.
Salmi 1:3 Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli,
il quale dà il suo frutto nella sua stagione,
e il cui fogliame non appassisce;
e tutto quello che fa, prospererà.
E' stato fedele nonostante le persecuzioni e la prigionia, ed è stato soccorso da Dio, tanto da renderlo il secondo uomo più potente d'Egitto.
Giuseppe riceve una triplice benedizione. La totalità di quella che ricevette Giacobbe, suo padre.
Genesi 27:29 Ti servano i popoli
e le nazioni s'inchinino davanti a te.
Sii padrone dei tuoi fratelli
e i figli di tua madre s'inchinino davanti a te.
Maledetto sia chiunque ti maledice,
benedetto sia chiunque ti benedice!»
Egli, l'ultimo figlio, è a tutti gli effetti il primogenito spirituale.
In questo modo si adempie nella storia e spiritualmente, ciò che Dio gli aveva già mostrato in un sogno profetico (Gn 37:5).
12) L'ultima benedizione riguarda beniamino.
Genesi 49:27 Beniamino è un lupo rapace;
la mattina divora la preda
e la sera spartisce le spoglie».
Molto probabilmente questa profezia riguarda Saul, il primo re scelto da Dio. Proprio a causa della spartizione delle spoglie della sua preda, perde l'unzione divina e il trono su Israele.
Ecco quindi le benedizioni delle dodici tribù di Israele.
Possiamo vedere come si siano adempiute in modo chiaro e specifico tutte le profezie, e come alcune debbano ancora parzialmente compiersi; in particolare riguardo a Giuda.
Queste parole sono state incise nella storia e hanno tracciato gli avvenimenti di un'intera nazione nel corso di migliaia di anni. Non è stato a causa di Giacobbe, ma di ciò che Dio disse a Giacobbe e della rivelazione che gli diede del Suo piano.
Logicamente si tratta di un episodio preciso di grande importanza, non possiamo adattarlo pienamente ai nostri tempi, in quanto di certo oggi non dobbiamo assolutamente esprimere maledizioni così come invece sono state espresse in alcune circostanze da Giacobbe - per esempio - . Possiamo tuttavia prendere coscienza dell'importanza delle benedizioni e delle profezie e di come possano essere veicolate insieme per portare incoraggiamento nelle persone, a tutti i livelli. Ci sono momenti in cui profetizzare apertamente può urtare la sensibilità dei fratelli, ed è meglio quindi approcciarsi a una preghiera e benedizione profetica per portare a compimento ciò che Dio ci ha affidato, senza fuoriuscire dal campo che ci appartiene.
venerdì 26 novembre 2010
martedì 23 novembre 2010
Il perdono di Dio
Il perdono di Dio segue la confessione o richiesta del peccatore, o è già stato definitivamente dato e sta al peccatore prenderselo?
E' una domanda legittima, che può capitare di porsi. Penso sia utile accostarci assieme alle Scritture, per fare chiarezza anche in questo tema, maturando una conoscenza e consapevolezza più profonda di una così grande salvezza.
Giovanni 12:31 Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo;
Giovanni 12:32 e io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me»
Giovanni 19:30 Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: «È compiuto!» E, chinato il capo, rese lo spirito.
Romani 6:6 Sappiamo infatti che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato.
Ebrei 9:11 Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione,
Ebrei 9:12 è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna.
L'espiazione di Cristo è un fatto storico ben preciso e individuabile.
Nell'istante in cui Gesù è morto sulla croce, ha attirato a sè il vecchio uomo (l'uomo carnale) di tutti i credenti di ogni epoca. "Tutto è compiuto". In greco il termine è "teleō" e significa:
alla fine, completo, eseguito, concludere, estinguere (un debito): - realizzare, scadere, riempire, finire, andare oltre, pagare.
Il significato immediato è quello di "realizzare", "pagare". Tutto infatti in quel momento è stato realizzato, tutto è stato pagato in quell'istante.
Da quì la prima considerazione:
Il perdono è già stato definitivamente dato in quel tempo che nella nostra concezione consideriamo "passato". Un passato di circa duemila anni. Tutti i figli di Dio sono dunque già stati perdonati di tutti i loro peccati passati, presenti e futuri.
Ho coinvolto tutti i tre tempi: "passato, presente e futuro" perchè sono invece il soggetto della mia seconda considerazione.
Eb 9:12 dice che Gesù ci ha acquistato una redenzione eterna.
I primi pensieri vanno al significato che la redenzione di Gesù vale per sempre. In realtà però non è questo il significato della parola "eterno":
L'eternità è un concetto metafisico del tempo, secondo il quale a causa della mancanza di un limite anteriore e posteriore allo scorrere del tempo comporterebbe la formulazione dell'ipotesi di una temporalità infinita, ovvero eterna. Il termine deriva dalla locuzione latina "ex" (fuori) e da "ternum" (terno) ovvero, "fuori dalla triade del tempo: passato, presente e futuro".
Apprendiamo quindi che la redenzione di Cristo in realtà non vale per sempre ma piuttosto possiede una valenza che è al di fuori del tempo. Una valenza perfetta, divina. Qualcosa che ci viene difficile comprendere e che afferreremo in pienezza soltanto quando potremo conoscerLo pienamente così come siamo stati pienamente conosciuti. C'è il tabernacolo terrestre e quello celeste. Analogamente ci sono state una serie di espiazioni terrestri e ce n'è una sola celeste. E' unica perchè essendo perfetta ed al di fuori del tempo non ha bisogno di ripetersi.
La seconda riflessione dunque qual'è:
Il perdono di Dio è eterno perchè Egli è l'Eterno. L'IO SONO.
La Sua natura è estranea al tempo, tanto quanto la Sua redenzione.
Il concetto più vicino che noi abbiamo all'eternità è quello di un perenne presente. Possiamo quindi ringraziare Dio per il perdono che ci accorda in ogni istante della nostra vita, non come qualcosa di momentaneo ma come qualcosa di continuamente nuovo ma mai mancante. Un'essenza, non una proiezione sottomessa al trascorrere del tempo e quindi all'invecchiamento e all'invalidamento.
Per poter completare questa argomentazione però, penso sia necessario leggere insieme un brano chiave della prima epistola dell'Apostolo Giovanni:
1Giovanni 1:7 Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
1Giovanni 1:8 Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.
1Giovanni 1:9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.
Il versetto 9 è molto famoso e se preso da solo rischia di essere frainteso nel significato che, mancando una nostra confessione, mancherà di conseguenza anche il Suo perdono.
In realtà, la condizione iniziale non è quella della confessione ma al v.7 quella del "camminare nella luce". Se infatti camminiamo nella luce (nella conoscenza esperienziale di Dio) abbiamo comunione con gli altri credenti e con Lui stesso e questo fatto ci rende abili a ricevere la purificazione mediante il sangue di Cristo. La confessione segue il pentimento. E il pentimento è immancabile nella coscienza di qualsiasi persona che cammina nella luce. Direi che sia ozioso iniziare a ipotizzare la presenza del perdono anche senza confessione, in quanto un figlio di Dio è tale proprio perchè riconosce i suoi peccati mediante l'azione dello Spirito Santo e quindi procede immediatamente a pentirsi e confessare a Dio (e in alcuni casi ad altri fratelli) i propri peccati.
Il versetto 9 è una ripetizione e un completamento del versetto 7, deve essere quindi interpretato nel suo contesto per comprenderne il reale significato.
E' una domanda legittima, che può capitare di porsi. Penso sia utile accostarci assieme alle Scritture, per fare chiarezza anche in questo tema, maturando una conoscenza e consapevolezza più profonda di una così grande salvezza.
Giovanni 12:31 Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo;
Giovanni 12:32 e io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me»
Giovanni 19:30 Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: «È compiuto!» E, chinato il capo, rese lo spirito.
Romani 6:6 Sappiamo infatti che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato.
Ebrei 9:11 Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione,
Ebrei 9:12 è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna.
L'espiazione di Cristo è un fatto storico ben preciso e individuabile.
Nell'istante in cui Gesù è morto sulla croce, ha attirato a sè il vecchio uomo (l'uomo carnale) di tutti i credenti di ogni epoca. "Tutto è compiuto". In greco il termine è "teleō" e significa:
alla fine, completo, eseguito, concludere, estinguere (un debito): - realizzare, scadere, riempire, finire, andare oltre, pagare.
Il significato immediato è quello di "realizzare", "pagare". Tutto infatti in quel momento è stato realizzato, tutto è stato pagato in quell'istante.
Da quì la prima considerazione:
Il perdono è già stato definitivamente dato in quel tempo che nella nostra concezione consideriamo "passato". Un passato di circa duemila anni. Tutti i figli di Dio sono dunque già stati perdonati di tutti i loro peccati passati, presenti e futuri.
Ho coinvolto tutti i tre tempi: "passato, presente e futuro" perchè sono invece il soggetto della mia seconda considerazione.
Eb 9:12 dice che Gesù ci ha acquistato una redenzione eterna.
I primi pensieri vanno al significato che la redenzione di Gesù vale per sempre. In realtà però non è questo il significato della parola "eterno":
L'eternità è un concetto metafisico del tempo, secondo il quale a causa della mancanza di un limite anteriore e posteriore allo scorrere del tempo comporterebbe la formulazione dell'ipotesi di una temporalità infinita, ovvero eterna. Il termine deriva dalla locuzione latina "ex" (fuori) e da "ternum" (terno) ovvero, "fuori dalla triade del tempo: passato, presente e futuro".
Apprendiamo quindi che la redenzione di Cristo in realtà non vale per sempre ma piuttosto possiede una valenza che è al di fuori del tempo. Una valenza perfetta, divina. Qualcosa che ci viene difficile comprendere e che afferreremo in pienezza soltanto quando potremo conoscerLo pienamente così come siamo stati pienamente conosciuti. C'è il tabernacolo terrestre e quello celeste. Analogamente ci sono state una serie di espiazioni terrestri e ce n'è una sola celeste. E' unica perchè essendo perfetta ed al di fuori del tempo non ha bisogno di ripetersi.
La seconda riflessione dunque qual'è:
Il perdono di Dio è eterno perchè Egli è l'Eterno. L'IO SONO.
La Sua natura è estranea al tempo, tanto quanto la Sua redenzione.
Il concetto più vicino che noi abbiamo all'eternità è quello di un perenne presente. Possiamo quindi ringraziare Dio per il perdono che ci accorda in ogni istante della nostra vita, non come qualcosa di momentaneo ma come qualcosa di continuamente nuovo ma mai mancante. Un'essenza, non una proiezione sottomessa al trascorrere del tempo e quindi all'invecchiamento e all'invalidamento.
Per poter completare questa argomentazione però, penso sia necessario leggere insieme un brano chiave della prima epistola dell'Apostolo Giovanni:
1Giovanni 1:7 Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
1Giovanni 1:8 Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.
1Giovanni 1:9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.
Il versetto 9 è molto famoso e se preso da solo rischia di essere frainteso nel significato che, mancando una nostra confessione, mancherà di conseguenza anche il Suo perdono.
In realtà, la condizione iniziale non è quella della confessione ma al v.7 quella del "camminare nella luce". Se infatti camminiamo nella luce (nella conoscenza esperienziale di Dio) abbiamo comunione con gli altri credenti e con Lui stesso e questo fatto ci rende abili a ricevere la purificazione mediante il sangue di Cristo. La confessione segue il pentimento. E il pentimento è immancabile nella coscienza di qualsiasi persona che cammina nella luce. Direi che sia ozioso iniziare a ipotizzare la presenza del perdono anche senza confessione, in quanto un figlio di Dio è tale proprio perchè riconosce i suoi peccati mediante l'azione dello Spirito Santo e quindi procede immediatamente a pentirsi e confessare a Dio (e in alcuni casi ad altri fratelli) i propri peccati.
Il versetto 9 è una ripetizione e un completamento del versetto 7, deve essere quindi interpretato nel suo contesto per comprenderne il reale significato.
domenica 21 novembre 2010
Il ministero della riconciliazione
2Corinzi 5:17 Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.
2Corinzi 5:18 E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione.
Il versetto 17 è molto conosciuto. Viene predicato spesso, e parecchie persone lo conoscono a memoria. Oltre ad essere un insegnamento è diventato il simbolo del significato della vita cristiana: l'incontro con Cristo e il cambiamento verso il nuovo. Il versetto 18 invece è un po' meno noto. Parla chiaramente di ciò che viene prima e ciò che viene dopo ogni incontro personale con il Signore. Viene specificato infatti che "tutto questo viene da Dio" e che è stato reso possibile "per mezzo di Cristo", per il Suo sacrificio. Questo sacrificio, andando con ordine, è stato lo strumento di Dio per poter portare le persone alla conoscenza personale per rivelazione di Gesù Cristo. Questa conoscenza ha causato un cambiamento in novità di vita. Ma c'è anche un seguito. Egli infatti "ci ha affidato il ministero della riconciliazione".
Cosa significa questo ministero, questo servizio? E' qualcosa che Dio affida ad ogni credente, non soltanto a un gruppo speciale, in quanto viene comunicato da Cristo stesso a tutti coloro che Lo conoscono. Vale infatti la condizione iniziale: "se dunque uno è in Cristo". Se uno è in Cristo, diventa una nuova creatura. Se uno è in Cristo, riceve l'affidamento del ministero della riconciliazione.
Per poterne comprendere meglio il significato, dobbiamo andare avanti nella lettura dello stesso brano:
2Corinzi 5:19 Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione.
2Corinzi 5:20 Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio.
2Corinzi 5:21 Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.
Questa è la buona notizia. Questo è il Vangelo.
E il compito di ogni singolo credente è molto chiaro: fare da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Supplicare: siate riconciliati con Dio! Non è proselitismo per una religione, ma piuttosto esortare in qualità di ambasciatori di Dio.
In Italiano, è detto ambasciatore l'agente diplomatico che, secondo le norme del diritto internazionale, appartiene alla classe di rango più elevato.
Essendo considerato un rappresentante personale del capo dello stato, spetta all'ambasciatore l'appellativo di sua eccellenza e il privilegio di chiedere in ogni momento udienza al capo dello stato presso cui è accreditato.
Accostando il suo significato nella nostra cultura a quello della cultura biblica, appare evidente l'incarico di rappresentanza personale. Nel nostro caso stiamo parlando della rappresentanza di Dio stesso. Ma questo non in senso completo, ma limitato ad un incarico molto specifico: l'esortazione ad essere riconciliati con Dio grazie al sacrificio di Cristo. Mentre noi esortiamo in questo modo, siamo rappresentanti di Dio e abbiamo la Sua piena autorità delegata sopra ogni cosa.
Luca 4:18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me,
perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri;
mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri
e il ricupero della vista ai ciechi;
per rimettere in libertà gli oppressi,
Luca 4:19 per proclamare l'anno accettevole del Signore».
Luca 4:20 Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui.
Luca 4:21 Egli prese a dir loro: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite».
Questo è stato il ministero terreno di Gesù, che poi ha trasmesso ai discepoli.
Matteo 10:7 Andando, predicate e dite: "Il regno dei cieli è vicino".
Matteo 10:8 Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Luca 10:8 In qualunque città entriate, se vi ricevono, mangiate ciò che vi sarà messo davanti,
Luca 10:9 guarite i malati che ci saranno e dite loro: "Il regno di Dio si è avvicinato a voi".
Atti 1:8 Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra».
Proclamare l'anno accettevole del Signore. Portare il Regno di Dio ad ogni persona che abbiamo vicino. Liberare i prigionieri. Essere Suoi testimoni.
Non significa solo raccontare una storia. Significa portare ad ogni persona una conoscenza personale del Signore. Lui ci dà questa autorità. Invochiamo il nome di Dio con le persone che abbiamo vicine e la Sua presenza manifesterà il regno dei cieli. Il punto non è ricercare miracoli per potersi rallegrare. Il punto è lavorare per espandere la realtà spirituale del Regno. Tutto il resto verrà di conseguenza, allo scopo di raggiungere questo obiettivo. Questa è la volontà di Dio. Questo è il mandato per ogni Suo figlio. Il ministero comune a tutti noi. Adempiamolo fedelmente.
2Corinzi 5:18 E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione.
Il versetto 17 è molto conosciuto. Viene predicato spesso, e parecchie persone lo conoscono a memoria. Oltre ad essere un insegnamento è diventato il simbolo del significato della vita cristiana: l'incontro con Cristo e il cambiamento verso il nuovo. Il versetto 18 invece è un po' meno noto. Parla chiaramente di ciò che viene prima e ciò che viene dopo ogni incontro personale con il Signore. Viene specificato infatti che "tutto questo viene da Dio" e che è stato reso possibile "per mezzo di Cristo", per il Suo sacrificio. Questo sacrificio, andando con ordine, è stato lo strumento di Dio per poter portare le persone alla conoscenza personale per rivelazione di Gesù Cristo. Questa conoscenza ha causato un cambiamento in novità di vita. Ma c'è anche un seguito. Egli infatti "ci ha affidato il ministero della riconciliazione".
Cosa significa questo ministero, questo servizio? E' qualcosa che Dio affida ad ogni credente, non soltanto a un gruppo speciale, in quanto viene comunicato da Cristo stesso a tutti coloro che Lo conoscono. Vale infatti la condizione iniziale: "se dunque uno è in Cristo". Se uno è in Cristo, diventa una nuova creatura. Se uno è in Cristo, riceve l'affidamento del ministero della riconciliazione.
Per poterne comprendere meglio il significato, dobbiamo andare avanti nella lettura dello stesso brano:
2Corinzi 5:19 Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione.
2Corinzi 5:20 Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio.
2Corinzi 5:21 Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.
Questa è la buona notizia. Questo è il Vangelo.
E il compito di ogni singolo credente è molto chiaro: fare da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Supplicare: siate riconciliati con Dio! Non è proselitismo per una religione, ma piuttosto esortare in qualità di ambasciatori di Dio.
In Italiano, è detto ambasciatore l'agente diplomatico che, secondo le norme del diritto internazionale, appartiene alla classe di rango più elevato.
Essendo considerato un rappresentante personale del capo dello stato, spetta all'ambasciatore l'appellativo di sua eccellenza e il privilegio di chiedere in ogni momento udienza al capo dello stato presso cui è accreditato.
Accostando il suo significato nella nostra cultura a quello della cultura biblica, appare evidente l'incarico di rappresentanza personale. Nel nostro caso stiamo parlando della rappresentanza di Dio stesso. Ma questo non in senso completo, ma limitato ad un incarico molto specifico: l'esortazione ad essere riconciliati con Dio grazie al sacrificio di Cristo. Mentre noi esortiamo in questo modo, siamo rappresentanti di Dio e abbiamo la Sua piena autorità delegata sopra ogni cosa.
Luca 4:18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me,
perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri;
mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri
e il ricupero della vista ai ciechi;
per rimettere in libertà gli oppressi,
Luca 4:19 per proclamare l'anno accettevole del Signore».
Luca 4:20 Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui.
Luca 4:21 Egli prese a dir loro: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite».
Questo è stato il ministero terreno di Gesù, che poi ha trasmesso ai discepoli.
Matteo 10:7 Andando, predicate e dite: "Il regno dei cieli è vicino".
Matteo 10:8 Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Luca 10:8 In qualunque città entriate, se vi ricevono, mangiate ciò che vi sarà messo davanti,
Luca 10:9 guarite i malati che ci saranno e dite loro: "Il regno di Dio si è avvicinato a voi".
Atti 1:8 Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra».
Proclamare l'anno accettevole del Signore. Portare il Regno di Dio ad ogni persona che abbiamo vicino. Liberare i prigionieri. Essere Suoi testimoni.
Non significa solo raccontare una storia. Significa portare ad ogni persona una conoscenza personale del Signore. Lui ci dà questa autorità. Invochiamo il nome di Dio con le persone che abbiamo vicine e la Sua presenza manifesterà il regno dei cieli. Il punto non è ricercare miracoli per potersi rallegrare. Il punto è lavorare per espandere la realtà spirituale del Regno. Tutto il resto verrà di conseguenza, allo scopo di raggiungere questo obiettivo. Questa è la volontà di Dio. Questo è il mandato per ogni Suo figlio. Il ministero comune a tutti noi. Adempiamolo fedelmente.
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