Traduttore


domenica 3 ottobre 2021

Il secondo segno


INTRODUZIONE 

Una delle caratteristiche peculiari del Vangelo secondo Giovanni è quella di raccogliere un piccolo numero di miracoli di Gesù definendoli in modo specifico come suoi segni (semeia). Nei Vangeli sinottici, il significato del termine segno è prevalentemente negativo, in quanto viene usato dagli oppositori di Cristo per chiedergli di convincere i dubbiosi sulla sua identità, ricevendo come risposta quasi sempre un rimprovero. Negli Atti degli Apostoli apprendiamo che Gesù compì opere potenti, prodigi e segni (2:22), incontrando per la prima volta questo termine in senso positivo, anche se generico. Nel quarto Vangelo invece, il significato di questa parola assume una dimensione molto più profonda, costituendo di fatto nelle sue ricorrenze una sorta di percorso che conduce il lettore da una superficiale apertura alla fede ad una piena consapevolezza dell'identità di Gesù Cristo, che non necessita più di miracoli per essere sostenuta. Possiamo dunque schematizzare tale percorso nel seguente modo: 


Questi segni raccolgono l'eredità teologica dei segni che Dio ha compiuto per il suo popolo nell'esodo verso la libertà, proiettandoli nella persona di Gesù e nella pienezza della rivelazione salvifica del Padre in lui. Essi testimoniano quindi dell'identità e dello scopo di Cristo, non per far ristagnare i credenti nel deserto della continua necessità di miracoli (come accadde a Israele per la sua incredulità), ma per portarli subito nella maturità di una fede capace di vivere ancorata a lui e portare molto frutto (Gv. 15:5). Una fede capace di entrare subito nella terra promessa per conquistarla. Una terra che questa volta è estesa a tutto il mondo, per una conquista che questa volta è spirituale: mediante la proclamazione del Vangelo e la preghiera, continuando attraverso lo Spirito Santo (con l'autorità di Cristo risorto) l'opera iniziata da Gesù durante il suo ministero terreno (Gv. 17:18). 

Osservando il Vangelo secondo Giovanni nella sua interezza, è possibile ora definire con precisione quali siano i segni specifici presentati dall'opera, e la loro esatta successione. Abbiamo dunque questi sette principali segni, più uno conclusivo:
  1. trasformazione dell'acqua in vino (2:1-11);

  2. guarigione del figlio dell'ufficiale reale (4:46-54);

  3. guarigione dell'uomo paralizzato da trentotto anni (5:1-9);

  4. moltiplicazione dei pani (6:1-14);

  5. Gesù cammina sul mare (6:15-25);

  6. guarigione del cieco nato (9:1-8);

  7. risurrezione di Lazzaro (11:1-46) 

  •  + la pesca miracolosa (21:1-14)5.

Ognuno di questi segni ha un preciso significato circa l'identità di Gesù, e la pienezza della rivelazione relativa alla salvezza di Dio. Dopo aver approfondito il primo segno, passiamo adesso al secondo, strettamente collegato a quest'ultimo.

IL SECONDO SEGNO 


Egli dunque venne di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un ufficiale del re, il cui figlio era infermo a Capernaum. Come egli ebbe udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, andò da lui e lo pregò che scendesse e guarisse suo figlio, perché stava per morire. Perciò Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non crederete». L'ufficiale del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli disse: «Va', tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detta, e se ne andò. E mentre già stava scendendo, i suoi servi gli andarono incontro e gli dissero che suo figlio viveva. Allora egli domandò loro a che ora avesse cominciato a stare meglio; ed essi gli risposero: «Ieri, all'ora settima, la febbre lo lasciò». Così il padre riconobbe che la guarigione era avvenuta nell'ora che Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive»; e credette lui con tutta la sua casa. Gesù fece questo secondo segno miracoloso, tornando dalla Giudea in Galilea.

Vangelo secondo Giovanni 4:46-54


Dopo qualche tempo dal primo segno, leggiamo che Gesù torna nello stesso posto che vide la sua prima manifestazione miracolosa. Questo dettaglio viene detto esplicitamente mettendo in diretto confronto il cambiamento dell’acqua in vino con questo nuovo episodio. Lo schema generale dei due segni, del resto, è molto simile: 

  • Gesù è appena tornato in Galilea

  • Qualcuno gli rivolge una richiesta 

  • Gesù sembra rifiutare la richiesta

  • Il richiedente insiste

  • Gesù esaudisce la richiesta

  • Questo porta un altro gruppo di persone a credere in lui


Ci sono somiglianze anche nel contesto, infatti i due miracoli di Cana sono gli unici due segni che non servono immediatamente di introduzione a un discorso. Dopo ciascun miracolo di Cana Gesù sale a Gerusalemme e al Tempio. 

Il dialogo tra l’ufficiale del re Erode e Gesù, inizialmente restio a operare a favore della guarigione miracolosa, risente dell’eco degli avvenimenti dell’Esodo, dove leggiamo:

Ma io indurirò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese d'Egitto. Il faraone non vi darà ascolto e io metterò la mia mano sull'Egitto; farò uscire dal paese d'Egitto le mie schiere, il mio popolo, i figli d'Israele, mediante grandi atti di giudizio.

Esodo 7:3-4


Molti segni e prodigi non fecero cambiare idea al faraone e, in modo simile, per Gesù la fede non si deve fondare sui segni in sé quanto piuttosto sulla sua parola. Nonostante questo, all’incalzare dell’uomo, egli interviene. Intervenendo mette in rilievo la sua potenza di dare la vita, introducendo e anticipando i temi che saranno centrali nell’ultima parte del Vangelo. In questo segno dunque Gesù appare come portatore della salvezza di Dio, del Dio che dona la vita e la salute, così come nell’Esodo YHWH si rivelò agli ebrei:

«Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce».
Esodo 15:26 

Un altro tema fondamentale questa volta per l’inizio dell’opera e anche per lo scorso segno è quello della fede: la reazione di singoli individui a Gesù in termini di fede. L’ufficiale credette alla parola di Gesù e il segno servì come conferma. In seguito a questo credette tutta la casa dell’ufficiale: di fede in fede. 

La fede con cui culmina il primo e il secondo segno offre poi un drammatico contrasto con le successive azioni in Gerusalemme che producono incredulità e opposizioni da parte dei Giudei: 

I Giudei allora presero a dirgli: «Quale segno miracoloso ci mostri per fare queste cose?»
Giovanni 2:18 

Per questo i Giudei perseguitavano Gesù e cercavano di ucciderlo; perché faceva quelle cose di sabato.
Giovanni 5:16

Gesù è portatore della salvezza di Dio nella vita e nella salute, attraverso la sua parola, ma questa parola non viene accolta da tutti: c’è chi la accoglie aprendo le porte al segno e comprendendo il suo significato e c’è invece chi, prigioniero delle proprie idee e dei propri interessi religiosi, non solo non vuole comprendere il segno ma vogliono addirittura perseguitare e allontanare Gesù.

CONCLUSIONE


Così come YHWH si è mostrato così potente da suscitare le piaghe in Egitto ma proteggere Israele dalla morte e devastazione, allo stesso modo Gesù si è rivelato come colui che ha autorità sulla malattia e la morte. 

Cristo dunque non è solo lo Sposo della Chiesa ma è anche colui che la guarisce in virtù della fede.

D’altra parte, però, chi rigetta la sua parola rigetta anche la sua guarigione e rimane sottoposto al giudizio di Dio, esattamente come il faraone durante il processo che ha portato alla liberazione dalla schiavitù egiziana il popolo di Israele. 

Ancora una volta quindi, per noi lettori del XXI secolo, c’è una buona notizia ma anche il rinnovo di un appello: aderire per fede nell’invisibile alle parole di Gesù per poter abbracciare nel modo più maturo il Regno di Dio. 

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...