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martedì 20 ottobre 2015

La completa armatura di Dio (parte V): l'elmo della salvezza

Rendimi la gioia della tua salvezza
e uno spirito volenteroso mi sostenga.
Salmi 51:12  

1. L'ELMO DELLA SALVEZZA

Efesini 6:17a Prendete anche l'elmo della salvezza [...]

L'apostolo Paolo, scrivendo ai credenti di Efeso, verso la fine della sua lettera li esorta all'urgenza di fortificarsi nella potenza del Signore. Spiegandosi meglio, egli descrive - ispirandosi all'armatura dei soldati romani - tutta una serie di componenti della "completa armatura di Dio", identificando le realtà spirituali che rappresentano proprio la potenza del Signore che fortifica ogni figlio di Dio. Per prima viene presentata la cintura della verità, seguita dalla corazza della giustizia, dai calzari dello zelo dato dal vangelo e dallo scudo della fede. Il quinto componente di questa armatura, seguendo l'ordine della sua descrizione, è invece l'elmo della salvezza. Una caratteristica importante di questa "armatura di Dio" è il fatto che viene presentata come "completa". L'armatura di Dio è completa, in quanto copre ogni aspetto della vita del credente. Ogni elemento quindi è fondamentale e non opzionale ai fini di una completa protezione. Il corpo umano tuttavia presenta parti più delicate di altre, e allo stesso modo le protezioni di Dio per la vita dei suoi santi sono di differente tipo in base alle loro diverse necessità che il Signore conosce molto bene. Tra gli aspetti già visti, possiamo evidenziare la corazza della giustizia e lo scudo della fede come strumenti di protezione dedicati al ventre (sede degli organi interni) e al corpo nella sua interezza, con la possibilità di parare gli attacchi sferrati dai nemico. La giustizia (di Cristo) e la fede, dunque, sovvengono in aiuto agli aspetti vitali degli uomini, rinforzandoli. Ad essi, si unisce ora l'elmo: una protezione per il capo, parte particolarmente esposta durante i combattimenti. Ricevere un serio colpo alla testa, significa nella migliore dei casi svenire e nei peggiori morire. Da qui la necessità di una protezione di grande efficacia. E, meglio della salvezza eterna donata da Dio, di sicuro non vi è nessun altra cosa, tanto in cielo quanto sulla terra.

Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non lo credete; le opere che faccio nel nome del Padre mio, sono quelle che testimoniano di me; ma voi non credete, perché non siete delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo uno».
Giovanni 10:25-30

In queste preziose parole di Gesù, troviamo tutta l'essenza della salvezza di Dio. Il Figlio con il suo sacrificio ha acquistato gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione (Ap 5:9), gente che il Padre in virtù di questo sacrificio ha dato al Figlio, in sua custodia. Queste persone, sono chiamate dallo Spirito grazie al presupposto legale del sacrificio di Cristo con lo scopo di essere riconciliate con il Padre ed ottenere quindi una eterna comunione con Dio. Questi santi, ascoltano e riconoscono la voce del Signore e lo seguono verso luoghi di vita. Essi non moriranno mai e nessuno potrà mai rapirli dalla mano del Figlio. Il termine "nessuno" è reso nel testo greco originale con il pronome oudeis (nulla/nessuno) e il verbo dynamai (avere potere/abilità/permesso legale). Dunque, niente e nessuno può avere il potere e il permesso legale di rapire questi figli di Dio dalle mani di Gesù Cristo. Il suo sacrificio per loro equivale ad un pagamento per un acquisto legale che in nessun caso si può recedere. L'apostolo Paolo scrivendo ai credenti di Corinto definiva i credenti come "schiavi di Cristo" (1 Co 7:22). Sebbene questa parola sia per noi molto dura, dobbiamo considerare che l'unica alternativa è essere schiavi del peccato e della morte (Gv 8:34, Ro 6:16); per seconda cosa, dobbiamo considerare il carattere di Cristo per comprendere che i termini di questa "schiavitù" sono nell'ordine di una restaurazione verso una dignità maggiore (impossibile da raggiungere autonomamente dall'uomo), libera dal peccato e corrispondente con il progetto iniziale con il quale il Creatore ha voluto portare all'esistenza l'umanità. Questa, di fatto, è la protezione assoluta dell'elmo della salvezza, una protezione che nessuno può violare. 

Possiamo continuare a riflettere su questa verità spirtuale attraverso un altro brano della Scrittura, anche questa volta - come per la lettera agli Efesini - dell'apostolo Paolo:

Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati. Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto:
«Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno;
siamo stati considerati come pecore da macello».
Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. 

Romani 8:28-39

Questo testo evidenzia una serie di aspetti da conoscere molto bene, per riuscire ad afferrare il pieno significato dell'elmo della salvezza. Per prima cosa, apprendiamo che vi è un disegno di Dio, ossia un suo piano. In base a questo piano, il Signore chiama a sé i credenti, facendo cooperare ogni avvenimento al loro bene. Il termine "cooperano" traduce il verbo greco synergeō, che significa proprio lavorare assieme, avere un aiuto nel lavoro, assistere, essere collaboratore. Questa è la radice etimologica della parola italiana "sinergia", che ha il significato di "cooperazione di più elementi in una stessa attività, o per il raggiungimento di uno stesso scopo o risultato, che comporta un rendimento maggiore di quello ottenuto dai varî elementi separati". Il Signore dunque, nella sua provvidenza, utilizza ogni singolo avvenimento (anche la sofferenza, la malattia, la distretta, etc.) trasformandolo in un collaboratore che contribuisca infine al raggiungimento del bene per ogni suo figlio. Un chiaro esempio biblico è quello della vita di Giuseppe, della sua parabola verso la schiavitù e successivamente la regalità:

I suoi fratelli vennero anch'essi, si inchinarono ai suoi piedi e dissero: «Ecco, siamo tuoi servi». Giuseppe disse loro: «Non temete. Sono io forse al posto di Dio? Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso. Ora dunque non temete. Io provvederò al sostentamento per voi e i vostri figli». Così li confortò e parlò al loro cuore.
Genesi 50:18-21

Così come nel passato il Signore ha utilizzato il male dei fratelli di Giuseppe (che lo avevano portato alla schiavitù) per convertirlo in bene (innalzando Giuseppe al ruolo di seconda autorità in Egitto) e sostenere così tutta la sua famiglia (i progenitori del popolo di Israele) durante la carestia, allo stesso modo la provvidenza di Dio al presente interviene per ogni credente, utilizzando ogni sofferenza per convertirla nel bene dei singoli e della Chiesa nel suo insieme. Questa cosa Paolo dice di "sapere", tanto per la testimonianza delle Scritture quanto per esperienza personale, e proprio questa cosa anche noi dobbiamo afferrare per fede alfine di vederne e riconoscerne la realizzazione nella nostra vita. Il brano della lettera ai Romani, continua a questo punto nella spiegazione di come tutto questo può avvenire. Ed afferma quindi: "coloro ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati". Il Padre ha dato al Figlio i cristiani di ogni tempo grazie alla sua preconoscenza, che lo ha portato a predestinarli (= destinarli prima del tempo) ad essere conformi a lui, chiamandoli al tempo opportuno per giustificarli con la giustizia di Cristo in vista di una glorificazione che, essendo già stata decretata da Dio, è così certa (ed eterna) da essere descritta al tempo passato! Questo è il processo della piena salvezza di Dio, questa è l'inviolabile solidità dell'elmo della salvezza di ogni credente! La salvezza del Signore infatti - lo ripeto - non è soggetta agli umori e alle debolezze degli uomini, né tantomeno alla distruzione perpetrata delle forze spirituali della malvagità, ma è forgiata e custodita da un decreto eterno di Dio Padre, dal sacrificio di Cristo, e dall'azione dello Spirito Santo. Per questo motivo nessuno può resistere realmente al potere della Chiesa. Certo, la Chiesa può essere perseguitata, angosciata, tribolata, affamata, ferita, ma in tutte queste cose è comunque vincitrice grazie all'amore di Dio, che a tempo debito le convertirà in bene, in un vestito bianco di santità per il nuovo tempo di comunione eterna. Infatti, né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù. Nessuna creatura, nessun uomo (neanche noi stessi!), nessun angelo o demone, nessuna distanza e nessun futuro può separarci dall'amore di Dio manifestato nel sacrificio di Cristo Gesù, risorto per vincere la morte e donarci il suo stesso Spirito di vita per essere vivificati (e santificati) giorno dopo giorno.

2. CONSIDERAZIONI FINALI: NIENTE E NESSUNO












Come i cieli sono alti al di sopra della terra,
così è grande la sua bontà verso quelli che lo temono.
Come è lontano l'oriente dall'occidente,
così ha egli allontanato da noi le nostre colpe.
Come un padre è pietoso verso i suoi figli,
così è pietoso il SIGNORE verso quelli che lo temono.
Salmo 103:11-13

Grazie al sacrificio di Gesù Cristo, le colpe dei credenti sono lontane da noi come è lontano l'Oriente dall'Occidente, i due punti più distanti del mondo. Come è alta l'atmosfera terrestre, inesplorabile da ogni uomo senza particolari strumenti, così è grande la sua bontà verso quelli che lo temono. Come un padre è amorevole verso i suoi figli, così si comporta il Signore con la Chiesa. Ogni riprensione, è volta alla formazione del carattere; ogni sofferenza è utilizzata per una crescita nella maturità e sensibilità, alfine di raggiungere i tempi eterni ed essere realmente simili a Cristo, con la sua stessa altezza. Questo processo sovrannaturale non è raggiungibile da alcun uomo ed è per questo che Dio è intervenuto rendendolo possibile con il suo decreto, il suo pagamento legale e la sua azione quotidiana nella vita dei suoi figli, grazie all'azione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: tre persone distinte ma consustanziali. Come disse Gesù, tutto è compiuto, e niente e nessuno (oudeis) può e potrà mai (dynamai) frustrare questo proposito eterno per la vita di anche uno solo dei figli che il Signore ha acquistato per sé. Ogni cristiano infatti non appartiene a sé stesso ma a Cristo, e la vita che ora vive nella carne, la vive nella fede nel Figlio di Dio che lo ha amato ed ha dato la sua vita per lui (Gal 2:20). Cedendo tutto noi stessi al Signore (le nostre debolezze, le nostre forze, i nostri sogni e desideri), acceleriamo il processo della nostra santificazione, comprendendo più velocemente che la nostra vita è già nella cassaforte delle mani di Cristo. Nulla e nessuno può toccarci, e per quanto possiamo essere uccisi nella nostra carne, la nostra anima rimane inviolata e pronta per il giorno della resurrezione (Mt 10:28). Questo è l'elmo della salvezza, una protezione inviolabile per la nostra vita.

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