I discepoli di Giovanni e i farisei erano soliti digiunare. Alcuni andarono da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano e i tuoi discepoli non digiunano?» Gesù disse loro: «Possono gli amici dello sposo digiunare, mentre lo sposo è con loro? Finché hanno con sé lo sposo, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto; e allora, in quei giorni, digiuneranno.
Marco 2:18-20
I vangeli riportano spesso il confronto che le persone facevano tra il ministero di Giovanni Battista e quello di Gesù, in quanto non era chiaro il rapporto tra i due. Noi sappiamo che Giovanni ha preparato la via per il Messia, iniziando a portare al ravvedimento molti giudei. Lo stile di vita ascetico di Giovanni, il suo dimorare nel deserto, la sua dieta eccezionalmente povera erano indicatori della sua intera vita spesa per adempiere alla volontà di Dio. Gesù però non si comportava in questo modo. Tutti vedevano che il Suo stile di vita per quanto fosse sano e sobrio non ricalcava l'austerità di quello di Giovanni. Perché? Coinvolti da questa domanda, alcuni hanno sentito la necessità di andare direttamente da Gesù per chiederglielo, come abbiamo appena letto in questo brano.
La letteratura profetica veterotestamentaria è ricca di immagini che descrivono Dio come uno sposo e Israele come la sua sposa. L'idolatria di Israele era sempre paragonata all'infedeltà matrimoniale ed alla prostituzione, così come il patto di alleanza che univa i due rappresentava il vincolo tra due fidanzati e successivamente tra due sposi:
Ezechiele 16:8 Io ti passai accanto, ti guardai, ed ecco, il tuo tempo era giunto: il tempo degli amori; io stesi su di te il lembo della mia veste e coprii la tua nudità; ti feci un giuramento, entrai in un patto con te", dice il Signore, DIO, "e tu fosti mia.
La risposta di Gesù è quindi al tempo stesso tradizionale e innovativa. Tradizionale perché riprende un tema ben presente nelle Scritture, il tema del matrimonio tra Dio e il Suo popolo. Innovativa per più di un motivo: in primo luogo qui è Cristo stesso lo sposo (e non YHWH, il Padre), in secondo luogo i termini raffigurano un matrimonio futuro, che deve ancora svolgersi. In terzo luogo vi è un ulteriore elemento di novità: lo sposo verrà tolto agli amici. Gli amici dello sposo nella cultura ebraica provvedevano a redarre i documenti per il matrimonio, la loro funzione era quindi essenziale. In questo contesto gli amici dello Sposo sono i discepoli di Gesù. Perché essi non digiunano? Perché in quel tempo lo Sposo era con loro. Ma quando lo Sposo sarà tolto, allora digiuneranno. Questo è il cuore della risposta. I discepoli di Giovanni digiunavano perché il suo ministero era in attesa del Messia. I discepoli di Cristo non digiunavano perché loro erano con il Messia-Sposo. Per sottolineare le novità introdotte però, il Signore continua a parlare, dicendo:
Nessuno cuce un pezzo di stoffa nuova sopra un vestito vecchio; altrimenti la toppa nuova porta via il vecchio, e lo strappo si fa peggiore. Nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino fa scoppiare gli otri, e il vino si perde insieme con gli otri; ma il vino nuovo va messo in otri nuovi».
Marco 2:21,22
Il vino nuovo va messo in otri nuovi. L'incarnazione di Cristo, è qualcosa di così importante da portare ad una nuova alleanza, un nuovo matrimonio. Per la prima volta dunque, lo sposalizio diventa quello tra il Figlio e la Chiesa. Questo non significa che essa ha sostituito Israele, ma che piuttosto è stata inclusa nei piani di Dio per un nuovo matrimonio escatologico.
Il tempo che intercorre dall'ascensione di Cristo fino al Suo ritorno quindi, può essere descritto come il tempo di digiuno per lo Sposo. Certo, lo Spirito Santo è ben presente nella Chiesa (1 Cor 3:16) come sostituto, ma al tempo presente lo Sposo è assente, essendo alla destra di Dio Padre (Mc 16:19), e la Chiesa è fidanzata con Lui.
2 Corinzi 11:2 Infatti sono geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo.
Il termine "fidanzare" traduce dal greco la parola harmozō, che ha principalmente due accezioni: la prima riguarda il fidanzamento che precede un matrimonio e la seconda il fissaggio di più travi o tavole di legno per la costruzione di case, navi o altro. Questo secondo significato è molto curioso, e può avere un senso anche nel nostro contesto alla luce del paradigma della Chiesa come edificio spirituale. Cristo infatti viene anche definito come "pietra angolare" (Atti 4:11, Ef 2:20), la prima ad essere posata, il cui scopo è quello di sorreggere l'intero edificio. E in altri passi del Nuovo Testamento, i credenti vengono anche paragonati a delle "pietre viventi", usate per edificare una casa spirituale (1 Pt 2:5). Il misterioso (Ef 5:31) rapporto tra Cristo e la Chiesa dunque è come quello tra due promessi sposi, che già al presente sono coinvolti in un legame indissolubile, come può essere quello tra la pietra angolare e gli altri mattoni che vengono sovrapposti durante la costruzione. Del resto lo stesso fidanzamento nella cultura ebraica era vincolato da un vero e proprio contratto, e rappresentava una parte integrante del matrimonio.
Da circa duemila anni, stiamo vivendo nel tempo del digiuno per lo Sposo. Certo, abbiamo le primizie dello Spirito, ma in realtà gemiamo dentro di noi aspettando l'adozione (Rm 8:23), e lo stesso Spirito Santo intercede per noi con sospiri ineffabili, conoscendo il volere di Dio e venendo incontro al disagio spirituale che ogni credente vive: il disagio dato dalla tensione dell'attesa del ritorno dello Sposo.
Cantico dei Cantici 8:14 Fuggi, amico mio,
come una gazzella o un cerbiatto,
sui monti degli aromi!
Come l'amata del Cantico, anche la Chiesa vive in modo consapevole (per alcuni) o inconsapevole (per altri) questa passione che si può esternare con l'invito conclusivo di questo meraviglioso libro biblico: l'invito che l'amata rivolge all'amato di ricercare il suo corpo (il monte degli aromi). Il Cantico sorprendentemente non finisce in alcun modo: i due non si ritrovano definitivamente né sono definitivamente separati ma vivono invece una ricerca rinnovata l'uno dell'altra. La stessa ricerca che al tempo presente sta vivendo la Chiesa di Cristo.
1 Corinzi 16:22 Se qualcuno non ama il Signore, sia anatema. Marana tha.
L'Apostolo Paolo esterna questo sentimento nelle note conclusive della prima lettera ai Corinzi, quando maledice chiunque "non ami il Signore" ed invoca quest'ultimo con l'espressione aramaica Maràna tha, ossia: "Vieni, o Signore". La stessa espressione che ritroviamo in greco al termine dell'Apocalisse di Giovanni:
Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni». E chi ode, dica: «Vieni».
[...]
Colui che attesta queste cose, dice: «Sì, vengo presto!»
Amen! Vieni, Signore Gesù!
Apocalisse 22:17,20
Lo Spirito e la sposa dicono: "Vieni". E lo Sposo dice: "Si, vengo presto!".
Nell'invocazione della sposa c'è il viscerale desiderio di vedere la giustizia di Dio (Lc 18:7), di rivedere il proprio amato, il centro della propria vita, della propria fede, il senso della propria esistenza. Nella risposta dello Sposo invece c'è la gioia di vedere il pieno frutto del travaglio della Sua anima.
Il ritorno di Cristo è stato spesso dipinto come un momento drammatico e terribile, un momento di giudizio e di punizione, un giorno che verrà di sorpresa come un ladro nella notte. Questo è tutto vero, ma soltanto gli increduli e i ribelli vivranno l'evento in questo modo. I figli di Dio non sono infatti nelle tenebre, così che quel giorno abbia da sorprenderli come un ladro (1 Tess 5:4). Il ritorno di Cristo non sarà una sorpresa per la Chiesa! Lo stesso tema del "rapimento" evoca pensieri negativi, perché nella nostra cultura il rapimento è un atto criminale. Ma non è questo il caso. La Chiesa non sarà sorpresa dal ritorno di Cristo e dal rapimento, e per essa non sarà sicuramente un'avvenimento traumatico in sé. Anzi, l'apparizione dello Sposo non potrà che essere il momento più gioioso e glorioso dell'intera storia dell'umanità. E quando lo Sposo e la sposa si incontreranno, al tempo opportuno, potranno finalmente essere officiate le nozze. L'inizio di un nuovo, eterno, matrimonio.
Poi udii come la voce di una gran folla e come il fragore di grandi acque e come il rombo di forti tuoni, che diceva: «Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l'Onnipotente, ha stabilito il suo regno. Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello e la sua sposa si è preparata. Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi». E l'angelo mi disse: «Scrivi: "Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell'Agnello"». Poi aggiunse: «Queste sono le parole veritiere di Dio».
Apocalisse 19:6-9
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