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mercoledì 30 ottobre 2013

Operai fraudolenti

Or voi, pur essendo savi, li sopportate volentieri i pazzi!
Infatti, se uno vi riduce in schiavitù, se uno vi divora, se uno vi prende il vostro, se uno s'innalza sopra di voi, se uno vi percuote in faccia, voi lo sopportate. Lo dico a nostra vergogna, come se noi fossimo stati deboli. 2Corinzi 11:19-21a

La seconda lettera ai Corinzi è stata scritta dall'Apostolo Paolo molto probabilmente tra la fine del 55 d.C. e l'inizio del 56 d.C. dopo che ebbe lasciato Efeso nel corso del suo terzo viaggio missionario.
La comunità fu fondata da Paolo stesso nel secondo viaggio missionario, quando insegnò nella sinagoga di Corinto e nella stessa città contribuendo alla conversione di Crispo (il capo della sinagoga) e Giusto (probabilmente Gaio Tizio Giusto, un romano che manifestava il proprio interesse per il Dio di Israele) membri fondatori della chiesa che ebbe il privilegio di essere curata direttamente dall'Apostolo per un anno e mezzo (cfr. Atti 18). Durante la sua assenza però, arrivarono alcuni falsi apostoli giudaizzanti che con lettere di raccomandazione (cfr. 3:1) imposero la loro autorità insegnando una dottrina che non comprendeva una rigida osservanza delle leggi ebraiche come capitò ai credenti Galati, ma piuttosto uno stile di vita libertino. Oltre a queste false dottrine, veniva messa messa in discredito la figura stessa dell'Apostolo (10:2). Egli quindi, venendo a conoscenza di questi fatti, scrisse alla comunità  per mettere in guardia da tali persone e dal loro insegnamento, con delle parole molto forti ma contemporaneamente cariche d'amore. 

LA MISURA DEL CAMPO DI ATTIVITA'

Poiché noi non abbiamo il coraggio di classificarci o confrontarci con certuni che si raccomandano da sé; i quali però, misurandosi secondo la loro propria misura e paragonandosi tra di loro stessi, mancano d'intelligenza. Noi, invece, non ci vanteremo oltre misura, ma entro la misura del campo di attività di cui Dio ci ha segnato i limiti, dandoci di giungere anche fino a voi. Noi infatti non oltrepassiamo i nostri limiti, come se non fossimo giunti fino a voi; perché siamo realmente giunti fino a voi con il vangelo di Cristo. 
2Corinzi 10:12-14 



Trovo incredibile il fatto che in piena epoca apostolica ci fossero persone che si vantavano oltre misura, che si raccomandavano da sé. Eppure tanto allora quanto adesso sono presenti persone di questo tipo. La risposta di Paolo va oltre una semplice difesa, arrivando a presentare un vero e proprio insegnamento sulle caratteristiche dell'opera di Dio. Nella semplicità, leggiamo infatti che Paolo era certo di essere dentro la misura del campo di attività che il Signore aveva preparato per lui, e che questo limite comprendeva i credenti di Corinto. Ogni ministro di Dio ha una misura del proprio campo di attività, delle opere precedentemente preparate (Ef 2:10) secondo il proponimento del Signore per ciascuno di noi. C'è chi adempie fedelmente al proprio ministero sapendo discernere quello che non gli compete (cfr. Atti 16:7) e c'è chi si auto propone in ogni occasione e possibilità per la sua propria gloria. Paolo era certo di non aver oltrepassato i propri limiti ma di essere realmente giunto fino ai Corinzi con il vangelo di Cristo. 

PSEUDAPOSTOLOS

L'Apostolo Paolo descrive queste persone come pseudapostolos (11:13), un termine che compare solo questa volta in tutte le Scritture. L'elemento pseudo- significa "menzognero, falso, mendace". Essi vengono quindi smascherati come veri e propri falsi apostoli. 
Falsi apostoli nonostante le loro raccomandazioni, nonostante il loro vanto e il livello spirituale che ostentavano. Il vero dramma di questa situazione però non riguarda neanche questi personaggi ma piuttosto l'accoglienza che ricevettero dalla chiesa di Corinto. Ricordiamo che pochi anni prima la comunità era stata fondata da Paolo stesso, ed era stata curata personalmente da lui per un anno e mezzo. Dopo la sua partenza tuttavia, alle prime persone che si dicevano venire dalla chiesa di Gerusalemme, i Corinzi aprirono il proprio cuore con un'ingenuità e immaturità terribilmente pericolosa. Sicuramente il Signore invita ogni credente ad essere umile e mansueto, ma questa mansuetudine non deve essere manifestazione dei propri limiti. Anzi, al contrario, deve essere manifestazione della propria maturità. 

I DUE ERRORI 

Matteo 10:16 «Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.

Di fronte a questa situazioni, le reazioni più sbagliate sono essenzialmente due, diametralmente opposte. Da una parte infatti è possibile cadere nello sbaglio dei Corinzi ed abbracciare nuove dottrine e nuovi ministri senza un minimo di discernimento spirituale, arrivando addirittura a mettere in discussione la vera copertura spirituale della chiesa. Dall'altro, può sorgere la fobia dei falsi fratelli e chiudersi ad ogni elemento di novità arrivando a rinnegare addirittura le stesse indicazioni del Signore. Ricordiamo a questo proposito l'esortazione che fece lo stesso Paolo ai Tessalonicesi: 

Non spegnete lo Spirito.
Non disprezzate le profezie;
ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene.
1Tessalonicesi 5:19-21 

Come abbiamo visto, l'indicazione biblica ancora una volta sta nell'equilibrio. 
E' giusta la mansuetudine, ma è da stolti sopportare i pazzi!
E' giusta l'avvedutezza, ma è sbagliato spegnere lo Spirito!

LA PREGHIERA E L'INSEGNAMENTO

Leggendo i Vangeli apprendiamo di come il Signore Gesù visse il Suo ministero terreno alternando la preghiera e l'insegnamento. Ancora oggi le due grandi aree del combattimento spirituale restano queste. Laddove il diavolo non riesce a fare danno nella vita di preghiera di un credente, lo fa minando la sua dottrina. E chi resta solido nella sana dottrina verrà probabilmente attaccato sulla sfera dell'intimità con Dio e sulla vita di preghiera.

Dalla prima lettera ai Corinzi sappiamo che questa comunità era consapevole dei doni dello Spirito e delle realtà spirituali. Ricevettero però una seduzione subdola secondo la loro attitudine. 

Prendiamo consapevolezza da queste realtà ed esercitiamo il giusto discernimento nelle nostre vite chiedendo direzione al Signore. Vegliamo sulla nostra vita di preghiera, ma anche sulla dottrina su cui poggia la nostra fede. Non spegniamo lo Spirito, ma esaminiamo ogni cosa per poter ritenere il bene. Infine, facendo nostra l'esperienza dei fratelli di Corinto, non sopportiamo gli operai fraudolenti, ma prodighiamoci per smascherarli affinché la Chiesa del Signore - che pur sempre vivrà questa tensione - possa crescere sana in attesa dell'arrivo del suo Sposo. 

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