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martedì 27 ottobre 2015

La completa armatura di Dio (parte VI): la spada dello Spirito, che è la parola di Dio

Lo Spirito del SIGNORE ha parlato per mio mezzo
e la sua parola è stata sulle mie labbra.
2Samuele 23:2 

1. LA SPADA



[...] e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio [...]
Efesini 6:17b


Nel sesto capitolo della lettera agli Efesini, l'apostolo Paolo esorta i credenti di questa comunità a rivestirsi della "completa armatura di Dio", prendendo l'esempio dei componenti dell'armatura romana per descrivere le realtà spirituali che ogni cristiano deve vivere nella sua vita per restare saldo contro le insidie del diavolo. Vengono descritti quindi la cintura della verità, la corazza della giustizia, i calzari dello zelo dato dal vangelo, lo scudo della fede, l'elmo della salvezza ed infine proprio la spada dello Spirito, che è la parola di Dio

Il termine greco usato per definire questa spada è machaira, un sostantivo che identifica un coltello o una spada che ha la caratteristica specifica di avere un solo taglio1. Questa parola viene utilizzata da Paolo anche in Romani 8:35 e 13:4 in relazione alla spada intesa come pericolo per i discepoli di Cristo, e alla spada come strumento di punizione da parte dei magistrati romani, contro coloro che fanno il male. I contesti paolini in cui viene utilizzata, quindi, sono quelli relativi alla persecuzione - da un lato - e al giudizio retributivo di Dio attraverso gli uomini - dall'altro. Chiaramente la situazione della lettera agli Efesini, riguarda gli strumenti che i credenti hanno a loro disposizione per combattere i principati, le potenze, i dominatori di questo mondo di tenebre e le forze spirituali della malvagità, pertanto la spada di cui Paolo sta parlando è una spada utile ed efficace in modo specifico per questo scopo. Una spada - unico componente prettamente offensivo dell'armatura - che ha autorità, che è capace di infierire con successo contro le forze spirituali della malvagità. Una spada che simboleggia lo Spirito, parola di Dio.

2. LA PAROLA DI DIO



Nel Nuovo Testamento, troviamo due termini ad indicare la "parola", ossia rhēma (utilizzato nel nostro contesto di Ef 6:17) e logos. I due termini sono sostanzialmente sinonimi, e la loro differenza sta nel fatto che logos può indicare anche una persona (era volgarmente, l'avvocato) ed ha un significato più generale (vocabolo, termine, voce, lemma, definizione, frase, espressione, etc.), mentre rhēma rappresenta solo una sfumatura di logos: il verbo o comunque una parola legata all'azione e a fatti concreti2. Laddove logos identifica la Parola di Dio nella totalità dei libri biblici, rhēma invece indica solo le singole parole, locuzioni, frasi, espressioni e sentenze scritte nella sacra Scrittura3. La spada dello Spirito quindi, in questo caso specifico, è rappresentata dalle parole di Dio, dalle particolari affermazioni o proclamazioni contenute nella Parola di Dio complessiva, ossia la Bibbia. 

La parola rhēma si trova nella lettera agli Efesini solo due volte, ed è a questo punto importante poter leggere questa sua seconda ricorrenza, presente nel quinto capitolo.

Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile.
Efesini 5:25-27 
 
Da questo meraviglioso testo, comprendiamo che l'acqua della parola di Dio purifica la chiesa, lavandola da macchie e difetti per renderla santa e irreprensibile. Le parole di Dio, inoltre, sono anche una concreta arma affilata contro le potenze demoniache, un'arma che possiede l'autorità necessaria a riportare una completa vittoria in questo combattimento spirituale. Esse infatti descrivono i decreti eterni di Dio, ai quali ogni creatura e creazione devono essere sottomessi. Osserviamo dunque questo duplice aspetto del rhēma di Dio: acqua per la purificazione della chiesa (e la purificazione della Chiesa nella parola di Dio è la vittoria della Chiesa sul mondo - cfr. 1Gv 2:14) e spada per la distruzione dei dominatori di questo mondo di tenebre e la realizzazione del regno di Dio. 

Il rhēma di Dio è lo strumento che egli affida ai credenti per combattere il buon combattimento della fede e poter restare in piedi nel giorno malvagio, dopo aver compiuto tutto il proprio dovere. Ma a tempo debito, interverrà direttamente il Logos di Dio, per portare a conclusione la guerra spirituale e stabilire eternamente e pienamente il suo regno:

Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui. Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola ("Logos" in originale) di Dio. Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro. Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente. E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI.
Apocalisse 19:11-16 

3. LO SPIRITO E LA PAROLA DI DIO

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
2Timoteo 3:16,17 

Scrivendo a Timoteo, l'apostolo Paolo afferma che ogni Scrittura è theopneustos. Questo aggettivo greco è formato dal sostantivo theos, "Dio", e dal verbo pneō, ossia "soffiare". Ogni Scrittura quindi è soffiata da Dio, laddove questo soffio rappresenta il respiro, ma anche lo Spirito, in greco pneuma. La Scrittura dunque è "soffiata da Dio" o "prodotta per azione dello Spirito di Dio", ed è in questa circostanza più che in ogni altra (assieme all'originale atto della creazione) che si uniscono lo Spirito Santo e la parola di Dio, che in sinergia hanno portato alla luce tutti i libri biblici. Questa "ispirazione" non prevede l'annullamento della volontà, delle emozioni, dei ricordi e della personalità degli autori umani dei vari testi, ma al contrario abbraccia tutti questi componenti, illuminandoli, fecondandoli e producendo come risultato un testo scritto da uomini ma formato da Dio, in quanto parola di Dio.

Così come lo Spirito Santo ha generato l'incarnazione di Cristo (Lc 1:35), egli ha generato anche la composizione della Sacra Scrittura. La stessa ombra della potenza dell'Altissimo che ha portato al concepimento verginale in Maria, ha portato anche un "concepimento spirituale" negli autori biblici, operando sovrannaturalmente in entrambe le occasioni.   

L'unione tra Spirito e Parola però non è terminato con la redazione della Bibbia, infatti continua ancora oggi proprio per il fatto che la spada dello Spirito, è la Parola di Dio.

Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente. L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno.
1Corinzi 2:12-15  

Lo Spirito che viene da Dio ci fa conoscere le cose che Dio ci ha donate. Ci fa conoscere la nostra identità di figli di Dio (Rm 8:15), la liberazione dal peccato e dalla morte (Rm 8:2), ma anche ogni altro insegnamento (1 Gv 2:27). E' lo Spirito Santo infatti che istruisce i credenti, e lo fa prima di tutto attraverso la Scrittura che egli ha ispirato, e in secondo luogo attraverso attestazioni e doni spirituali. La Bibbia contiene il messaggio di Dio per l'uomo, ma nessun uomo può comprenderlo realmente senza essere nato dall'alto ed essere illuminato dallo Spirito di Dio. Non si tratta di comprensione intellettuale, ma di esperienza e consapevolezza spirituale, qualcosa che può derivare solo ed esclusivamente dallo stesso Spirito che ha portato alla scrittura della Bibbia. Lo Spirito Santo è l'autore divino dei libri biblici e solo lui può applicare le verità scritturali nella vita delle persone, in modo che possano viverle appieno. 

4. RIVESTENDOCI DELLA COMPLETA ARMATURA DI DIO












Con questo studio si conclude il ciclo di approfondimenti relativi alla completa armatura di Dio. Abbiamo visto come ogni verità spirituale rappresentata da un componente dell'armatura sia strettamente legata alle altre, proprio perchè l'armatura è solo un simbolo dell'armonico insieme degli insegnamenti biblici che sono propri di ogni figlio di Dio. Di sei componenti, quattro sono unicamente di difesa, uno serve sia per la difesa che per l'offesa e uno soltanto ha lo scopo esclusivo di affondare nell'attacco, per conseguire la vittoria.

La spada dello Spirito, è la parola di Dio. Le parole dello Spirito lavano e purificano la Chiesa e al tempo stesso distruggono le opere e il regno di Satana, un pezzo alla volta. Le parole di Dio portano sulla terra la volontà di Dio che è fatta nel cielo, edificando la Sposa di Cristo e il Regno stesso del Signore. Questa è l'eccellente arma di ogni cristiano contro le potenze delle tenebre: la luce della parola creatrice di Dio. Una luce che costruisce un Regno pieno di amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine e autocontrollo (Gal 5:22). Nel giorno malvagio, dopo aver compiuto tutto il nostro dovere, potremo restare in piedi grazie alla verità, la giustizia, lo zelo, la fede, la salvezza e lo Spirito, che Dio ci ha donato. Con queste realtà dentro e attorno a noi, i cieli infuocati si dissolveranno, ma noi potremo restare saldi nella sua promessa, e vedere la creazione di nuovi cieli e una nuova terra, nei quali abiti finalmente la giustizia.

Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno! Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia. 
2Pietro 3:11-13


Note

[1] http://www.treccani.it/enciclopedia/machaira/ 
[2] http://www.puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Logos_rhema_ideolog_R34.htm
[3] Id. Ibid.

martedì 20 ottobre 2015

La completa armatura di Dio (parte V): l'elmo della salvezza

Rendimi la gioia della tua salvezza
e uno spirito volenteroso mi sostenga.
Salmi 51:12  

1. L'ELMO DELLA SALVEZZA

Efesini 6:17a Prendete anche l'elmo della salvezza [...]

L'apostolo Paolo, scrivendo ai credenti di Efeso, verso la fine della sua lettera li esorta all'urgenza di fortificarsi nella potenza del Signore. Spiegandosi meglio, egli descrive - ispirandosi all'armatura dei soldati romani - tutta una serie di componenti della "completa armatura di Dio", identificando le realtà spirituali che rappresentano proprio la potenza del Signore che fortifica ogni figlio di Dio. Per prima viene presentata la cintura della verità, seguita dalla corazza della giustizia, dai calzari dello zelo dato dal vangelo e dallo scudo della fede. Il quinto componente di questa armatura, seguendo l'ordine della sua descrizione, è invece l'elmo della salvezza. Una caratteristica importante di questa "armatura di Dio" è il fatto che viene presentata come "completa". L'armatura di Dio è completa, in quanto copre ogni aspetto della vita del credente. Ogni elemento quindi è fondamentale e non opzionale ai fini di una completa protezione. Il corpo umano tuttavia presenta parti più delicate di altre, e allo stesso modo le protezioni di Dio per la vita dei suoi santi sono di differente tipo in base alle loro diverse necessità che il Signore conosce molto bene. Tra gli aspetti già visti, possiamo evidenziare la corazza della giustizia e lo scudo della fede come strumenti di protezione dedicati al ventre (sede degli organi interni) e al corpo nella sua interezza, con la possibilità di parare gli attacchi sferrati dai nemico. La giustizia (di Cristo) e la fede, dunque, sovvengono in aiuto agli aspetti vitali degli uomini, rinforzandoli. Ad essi, si unisce ora l'elmo: una protezione per il capo, parte particolarmente esposta durante i combattimenti. Ricevere un serio colpo alla testa, significa nella migliore dei casi svenire e nei peggiori morire. Da qui la necessità di una protezione di grande efficacia. E, meglio della salvezza eterna donata da Dio, di sicuro non vi è nessun altra cosa, tanto in cielo quanto sulla terra.

Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non lo credete; le opere che faccio nel nome del Padre mio, sono quelle che testimoniano di me; ma voi non credete, perché non siete delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo uno».
Giovanni 10:25-30

In queste preziose parole di Gesù, troviamo tutta l'essenza della salvezza di Dio. Il Figlio con il suo sacrificio ha acquistato gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione (Ap 5:9), gente che il Padre in virtù di questo sacrificio ha dato al Figlio, in sua custodia. Queste persone, sono chiamate dallo Spirito grazie al presupposto legale del sacrificio di Cristo con lo scopo di essere riconciliate con il Padre ed ottenere quindi una eterna comunione con Dio. Questi santi, ascoltano e riconoscono la voce del Signore e lo seguono verso luoghi di vita. Essi non moriranno mai e nessuno potrà mai rapirli dalla mano del Figlio. Il termine "nessuno" è reso nel testo greco originale con il pronome oudeis (nulla/nessuno) e il verbo dynamai (avere potere/abilità/permesso legale). Dunque, niente e nessuno può avere il potere e il permesso legale di rapire questi figli di Dio dalle mani di Gesù Cristo. Il suo sacrificio per loro equivale ad un pagamento per un acquisto legale che in nessun caso si può recedere. L'apostolo Paolo scrivendo ai credenti di Corinto definiva i credenti come "schiavi di Cristo" (1 Co 7:22). Sebbene questa parola sia per noi molto dura, dobbiamo considerare che l'unica alternativa è essere schiavi del peccato e della morte (Gv 8:34, Ro 6:16); per seconda cosa, dobbiamo considerare il carattere di Cristo per comprendere che i termini di questa "schiavitù" sono nell'ordine di una restaurazione verso una dignità maggiore (impossibile da raggiungere autonomamente dall'uomo), libera dal peccato e corrispondente con il progetto iniziale con il quale il Creatore ha voluto portare all'esistenza l'umanità. Questa, di fatto, è la protezione assoluta dell'elmo della salvezza, una protezione che nessuno può violare. 

Possiamo continuare a riflettere su questa verità spirtuale attraverso un altro brano della Scrittura, anche questa volta - come per la lettera agli Efesini - dell'apostolo Paolo:

Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati. Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto:
«Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno;
siamo stati considerati come pecore da macello».
Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. 

Romani 8:28-39

Questo testo evidenzia una serie di aspetti da conoscere molto bene, per riuscire ad afferrare il pieno significato dell'elmo della salvezza. Per prima cosa, apprendiamo che vi è un disegno di Dio, ossia un suo piano. In base a questo piano, il Signore chiama a sé i credenti, facendo cooperare ogni avvenimento al loro bene. Il termine "cooperano" traduce il verbo greco synergeō, che significa proprio lavorare assieme, avere un aiuto nel lavoro, assistere, essere collaboratore. Questa è la radice etimologica della parola italiana "sinergia", che ha il significato di "cooperazione di più elementi in una stessa attività, o per il raggiungimento di uno stesso scopo o risultato, che comporta un rendimento maggiore di quello ottenuto dai varî elementi separati". Il Signore dunque, nella sua provvidenza, utilizza ogni singolo avvenimento (anche la sofferenza, la malattia, la distretta, etc.) trasformandolo in un collaboratore che contribuisca infine al raggiungimento del bene per ogni suo figlio. Un chiaro esempio biblico è quello della vita di Giuseppe, della sua parabola verso la schiavitù e successivamente la regalità:

I suoi fratelli vennero anch'essi, si inchinarono ai suoi piedi e dissero: «Ecco, siamo tuoi servi». Giuseppe disse loro: «Non temete. Sono io forse al posto di Dio? Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso. Ora dunque non temete. Io provvederò al sostentamento per voi e i vostri figli». Così li confortò e parlò al loro cuore.
Genesi 50:18-21

Così come nel passato il Signore ha utilizzato il male dei fratelli di Giuseppe (che lo avevano portato alla schiavitù) per convertirlo in bene (innalzando Giuseppe al ruolo di seconda autorità in Egitto) e sostenere così tutta la sua famiglia (i progenitori del popolo di Israele) durante la carestia, allo stesso modo la provvidenza di Dio al presente interviene per ogni credente, utilizzando ogni sofferenza per convertirla nel bene dei singoli e della Chiesa nel suo insieme. Questa cosa Paolo dice di "sapere", tanto per la testimonianza delle Scritture quanto per esperienza personale, e proprio questa cosa anche noi dobbiamo afferrare per fede alfine di vederne e riconoscerne la realizzazione nella nostra vita. Il brano della lettera ai Romani, continua a questo punto nella spiegazione di come tutto questo può avvenire. Ed afferma quindi: "coloro ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati". Il Padre ha dato al Figlio i cristiani di ogni tempo grazie alla sua preconoscenza, che lo ha portato a predestinarli (= destinarli prima del tempo) ad essere conformi a lui, chiamandoli al tempo opportuno per giustificarli con la giustizia di Cristo in vista di una glorificazione che, essendo già stata decretata da Dio, è così certa (ed eterna) da essere descritta al tempo passato! Questo è il processo della piena salvezza di Dio, questa è l'inviolabile solidità dell'elmo della salvezza di ogni credente! La salvezza del Signore infatti - lo ripeto - non è soggetta agli umori e alle debolezze degli uomini, né tantomeno alla distruzione perpetrata delle forze spirituali della malvagità, ma è forgiata e custodita da un decreto eterno di Dio Padre, dal sacrificio di Cristo, e dall'azione dello Spirito Santo. Per questo motivo nessuno può resistere realmente al potere della Chiesa. Certo, la Chiesa può essere perseguitata, angosciata, tribolata, affamata, ferita, ma in tutte queste cose è comunque vincitrice grazie all'amore di Dio, che a tempo debito le convertirà in bene, in un vestito bianco di santità per il nuovo tempo di comunione eterna. Infatti, né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù. Nessuna creatura, nessun uomo (neanche noi stessi!), nessun angelo o demone, nessuna distanza e nessun futuro può separarci dall'amore di Dio manifestato nel sacrificio di Cristo Gesù, risorto per vincere la morte e donarci il suo stesso Spirito di vita per essere vivificati (e santificati) giorno dopo giorno.

2. CONSIDERAZIONI FINALI: NIENTE E NESSUNO












Come i cieli sono alti al di sopra della terra,
così è grande la sua bontà verso quelli che lo temono.
Come è lontano l'oriente dall'occidente,
così ha egli allontanato da noi le nostre colpe.
Come un padre è pietoso verso i suoi figli,
così è pietoso il SIGNORE verso quelli che lo temono.
Salmo 103:11-13

Grazie al sacrificio di Gesù Cristo, le colpe dei credenti sono lontane da noi come è lontano l'Oriente dall'Occidente, i due punti più distanti del mondo. Come è alta l'atmosfera terrestre, inesplorabile da ogni uomo senza particolari strumenti, così è grande la sua bontà verso quelli che lo temono. Come un padre è amorevole verso i suoi figli, così si comporta il Signore con la Chiesa. Ogni riprensione, è volta alla formazione del carattere; ogni sofferenza è utilizzata per una crescita nella maturità e sensibilità, alfine di raggiungere i tempi eterni ed essere realmente simili a Cristo, con la sua stessa altezza. Questo processo sovrannaturale non è raggiungibile da alcun uomo ed è per questo che Dio è intervenuto rendendolo possibile con il suo decreto, il suo pagamento legale e la sua azione quotidiana nella vita dei suoi figli, grazie all'azione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: tre persone distinte ma consustanziali. Come disse Gesù, tutto è compiuto, e niente e nessuno (oudeis) può e potrà mai (dynamai) frustrare questo proposito eterno per la vita di anche uno solo dei figli che il Signore ha acquistato per sé. Ogni cristiano infatti non appartiene a sé stesso ma a Cristo, e la vita che ora vive nella carne, la vive nella fede nel Figlio di Dio che lo ha amato ed ha dato la sua vita per lui (Gal 2:20). Cedendo tutto noi stessi al Signore (le nostre debolezze, le nostre forze, i nostri sogni e desideri), acceleriamo il processo della nostra santificazione, comprendendo più velocemente che la nostra vita è già nella cassaforte delle mani di Cristo. Nulla e nessuno può toccarci, e per quanto possiamo essere uccisi nella nostra carne, la nostra anima rimane inviolata e pronta per il giorno della resurrezione (Mt 10:28). Questo è l'elmo della salvezza, una protezione inviolabile per la nostra vita.

domenica 11 ottobre 2015

Fedeli servitori di Gesù Cristo (parte I): la successione apostolica

A Timoteo, mio caro figlio, grazia, misericordia, pace da Dio Padre e da Cristo Gesù nostro Signore.
2Timoteo 1:2

1. INTRODUZIONE







La seconda lettera di Paolo a Timoteo inizia con l'introduzione di un nuovo elemento (assente nella precedente lettera) che ne sottolinea il carattere escatologico: l'espressione "secondo la promessa della vita che è in Cristo Gesù"1. Paolo si definisce apostolo per volontà di Dio secondo questa promessa, una promessa che costituisce il fondamento dell'intero Vangelo ed il suo stesso scopo di vita. Come egli stesso scrisse ai Corinzi, se non vi è risurrezione dei morti, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede (1 Co 15:13,14). Ma la fede cristiana e la predicazione degli apostoli trova invece la propria potenza proprio nell'annuncio della resurrezione di Cristo, e nella vita eterna che il Signore promette a tutti coloro che credono e dimorano in lui.

Addentrandoci nella lettera, possiamo trovare uno schema fondamentale articolato in tre passaggi: l'introduzione epistolare, il discorso di commiato (composto da due argomenti e una perorazione), ed infine la conclusione2. Entrando più nello specifico, l'introduzione comprende l'intero primo capitolo della lettera, il secondo capitolo invece tratta il primo argomento (la successione apostolica), il terzo capitolo tratta il secondo argomento (pericoli futuri), i primi otto versetti del quarto capitolo comprendono il discorso di commiato propriamente detto (la perorazione del discorso) e i versetti rimanenti vanno a costituire la conclusione finale3. Questa lettera mostra in modo speciale l'urgenza della trasmissione del deposito della fede, la necessità di lavorare duramente per preservare il Vangelo ricevuto, e poterlo affidare ad altri discepoli e ad altre generazioni di credenti. Queste transizioni così delicate sono trattate in special modo nel secondo capitolo, che, come abbiamo visto, affronta in modo specifico il tema della successione apostolica, fondamentale per il successo della missione cristiana attraverso il tempo e lo spazio, come risulta evidente anche dalla storia dei primi secoli del cristianesimo. Un argomento fondamentale per Timoteo, ma anche, sicuramente, di uguale importanza per ciascuno di noi.
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