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mercoledì 3 settembre 2014

Riflessioni sulla sequela di Cristo

Mentre camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini». Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. Passato oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, suo fratello, i quali nella barca con Zebedeo, loro padre, rassettavano le reti; e li chiamò. Essi, lasciando subito la barca e il padre loro, lo seguirono.
Matteo 4:18-22 

Alcuni potrebbero associare questo episodio evangelico alla conversione, ma in realtà questo non è un significato corretto. Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni infatti erano ebrei che già credevano in Dio. Andrea e Pietro vivevano una spiritualità così ricca da vivere un'attiva attesa del messia, come testimonia il vangelo secondo Giovanni (1:40-42). Gesù quindi, vedendoli, non decise di chiamarli per renderli credenti: decise di chiamarli per renderli suoi discepoli. Tanto allora quanto al giorno d'oggi vi è una profonda differenza tra il credere in Dio ed essere discepoli di Cristo. Il popolo di Giuda credeva in Dio. La folla che ascoltava Gesù era sicuramente credente. Ma soltanto pochi erano suoi discepoli. Solo centoventi persone avrebbero atteso lo Spirito Santo a Pentecoste, delle migliaia che poterono vedere i miracoli del Signore ed ascoltare la sua predicazione.
Molti oggi possono dirsi credenti, molti frequentano una chiesa, ma quanti sono discepoli di Cristo?

Pietro ed Andrea stavano gettando la rete in mare: stavano lavorando! Il vangelo di Matteo, in modo identico a quello di Marco, afferma che proprio nel mezzo del loro lavoro furono chiamati da Gesù e, lasciate subito le reti, essi lo seguirono. Non ebbero tempo per pensarci, per avvisare le famiglie. Giacomo e Giovanni addirittura lasciarono la barca con sopra loro padre! Chiesero la sua opinione? Rifletterono sulle implicazioni economiche? Non abbiamo nessuna indicazione in merito, soltanto l'immagine concitata della narrazione evangelica che per entrambi i fratelli ci tiene ad evidenziare una risposta immediata. Se Cristo venisse a trovarci mentre siamo con la nostra famiglia e ci chiedesse di seguirlo seduta stante, cosa faremmo? E' una domanda che ogni sincero credente dovrebbe porsi.

Conservando queste due domande, continuiamo a riflettere sul brano.
Quello che il Signore propone nel contesto è di diventare pescatori di uomini. Questa espressione deriva evidentemente dal lavoro di questi discepoli che, per l'appunto, erano dei pescatori. Uscivano con la barca, gettavano le reti in mare, e dopo un po' di tempo ritiravano le reti, dove trovavano dei pesci impigliati. A questa immagine Gesù affianca quella di pescatori che non pescano più pesci, ma uomini. Se prima stavano sulla barca (sopra il mare), da ora in poi essi sono chiamati a stare sopra l'ambiente dove vivono gli uomini, al di fuori di esso, per pescarli. Sono chiamati ad entrare in un nuovo ambiente, quello spirituale. Sono chiamati a non respirare più aria (pneuma), ma Spirito (pneuma). Sono chiamati a rinunciare a sé stessi, al proprio egoismo e ai propri desideri, per abbracciare la croce e seguire Cristo (Matteo 16:24).

Nel 1937, il teologo luterano Dietrich Bonhoeffer nella sua opera "Sequela" scrisse tra le altre cose anche le seguenti parole:

Grazia a buon prezzo è annunzio del perdono senza pentimento, è battesimo senza disciplina di comunità, è Santa Cena senza confessione dei peccati, è assoluzione senza confessione personale. Grazia a buon prezzo è grazia senza che si segua Cristo, grazia senza croce, grazia senza il Cristo vivente, incarnato.

Grazia a caro prezzo è il tesoro nascosto nel campo, per amore del quale l’uomo va e vende tutto ciò che ha, con gioia; la perla preziosa, per il cui acquisto il commerciante dà tutti i suoi beni; la Signoria di Cristo, per la quale l’uomo si cava l’occhio che lo scandalizza, la chiamata di Gesù Cristo che spinge il discepolo a lasciare le sue reti e a seguirlo.” 

Che tipo di grazia stiamo vivendo? Una grazia a buon prezzo, oppure la grazia a caro prezzo, quella che richiede l'adesione della nostra intera vita? Se nel nostro intimo sappiamo di vivere una grazia a buon prezzo, abbiamo comunque ancora speranza. Più importante della risposta che possiamo dare a questa domanda, infatti, è la consapevolezza e la scelta che da questo momento possiamo maturare. Il Signore è paziente, le sue compassioni si rinnovano ogni mattina. Al prossimo sorgere del sole saremo ancora una volta liberi di ascoltare la sua chiamata. Liberi di lasciare le nostre reti e, questa volta sì, seguire subito il nostro Signore. 





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