Traduttore


sabato 1 ottobre 2016

Combattere strenuamente per la fede

V'è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.
Lettera agli Efesini 4:5 

1. INTRODUZIONE AD UNA SFIDA MILLENARIA

Come possiamo apprendere già dal Nuovo Testamento, il cristianesimo sin dalla sua nascita ha dovuto affrontare importanti sfide storiche, tanto all'interno delle sue comunità quanto all'esterno. Il suo rapporto con il Giudaismo, ed il suo rapporto con la cultura e la filosofia greca sono probabilmente tra i primi problemi incontrati, passando dolorosamente - di conseguenza - attraverso tutte le innumerevoli sfumature sincretistiche che si sono sviluppate nel mezzo di questi due estremi. Lunga e sofferta è stata la strada che ha portato a definire una propria nitida linea di ortodossia e apporre finalmente un sigillo al numero dei libri sacri che conosciamo come Nuovo Testamento. Sul fronte esterno, nel frattempo, esso ha dovuto combattere contro il pregiudizio e l'ostilità popolare, le accuse degli intellettuali del tempo, le feroci persecuzioni imperiali - talvolta locali e imprevedibili, talvolta universali e ancor più devastanti -, oltre al dovere spirituale di continuare la propria missione evangelizzatrice del mondo intero secondo il comandamento di Cristo (Mt. 28:18-20). Quattro secoli di Antichità impregnati del sangue dei martiri, di riflessioni e dibattiti dei teologi, della consacrazione dei missionari, dell'impegno dei credenti e delle difficoltà dei concili ecumenici e non. Con l'inizio del Medioevo, le problematiche non vennero sicuramente meno. Il progressivo allontanamento della Chiesa Occidentale tanto dai propri stessi fedeli - ridotti a meri spettatori della liturgia1 - quanto dalla controparte Orientale. Il complicato rapporto con re e imperatori, la gestione di un proprio Stato, l'inefficace tentativo di alcuni di combattere quella screlotizzazione istituzionale che successivamente i Riformatori non temeranno di chiamare con il nome di apostasia. Ed ecco quindi l'avvicinarsi della Riforma protestante con la sua difesa della Scrittura, con le battaglie dottrinali e politiche, regionali ed europee. La nascita della Controriforma, la spartizione religiosa di un Europa sempre più nazionalista, e l'imperante necessità di ripensare e difendere la fede di fronte a nuove idee e nuove prospettive intellettuali nauseate da secoli di retrograde superstizioni, e intolleranti per reazione verso qualsiasi dogma religioso, ora sezionato e deriso alla luce della ragione umana. L'arrivo della Modernità e Postmodernità, di un umanesimo senza più Cristo né Chiesa, di un'umanità che drammaticamente rifiuta il proprio Creatore emancipandosi in una finta libertà che avviluppa l'uomo in una morsa mortale. No, le sfide storiche del Cristianesimo non sono mai state poche né semplici, così come non lo sono neanche oggi, nel XXI secolo. Ma di fronte a tutte queste criticità, non sono mai venute meno generazioni di credenti che hanno vissuto, protetto e condiviso l'originaria fede trasmessa ai santi una volta e per sempre (Gd. 3). Non è mai mancata la luce stabilita da Cristo in questo mondo (Mt. 5:14), pur avversata in molti modi e da molte circostanze. La tribolazione è stata da tempo profetizzata, in tutta la sua sofferenza, ma assieme ad essa è stata anche decretata una vittoria eterna e definitiva (Gv. 16:33). Una vittoria che non è a buon mercato, ma che è stata conseguita con il sangue del Figlio di Dio, e onorata con quello dei suoi fedeli testimoni (Ap. 2:10), di età in età. Oggi, noi credenti non possiamo e non dobbiamo ignorare la vitale importanza di questa preziosa fede affidataci, né le battaglie che ci hanno preceduto, per evitare la tragedia di svolgere un servizio inutile, una diakonìa2 vana. La notte è avanzata e il giorno ormai vicino, il turno di veglia per quanto breve è ora più che mai necessario: gettiamo dunque via ogni opera delle tenebre, e indossiamo le armi della luce (Rm. 13:12). Restiamo in piedi al nostro posto nel giorno dell'avversità, dopo aver compiuto tutto il nostro dovere in questo tempo (Ef. 6:13). Serviamo Cristo, il Signore! (Col. 3:24). 

2. IL COMBATTIMENTO PER LA FEDE NELLA LETTERA DI GIUDA 

Secondo l'Enciclopedia Treccani, l'apologetica è l'arte, la metodologia e la scienza dell'apologia. Una disciplina propria delle religioni rivelate (giudaismo, cristianesimo, islamismo), che presentano una concezione totale del mondo e dell’uomo nei suoi rapporti con Dio, e quindi offrono, come oggetto di fede, un complesso di ‘verità’ con una oggettiva regola di ‘ortodossia’. In particolare - sempre secondo la definizione -  si parla di apologetica nella storia del cristianesimo indicando con essa tutti i tentativi di dimostrazione e difesa della fede, della sua origine, credibilità, autenticità e superiorità rispetto alle altre religioni.3 Lo studio dell'apologetica cristiana dunque si svolge nel vasto orizzonte dell'intera storia della Chiesa, partendo dal periodo apostolico e dai libri neotestamentari per passare attraverso gli scritti dei vari teologi e apologeti antichi, medioevali e moderni, fino ad arrivare ai contributi apportati nel corso del XX secolo. In questo scenario così monumentale, l'umile intenzione di questo approfondimento è solo quella di introdurre ad una riflessione sul tema evidenziando la sua importanza attraverso la comprensione ed il commento della brevissima Lettera di Giuda, il penultimo scritto del Nuovo Testamento. L'esegesi di questa lettera, vuole essere in questa sede il punto di partenza per una considerazione leggermente più ampia, che senza alcuna pretesa di completezza possa avere comunque la libertà di coinvolgere insieme dati storici e di fede, per trarre infine delle conclusioni, pur nei limiti appena descritti. La scelta di questo specifico testo biblico deriva dal tema da esso trattato e dal particolare contributo che offre all'intero insegnamento neotestamentario ed alla fede cristiana nel suo insieme. Il consiglio è comunque quello di approfondire ulteriormente i vari argomenti utilizzando i libri riportati nelle note bibliografiche o altri testi di riferimento.  

Iniziamo dunque ora ad avvicinarci a questa preziosissima lettera, iniziamo ad ascoltare con attenzione quello che il suo autore vuole dirci, ascoltiamo il consiglio di Dio e quella che è stata la risposta degli uomini.

Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo, ai chiamati che sono amati in Dio Padre e custoditi da Gesù Cristo: misericordia, pace e amore vi siano moltiplicati.
Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre. Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo.
Giuda vv. 1-4

L'autore di questa lettera si presenta con il nome di Giuda, fratello di Giacomo. La tradizione neotestamentaria parla di Giacomo e Giuda tra i fratelli del Signore (Mc. 6:3), laddove Giacomo viene identificato con il responsabile della chiesa di Gerusalemme menzionato da Paolo (Gal. 1:19) e dal libro degli Atti (12:17). In realtà per quanto riguarda l'identificazione dell'autore non è possibile andare molto oltre a queste scarsissime informazioni. Attualmente dunque il problema rimane aperto.4 Da un punto di vista tradizionale, viene ipotizzata una data di redazione di poco precedente al 70 d.C.5, mentre da un punto di vista esegetico moderno la datazione viene posticipata verso la fine del I secolo.
Recentemente questa opera è stata definita come un "volantino antieretico"7, e tale definizione ben risponde allo scopo e al tono complessivo della lettera, così come essa stessa afferma esplicitamente sin dall'apertura che abbiamo appena considerato. Dietro alla lettera infatti, c'è l'emergenza costituita dall'arrivo in varie comunità di uomini che promuovevano uno stile di vita dissoluto e negavano l'autorità di Gesù Cristo. Di conseguenza, l'autore della lettera si è trovato costretto a scrivere della comune salvezza intervenendo con questa sua apologia. La fede per cui combattere, la fede trasmessa ai santi una volta per sempre, non è da considerarsi come la fede che costituisce la risposta individuale alla grazia di Dio (fides qua creditur); quanto invece - in questo contesto - come un corpo di dottrine insegnate dagli apostoli e ricevute da tutti i credenti (fides quae creditur).8 Questa importante distinzione tra le rispettive definizioni della parola fede che troviamo nei testi neotestamentari è stata descritta in questi termini per la prima volta da Agostino d'Ippona nel suo libro De Trinitate (13,2,5), dove leggiamo:
«Una cosa è ciò che si crede, altra cosa la fede con cui si crede (aliud sunt ea quae creduntur, aliud fides qua creduntur).
[...]
Quando Cristo dice: O donna, grande è la tua fede, ed ad un altro: Uomo di poca fede, perché hai dubitato? esprime con questo che ciascuno ha una fede che gli è propria. Ma si dice che coloro che credono le stesse cose hanno una sola fede, allo stesso modo che coloro che vogliono le stesse cose hanno una sola volontà».
Due espressioni della fede dunque, che tuttavia non sono dissociate tra di loro, ma che invece costituiscono due facce della stessa medaglia, in quanto attraverso la propria fede personale si risponde all'appello del Signore e in virtù di questa fede si entra nella famiglia di Dio (Ef. 2:19) diventando partecipi dell'unica fede comune a tutta la Chiesa (Ef. 4:5). A questo punto però sorge spontanea una domanda: qual è questa fede (fides quae creditur) da difendere? Qual è il contenuto di questo insieme di insegnamenti tanto preziosi per la vita di ogni cristiano? In altre parole: qual è l'essenza del cristianesimo?

3. GLI ASPETTI FONDAMENTALI DELLA FEDE

Il nucleo elementare della risposta a queste domande non può che essere: la persona concreta, la figura vivente di Gesù Cristo.9 Attorno a questo centro poi, sulla base del Nuovo Testamento possiamo trovare delle professioni di fede via via più articolate
Questa prima con due elementi:

Tuttavia per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi viviamo per lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale anche noi siamo. 
1Corinzi 8:6

Questa con tre elementi:

Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo...
Matteo 28:19

Oppure in modo più dettagliato:

Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a Cefa, poi ai dodici. Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti.
1Corinzi 15:3-6

E anche:

Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo, messo a parte per il vangelo di Dio, che egli aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale abbiamo ricevuto grazia e apostolato perché si ottenga l'ubbidienza della fede fra tutti gli stranieri, per il suo nome - fra i quali siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo.
Romani 1:1-6

Sulla base di questi testi, possiamo comprendere quindi che il contenuto fondamentale della fede riguarda Dio Padre, dal quale sono tutte le cose. Le Scritture, che hanno profetizzato di Cristo. Gesù Cristo,
nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti. Ed infine, la grazia e l'apostolato ricevuti per mezzo di Cristo, allo scopo di ottenere l'ubbidienza della fede fra tutti gli stranieri per il suo nome. 
Dio Padre, le Scritture, Gesù Cristo (discendente di Davide nella carne e Figlio di Dio secondo lo Spirito), la sua risurrezione e lo Spirito di santità sono quindi gli elementi che, attorno al nucleo, costituiscono il buon deposito che ogni credente è chiamato a custodire (2 Tim. 1:14). A questo secondo strato se ne possono certamente identificare altri aggiuntivi, ma in questa sede vorrei confrontare piuttosto questi dati con quelli interni alla Lettera di Giuda. Leggendo con attenzione la lettera infatti possiamo anche qui evidenziare gli elementi che l'autore considerava inequivocabilmente come espressioni della fede tradizionale, osteggiata da questi sovvertitori.10 Scopriamo quindi Dio Padre (v.1) come unico Dio (v.25), colui che ci salva (v.25), dà la grazia (v.4) e lo Spirito (v.20). Gesù Cristo che è Signore (vv.17, 21, 25) e Padrone (v.4). Comprendiamo che Dio guida la storia (v.5), punisce il peccato e la perversione degli angeli (v.6) e degli uomini (v.7). Verrà per giudicare tutti e condannare gli empi (vv. 15,18), dei quali fanno parte gli intrusi, che i credenti sono chiamati a salvare, evitando però qualsiasi forma di connivenza (v.23). 
Accostando questi due insiemi possiamo vedere che la maggior parte degli insegnamenti sono comuni con gli altri libri neotestamentari: un solo Dio (il Padre), un solo Messia e Signore (Gesù Cristo) e un solo Spirito che è dato ai veri credenti. Nella Lettera di Giuda però abbiamo un ulteriore sviluppo a riguardo del futuro giudizio di Dio, essendo importante in questo specifico contesto. Altri elementi invece sono stati tralasciati, probabilmente proprio perché non servivano al momento per la risoluzione della crisi che era in atto. Tramontata l'epoca apostolica, purtroppo non sono mancati altri scontri con persone che volevano inserire nelle chiese degli insegnamenti diversi, o dare a questi stessi concetti una lettura radicalmente differente rispetto a quella tradizionale. I credenti delle generazioni successive dunque hanno dovuto raccogliere la sfida di comprendere e definire sempre meglio tanto il cuore della fede cristiana (la persona di Gesù Cristo), quanto gli elementi che gli stanno attorno, per evitare che la confusione promossa da alcuni portasse divisioni nelle assemblee e corruzioni nel messaggio originario. Non è mia intenzione approfondire in questa sede le controversie cristologiche e trinitarie dei primi secoli [descritte invece qui], vorrei però ricordare due importantissimi documenti nati nel corso di questo processo, due antichissime sistematizzazioni del pensiero cristiano. Inizialmente infatti, le semplici professioni di fede in Gesù vennero ampliate nel contesto delle interrogazioni alle quali venivano sottoposti i candidati al battesimo, ma in un secondo momento rispondendo all'esigenza sempre maggiore di una linea chiara di insegnamento, i vescovi delle principali città cercarono sempre più di far convergere e unificare le varie formule dottrinali.11 Il primo esito di questo processo si può individuare nel Credo apostolico. Nella sua forma più semplice, questo credo risale probabilmente alla seconda metà del II secolo, trovando però delle aggiunte nei secoli successivi, fino al raggiungimento dello stato attuale.12 Di seguito le sue parole13:
Io credo in Dio,
Padre Onnipotente,
Creatore del cielo e della terra.
E in Gesù Cristo, suo Figlio unigenito,
Signore nostro,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto.
Discese nel soggiorno dei morti,
il terzo giorno risuscitò, salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre Onnipotente.
Di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa Universale,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione dei corpi,
e la vita eterna.

Amen.
Nel corso del IV secolo invece, in modo ufficiale si tenne un primo Concilio a Nicea e un secondo a Costantinopoli, nei quali venne formulato l'importante Credo conosciuto con il nome di niceno-costantinopolitano:
"Crediamo in un solo Dio, padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili; e in un solo signore Gesù Cristo, figlio unigenito di Dio, generato dal Padre prima di tutti i secoli, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, si è incarnato per opera dello Spirito santo da Maria vergine, e divenne uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, patì, fu sepolto e risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture, salì al cielo e siede alla destra del Padre, verrà nuovamente nella gloria per giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine; e nello Spirito santo, che è signore e dà vita, che procede dal Padre, che insieme al Padre e al Figlio deve essere adorato e glorificato, che ha parlato per mezzo dei profeti; e nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica; confessiamo un solo battesimo per la remissione dei peccati e aspettiamo la resurrezione dei morti e la vita del secolo futuro."14
I secoli successivi videro la redazione di altri Canoni, Credi e Confessioni di fede, ma queste formulazioni vennero considerate sempre più autoritative, sintetizzando e custodendo egregiamente nel corso del tempo l'ortodossia cristiana. La pienezza del vangelo infatti, condensata in questi testi, è preservata da ogni tentativo di riduzione o modifica desiderata da chi pretende di aver ricevuto isolatamente una "rivelazione" diversa (Gal. 1:8) come da chi cerca - contro le stesse indicazioni bibliche - di conformare le Scritture alla filosofia del proprio secolo (Rom. 12:2). 

4. CONTRO GLI INTRUSI


Ora voglio ricordare a voi che avete da tempo conosciuto tutto questo, che il Signore, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d'Egitto, fece in seguito perire quelli che non credettero. Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora. Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco eterno. 

Ciò nonostante, anche questi visionari contaminano la carne nello stesso modo, disprezzano l'autorità e parlano male delle dignità. Invece, l'arcangelo Michele, quando contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè, non osò pronunciare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: «Ti sgridi il Signore!» Questi, invece, parlano in maniera oltraggiosa di quello che ignorano, e si corrompono in tutto ciò che sanno per istinto, come bestie prive di ragione. Guai a loro! Perché si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di lucro si sono gettati nei traviamenti di Balaam, e sono periti per la ribellione di Core. Essi sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi senza ritegno, pascendo se stessi; nuvole senza acqua, portate qua e là dai venti; alberi d'autunno senza frutti, due volte morti, sradicati; onde furiose del mare, schiumanti la loro bruttura; stelle erranti, a cui è riservata l'oscurità delle tenebre in eterno. Anche per costoro profetizzò Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi per giudicare tutti; per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà da loro commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno pronunciati contro di lui». Sono dei mormoratori, degli scontenti; camminano secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce cose incredibilmente gonfie, e circondano d'ammirazione le persone per interesse. 

Ma voi, carissimi, ricordatevi di ciò che gli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo hanno predetto, quando vi dicevano: «Negli ultimi tempi vi saranno schernitori che vivranno secondo le loro empie passioni». Essi sono quelli che provocano le divisioni, gente sensuale, che non ha lo Spirito.  
Giuda vv. 5-19

Chi sono questo "visionari" ripresi con tanta asprezza dalla Lettera di Giuda? Il testo rende abbastanza difficile rispondere a questa domanda in quanto non approfondisce i loro princìpi per demolirli in modo sistematico, ma denuncia solamente gli aspetti più appariscenti della loro condotta.15 Tuttavia, si possono raccogliere alcuni indizi e ragionare proprio su queste caratteristiche. Le prime accuse sono quelle di volgere in dissolutezza la grazia di Dio e negare che Gesù Cristo sia Padrone e Signore (v.4). In greco, la parola tradotta con Padrone è resa dal termine despotēs, i cui significati sono "assoluto governatore" (da questa parola deriva il titolo "despota"), "Maestro", "Signore".16 Nell'antica Grecia, questo era il titolo riservato ad ogni padrone di casa in relazione ai suoi servi, ma era anche il titolo dei monarchi degli imperi orientali e, dal VII secolo, appannaggio specifico di ogni imperatore romano d'Oriente.17 I dissidenti avversati dal nostro autore quindi negavano che Gesù Cristo fosse Signore e Re, e, facendo questo, minavano di fatto al cuore stesso della fede cristiana, contaminando condotta e insegnamenti dei credenti. 

L'autore dopo questa considerazione descrive tre esempi per chiarire il destino di coloro che si comportano in tale modo. Il primo è quello degli Israeliti increduli al tempo dell'Esodo, il secondo è quello degli angeli caduti e il terzo è quello di Sodoma e Gomorra. Il secondo esempio costituisce un'allusione tratta dal Libro di Enoch che sarà ripreso apertamente nei vv. 14-15. Dopo questi tre esempi, troviamo una citazione dell'Assunzione di Mosè, utilizzata per denunciare il disprezzo delle potenze angeliche da parte di questi eretici. Il coinvolgimento di testi apocalittici giudaici, diffusi al tempo di redazione della lettera, nei secoli successivi ha contribuito ad alimentare una serie di dubbi sulla canonicità del testo18, dubbi che non hanno comunque impedito una piena accoglienza, attestata in effetti già dal canone muratoriano.19 Continuando con la lettura, gli intrusi vengono poi associati a Caino, a Balaam e alla famiglia ribelle di Core, proseguendo con altre espressioni polemiche della chiesa primitiva.20 Infine, troviamo la citazione esplicita del Libro di Enoch (60:8, 1:9) con altre accuse e un'esortazione rivolta alla chiesa. Accostando tutte le caratteristiche descritte, troviamo che questi intrusi erano visionari (v.8), ossia dicevano di avere delle visioni speciali. Contaminavano la carne (sé stessi) e disprezzavano le potenze angeliche (vv.8,9), ritenute forse da loro come mediatrici della legge e rappresentanti di un potere divino di ordine inferiore dal quale si sentivano emancipati.21 Causavano disordini nelle agapi fraterne, probabilmente a causa di una concezione magica o individualista del sacramento.22 Vengono descritti come gente che non ha lo Spirito, in probabile confutazione della pretesa di essere gli esclusivi depositari dello Spirito.23 Comprendendo gli indizi in questo modo, Corsani afferma che ci troviamo di fronte ad una forma di gnosticismo primitivo che presenta molteplici affinità con i sistemi gnostici combattuti poi dagli scrittori ortodossi.24 

Proprio questi scrittori, ossia i Padri della Chiesa del II secolo, consideravano lo gnosticismo come un'eresia cristiana, dovuta all'influenza dell'ideologia e della religiosità pagane.25 In tempi moderni molti studiosi hanno messo in dubbio questa possibilità, ipotizzando un'esistenza precristiana dello gnosticismo nella forma di una religione sincretista di radice orientale; ma in ultima analisi questa ricostruzione dello gnosticismo originario poggia unicamente su congetture.26 I sistemi gnostici del II secolo comprendono senza dubbio una grande molteplicità di varianti ma hanno alcuni punti fondamentali in comune:
  •  L'anticosmismo: la concezione che la realtà di questo mondo sia un'illusione. Il dualismo apocalittico escatologico viene radicalizzato.
  •  La svalutazione del Creatore: questo mondo non può essere opera di un Dio buono e sapiente ma di una divinità inferiore e imperfetta.
  • Il Dio trascendente e il suo Pleroma: Il Dio sconosciuto, superiore al dio creatore, è trascendente e ineffabile. 
  • Il mito della caduta e il Demiurgo: il dio inferiore, chiamato Demiurgo, organizza il caos in cui si trova facendone un cosmo ordinato. 
  • La redenzione attraverso la conoscenza: gli uomini pneumatici (spirituali) acquistano la consapevolezza di avere una scintilla divina in loro, garanzia di salvezza futura che invece non hanno gli uomini ilici (carnali). 
  • L'ascesa celeste: per quanto essi avessero posto l'accento sui miti delle origini, svilupparono anche miti paralleli a questi ultimi per concludere la loro visione della realtà.27      
La capacità di leggere le Scritture tradizionali caricandole di significati nascosti, oltre alla grande fluidità di insegnamento e liturgia, resero lo gnosticismo cristiano un grande problema per la Chiesa primitiva che rispose a questi pericoli in gran parte cristallizzando il proprio canone, l'interpretazione data alla Scrittura e la propria forma di governo ecclesiale (mutuato nell'episcopato monarchico). La transizione verso un assetto più rigido consentì di superare le crisi del momento, al costo però di abbandonare la freschezza e carismaticità iniziale. Una battaglia vinta quindi, ma non senza sacrifici e perdite di altro tipo. 

5. ESORTAZIONI ALLA COMUNITA'

Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell'amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna. Abbiate pietà di quelli che sono nel dubbio; salvateli, strappandoli dal fuoco; e degli altri abbiate pietà mista a timore, odiando perfino la veste contaminata dalla carne.
Giuda vv. 20-23

Dopo le argomentazioni e le invettive contro gli intrusi, troviamo ora queste esortazioni rivolte alle comunità. L'esortazione ad edificarsi nella fede, pregando mediante lo Spirito, conservandosi nell'amore di Dio e attendendo la misericordia di Cristo per la vita eterna. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo dunque si dispongono per l'edificazione della Chiesa nella fede santa, in contrapposizione con la falsa fede proposta dai falsi credenti. Il deposito della fede infatti viene custodito nella vitale relazione del credente con lo Spirito Santo (che insegna a pregare), con Dio (il cui amore ci raggiunge) e con la misericordia di Gesù Cristo (tangibile nel suo sacrificio ed efficace per la salvezza eterna). La predicazione dell'unico vero vangelo (ossia della fede ortodossa), una volta accolta, porta alla nuova nascita grazie all'azione dello Spirito Santo e alla relazione diretta con Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo, sempre grazie allo Spirito Santo. La dottrina quindi è santa perché procede da Dio, ma il suo scopo è quello di ricondurre a lui ed è quindi solo in lui che può essere conservata

Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.  
1Corinzi 2:12-14 

Lo Spirito di Dio spiega ai cristiani le cose che Dio ha donato loro, che invece non possono essere comprese dagli uomini che non sono genuinamente spirituali, ossia nati dallo Spirito Santo. Questa, in ultima analisi, è la causa a monte dell'abisso tra coloro che hanno conosciuto Dio ed inteso correttamente le Scritture, e coloro invece che - non conoscendo per esperienza personale il Signore - speculano sulla fede e sulla dottrina senza averne però una vera esperienza e conoscenza. Rispetto a queste persone, i cristiani sono chiamati a "strapparli dal fuoco", senza però cedere ad alcun compromesso. 

La fede santa procede da Dio ed è efficace per condurre a lui. La fede santa è in continuità storica con i credenti del passato, e permette la comunione con quelli del presente così come lo farà con quelli del futuro. La fede santa è una, così come vi è un solo corpo e un solo Spirito, una sola speranza, un solo Signore, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti (Ef. 4:4-6). Questa unità è sinonimo di genuinità, garanzia di santità e verità.

6. CONCLUSIONE

L'unica fede è preservata in modo completo nell'Antico e Nuovo Testamento, così come le tavole della legge erano contenute nell'arca dell'alleanza. Nel nuovo patto, il propiziatorio non è più un coperchio di legno rivestito d'oro asperso del sangue degli animali, ma Gesù Cristo e il suo sacrificio (Rom. 3:25), così come è mostrato nelle Scritture, attestato dallo Spirito Santo, vissuto e trasmesso dalle precedenti generazioni di cristiani che si sono attenute a questa fede autentica e santa. Qui vi è la presenza di Dio, la sua conoscenza e la sua salvezza. Negare un solo aspetto di questa fede significa ripudiare la misericordia del Signore a propria perdizione. Viverla e preservarla significa partecipare alla sorte dei santi nella luce (Col. 1:12), per la gloria di Dio.

L'emergenza degli "infiltrati" all'interno delle varie chiese nella seconda metà del I secolo, costrinse l'autore della Lettera di Giuda a scrivere questo testo, per mettere in guardia dal pericolo imminente di allontanarsi dagli insegnamenti ricevuti dagli apostoli e dal Signore. Un pericolo che è stato scongiurato in quel tempo, ma non senza conseguenze. La collezione degli scritti di derivazione apostolica e la formulazione dei primi Credi hanno permesso alla santissima fede di attraversare le varie epoche, affrontando di volta in volta nuove sfide e difficoltà, ma conservandosi comunque integra grazie alla sovranità e provvidenza di Dio. All'inizio del III millennio, lo scontro tra la fede ed il mondo secolare continua con invariato vigore, manifestando la contrapposizione spirituale che ben evidenzia l'Apocalisse di Giovanni. La domanda: "ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?" resta aperta, ricordando l'importanza della gara che è posta davanti ad ogni cristiano, ed alla Chiesa tutta. Ricordando però anche il continuo intervento della provvidenza di Dio in ogni epoca e fino alla fine dell'età presente, per la sua gloria.

A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irreprensibili e con gioia davanti alla sua gloria, al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli. Amen.
Giuda vv. 24,25


Note:

[1] Hans Kung, Cristianesimo, Ed. Rizzoli, p. 358.
[2] Per approfondire: Id. Ibid. p. 91.
[3] http://www.treccani.it/enciclopedia/apologetica/
[4] Josep-Oriol Tuni, Xavier Alegre, Scritti giovannei e lettere cattoliche, Ed. Paideia, p. 302.
[5] La Sacra Bibbia con note e commenti di John MacArthur, Ed. Società Biblica di Ginevra, p. 1993. 
[6] J-O. Tuni, X. Alegre, Scritti giovannei e lettere cattoliche, Paideia, p. 302. 
[7] K. H. Schelkle, Le lettere di Pietro. La lettera di Giuda, Ed. Paideia, p. 227.
[8] Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Grande commentario biblico Queriniana, p. 1320. 
[9] Hans Kung, Cristianesimo, Rizzoli, p. 37.
[10] J-O. Tuni, X. Alegre, Scritti giovannei e lettere cattoliche, Paideia, p. 300.
[11] Giancarlo Rinaldi, Cristianesimi nell'Antichità, Ed. GBU, p. 352. 
[12] Pietro Bolognesi, Liberi di credere - il credo apostolico -, Ed. EUN, p. 8.
[13] Id. Ibid., p. 5.  
[14] Giancarlo Rinaldi, Cristianesimi nell'Antichità, Ed. GBU, p. 729.
[15] Bruno Corsani, Introduzione al nuovo testamento II (2. ed, 1998), Ed. Claudiana, p. 246.
[16] https://www.blueletterbible.org/kjv/jde/1/1/t_conc_1167004 
[17] http://www.treccani.it/enciclopedia/despota/
[18] J-O. Tuni, X. Alegre, Scritti giovannei e lettere cattoliche, Paideia, p. 300.
[19] http://www.treccani.it/enciclopedia/canone-muratoriano_(Enciclopedia-Italiana)/ 
[20] Bruno Corsani, Introduzione al nuovo testamento II (2. ed, 1998), Ed. Claudiana, p. 246. 
[21] Id. Ibid.  
[22] Id. Ibid. 
[23] Id. Ibid.  
[24] Id. Ibid.  
[25] Ramon Trevijano Etcheverrìa, La Bibbia nel cristianesimo antico, Ed. Paideia, p. 156. 
[26] Id. Ibid., p. 158. 
[27] Id. Ibid., pp. 165-170. 


Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...