Giovanni 4:7 Una Samaritana venne ad attingere l'acqua. Gesù le disse: «Dammi da bere».
Giovanni 4:8 (Infatti i suoi discepoli erano andati in città a comprar da mangiare.)
Giovanni 4:9 La Samaritana allora gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Infatti i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani.
Giovanni 4:10 Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva».
Giovanni 4:11 La donna gli disse: «Signore, tu non hai nulla per attingere, e il pozzo è profondo; da dove avresti dunque quest'acqua viva?
Giovanni 4:12 Sei tu più grande di Giacobbe, nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso con i suoi figli e il suo bestiame?»
Giovanni 4:13 Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo;
Giovanni 4:14 ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna».
Giovanni 4:15 La donna gli disse: «Signore, dammi di quest'acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere».
Giovanni 4:16 Gesù le disse: «Va' a chiamar tuo marito e vieni qua».
Giovanni 4:17 La donna gli rispose: «Non ho marito». E Gesù: «Hai detto bene: "Non ho marito";
Giovanni 4:18 perché hai avuto cinque mariti; e quello che hai ora, non è tuo marito; in questo hai detto la verità».
Giovanni 4:19 La donna gli disse: «Signore, vedo che tu sei un profeta.
Giovanni 4:20 I nostri padri hanno adorato su questo monte, ma voi dite che a Gerusalemme è il luogo dove bisogna adorare».
Giovanni 4:21 Gesù le disse: «Donna, credimi; l'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre.
Giovanni 4:22 Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.
Giovanni 4:23 Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori.
Giovanni 4:24 Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità».
Giovanni 4:25 La donna gli disse: «Io so che il Messia (che è chiamato Cristo) deve venire; quando sarà venuto ci annuncerà ogni cosa».
Giovanni 4:26 Gesù le disse: «Sono io, io che ti parlo!»
In questo episodio possiamo osservare tre aspetti diversi relativi all'incontro di Gesù e questa donna samaritana. Un primo aspetto è quello del confronto culturale, il secondo è relativo al confronto religioso, ed infine il confronto spirituale.
La prima reazione della donna alla richiesta di Gesù, concerne la separazione culturale che vi era fra Giudei e Samaritani. Gesù rompe questo schema e lei rimane sorpresa, incuriosita. La risposta di Gesù va al di là della sua curiosità, puntando verso la realtà spirituale alla quale voleva portarla. Non essendo però ancora pronta a tale realtà, il Signore fa in modo da condurla grazie al suo ragionamento, attraversando la seconda delle fasi che abbiamo visto prima.
Al v.12 ella nomina il pozzo di Giacobbe. "Sei tu più grande di Giacobbe, nostro padre?" domanda a Gesù. I samaritani riconoscevano come Sacre Scritture soltanto i primi cinque libri della nostra Bibbia (il Pentateuco di Mosè), mentre i Giudei dell'epoca avevano come riferimento numerosi altri libri, tutti i rimanenti del nostro Antico Testamento. Questa premessa dà la possibilità di valutare questo confronto da un punto di vista religioso. La donna credeva in Dio e basava la propria fede in una parte limitata della rivelazione di Dio. Ricevendo una risposta spirituale da parte di Gesù, torna ad incalzare usando ciò che conosceva di religioso, cercando di capire cosa volesse realmente dire il Signore. Ma anche ora, la risposta che riceve va al di là delle Scritture, oltre qualsiasi dottrina religiosa tenuta troppo tempo nelle mani degli uomini. Gesù parla di una nuova acqua. Una fonte eterna, definitiva.
Il pozzo di Giacobbe è qualcosa che Dio ha fatto nei tempi remoti, ed ora molte persone si sono fermate quà, evitando di avanzare nella conoscenza di Dio. Hanno preferito allontanarsi dalla freschezza della continua e sempre maggiore rivelazione di Dio, a fronte di una piccola certezza passata. Hanno fatto di una pozza che Dio ha concesso, il fulcro della loro fede.
Oggi però, Gesù è venuto in città. Lui non ha condannato nessuno. Non ha rimproverato. Ha spiegato subito, con grande franchezza, che c'è una nuova fonte. Non è tutto quì. C'è dell'altro. C'è del nuovo, del fresco. Una nuova vitalità, una nuova fonte. Lui è quì per questo motivo. Portare la nuova fonte alle persone che non la conoscono. Queste sono le parole che porta alla samaritana. Un'acqua diversa e nuova.
La donna frantende il significato di quest'acqua eterna e Gesù sorvola, verificando la sua genuinità.
Solo ora Gesù può far uscire la donna dalla conoscenza che ha della religione per portarla ad una nuova rivelazione spirituale. Non è importare adorare quì nè in nessun altro luogo. La salvezza viene dai Giudei MA è venuto il tempo in cui non hanno ragione nè loro con la completezza delle Scritture, nè i Samaritani con il Pentateuco. Non è questo l'importante, non è questo il punto! E' giunto un momento nuovo del piano di Dio, nel quale il Padre richiede che i veri adoratori adorino in spirito e verità. Non con cerimonie e tradizioni ma in accordo con lo Spirito Santo, con trasparenza e genuinità.
Dio è Spirito e deve essere adorato in modo spirituale!
Questa è la nuova fonte. Lo Spirito Santo, che permette di adorare secondo la volontà del Padre. Questa è la fonte definitiva ed eterna, il motivo che ha portato Gesù a parlare con la donna Samaritana e il fulcro del Suo messaggio.
1Corinzi 2:9 Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano».
1Corinzi 2:10 A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio.
1Corinzi 2:11 Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.
1Corinzi 2:12 Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate;
1Corinzi 2:13 e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali.
1Corinzi 2:14 Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.
1Corinzi 2:15 L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno.
Noi abbiamo ricevuto questa nuova fonte, Lo Spirito Santo. Solo attraverso Lui possiamo conoscere le cose che Dio ci ha donate, solo attraverso Lui possiamo conoscere Dio. Solo attraverso Lui possiamo adorarLo!!!! Egli è al centro di ogni cosa. Senza lo Spirito, non possiamo neanche offrire qualcosa a Dio. Accostiamoci dunque a Lui per chiedere come possiamo predisporci all'adorazione, come poter offrire ciò che abbiamo nel modo di Abele, e rendere la nostra gioia nel Signore perfetta.
sabato 17 luglio 2010
sabato 10 luglio 2010
Esaminare le Scritture
Matteo 4:1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.
Matteo 4:2 E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.
Matteo 4:3 E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani».
Matteo 4:4 Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"».
Matteo 4:5 Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio,
Matteo 4:6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto:
"Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo,
ed essi ti porteranno sulle loro mani,
perché tu non urti con il piede contro una pietra"».
Matteo 4:7 Gesù gli rispose: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».
Matteo 4:8 Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli:
Matteo 4:9 «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori».
Matteo 4:10 Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"».
Matteo 4:11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.
Questo episodio del Vangelo è incredibilmente ricco di insegnamenti per ogni figlio di Dio.
Rileggendolo recentemente, la mia attenzione si è focalizzata in particolar modo sui versetti 6 e 7.
Vorrei condividere con voi dunque alcune riflessioni nate da questo passo biblico. Il primo approccio del tentatore è stato quello di pungere sull'identità di Gesù. Se si ha un'identità debole si tenderà a ostentarla e manifestarla spesso in modi estremi ed eclatanti proprio perchè, non essendo equilibrati, si ha l'esigenza di convincere gli altri, ma anche sè stessi. E' importante essere saldi nella propria identità. Gesù lo era. "Se tu sei il Figlio di Dio...", questo è stato l'inizio della tentazione. "Se davvero lo sei, dimostralo!"
Seguendo la logica, è un ragionamento corretto. Ma dobbiamo prestare molta attenzione in ogni contesto della nostra vita a piacere a Dio e non agli uomini. Gesù non doveva dimostrare nulla, voleva invece compiere il suo scopo terreno. Anche noi parimenti non dobbiamo domostrare nè convincere nessuno di chi siamo, della nostra adozione da parte di Dio; ma piuttosto servirLo secondo la Sua volontà, in ciò che Egli ha preparato per noi. Se ne dubitiamo, chiediamo al Signore chi siamo veramente per Lui. Approcciamoci alla Sacra Bibbia come ad uno specchio, nel quale rifletterci e vedere la nostra vera immagine. Non quella che le altre persone hanno di noi, non quella che noi stessi abbiamo formato; ma quella che ha il nostro Creatore. L'unica che corrisponde a verità. E una volta vista, abbracciamola e serbiamola nel nostro cuore. Così saremo equilibrati. Così potremo compiere il nostro ragionevole servizio per il Signore, nel migliore dei modi.
Il secondo approccio del diavolo invece è ancora più interessante. Osservando la prima risposta di Gesù, basata sulla Bibbia, rinforza la sua argomentazione sul fatto di dimostrare che Egli è il Figlio di Dio con alcuni versetti biblici.
Si parla molto ampiamente del fatto che anche satana "usa la Bibbia", la mia riflessione però si è soffermata sul "come" lo fa. Il salmo che cita è Parola di Dio, che si è poi anche avverata al versetto 11 quando gli angeli hanno servito Gesù.
E' chiaro però dalla risposta di Gesù che l'interpretazione non era corretta in quanto vi era una verità ancora superiore. Questo è il punto. Ogni verità biblica è inserita in un preciso contesto con un determinato significato che non è strumentalizzabile a piacere, anche se molti lo fanno. Il diavolo strumentalizza la Bibbia ma lo fanno anche gli uomini. Il Signore Gesù ha potuto rispondere in modo chiaro perchè è Egli stesso la Parola. Anche noi tuttavia siamo chiamati a conoscere la Bibbia in modo profondo e non superficiale. In modo spirituale e non carnale. La Chiesa è chiamata a ricevere da Dio la Grazia per crescere in modo sano in questa conoscenza. E ogni singolo credente è chiamato a crescere nella conoscenza del Signore e di conseguenza nella profonda consapevolezza della sana dottrina.
E' buono esercitare del sano discernimento in ogni occasione e investigare le Scritture per vedere se un determinato messaggio ha un valore spirituale oppure no.
Atti 17:10 Ma i fratelli subito, di notte, fecero partire Paolo e Sila per Berea; ed essi, appena giunti, si recarono nella sinagoga dei Giudei.
Atti 17:11 Or questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così.
Atti 17:12 Molti di loro, dunque, credettero, e così pure un gran numero di nobildonne greche e di uomini.
Esaminare ogni giorno le Scritture per vedere se le cose "stanno veramente così" è fondamentale per ogni cristiano. E' ciò che Dio richiede ad ognuno di noi. Non si deve solo ascoltare la Parola ma anche esaminarla e approfondirla. Solo così si possono aggirare le tentazione e gli inciampi che il diavolo e gli uomini tendono ancora oggi ai figli di Dio.
Matteo 4:2 E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.
Matteo 4:3 E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani».
Matteo 4:4 Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"».
Matteo 4:5 Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio,
Matteo 4:6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto:
"Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo,
ed essi ti porteranno sulle loro mani,
perché tu non urti con il piede contro una pietra"».
Matteo 4:7 Gesù gli rispose: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».
Matteo 4:8 Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli:
Matteo 4:9 «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori».
Matteo 4:10 Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"».
Matteo 4:11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.
Questo episodio del Vangelo è incredibilmente ricco di insegnamenti per ogni figlio di Dio.
Rileggendolo recentemente, la mia attenzione si è focalizzata in particolar modo sui versetti 6 e 7.
Vorrei condividere con voi dunque alcune riflessioni nate da questo passo biblico. Il primo approccio del tentatore è stato quello di pungere sull'identità di Gesù. Se si ha un'identità debole si tenderà a ostentarla e manifestarla spesso in modi estremi ed eclatanti proprio perchè, non essendo equilibrati, si ha l'esigenza di convincere gli altri, ma anche sè stessi. E' importante essere saldi nella propria identità. Gesù lo era. "Se tu sei il Figlio di Dio...", questo è stato l'inizio della tentazione. "Se davvero lo sei, dimostralo!"
Seguendo la logica, è un ragionamento corretto. Ma dobbiamo prestare molta attenzione in ogni contesto della nostra vita a piacere a Dio e non agli uomini. Gesù non doveva dimostrare nulla, voleva invece compiere il suo scopo terreno. Anche noi parimenti non dobbiamo domostrare nè convincere nessuno di chi siamo, della nostra adozione da parte di Dio; ma piuttosto servirLo secondo la Sua volontà, in ciò che Egli ha preparato per noi. Se ne dubitiamo, chiediamo al Signore chi siamo veramente per Lui. Approcciamoci alla Sacra Bibbia come ad uno specchio, nel quale rifletterci e vedere la nostra vera immagine. Non quella che le altre persone hanno di noi, non quella che noi stessi abbiamo formato; ma quella che ha il nostro Creatore. L'unica che corrisponde a verità. E una volta vista, abbracciamola e serbiamola nel nostro cuore. Così saremo equilibrati. Così potremo compiere il nostro ragionevole servizio per il Signore, nel migliore dei modi.
Il secondo approccio del diavolo invece è ancora più interessante. Osservando la prima risposta di Gesù, basata sulla Bibbia, rinforza la sua argomentazione sul fatto di dimostrare che Egli è il Figlio di Dio con alcuni versetti biblici.
Si parla molto ampiamente del fatto che anche satana "usa la Bibbia", la mia riflessione però si è soffermata sul "come" lo fa. Il salmo che cita è Parola di Dio, che si è poi anche avverata al versetto 11 quando gli angeli hanno servito Gesù.
E' chiaro però dalla risposta di Gesù che l'interpretazione non era corretta in quanto vi era una verità ancora superiore. Questo è il punto. Ogni verità biblica è inserita in un preciso contesto con un determinato significato che non è strumentalizzabile a piacere, anche se molti lo fanno. Il diavolo strumentalizza la Bibbia ma lo fanno anche gli uomini. Il Signore Gesù ha potuto rispondere in modo chiaro perchè è Egli stesso la Parola. Anche noi tuttavia siamo chiamati a conoscere la Bibbia in modo profondo e non superficiale. In modo spirituale e non carnale. La Chiesa è chiamata a ricevere da Dio la Grazia per crescere in modo sano in questa conoscenza. E ogni singolo credente è chiamato a crescere nella conoscenza del Signore e di conseguenza nella profonda consapevolezza della sana dottrina.
E' buono esercitare del sano discernimento in ogni occasione e investigare le Scritture per vedere se un determinato messaggio ha un valore spirituale oppure no.
Atti 17:10 Ma i fratelli subito, di notte, fecero partire Paolo e Sila per Berea; ed essi, appena giunti, si recarono nella sinagoga dei Giudei.
Atti 17:11 Or questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così.
Atti 17:12 Molti di loro, dunque, credettero, e così pure un gran numero di nobildonne greche e di uomini.
Esaminare ogni giorno le Scritture per vedere se le cose "stanno veramente così" è fondamentale per ogni cristiano. E' ciò che Dio richiede ad ognuno di noi. Non si deve solo ascoltare la Parola ma anche esaminarla e approfondirla. Solo così si possono aggirare le tentazione e gli inciampi che il diavolo e gli uomini tendono ancora oggi ai figli di Dio.
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lunedì 5 luglio 2010
L'oggetto dei tuoi pensieri
Filippesi 4:8 Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.
L'Apostolo Paolo scrivendo alla comunità di Filippi, dei fratelli a lui molto cari, sottolinea profondamente l'importanza di pensare a tutto ciò che è buono, puro e santo. Perchè è così importante?
E' così importante perchè i nostri pensieri determinano le nostre azioni.
Lasciando spazio nella nostra mente a pensieri peccaminosi, prima o poi cadremo in quel peccato, appena troveremo l'occasione di cedervi.
Concentrando la nostra attenzione invece verso il Signore e al nostro desiderio di avvicinarci a Lui, automaticamente tenderemo verso nuovi livelli di maturità spirituali e intimità con Dio.
La società offre infiniti svaghi e possibilità di divertimento. La maggior parte delle cose è lecita anche ai cristiani. Ma poche sono utili, e di certo bisogna vegliare affinchè non ci si lasci dominare da nessun vizio.
Io sono convinto, per esempio, che ascoltare canzoni secolari di per sè non sia peccato. Il problema però è un'altro: ciò distoglie la mia attenzione dal Signore. Senza neanche rendermi conto, quindi, arriverò ad essere spiritualmente distratto, e ad avere la mia attenzione rivolta altrove. Incontrando una situazione che necessita della mia preghiera, senz'altro pregherò, ma la mia concentrazione, la mia sensibilità spirituale, sarà molto diluita e di conseguenza in quel momento non potrò essere uno strumento efficiente per Dio. Al contrario, se ascolto cantici di lode e adorazione, il mio spirito si abituerà a dimorare alla presenza di Dio e la mia sensibilità spirituale potrà svilupparsi in modo sano e robusto per poter servire al meglio il nostro Signore. Di certo non è facile restare saldi in modo costante. Io posso testimoniare di aver ricevuto grandi benedizioni, rivelazioni e esperienze spirituali nei momenti in cui ho potuto focalizzare tutto me stesso verso il Signore. Al contrario invece, nei momenti della mia vita in cui vagavo tra i miei desideri e le mie passioni secolari, l'aridità spirituale sopraggiungeva con grande velocità. In questi contesti è difficile pregare, leggere la Bibbia, adorare Dio. L'uomo carnale prende sopravvento su quello spirituale e lo spirito ne risulta imprigionato. Per mia esperienza, posso dire che il modo migliore per uscire da questa spirale è fermarsi, riposarsi e ascoltare musica di adorazione. L'uomo carnale non può fare nulla per Dio, nè tantomeno può mettersi da parte da solo. Abbiamo bisogno dell'aiuto del nostro Signore Gesù Cristo. Spesso però mancano anche le forze per la preghiera, ed allora proprio in questi momenti, non c'è nulla di meglio che abbandonarsi e affidarsi a Lui, ascoltando musica di lode e adorazione e ricevendo nuove freschezza dallo Spirito Santo che può rinvigorire il nostro spirito mortificato.
Deuteronomio 6:5 Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze.
Deuteronomio 6:6 Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore;
Deuteronomio 6:7 li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.
Deuteronomio 6:8 Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi
Deuteronomio 6:9 e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città.
Nell'Antico Testamento il Signore ordinò di custodire nel cuore i Suoi insegnamenti, di parlarne del continuo e ricordarli in ogni momento.
Nonostante ora siamo nel nuovo patto, penso che questi concetti rimangano validi. Se sei arido spiritualmente, dei fratelli nella fede che parlano delle cose di Dio possono ugualmente rinforzare la fiammella di passione e amore per Lui. Così facendo ci si fortifica a vicenda e si cresce insieme. Insieme nella comunità locale, insieme nella famiglia credente e insieme tra amici e fratelli. Dio non ci ha creati per avere relazione solo con Lui ma anche con il resto della Chiesa. E proprio in questa possiamo portare avanti il compito che Egli ci ha affidato, fortificare il nostro spirito e portare avanti il Regno di Dio. Pensiamo alle cose di Dio dunque, e facciamo riflettere anche le persone che ci stanno vicine; così facendo i frutti spirituali non mancheranno di maturare.
L'Apostolo Paolo scrivendo alla comunità di Filippi, dei fratelli a lui molto cari, sottolinea profondamente l'importanza di pensare a tutto ciò che è buono, puro e santo. Perchè è così importante?
E' così importante perchè i nostri pensieri determinano le nostre azioni.
Lasciando spazio nella nostra mente a pensieri peccaminosi, prima o poi cadremo in quel peccato, appena troveremo l'occasione di cedervi.
Concentrando la nostra attenzione invece verso il Signore e al nostro desiderio di avvicinarci a Lui, automaticamente tenderemo verso nuovi livelli di maturità spirituali e intimità con Dio.
La società offre infiniti svaghi e possibilità di divertimento. La maggior parte delle cose è lecita anche ai cristiani. Ma poche sono utili, e di certo bisogna vegliare affinchè non ci si lasci dominare da nessun vizio.
Io sono convinto, per esempio, che ascoltare canzoni secolari di per sè non sia peccato. Il problema però è un'altro: ciò distoglie la mia attenzione dal Signore. Senza neanche rendermi conto, quindi, arriverò ad essere spiritualmente distratto, e ad avere la mia attenzione rivolta altrove. Incontrando una situazione che necessita della mia preghiera, senz'altro pregherò, ma la mia concentrazione, la mia sensibilità spirituale, sarà molto diluita e di conseguenza in quel momento non potrò essere uno strumento efficiente per Dio. Al contrario, se ascolto cantici di lode e adorazione, il mio spirito si abituerà a dimorare alla presenza di Dio e la mia sensibilità spirituale potrà svilupparsi in modo sano e robusto per poter servire al meglio il nostro Signore. Di certo non è facile restare saldi in modo costante. Io posso testimoniare di aver ricevuto grandi benedizioni, rivelazioni e esperienze spirituali nei momenti in cui ho potuto focalizzare tutto me stesso verso il Signore. Al contrario invece, nei momenti della mia vita in cui vagavo tra i miei desideri e le mie passioni secolari, l'aridità spirituale sopraggiungeva con grande velocità. In questi contesti è difficile pregare, leggere la Bibbia, adorare Dio. L'uomo carnale prende sopravvento su quello spirituale e lo spirito ne risulta imprigionato. Per mia esperienza, posso dire che il modo migliore per uscire da questa spirale è fermarsi, riposarsi e ascoltare musica di adorazione. L'uomo carnale non può fare nulla per Dio, nè tantomeno può mettersi da parte da solo. Abbiamo bisogno dell'aiuto del nostro Signore Gesù Cristo. Spesso però mancano anche le forze per la preghiera, ed allora proprio in questi momenti, non c'è nulla di meglio che abbandonarsi e affidarsi a Lui, ascoltando musica di lode e adorazione e ricevendo nuove freschezza dallo Spirito Santo che può rinvigorire il nostro spirito mortificato.
Deuteronomio 6:5 Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze.
Deuteronomio 6:6 Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore;
Deuteronomio 6:7 li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.
Deuteronomio 6:8 Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi
Deuteronomio 6:9 e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città.
Nell'Antico Testamento il Signore ordinò di custodire nel cuore i Suoi insegnamenti, di parlarne del continuo e ricordarli in ogni momento.
Nonostante ora siamo nel nuovo patto, penso che questi concetti rimangano validi. Se sei arido spiritualmente, dei fratelli nella fede che parlano delle cose di Dio possono ugualmente rinforzare la fiammella di passione e amore per Lui. Così facendo ci si fortifica a vicenda e si cresce insieme. Insieme nella comunità locale, insieme nella famiglia credente e insieme tra amici e fratelli. Dio non ci ha creati per avere relazione solo con Lui ma anche con il resto della Chiesa. E proprio in questa possiamo portare avanti il compito che Egli ci ha affidato, fortificare il nostro spirito e portare avanti il Regno di Dio. Pensiamo alle cose di Dio dunque, e facciamo riflettere anche le persone che ci stanno vicine; così facendo i frutti spirituali non mancheranno di maturare.
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