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mercoledì 9 giugno 2010

La fonte di colui che invoca

Giudici 15:9 Allora i Filistei salirono, si accamparono in Giuda e si spinsero fino a Lechi.
Giudici 15:10 Gli uomini di Giuda dissero loro: «Perché siete saliti contro di noi?» Quelli risposero: «Siamo saliti per legare Sansone; per fare a lui quello che ha fatto a noi».
Giudici 15:11 Tremila uomini di Giuda scesero alla caverna della roccia di Etam e dissero a Sansone: «Non sai che i Filistei sono nostri dominatori? Che è dunque questo che ci hai fatto?» Egli rispose loro: «Quello che hanno fatto a me, l'ho fatto a loro».
Giudici 15:12 Essi gli dissero: «Noi siamo venuti per legarti e darti in mano ai Filistei». Sansone replicò loro: «Giuratemi che voi stessi non mi ucciderete».
Giudici 15:13 Quelli risposero: «No, ti legheremo soltanto e ti daremo nelle loro mani; ma certamente non ti metteremo a morte». Così lo legarono con due funi nuove e lo fecero uscire dalla caverna.
Giudici 15:14 Quando giunse a Lechi, i Filistei gli si fecero incontro con grida di gioia, ma lo Spirito del SIGNORE lo investì, e le funi che aveva alle braccia divennero come fili di lino a cui si appicchi il fuoco; e i legami gli caddero dalle mani.
Giudici 15:15 Poi, trovata una mascella d'asino ancora fresca, stese la mano, l'afferrò e uccise con essa mille uomini.
Giudici 15:16 Sansone disse:
«Con una mascella d'asino, un mucchio! due mucchi!
Con una mascella d'asino ho ucciso mille uomini».
Giudici 15:17 Quando ebbe finito di parlare, gettò via la mascella e chiamò quel luogo Ramat-Lechi.
Giudici 15:18 Poi ebbe molta sete, invocò il SIGNORE, e disse: «Tu hai concesso questa grande liberazione per mano del tuo servo; ora, dovrò forse morire di sete e cadere nelle mani degli incirconcisi?»
Giudici 15:19 Allora Dio fendè la roccia concava che è a Lechi e ne uscì dell'acqua. Sansone bevve, il suo spirito si rianimò ed egli riprese vita. Perciò quella fonte fu chiamata En-Accore; essa esiste anche al giorno d'oggi a Lechi.


Ancora una volta leggiamo un episodio biblico che riguarda una grande liberazione seguita da un momento di crisi. Sansone è stato scelto da Dio fin da prima della sua nascita per combattere contro i Filistei, pagani oppressori del popolo di Israele. Egli sperimentò nella sua vita una potenza fisica e una capacità che fino ad allora nessun uomo aveva mai provato. Quando lo spirito del Signore lo investiva, niente e nessuno poteva resistergli. Con la mascella di un asino morto ha ucciso mille nemici. Un evento al limite della possibilità.
Pur passando per questa esperienza però, pur avendo in sè tale mandato e potere, il Signore ribadisce con fermezza anche a Sansone che ciò che lo rende forte, ciò che lo rende invincibile non è in lui ma in Dio. E' il Suo Spirito che lo rende capace di gesti quasi sovrannaturali. Sansone non ne ha merito. Non dipende da lui.
Il modo più efficace per capire questa lezione è quello di provarlo per esperienza. Ecco quindi che per la prima volta Sansone dopo questi avvenimenti si trova nella situazione di stare per morire di sete. Proprio lui, l'invincibile!
Ecco però che il suo cuore non orgoglioso invece che arroccarsi nei propri diritti, invoca l'Eterno in modo sincero e risoluto, comprendendo che ogni cosa viene da Dio.
E il Signore risponde a questa invocazione, spaccando una roccia e facendo fuoriuscire l'acqua.

En-Accore, il nome che diede a quel posto, significa infatti letteralmente "fonte di colui che invoca".

La fonte di colui che invoca Dio, in qualsiasi circostanza, è eterna. E' inestinguibile. Colui che beve di questa fonte spirituale non avrà mai più sete.

Giovanni 4:13 Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo;
Giovanni 4:14 ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna».


L'acqua di questa fonte spirituale è la Persona dello Spirito Santo.
Ogni figlio di Dio ha in sè la possibilità di invocare il Signore ovunque sia e in qualsiasi tempo. Puoi essere nelle distrette materiali, mentali o spirituali. La soluzione è sempre e solo una: invoca il Signore.
Non basta essere convertiti a Cristo, non basta avere legato al proprio spirito lo Spirito Santo, il Signore vuole che noi lo invochiamo in sincerità. Solo così noi possiamo adorarlo e solo così Egli può placare ogni turbolenza del nostro cuore e rispondere alle nostre preghiere. Certo, Dio fa ciò che vuole, Egli interviene come più gli piace. Ma la Sua salda promessa è di rispondere a coloro che si avvicinano a Lui.

Salmi 50:14 Come sacrificio offri a Dio il ringraziamento,
e mantieni le promesse fatte al SIGNORE;
Salmi 50:15 poi invocami nel giorno della sventura;
io ti salverò, e tu mi glorificherai».


Tornando ad approfondire l'episodio del libro di Giudici, risalta il fatto che tremila uomini di Giuda, compaesani di Sansone, impauriti dalle minacce dei Filistei, lo tradiscono legandolo e mandandolo nelle mani del nemico.
Non tutto il popolo di Dio riconosce la Sua mano.
Questo accade ancora oggi. Non tutto il popolo di Dio sa discernere la Sua volontà e sa agire in modo risoluto davanti al pericolo. Molti scendono nel compromesso e preferiscono dare al nemico la persona che crea "scandalo" per il suo zelo anzichè appoggiarlo. Molti preferiscono tacciare di demoniaco ciò che non comprendono, ogni realtà spirituale che non hanno provato e che non conoscono. La Bibbia traccia una linea guida, certo, ma è facile avere paura di qualcosa che non si conosce, è insito nella natura umana. Ma il cristiano spirituale non hapaura di tutto questo. E' sospinto e sostenuto dallo Spirito Santo. Sa ascoltare la voce del buon Pastore. E quand'anche dovesse attraversare la valle dell'ombra della morte, sa di non temere alcun male. Non è la nostra autorità ma è la conoscenza e la rivelazione dell'autorità di Gesù in noi. Allora sì che sarà possibile vivere nel soprannaturale. Laddove altre persone non vedono nulla, riconoscere la vera influenza demoniaca o quella dello Spirito Santo. Discernere ogni situazione, anche la più difficile, ascoltando l'attestazione del proprio spirito unito allo Spirito di Dio per riprendere chi vuole attirare l'attenzione, scacciare gli spiriti malvagi e accordarsi alle manifestazioni sovrane dello Spirito Santo nella chiesa.
Il Signore non sta all'interno di schemi. La vita cristiana non è uno schema. Abbiamo bisogno ogni giorno di nuova freschezza e rivelazione, per poterci muovere secondo la volontà di Dio.
Ma anche questo, si raggiunge abbeverandosi alla fonte di tutti coloro che invocano il Signore. Alla sorgente che Gesù vuole donarci. Alla comunione costante e sempre più profonda con il Suo Spirito.
L'esortazione che ci rivolge il Signore dunque è proprio questa: invocami.
Invochiamo il Signore. Cerchiamolo. Stiamo in preghiera dinanzi a Lui. E noi stessi saremo trasformati, rinfrancati. Riconosceremo ciò che è vile da ciò che è nobile. E con strumenti ordinari riusciremo a compiere opere straordinarie esattamente come Sansone. Non per la nostra propria forza, ma per la forza di Dio in noi.

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