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lunedì 30 gennaio 2012

Gli arredi del Tabernacolo

Mentre Mosè era sul monte Sinai, il Signore gli parlò istruendolo su come gestire e condurre il popolo ebraico. L'Eterno provvide a liberare dalla schiavitù il Suo popolo, ed ora non si tirava indietro dal fornire a questa nazione santa una legislazione e un governo unico sella Terra: una teocrazia. La volontà di Dio era quella di regnare in modo diretto su Israele, per mostrare a tutto il mondo l'inutilità e l'inesistenza degli idoli delle nazioni. Una delle indicazioni principali fu quella relativa alla costruzione del Tabernacolo, che avrebbe portato la presenza di Dio in mezzo al popolo. Questo era un santuario trasportabile costituito da due stanze e un cortile, separati tra di loro da recinzioni fatte di teli.
La descrizione che il Signore dà a Mosè di questa tenda è molto minuziosa. La Bibbia afferma che tale rivelazione ha un significato ben preciso, essendo la rappresentazione terrestre di una realtà celeste. Un'anticipazione del piano del Signore per l'umanità.
Le prime informazioni che il Signore diede circa questo Tabernacolo riguardarono la stanza più interna: il luogo Santissimo. Questa doveva contenere l'arca del patto: una cassa di legno ricoperta d'oro che presentava una coperchio con due sculture a forma di cherubini. Tra i due cherubini vi era il propiziatorio, rappresentante il trono di Dio. Quello era il luogo dove il Signore voleva incontrarsi con Mosè. Una volta all'anno il Sommo Sacerdote entrava nel luogo Santissimo che, per l'occasione, era pieno di incenso e spargeva il sangue di un sacrificio per purificare i suoi peccati e quelli del popolo. Questo rito, rivelato direttamente da Dio, era solamente qualcosa di temporaneo che sarebbe giunto a compimento millenni dopo.

Ebrei 9:11 Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione,
Ebrei 9:12 è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna.
Ebrei 9:13 Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurar la purezza della carne,
Ebrei 9:14 quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!


Il luogo Santissimo, il trono di Dio, infatti è ora raggiungibile a chiunque riconosca il vero Sommo Sacerdote, Gesù Cristo, come proprio Signore e Salvatore.

Nella descrizione sul Sinai però, l'Eterno parlò anche della stanza adiacente: il luogo Santo. Qui vi dovevano essere l'altare dei profumi, la tavola dei pani della presentazione e il candelabro d'oro. Se i segreti riguardanti il cuore del Tabernacolo furono rivelati successivamente, molti di questi arredi rimangono ancora oggi in una certa misura misteriosi. E' certo che siano pregni di significati, ed è praticamente sicuro che riguardino significati legati alla stessa Persona di Dio. Confrontando queste descrizioni con tutte le Scritture, infatti, possiamo trovare analogie con la figura di Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo. Così come queste molteplici manifestazioni di un unico Dio sono un mistero, allo stesso modo molti elementi del Tabernacolo possono misteriosamente parlare delle singole Persone in seno alla Divinità in modo diverso e molteplice. Una prima considerazione infatti può essere quella di accostare ogni arredo del luogo Santo al Signore Gesù. La tavola dei pani della presentazione manifesta la natura di Gesù, vero pane del cielo. L'altare dei profumi, il Suo sacrificio come profumo soave dinanzi al trono di Dio. Il candelabro d'oro rappresenta la manifestazione del Signore Gesù come luce del mondo.
Ma questi significati non sono gli unici ad essere visibili nelle Scritture. Il candelabro d'oro infatti era costituito in modo molto particolare avendo sette braccia e sette fiammelle sempre accese.

Apocalisse 4:5 Dal trono [di Dio] uscivano lampi, voci e tuoni.
Davanti al trono c'erano sette lampade accese, che sono i sette spiriti di Dio
.

Quando l'Apostolo Giovanni osservò il vero trono di Dio, vide sette lampade. Possiamo trovare dei parallelismi nelle Scritture che ne mostrano un significato più profondo.

Isaia 11:1 Poi un ramo uscirà dal tronco d'Isai,
e un rampollo spunterà dalle sue radici.
Isaia 11:2 Lo Spirito del SIGNORE riposerà su di lui:
Spirito di saggezza e d'intelligenza,
Spirito di consiglio e di forza,
Spirito di conoscenza e di timore del SIGNORE.


Il candelabro era costruito in modo che il tronco sfociasse in una lampada. Dal tronco partivano tre braccia a destra e tre a sinistra terminanti tutti con una lampada. In questo modo le lampade totali erano sette. Ugualmente vediamo qui i sette spiriti di Dio: al centro il tronco che è lo Spirito del Signore; tre spiriti a "sinistra" e tre a "destra".
Questo brano insegna come i sette Spiriti di Dio "riposano" sopra il Signore Gesù. Tanto nel suo passato ministero terreno, quanto nel presente e nel futuro regno milleniale.

Zaccaria 3:8 Ascolta dunque, Giosuè, sommo sacerdote, tu e i tuoi compagni che stanno seduti davanti a te! Poiché questi uomini servono da presagio. Ecco, io faccio venire il mio servo, il Germoglio.
Zaccaria 3:9 Infatti, guardate la pietra che io ho posta davanti a Giosuè; sopra un'unica pietra stanno sette occhi; ecco, io vi inciderò quello che deve esservi inciso", dice il SIGNORE degli eserciti, "e toglierò via l'iniquità di questo paese in un solo giorno.


Questa profezia conferma che su Gesù (che è il Germoglio e la Pietra) dimorano i sette occhi di Dio, che sono i Suoi sette Spiriti.

Apocalisse 5:6 Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, che sembrava essere stato immolato, e aveva sette corna e sette occhi che sono i sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra.

In realtà, i sette Spiriti sono la manifestazione della pienezza della divinità dello Spirito Santo.
Il numero sette nella Bibbia è simbolo di Dio, della sua perfezione e completezza.
Iddio quindi non ha sette diversi Spiriti. Dio è Spirito Santo, ma la Sua perfetta manifestazione è rappresentata e rimarcata nella Bibbia dai sette Spiriti che, a loro volta, sono rappresentati dalle sette lampade unite in un unico candelabro. Questo candelabro quindi può essere senz'altro la rappresentazione di Gesù, ma anche sicuramente la pienezza di Dio Spirito Santo.

Parlando della tavola dei pani della presentazione, essa doveva contenere dodici pani (rappresentanti molto probabilmente le dodici tribù di Israele) come segno dell'intima comunione di Dio con il Suo popolo. Quando il sacerdote mangiava di quel pane (Le 24:9), dimostrava simbolicamente che la comunione con Dio nutre la vita spirituale. In questo caso la rappresentazione è sicuramente quella di Gesù, come pane disceso dal cielo e come Parola di Dio.

Giovanni 6:31 I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto:
"Egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo"».
Giovanni 6:32 Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che non Mosè vi ha dato il pane che viene dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo.
Giovanni 6:33 Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo».
Giovanni 6:34 Essi quindi gli dissero: «Signore, dacci sempre di questo pane».
Giovanni 6:35 Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete.


Il terzo arredo del luogo Santo era l'altare dei profumi.

Efesini 5:2 e camminate nell'amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave.

Il sacrificio di Cristo è stato un soave profumo per Dio. Ma esistono anche altre importanti analogie.

Esodo 30:7 Aaronne vi brucerà sopra dell'incenso aromatico; lo brucerà ogni mattina, quando riordinerà le lampade.
Esodo 30:8 Quando Aaronne accenderà le lampade sull'imbrunire, lo farà bruciare; sarà il profumo quotidiano davanti al SIGNORE, di generazione in generazione.


Questo era il comandamento del Signore. Sull'altare doveva essere bruciato dell'incenso aromatico alla mattina e alla sera, ogni volta che si ricaricavano o accendevano le lampade.

Isaia 6:1 Nell'anno della morte del re Uzzia, vidi il Signore seduto sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo mantello riempivano il tempio.
Isaia 6:2 Sopra di lui stavano dei serafini, ognuno dei quali aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi, e con due volava.
Isaia 6:3 L'uno gridava all'altro e diceva: «Santo, santo, santo è il SIGNORE degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria!»
Isaia 6:4 Le porte furono scosse fin dalle loro fondamenta dalla voce di loro che gridavano, e la casa fu piena di fumo.


Quando Isaia ebbe una visione del trono di Dio, vide anche del fumo che riempiva la casa. Questo fumo alla presenza della gloria del Signore ricorda senza dubbio l'incenso che riempiva le stanze del Tabernacolo e la nuvola della presenza di Dio Padre.

Esodo 40:34 Allora la nuvola coprì la tenda di convegno, e la gloria del SIGNORE riempì il tabernacolo.
Esodo 40:35 E Mosè non poté entrare nella tenda di convegno perché la nuvola si era posata sopra, e la gloria del SIGNORE riempiva il tabernacolo.


Ecco quindi come gli arredi del luogo Santo possono riferirsi tutti al Signore Gesù ma anche alle tre diverse Persone della Divinità. Se ciò che è terrestre è stato costruito sulla base di una realtà celeste, dobbiamo credere nel mistero divino che circonda la prima e la seconda. Solo le rivelazioni del Signore possono far comprendere in modo certo ciò che riguarda questi arredi sacri. Solo la Parola di Dio può contenerne i segreti.

In tutto questo, dobbiamo considerare anche il ruolo che svolgeva il cortile.
I teli infatti erano piuttosto alti, per evitare che dall'esterno si potesse guardare dentro il cortile. Non tutti potevano accedere liberamente alla dimora di Dio.

In questo cortile vi era la conca di rame e l'altare degli olocausti.

Esodo 30:17 Il SIGNORE parlò ancora a Mosè dicendo:
Esodo 30:18 «Farai pure una conca di bronzo, con la sua base di bronzo, per le abluzioni; la porrai tra la tenda di convegno e l'altare, e la riempirai d'acqua.
Esodo 30:19 Aaronne e i suoi figli vi si laveranno le mani e i piedi.
Esodo 30:20 Quando entreranno nella tenda di convegno, si laveranno con acqua, perché non muoiano. Anche quando si avvicineranno all'altare per fare il servizio, per far fumare un'offerta fatta al SIGNORE mediante il fuoco,
Esodo 30:21 si laveranno le mani e i piedi; così non moriranno. Questa sarà una norma perenne per loro, per Aaronne e per la sua discendenza, di generazione in generazione».


Per entrare nel Tabernacolo infatti bisognava passare dalla conca di rame e lavarsi con l'acqua per purificarsi. Spiritualmente, questa purificazione rappresenta la conversione e la santificazione di ogni credente mediante lo Spirito Santo. Questo significato è probabile che non riguardi soltanto la natura e la persona di Dio, ma piuttosto la Sua relazione con ogni credente.

1Corinzi 6:9 Non sapete che gl'ingiusti non erediteranno il regno di Dio?
Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti,
1Corinzi 6:10 né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio.
1Corinzi 6:11 E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio.


Infine per ultimo - ma in realtà come primo arredo visibile entrando nella tenda del convegno – vi era l'altare degli olocausti.

Esodo 27:1 «Farai anche un altare di legno d'acacia, lungo cinque cubiti e largo cinque cubiti. L'altare sarà quadrato, e avrà tre cubiti di altezza.

Questo era l'arredo più imponente ed era utilizzato per i sacrifici degli animali. Questo altare è figura del fatto che ci si può avvicinare a Dio solo per mezzo di un sacrificio e che solo tramite un sacrificio il peccato può essere espiato. Anche in questo caso abbiamo una rappresentazione della relazione tra i credenti e il Signore piuttosto che della natura del Signore stesso.

venerdì 6 gennaio 2012

Gesù nel Tabernacolo

Ebrei 8:5 Essi [gli Ebrei] celebrano un culto che è rappresentazione e ombra delle cose celesti, come Dio disse a Mosè quando questi stava per costruire il tabernacolo: «Guarda», disse, «di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte».
Ebrei 8:6 Ora però egli [Gesù] ha ottenuto un ministero tanto superiore quanto migliore è il patto fondato su migliori promesse, del quale egli è mediatore.


Dopo l'ascensione di Gesù, e l'arrivo dello Spirito Santo, gli Apostoli e i discepoli del Signore iniziarono a comprendere sempre meglio la portata degli eventi di cui erano stati testimoni.
Intorno al 67-69 d.C., un collaboratore dell'Apostolo Paolo scrisse la Lettera agli Ebrei, ponendo a confronto in modo minuzioso le condizioni incomplete del Vecchio Patto con quelle complete e perfette del Nuovo Patto. In questa analisi però, possiamo trovare il significato più profondo dei rituali di culto degli Ebrei, che scopriamo essere “rappresentazione e ombra delle cose celesti”.

Esodo 25:8 Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro.
Esodo 25:9 Me lo farete in tutto e per tutto secondo il modello del tabernacolo e secondo il modello di tutti i suoi arredi, che io sto per mostrarti.

Fin dai tempi più antichi, ogni nazione ha creato una serie di divinità da adorare. Falsi dèi rappresentati da statue e immagini, e che agli occhi dei popoli apparivano lontani dalla vita e dai problemi delle persone comuni. In molti casi venivano proiettati su queste divinità, pregi e difetti degli esseri umani, giustificando ogni evento naturale come una loro manifestazione.
Quando Israele era un popolo giovane, appena formato e già schiavo degli Egiziani, il Signore intervenne in modo sovrannaturale per mostrare il Suo pieno controllo sulla natura. Egli scatenò dieci piaghe contro l'Egitto e condusse il Suo popolo verso la libertà. L'Eterno però non voleva solo rivelarsi come creatore e governatore della natura ma come l'Unico e vero Dio. Per questo motivo fin da subito non si è mostrato come un Dio lontano, che agisce solo in eccezionali occasioni per poi tornare nel Suo trono. La Bibbia testimonia infatti come Egli abbia sempre avuto un grande desiderio: dimorare in mezzo al Suo popolo. Non solo un'apparizione fugace, ma una convivenza continua, come quella originaria con Adamo nel giardino dell'Eden.
Per questo motivo, dopo la caduta del primo uomo, il Signore scelse Noè per far sopravvivere la razza umana al Suo giudizio e successivamente Abramo per creare un popolo per sé, attraverso il quale portare a compimento il Suo piano di redenzione.

Genesi 8:18 Noè uscì con i suoi figli, con sua moglie e con le mogli dei suoi figli.
Genesi 8:20 Noè costruì un altare al SIGNORE; prese animali puri di ogni specie e uccelli puri di ogni specie e offrì olocausti sull'altare.
Genesi 8:21 Il SIGNORE sentì un odore soave; e il SIGNORE disse in cuor suo: «Io non maledirò più la terra a motivo dell'uomo, poiché il cuore dell'uomo concepisce disegni malvagi fin dall'adolescenza; non colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.

Dall'altra parte, lo stesso desiderio è stato dimostrato anche da ogni persona che ha avuto un incontro personale con Dio nella sua vita. Noè infatti, uscendo dall'Arca, per prima cosa costruì un altare, per offrire degli olocausti di ringraziamento al Signore. Questa offerta è molto più che un rituale religioso, è un vero e proprio gesto d'amore. Questo è il motivo per cui al Signore sembrò un profumo soave. E sempre questo è il motivo per cui nonostante la malvagità dell'uomo, Egli ha scelto di non distruggerlo più. Per quanti “Caino” ci fossero sulla Terra, ci sono sempre stati degli “Abele” che volevano sinceramente celebrare il nome del Signore.
Con il passare del tempo però, il Signore si è rivelato in modi sempre più profondi. Nel momento in cui Israele si è trovato ad essere libero dalla schiavitù egiziana, la guida del Signore è diventata ancora più importante. Una guida essenziale per un popolo che non aveva mai avuto leggi proprie e che era abituato ad essere comandato. Per questo motivo, ma non solo per questo, Dio diede delle leggi e comandamenti a Mosè. Regole che sancivano la condotta da tenere verso il prossimo e verso il Signore stesso. Consigli su come gestire le situazioni più disparate, in modo da non arrecare danno alla comunità e alla nuova nazione. Oltre a tutto questo, l'Eterno mostrò a Mosè come costruire il santuario nel quale poteva dimorare in mezzo al popolo di Israele.

Esodo 25:9 Me lo farete in tutto e per tutto secondo il modello del tabernacolo e secondo il modello di tutti i suoi arredi, che io sto per mostrarti.

Come abbiamo già visto, Mosè costruì il tabernacolo seguendo le indicazioni divine, che erano la rappresentazione delle realtà celesti. La prima descrizione che troviamo nel libro dell'Esodo, riguarda l'arca del patto. Essa era una cassa di legno di acacia rivestita d'oro all'interno e all'esterno, di forma parallelepipeda, con un coperchio d'oro puro (il propiziatorio) sul quale erano stati scolpiti due cherubini con le ali spiegate.
All'interno doveva contenere la testimonianza del Signore: la manna, la verga di Aronne fiorita e le tavole della Legge.

Esodo 25:22 Lì io mi incontrerò con te; dal propiziatorio, fra i due cherubini che sono sull'arca della testimonianza, ti comunicherò tutti gli ordini che avrò da darti per i figli d'Israele.

Il propiziatorio, ossia la parte superiore dell'arca, fra i due cherubini, era il posto che rappresentava il trono di Dio. Lì, Egli si incontrava con Mosè. Lì dovevano essere fatte le aspersioni con il sangue dei capri sacrificati per i peccati del popolo (Le 16:15). Il propiziatorio doveva essere coperto da una nuvola di incenso (Le 16:13) raffigurante la nuvola della gloria di Dio durante tutto il rito dell'espiazione. Questo fumo fu visto in visione anche dal profeta Isaia, mentre osservava il trono del Signore (Is 6:3,4).
All'interno dell'arca dell'alleanza, le tavole della Legge rappresentano la giustizia del Padre (Es 13:9, la legge di YHWH). La manna rappresenta il Signore Gesù, il pane disceso dal cielo (Gv 6:32-35). E la verga fiorita di Aronne (che non solo era fiorita ma aveva anche maturato delle mandorle cfr. Nu 17:8) lo Spirito Santo, Colui che porta frutto (Gal 5:22) e che venendo a dimorare nei credenti li abilita alla funzione sacerdotale (1 Cor 3:16, 1Pt 2:5).
L'arca del patto però, (la rappresentazione del trono dove era assisa la pienezza di Dio) era custodita nella stanza più interna del tabernacolo, chiamata luogo Santissimo. Vi poteva entrare soltanto il Sommo Sacerdote una volta all'anno (durante la festa dello Yom Kippur, per offrire il sacrificio in espiazione dei peccati di tutto il popolo) attraversando prima una stanza adiacente chiamata luogo Santo. Questo luogo del tabernacolo conteneva altri tre elementi indicati dal Signore.

Esodo 25:23 «Farai anche una tavola di legno d'acacia; la sua lunghezza sarà di due cubiti; la sua larghezza di un cubito e la sua altezza di un cubito e mezzo.
Esodo 25:30 Metterai sulla tavola il pane della presentazione, che starà sempre davanti a me.

Ogni settimana dodici pani venivano posti sulla tavola per ricordare che le dodici tribù di Israele venivano continuamente sostenute dalla cura del Signore. Il pane veniva mangiato nel luogo santo ogni sabato dal sacerdote in carica (Le 24:5). Questa tavola dei pani, raffigura la persona di Gesù in quanto vero pane disceso dal cielo (Gv 6:32-35; 6:51). Solo mangiando questo pane, assimilando spiritualmente la Sua natura, si può vivere la vita eterna.

Esodo 25:31 «Farai anche un candelabro d'oro puro; il candelabro, il suo piede e il suo tronco saranno lavorati al martello; i suoi calici, i suoi pomi e i suoi fiori saranno tutti di un pezzo col candelabro.
Esodo 25:32 Dai lati gli usciranno sei bracci: tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dall'altro.

Di fronte alla tavola dei pani della presentazione, vi era il candelabro d'oro.
Questo candelabro aveva sette bracci ed era continuamente riempito di olio d'oliva affinchè non si spegnesse. E' possibile che questo elemento rappresenti lo Spirito Santo, ma contemporaneamente anche la figura di Gesù, che è la luce venuta nel mondo (Gv 1:6-9, 8:12). Accostandoci alle profezie bibliche, possiamo vedere come alcune di esse hanno più di un adempimento, oppure un adempimento parziale ed un altro completo. Allo stesso modo è possibile che la stessa simbologia usata nella costituzione del tabernacolo abbia più significati e diversi livelli. Il pensiero umano è legato alla legge lineare della causa-effetto, ma i pensieri di Dio sono più alti dei pensieri dell'uomo. Non deve stupire quindi che alcuni elementi simbolici racchiudano più significati, legati soprattutto alla pluralità delle Persone nell'Unità di Dio. Se il Signore è Uno e Trino, è lecito aspettarci che ogni Sua manifestazione o simbologia racchiuda questo mistero.
Possiamo quindi vedere anche il candelabro come rappresentazione del Signore Gesù, la luce che è venuta per illuminare il mondo. Questo non esclude a priori altri significati legati all'elemento prezioso della menorah.

Esodo 30:1 «Farai pure un altare per bruciarvi sopra il profumo; lo farai di legno d'acacia.
Esodo 30:8 Quando Aaronne accenderà le lampade sull'imbrunire, lo farà bruciare; sarà il profumo quotidiano davanti al SIGNORE, di generazione in generazione.
Esodo 30:10 Una volta all'anno Aaronne farà l'espiazione sui corni di esso; con il sangue del sacrificio di espiazione per il peccato vi farà sopra l'espiazione una volta all'anno, di generazione in generazione. Sarà cosa santissima, sacra al SIGNORE».

L'altare dei profumi era il terzo ed ultimo arredo del luogo Santo.
Esso non fu rivelato simultaneamente agli altri due, ma subito dopo le istruzioni per il sacerdozio. Forse perchè questo era l'ultimo elemento al quale il sommo sacerdote si avvicinava prima di entrare nel luogo Santissimo. La tavola dei pani e il candelabro infatti erano collocati uno di fronte all'altro; entrando nel luogo Santo si trovavano ai lati. Di fronte invece vi era l'altare dei profumi e solo dopo averlo oltrepassato si aveva accesso all'ultima stanza del tabernacolo.
Questo altare garantiva il profumo quotidiano davanti al Signore, in modo perpetuo. Credo sia lecito sottolineare come il profumo fosse legato al sacrificio di espiazione, che veniva effettuato una volta l'anno.

Ebrei 9:24 Infatti Cristo non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano d'uomo, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi;
Ebrei 9:25 non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel luogo santissimo con sangue non suo.
Ebrei 9:26 In questo caso, egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla creazione del mondo; ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio.

Questo sacrificio era ripetuto annualmente perchè imperfetto.
Il sacrificio di Cristo invece ha avuto luogo una volta sola proprio perchè completo. Egli, Sommo Sacerdote secondo l'ordine di Melkisedec, è entrato una volta per sempre nel luogo Santissimo, con il proprio sangue, in una dimensione eterna.

Efesini 5:1 Siate dunque imitatori di Dio, perché siete figli da lui amati;
Efesini 5:2 e camminate nell'amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave.

L'altare dei profumi simboleggia senza dubbio il sacrificio di Cristo, odore soave grazie al quale ogni eletto può riconciliarsi con il Padre.

Possiamo vedere quindi come ogni arredo del luogo Santo simboleggi il Signore Gesù.
Sicuramente questo significato è legato al passaggio attraverso questa stanza per poter avere accesso al luogo Santissimo e alla gloria della pienezza di Dio. Solo attraverso Cristo e il Suo sacrificio infatti, ogni credente può avvicinarsi con piena fiducia al trono di Dio.

Marco 15:37 Gesù, emesso un gran grido, rese lo spirito.
Marco 15:38 E la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo.

Alla morte del Signore Gesù, la cortina del tempio si squarciò da cima a fondo, unificando i due luoghi del tabernacolo. Attraverso il sacrificio del Signore, ora ogni credente può accedere alla presenza di Dio.

Giovanni 19:30 Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: «È compiuto!» E, chinato il capo, rese lo spirito.

Possiamo leggere le ultime parole di Gesù con questa chiave di lettura, infatti. Con la Sua morte e la Sua resurrezione Egli entrò nel tempio celeste rendendo inutile quello terreno. Il compimento del piano di Dio.

Giovanni 14:6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Nessuno può arrivare al Padre se non per mezzo di Gesù, esattamente come nessuno poteva entrare nel luogo Santissimo se non passando per il luogo Santo. Chi provava a fare altrimenti sarebbe morto sul colpo a causa del giudizio divino. Gesù è la Persona di Dio attraverso la quale l'uomo può tornare ad avere comunione con il Suo Creatore. Comprendiamo quindi come il Signore Gesù sia stato rappresentato all'interno del tabernacolo nel luogo Santo, anche se in quanto Dio stesso, Egli era in realtà anche l'intero tabernacolo.

Giovanni 1:14 E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.
L'evangelista Giovanni infatti descrive l'incarnazione di Gesù come l'abitazione della Parola di Dio per un tempo fra gli uomini. Il termine “abitato” però deriva dalla parola greca originaria “skēnoō” che allude alla presenza di Dio nel tabernacolo. Letteralmente si potrebbe tradurre quindi con il termine immaginario “tabernacolato”. Gesù, incarnandosi, ha portato il tabernacolo (la presenza di Dio) tra gli uomini ad un nuovo livello. Con la Sua morte e resurrezione poi, ha potuto mostrare come tutte queste manifestazioni erano temporanee, rappresentando la presenza di Dio che in realtà è Spirito.

Nel tabernacolo di Mosè dunque, Gesù è simboleggiato dal luogo Santo.
Essendo Uno con Dio Padre però, Egli è contemporaneamente rappresentato anche dall'interezza del tabernacolo: Egli infatti è la presenza di Dio.
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