Mentre camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini». Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. Passato oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, suo fratello, i quali nella barca con Zebedeo, loro padre, rassettavano le reti; e li chiamò. Essi, lasciando subito la barca e il padre loro, lo seguirono.
Matteo 4:18-22
Matteo 4:18-22
Alcuni
potrebbero associare questo episodio evangelico alla conversione, ma
in realtà questo non è un significato corretto. Pietro, Andrea,
Giacomo e Giovanni infatti erano ebrei che già credevano in Dio.
Andrea e Pietro vivevano una spiritualità così ricca da vivere un'attiva attesa del messia, come testimonia il vangelo secondo
Giovanni (1:40-42). Gesù quindi, vedendoli, non decise di chiamarli
per renderli credenti: decise di chiamarli per renderli suoi
discepoli. Tanto allora quanto al giorno
d'oggi vi è una profonda differenza tra il credere in Dio ed essere discepoli di Cristo. Il popolo di Giuda credeva in
Dio. La folla che ascoltava Gesù era sicuramente credente. Ma
soltanto pochi erano suoi discepoli. Solo centoventi persone
avrebbero atteso lo Spirito Santo a Pentecoste, delle migliaia che
poterono vedere i miracoli del Signore ed ascoltare la sua
predicazione.
Molti
oggi possono dirsi credenti, molti frequentano una chiesa, ma quanti sono discepoli di Cristo?
Pietro
ed Andrea stavano gettando la rete in mare: stavano lavorando! Il
vangelo di Matteo, in modo identico a quello di Marco, afferma che
proprio nel mezzo del loro lavoro furono chiamati da Gesù e,
lasciate subito
le reti, essi lo seguirono. Non ebbero tempo per pensarci, per
avvisare le famiglie. Giacomo e Giovanni addirittura lasciarono la
barca con sopra loro padre! Chiesero la sua opinione? Rifletterono
sulle implicazioni economiche? Non abbiamo nessuna indicazione in
merito, soltanto l'immagine concitata della narrazione evangelica che
per entrambi i fratelli ci tiene ad evidenziare una risposta
immediata.
Se Cristo venisse a
trovarci mentre siamo con la nostra famiglia e ci chiedesse di
seguirlo seduta stante, cosa faremmo?
E' una domanda che ogni sincero credente dovrebbe porsi.
Conservando
queste due domande, continuiamo a riflettere sul brano.
Quello
che il Signore propone nel contesto è di diventare
pescatori di uomini. Questa espressione deriva evidentemente dal
lavoro di questi discepoli che, per l'appunto, erano dei pescatori.
Uscivano con la barca, gettavano le reti in mare, e dopo un po' di
tempo ritiravano le reti, dove trovavano dei pesci impigliati. A
questa immagine Gesù affianca quella di pescatori che non pescano
più pesci, ma uomini. Se prima stavano sulla barca (sopra il mare),
da ora in poi essi sono chiamati a stare sopra l'ambiente dove vivono
gli uomini, al di fuori di esso, per pescarli. Sono chiamati ad
entrare in un nuovo ambiente, quello spirituale. Sono chiamati a non respirare più aria (pneuma), ma Spirito (pneuma). Sono chiamati a rinunciare a sé stessi, al proprio egoismo e ai propri
desideri, per abbracciare la croce e seguire Cristo (Matteo 16:24).
Nel 1937, il teologo luterano Dietrich Bonhoeffer nella sua opera "Sequela" scrisse tra le altre cose anche le seguenti parole:
Nel 1937, il teologo luterano Dietrich Bonhoeffer nella sua opera "Sequela" scrisse tra le altre cose anche le seguenti parole:
“Grazia
a buon prezzo è annunzio del perdono senza pentimento, è battesimo
senza disciplina di comunità, è Santa Cena senza confessione dei
peccati, è assoluzione senza confessione personale. Grazia a buon
prezzo è grazia senza che si segua Cristo, grazia senza croce,
grazia senza il Cristo vivente, incarnato.
Grazia
a caro prezzo è il tesoro nascosto nel campo, per amore del quale
l’uomo va e vende tutto ciò che ha, con gioia; la perla preziosa,
per il cui acquisto il commerciante dà tutti i suoi beni; la
Signoria di Cristo, per la quale l’uomo si cava l’occhio che lo
scandalizza, la chiamata di Gesù Cristo che spinge il discepolo a
lasciare le sue reti e a seguirlo.”
Che tipo di grazia stiamo vivendo? Una grazia a buon prezzo, oppure la grazia a caro prezzo, quella che richiede l'adesione della nostra intera vita? Se nel nostro intimo sappiamo di vivere una grazia a buon prezzo, abbiamo comunque ancora speranza. Più importante della risposta che possiamo dare a questa domanda, infatti, è la consapevolezza e la scelta che da questo momento possiamo maturare. Il Signore è paziente, le sue compassioni si rinnovano ogni mattina. Al prossimo sorgere del sole saremo ancora una volta liberi di ascoltare la sua chiamata. Liberi di lasciare le nostre reti e, questa volta sì, seguire subito il nostro Signore.
Nessun commento:
Posta un commento