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mercoledì 29 febbraio 2012

Ermeneutica biblica

Che cosa significa “ermeneutica”?

La parola “ermeneutica”, derivante dal greco antico significa letteralmente “l'arte di interpretare”. Rappresenta quindi la metodologia di interpretazione di un testo. E' un concetto nato in ambito religioso proprio per spiegare la Sacra Scrittura.
Con il passare del tempo però, questa accezione si è definita meglio come “ermeneutica biblica”, in quanto il termine semplice ha preso un senso comune più generale: la spiegazione di qualsiasi testo di difficile comprensione. Oggi infatti si parla anche – per esempio - di ermeneutica giuridica ed ermeneutica artistica.
L'ermeneutica biblica si avvale dell'opera di esegesi biblica e di critica testuale per raggiungere gli obiettivi di chiarimento e spiegazione. La prima è lo studio e l'investigazione relativa al contesto in cui è stato scritto un testo. Da chi è stato scritto e per quale destinatario. Si interessa anche del testo stesso, analizzando il significato delle parole e il modo in cui sono state usate.
La seconda invece è la scienza che cerca di ravvicinare il più possibile un testo alla sua forma originaria, ossia quella voluta dall'autore. Coinvolge una ricognizione della tradizione dell'epoca dello scritto; l'incrocio con commenti, citazioni, imitazioni e traduzioni presenti in altre opere e la definizione dei vari stati di modifica del testo avvenuta durante la trasmissione.

Alcune leggi relative all'interpretazione biblica

Per una corretta interpretazione biblica, si devono seguire alcune regole fondamentali, per evitare di giungere a conclusioni sbagliate.

E' fondamentale, per esempio, approfondire gli usi e costumi del tempo a cui si riferisce il brano. Studiare i luoghi descritti, la dinamica degli eventi narrati e l'obiettivo stesso del testo. In poche parole, interpretare in modo accurato.

Rut 4:7 C'era in Israele quest'antica usanza, per render valido un contratto di riscatto o di cessione di proprietà: uno si toglieva la scarpa e la dava all'altro; era il modo di testimoniare in Israele.

Possiamo vedere come in questo caso il brano ci venga in aiuto spiegando da solo un passaggio che altrimenti sarebbe oscuro e persino bizzarro. Molte volte però non è così, in quanto lo scrittore dà per scontato che chi legge sia vicino alla sua cultura. L'evangelista Matteo per esempio, destinando il suo Vangelo principalmente agli Ebrei, dà per scontato che molte pratiche nominate si conoscano per esperienza quotidiana. Per questo motivo non scende in nessuna spiegazione o descrizione, che invece concedono altri autori biblici con differenti destinatari. Ne consegue l'enorme importanza di questo approfondimento per comprendere il significato stesso dello scritto.

Un altro parametro da tenere sempre in considerazione, è lo studio del contesto.
Prendere versetti biblici ed estrapolarli dal loro contesto per scopi devozionali, può facilmente condurre a delle conclusioni estranee al messaggio biblico originale.

Osea 4:6a Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza.

Molte volte ho sentito parlare di questa frase per esempio, trasmettendo il messaggio che se non si frequenta la scuola biblica della comunità, si incorrerà sicuramente nell'aridità spirituale.
Ora: sicuramente l'insegnamento biblico è di enorme importanza per la chiesa. Ma in questo brano non si parla di questo e non si parla neanche di semplice ignoranza o mancanza di voglia di studiare la Bibbia.

Osea 4:6 Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza.
Poiché tu hai rifiutato la conoscenza,
anch'io rifiuterò di averti come mio sacerdote;
poiché tu hai dimenticato la legge del tuo Dio,
anch'io dimenticherò i tuoi figli.


Leggendo il versetto per intero infatti, apprendiamo che la profezia è rivolta a Israele, che ha mostrato la propria mancanza di conoscenza rifiutando e dimenticando la legge e la parola di Dio.
La ribellione del popolo scelto da Dio, e il suo rifiuto a pentirsi della propria idolatria e ingiustizia sociale. Mancanza di conoscenza non come mancanza di informazione quindi, ma piuttosto come aperta disubbedienza.
Un destinatario e un messaggio molto diverso.

Bisogna inoltre leggere le Scritture distinguendo cosa è letterale e cosa è allegorico.
Sebbene la “scuola simbolica”si accosta alla narrazione superficiale di qualsiasi brano dell'Antico Testamento per scoprirvi un significato “spiritualizzato” e nascosto, questo modo di interpretazione è stato respinto dai riformatori protestanti perchè pregiudicherebbe la forza e l'impatto del testo. Nonostante questo però, i riformatori stessi riconoscono che un'interpretazione simbolica sia legittima in determinati contesti come per esempio il libro dell'Apocalisse.
Un altro esempio riguarda le parabole di Gesù. Ci sono situazioni in cui è indicato chiaramente che il messaggio è morale oppure allegorico, e non letterale. Situazioni da studiare e tenere in considerazione se non si vuole stravolgere il senso del testo.

Che cosa significa “contesto”?

Il contesto è l'insieme di elementi di un testo, presenti o sottintesi, messi in correlazione fra loro.
Rappresenta quindi l'intero brano che parla di un determinato argomento, il discorso completo.
Possiamo immaginare un'intervista televisiva basata su alcune domande e risposte che seguono un filo logico. La diretta integrale comprende il contesto delle risposte date. Operando un montaggio atto a isolare delle frasi pronunciate dall'intervistato, invece, vediamo una mancanza del contesto stesso che porta a una comprensione parziale se non addirittura completamente errata.
Sebbene sia meglio analizzare un determinato brano biblico studiando l'intero libro che lo contiene, a volte il suo contesto riguarda semplicemente un testo precedente e/o successivo molto più breve, che parla dello stesso argomento.

1Corinzi 7:1 Or quanto alle cose di cui mi avete scritto, è bene per l'uomo non toccar donna.

Per esempio, il contesto di questo versetto si può considerare l'intero capitolo settimo della lettera, che spiega in modo esaustivo quello che l'Apostolo Paolo voleva dire alla comunità di Corinto circa l'argomento del matrimonio. E' meglio però approfondire l'intera lettera, in modo da avere un chiaro quadro d'insieme.

Alcune figure di linguaggio presenti nella Bibbia.

La Bibbia è una collezione di libri differenti fra di loro per genere, stile narrativo, contesto storico e, molto spesso, autore. In questa grande varietà, troviamo una ricchezza di figure di linguaggio diverse.

Per fare alcuni esempi, abbiamo dei testi di cronaca storica che riportano con dovizia di particolare degli eventi accaduti in un determinato momento:

2Samuele 13:23 Due anni dopo, Absalom faceva tosare le sue pecore a Baal-Asor presso Efraim, e invitò tutti i figli del re.
2Samuele 13:24 Absalom andò a trovare il re e gli disse: «Ecco, il tuo servo ha i tosatori; ti prego, venga anche il re con i suoi servitori a casa del tuo servo!»
2Samuele 13:25 Ma il re disse ad Absalom: «No, figlio mio, non andiamo tutti, affinché non ti siamo di peso». Sebbene Absalom insistesse, il re non volle andare; ma gli diede la sua benedizione.


Lo scopo di questo genere è principalmente quello di raccontare una storia, di informare circa alcuni fatti.

Ma possiamo leggere anche delle figure di linguaggio poetico:

Cantico 2:3 Qual è un melo tra gli alberi del bosco,
tal è l'amico mio fra i giovani.
Io desidero sedermi alla sua ombra,
il suo frutto è dolce al mio palato.


Un linguaggio molto diverso dal precedente che mira a comunicare delle emozioni, più che delle informazioni.

Troviamo inoltre brani dal linguaggio allegorico:

Apocalisse 9:7 L'aspetto delle cavallette era simile a cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano come delle corone d'oro e la loro faccia era come viso d'uomo.
Apocalisse 9:8 Avevano dei capelli come capelli di donne e i loro denti erano come denti di leoni.
Apocalisse 9:9 Il loro torace era simile a una corazza di ferro e il rumore delle loro ali era come quello di carri tirati da molti cavalli che corrono alla battaglia.
Apocalisse 9:10 Avevano code e pungiglioni come quelli degli scorpioni, e nelle code stava il loro potere di danneggiare gli uomini per cinque mesi.


Questi testi appaiono criptici. Sono di fatto incomprensibili per chi non conosce il significato dei simboli utilizzati, e di difficile interpretazione anche per chi si applica al loro studio, come dimostra la varietà di interpretazione dell'Apocalisse presso le varie denominazioni della Chiesa Cristiana. E' verosimile che questo espediente si utilizzi per far comprendere un messaggio ad alcune persone e renderlo invece irraggiungibile per altre. Un esempio di questo utilizzo possiamo trovarlo nella spiegazione che Gesù dà al significato del suo parlare in parabole:

Marco 4:10 Quando egli fu solo, quelli che gli stavano intorno con i dodici lo interrogarono sulle parabole.
Marco 4:11 Egli disse loro: «A voi è dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a quelli che sono di fuori, tutto viene esposto in parabole, affinché:
Marco 4:12 "Vedendo, vedano sì, ma non discernano; udendo, odano sì, ma non comprendano; affinché non si convertano, e i peccati non siano loro perdonati"».

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