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martedì 29 settembre 2015

La completa armatura di Dio (parte IV): lo scudo della fede

Egli è pieno d'orgoglio, non agisce rettamente;
ma il giusto per la sua fede vivrà.
Abacuc 2:4 

1. LO SCUDO DELLA FEDE

[...] prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno.
Efesini 6:16


In questa serie di studi biblici abbiamo già visto i primi tre elementi della completa armatura di Dio descritta dall'apostolo Paolo nella lettera agli Efesini, un'armatura "spirituale" ispirata nella sua descrizione a quella dei soldati romani. Nello specifico, abbiamo approfondito la cintura della verità, la corazza della giustizia e i calzari dello zelo dato dal vangelo della pace. Il quarto componente descritto dall'apostolo invece è proprio lo scudo della fede, necessario per spegnere tutti i dardi infuocati del maligno.

Lo scudo romano del I secolo era di forma rettangolare, e di grandezza sufficiente a coprire interamente il corpo del fante1.
Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e propria arma di attacco: l'umbone era utile per colpire i nemici, mentre il bordo, rinforzato, poteva essere utilizzato per colpi al volto. Tale sistema è significantemente descritto in alcune sculture che descrivono combattimenti gladiatori e nulla ci vieta di pensare, anzi, che lo stesso sistema fosse utilizzato dai legionari, anche per far perdere l'equilibrio al nemico, e permettere, quindi, una maggiore facilità nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio2.
Esso era quindi fondamentale ai fini del combattimento, tanto per la difesa quanto per l'attacco. Similmente, anche la fede riveste nel contesto dell'armatura di Dio uno scopo analogo, avendo una funzione di difesa dai "dardi infuocati del maligno", ma anche di attacco inteso come avanzamento dei propositi di Dio per ogni credente. Un avanzamento iniziato al momento della conversione e portato avanti per tutti i successivi giorni della propria vita. 

sabato 26 settembre 2015

Panoramica storica del cristianesimo antico (I - II sec.)

Affresco ritrovato nelle Catacombe di San Callisto, Roma. Fine II secolo.












Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra.
Atti 1:8
 
1. INTRODUZIONE
 
Comunità cristiane nel I secolo. Vedi nota 1.
L'epoca apostolica per il cristianesimo è senz'altro un'età di eccezionale importanza, ricca di eventi cruciali testimoniati in buona parte dallo stesso Nuovo Testamento. La morte e resurrezione di Cristo, la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste, la nascita della Chiesa nella realtà di Gerusalemme, i viaggi missionari di Paolo e la diffusione della fede tra i gentili... Tutto questo è descritto nei vangeli, negli Atti degli Apostoli e nelle lettere paoline, testi che sono - e sono stati - letti, studiati e meditati dai credenti di ogni epoca. Il libro degli Atti termina la sua narrazione con la prigionia romana dell'apostolo Paolo, datata intorno al 61-63 d.C.2, mentre i vangeli adattano la tradizione ricevuta dei detti di Gesù in base alle situazioni delle diverse chiese esistenti3 in un tempo di redazione stimato tra il 65 e il 90 d.C4. L'Apocalisse di Giovanni, infine, si suppone che sia stata redatta intorno al 95 d.C5. Nei decenni che intercorsero tra la nascita della Chiesa e la fine del I secolo, si sono successivamente susseguiti vari avvenimenti storici e religiosi che ne hanno condizionato lo sviluppo della liturgia, della struttura di governo e della catechesi. Tra questi è sicuramente da segnalare la distruzione di Gerusalemme perpetrata dai romani nel 70 d.C., che ha avuto come conseguenza la definitiva separazione tra i giudei e i cristiani, e l'insorgere del pensiero da parte della Chiesa di essere il Nuovo Israele scelto da Dio per sostituire l'antico, rigettato e castigato per la sua incredulità6. Mentre il tempo passava, e gradualmente si addormentavano tutti gli apostoli e i testimoni oculari degli avvenimenti evangelici, cresceva l'esigenza di strutturare meglio la Chiesa - tanto organizzativamente quanto dottrinalmente - in modo da preservare il deposito della fede che le nuove generazioni stavano ricevendo. 

martedì 22 settembre 2015

La completa armatura di Dio (parte III): per calzari, lo zelo dato dal vangelo della pace

Quanto sono belli, sui monti,
i piedi del messaggero di buone notizie,
che annuncia la pace,
che è araldo di notizie liete,
che annuncia la salvezza,
che dice a Sion:
«Il tuo Dio regna!»

Isaia 52:7

I CALZARI DELLO ZELO DATO DAL VANGELO DELLA PACE


[...] mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace [...]
Efesini 6:15  

Dopo la verità per cintura e la giustizia per corazza, l'apostolo Paolo identifica come calzari dell'armatura di Dio lo zelo dato dal vangelo della pace. Ispirato probabilmente dall'armatura dei soldati romani (la stessa che indossava il soldato di guardia durante la sua prigionia romana), egli sceglie queste immagini per istruire la chiesa di Efeso a vivere tutte queste realtà spirituali per poter resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il proprio dovere. Dalla cintura e corazza, si passa quindi direttamente ai piedi, come staccando lo sguardo dal centro dell'armatura per rivolgerlo ora alla parte terminale costituita appunto dai calzari. Per quanto possano sembrare dei componenti secondari, essi in realtà garantivano la possibilità di fare lunghe marce e raggiungere il fronte di guerra che spesso per i romani era quasi al limite del mondo conosciuto. Questa immagine è ancora una volta molto adatta, in quanto pure i cristiani hanno il comando di raggiungere tutti i popoli - fino all'estremità della terra - anche se per un motivo completamente diverso e per una guerra non contro uomini, ma contro il regno spirituale della malvagità.

Quelli dunque che erano riuniti gli domandarono: «Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?» Egli rispose loro: «Non spetta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità. Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra».
Atti 1:6-8


Se la cintura e la corazza sono elementi principalmente di sostegno e difesa, i calzari sono invece dei componenti che hanno lo scopo di rendere adatti al movimento, e quindi alla conquista. Dopo la resurrezione, i vangeli testimoniano che Gesù comandò di fare suoi discepoli tra tutti i popoli (Mt 28:16-20), e gli Atti confermano questo incarico con le parole "mi sarete testimoni...fino all'estremità della terra". Questa urgenza è stata immediatamente compresa e vissuta dalle comunità cristiane, che dopo poco tempo dalla resurrezione di Cristo raggiunsero quasi i confini dello stesso Impero romano, come appare evidente nelle seguenti immagini.




Il cristianesimo "esplose" rapidamente in tutte le terre bagnate dal Mar Mediterraneo, ma si espanse più silenziosamente anche nel Vicino ed Estremo Oriente, con simile tempestività. Abbiamo infatti testimonianze di comunità cristiane in Armenia e Georgia nei primi secoli, e successivamente Asia Centrale, India ed infine Cina nella prima metà del VII secolo1. Con la potenza dello Spirito Santo, i cristiani si sono mossi immediatamente con lo zelo dato dal vangelo della pace, in ubbidienza al comandamento di Gesù. Senza più distinzione tra Giudeo e Greco, dalla resurrezione di Cristo in poi, chiunque ha invocato il nome del Signore ha ricevuto salvezza unicamente mediante la fede in Cristo. Questa è la buona notizia: la riconciliazione dell'uomo con Dio Padre, attraverso il Figlio. Una notizia di pace che di per sé procura lo zelo necessario per la condivisione e l'annuncio. Uno zelo che Paolo conosceva molto bene.
 
Perché se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n'è imposta; e guai a me, se non evangelizzo!
[...]
Poiché, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero; con i Giudei, mi sono fatto giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge, mi sono fatto come uno che è sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge; con quelli che sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza legge (pur non essendo senza la legge di Dio, ma essendo sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge. Con i deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni. E faccio tutto per il vangelo, al fine di esserne partecipe insieme ad altri.
1Corinzi 9:16/19-23 

Al fine di partecipare al vangelo insieme ad altri, Paolo ha sofferto lapidazioni, naufragi, percosse, pericoli per le strade, veglie, fame e sete, freddo, nudità, preoccupazioni (2 Cor 11). Tutto al fine di condividere con altri il privilegio della pace con Dio, cercando di portare alla salvezza quante più persone possibili, di quanti più gruppi (etnici/sociali) possibili. Questo è lo zelo che raccomanda agli efesini di calzare. E, in quanto lettera nel canone neotestamentario, questo è lo zelo che il Signore stesso raccomanda ad ogni suo figlio e ad ogni sua figlia di calzare. C'è chi, forte di una conoscenza storica, vede questa missione già interamente realizzata, mancando nella comprensione dell'eterna Parola di Dio. Certo, la Chiesa in duemila anni di storia ha raggiunto le estremità del mondo, ma ha anche visto il suo messaggio originario contaminarsi dalla comodità, dalla sete di potere, dal tradizionalismo e dalle correnti filosofiche secolari. Purtroppo, come è successo a Israele (Ro 10:2), anche alla Chiesa visibile può accadere di avere zelo per Dio ma senza una conoscenza esperienziale. E questo zelo senza conoscenza, non è sano. Non è il genuino zelo dato unicamente dal vangelo della pace. 

No, la missione non è conclusa, perché la nascita di ogni nuova generazione rinnova l'urgenza dell'annuncio con la potenza dello Spirito Santo. La missione non è conclusa perché folle di cristiani nominali non hanno ancora avuto la possibilità di comprendere il messaggio della salvezza e vivere la realtà della pace con Dio. La missione non è conclusa perché in cinquanta Paesi del mondo, i cristiani sono perseguitati, arrivando all'assurda cifra di 50-70.000 cristiani internati nei campi di concentramento nella sola Corea del Nord2. La missione non è conclusa perché "Ecclesia semper reformanda est", ossia la Chiesa ha sempre bisogno di essere riformata specchiandosi nella Parola di Dio per correggersi continuamente, e vivere in modo sempre più pieno il vangelo di Dio. Oggi, nel XXI secolo, il mondo ha ancora un disperato bisogno di ascoltare l'annuncio del vangelo per ravvedersi e seguire Cristo; e la Chiesa ha un disperato bisogno di trasformarsi mediante il rinnovamento della propria mente al fine di conoscere per esperienza quale sia la buona, gradita e perfetta volontà di Dio (Rom 12:2).

Senza i calzari, i soldati romani potevano solo restare immobili, o camminare ferendosi i piedi. Senza lo zelo dato dal vangelo della pace, i cristiani possono solo restare immobili (senza aver alcuna influenza nella società e nelle proprie relazioni) oppure camminare e ferirsi a causa della fonte delle loro attività: azioni che non scaturiscono dal vangelo ma dal proprio orgoglio, attivismo, senso di inadeguatezza, etc. 

Riconoscete che il SIGNORE è Dio;
è lui che ci ha fatti, e noi siamo suoi;
siamo suo popolo e gregge di cui egli ha cura.

Salmo 100:3


Ogni credente (e ogni persona, in generale) ha il bisogno di fermarsi. Riconoscere anche oggi, in questo momento, che il Signore è Dio. Riconoscere che è lui che ci ha fatti e che noi siamo suoi. Noi, la Chiesa eletta unita all'Israele eletto, siamo il suo popolo e gregge di cui egli ha cura. Il Signore ha cura di noi, e persino i capelli del nostro capo sono contati (Mat 10:30). Per questo motivo, sostenuti dalla sua verità e protetti con la sua giustizia, possiamo e dobbiamo marciare nella guerra contro le forze spirituali della malvagità, indossare i calzari dello zelo dato dal vangelo della pace e predicare la Parola di Dio partendo dalle persone che ci stanno più vicine per raggiungere infine le più lontane. Fino all'estremità della terra. 

Note:
[1] Robert Louis Wilken, I primi mille anni, Ed. Einaudi, pp. 260-280.
[2] https://www.porteaperteitalia.org/persecuzione/_wwlist/ 

martedì 15 settembre 2015

La completa armatura di Dio (parte II): la corazza della giustizia

Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto;
per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti,
si caricherà egli stesso delle loro iniquità.  
Isaia 53:11 
 
 LA CORAZZA DELLA GIUSTIZIA



Efesini 6:14b [...] rivestitevi della corazza della giustizia [...]

Lo scorso studio introduttivo si è avvicinato alla lettera agli Efesini a partire dal contesto storico, e dalla circostanza che ha portato alla sua redazione. Ha inoltre approfondito il senso generale della completa armatura di Dio descritta da Paolo, riconoscendone l'ispirazione nell'immagine dell'armatura indossata dai soldati romani, soffermandosi in particolare sulla "verità per cintura". 

Dopo di essa, in questo brano Paolo introduce un altro componente di questa ideale armatura: la corazza della giustizia. Se il cinturone romano aveva prevalentemente uno scopo di sostegno, la corazza serviva invece per proteggere il busto e i delicati organi interni del soldato. Perforare la corazza significava quasi sicuramente uccidere il suo portatore, pertanto dalla sua solidità dipendeva davvero la vita o la morte durante la battaglia. Sicuramente le forze spirituali della malvagità cercano in ogni modo di violare questa protezione per vincere i credenti, e per questo motivo è necessario comprendere bene di chi sia questa giustizia e cosa sia in effetti. 

Ma ciò che per me era un guadagno, l'ho considerato come un danno, a causa di Cristo. Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede.
Filippesi 3:7-9

L'apostolo Paolo considerava ogni merito religioso e umano come spazzatura al fine di guadagnare Cristo, ossia al fine di ricevere per fede la giustizia stessa del Signore. Paolo aveva ben compreso che la propria giustizia non sarebbe mai stata sufficiente ad elevarlo al livello richiesto da Dio, proprio per questo infatti era stato necessario il sacrificio di Cristo. Un sacrificio sostitutorio, per una giustizia altrui (ossia di Gesù Cristo) imputata (non impartita) grazie a questo presupposto "legale" ad ogni singolo credente. Questa verità dottrinale è stata riscoperta soprattutto da Lutero durante la Riforma Protestante. La corazza della giustizia dunque, è lo "stato di giustizia" che il Signore dona ad ogni suo figlio nel momento della conversione e nuova nascita. La corazza della giustizia è l'impenetrabile e perfetta giustizia di Cristo, la giustizia dell'unico uomo senza peccato, che ha vissuto sulla terra in ubbidienza al Padre fino alla morte di croce.

Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. 
1Pietro 3:18a

Con queste riflessioni, possiamo ora comprendere meglio il piano perfetto del Signore nel donare ai suoi figli tutti gli strumenti necessari per combattere il buon combattimento della fede e restare in piedi nel giorno malvagio, per riuscire ad arrivare in modo certo, infine, alla via della resurrezione aperta da Gesù. Per quanto le gerarchie demoniache cerchino di insinuare nei cristiani il pensiero di non essere sufficientemente santi o giusti per Dio - con la volontà di demolire la loro vita - la corazza della giustizia di Cristo posta a protezione del loro intimo essere (cuore, polmoni, etc.) non può che risultare impenetrabile e inviolabile sotto ogni punto di vista. Lo stato di giustizia dei cristiani è inattaccabile proprio perché non è loro ma di Gesù Cristo. 

In ogni cristiano, peccato e giustizia quindi coesistono, anche se il percorso di santificazione porta ad afferrare personalmente sempre di più, giorno dopo giorno, la realtà di giustizia imputata all'inizio. 

E ora, figlioli, rimanete in lui [nel Figlio] affinché, quand'egli apparirà, possiamo aver fiducia e alla sua venuta non siamo costretti a ritirarci da lui, coperti di vergogna. Se sapete che egli è giusto, sappiate che anche tutti quelli che praticano la giustizia sono nati da lui.
1Giovanni 2:28,29 

Rimanendo in Cristo, siamo protetti dalla sua giustizia e sostenuti per far crescere in noi una giustizia simile, fino a raggiungere la sua perfetta statura, l'unità della fede, la piena conoscenza del Figlio di Dio  (Ef 4:13). Possiamo immaginare quindi una corazza ricevuta in dono, che rimane nostra, ma che nel tempo produce un ulteriore strato interno che si sviluppa fino a divenire una copia di quella originale. Se la sacralità dell'Antico Testamento portava alla morte di ciò che era impuro o profano, la santità di Cristo in questa nuova alleanza porta invece a divenire santo (ad essere fecondato, irradiato di santità) tutto ciò che originariamente non lo è. La santità di Dio e il suo amore, sono gli aspetti che portano a maturità e santità la Chiesa. Ricevendo amore, si cresce nell'amore; ricevendo giustizia, si cresce nella giustizia. Un principio spirituale perfetto e invincibile. 

CONCLUSIONE 

Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo.
Galati 3:27


Il primo componente della completa armatura di Dio, è la cintura della verità. La verità biblica è quella che definisce l'identità del cristiano, sorreggendo ogni altra realtà spirituale. La Verità però è anche la persona di Gesù Cristo, e in ultima analisi, l'attitudine di sincerità che sviluppa ogni figlio di Dio. In modo molto simile, la corazza della giustizia rappresenta prima di tutto la giustizia di Cristo imputata al credente, e in un secondo momento la giustizia che il credente sviluppa proprio perché resta in lui, crescendo a sua somiglianza. Rivestiti di Cristo, i credenti traggono da lui la potenza spirituale per crescere sempre di più, fino ad arrivare alla sua perfetta statura. Non possiamo che restare meravigliati di fronte alle perfette caratteristiche di questa "completa armatura". Un'armatura che non solo compie infallibilmente il proprio dovere, ma anche che fortifica il portatore, in modo sempre più saldo, per prepararlo alla vita eterna.

martedì 1 settembre 2015

La completa armatura di Dio (parte I): la verità per cintura

Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento,
e il tuo cuore custodisca i miei comandamenti, 

perché ti procureranno lunghi giorni,
anni di vita e di prosperità.

Bontà e verità non ti abbandonino;
legatele al collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore;
troverai così grazia e buon senso
agli occhi di Dio e degli uomini.

Proverbi 3:1-4 

1. LA LETTERA AGLI EFESINI 

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, ai santi che sono in Efeso e ai fedeli in Cristo Gesù. Grazia a voi e pace da Dio, nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo.
Efesini 1:1-2

Il libro degli Atti degli Apostoli (c.19) riporta che l'apostolo Paolo, durante il suo terzo viaggio missionario, raggiunse la città di Efeso. Qui egli trovò dei discepoli battezzati con il battesimo di Giovanni, ai quali predicò Cristo e impose le mani affinché potessero ricevere lo Spirito Santo. Paolo si fermò ad Efeso due anni e tre mesi intorno a metà degli anni 50 del I secolo.

Secondo la tradizione cristiana, la lettera agli Efesini fu scritta qualche anno più tardi, durante la prigionia di Paolo a Roma nel 60-62 d.C.:

E Paolo rimase due anni interi in una casa da lui presa in affitto, e riceveva tutti quelli che venivano a trovarlo, proclamando il regno di Dio e insegnando le cose relative al Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.
Atti 28:30-31 

In due diversi momenti della lettera infatti (3:1 e 4:1), Paolo si definisce "prigioniero di Cristo" o "del Signore". Non essendoci particolari crisi o motivi per cui scrivere questa missiva, essa sembrerebbe redatta con l'intento di riprendere quanto già detto nella lettera ai Colossesi, ampliando però alcuni aspetti, come per esempio l'ecclesiologia1. Alla fine della lettera (6:21), apprendiamo che il collaboratore Tichico era stato destinato a far recapitare il documento alla comunità di Efeso, in accordo con quanto leggiamo anche nella seconda lettera a Timoteo:

2Timoteo 4:12 Tichico l'ho mandato a Efeso. 

La paternità paolina della lettera agli Efesini (assieme a quella ai Colossesi) non è mai stata messa in discussione fino a metà del XVIII secolo, quando iniziarono a sorgere una serie di obiezioni circa la sua autenticità2. Attualmente la questione rimane ancora aperta, dividendo di fatto i moderni esegeti tra coloro che sostengono la pseudoepigrafia della lettera e coloro che sostengono sia più probabile la sua autenticità3. Il presente studio si svilupperà allineandosi con quest'ultima posizione.  

2. LA COMPLETA ARMATURA DI DIO 

Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.
Efesini 6:10-13

L'esortazione finale della lettera si compone di una prima parte di stampo apocalittico e piuttosto nuova (6:10-17) e di una seconda parte che invita a pregare (6:18-20), fortemente affine a Col. 4:2-44. Questa prima parte riguarda quella che Paolo chiama "la completa armatura di Dio", associabile probabilmente alle "armi della luce" da lui accennate nella lettera ai Romani (13:12). La vita cristiana è una vita di combattimento spirituale, in quanto immersa in un mondo di tenebre influenzato dalle forze spirituali della malvagità, e per restare in piedi dopo aver compiuto il proprio dovere è necessario vestire questa armatura. Questa consapevolezza e linea d'azione, sono fondamentali per il successo della missione cristiana. Nei versetti successivi a questo brano, vengono elencati i componenti di questa armatura, che riprendono l'immagine delle armi dei soldati romani5. Come apprendiamo dagli Atti stessi, la prigionia di Paolo a Roma consisteva in una forma di detenzione domiciliare: egli infatti viveva in una casa presa in affitto (28:30), convivendo con un soldato di guardia (28:16). Possiamo immaginare, se questa circostanza tradizionale di redazione fosse confermata, che proprio dalla costante presenza del soldato, l'apostolo possa aver preso ispirazione per la sua descrizione. Una descrizione semplice ed efficace degli aspetti spirituali da conoscere e vivere per combattere la guerra contro i malvagi esponenti spirituali di questo mondo di tenebre. Mentre i romani conquistavano e governavano territori immensi, l'apostolo Paolo pensava alla Chiesa, e a come istruire i credenti che conobbe ad Efeso ad un combattimento differente, un combattimento destinato a tutti coloro che hanno una cittadinanza non romana, ma celeste (Fil 3:20). 

3. LA VERITA' PER CINTURA 

Efesini 6:14a State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi [...]

I componenti della completa armatura di Dio non rappresentano lo scopo ultimo della vita cristiana, ma piuttosto gli strumenti necessari per restare in piedi dopo aver compiuto tutto il proprio dovere. Ne consegue che è possibile cercare di compiere il proprio dovere senza vivere questi aspetti spirituali, ma non si sa se sia possibile restare in piedi dopo averlo compiuto. L'apostolo Paolo era un uomo molto disciplinato, che viveva rigidamente per evitare di essere squalificato dopo aver predicato a molti (1 Co 9:27), sapendo che ogni sua caduta sarebbe stata utilizzata da Satana per distruggere lui, bestemmiare Dio e scandalizzare la Chiesa. E tutto questo non era accettabile. Il suo apostolato, ricevuto non per mezzo di uomini ma per mezzo di Gesù Cristo e Dio Padre (Gal 1:1), necessitava di essere svolto in modo irreprensibile ed efficiente per amore degli eletti, affinché anch'essi potessero conseguire la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna (2 Tim 2:10). La risolutezza e il sacrificio necessari, erano paragonabili a quelli di un soldato, un atleta o un lavoratore (2 Tim 2:4-6), ma se in questi casi quello che faceva la differenza era la sola abnegazione dell'individuo, nel suo (e nel nostro) caso questo aspetto doveva (e deve ancora oggi) essere vissuto per mezzo della fede nella grazia di Dio, sostenuto dall'amore del Padre sparso nei cuori mediante lo Spirito Santo (Ro 5:1-5), al fine di faticare non tanto con forze umane ma con la grazia di Dio in sé (1 Co 15:10). 

Con questa attitudine, egli raccomanda agli efesini di restare saldi, prendendo prima di tutto per i loro fianchi la cintura della verità. Questo è il primo strumento spirituale, la prima arma della luce che Paolo descrive. Nell'armatura romana, il cinturone sorreggeva il fodero del pugnale ed era ricoperto con placche di bronzo o stagno6. Analogamente, per ogni cristiano la verità è proprio ciò che sostiene ogni altro aspetto spirituale, essendone il presupposto fondamentale. La verità è ciò che divide la realtà dall'apparenza, ed è arrivata in modo completo grazie a Gesù Cristo (Gv 1:17). Egli è il Veritiero (Ap 3:14, 19:11), e durante tutto il suo ministero terreno (descritto nei vangeli) ha presentato le verità più profonde circa l'uomo, Dio, il regno di Dio ed il futuro ultimo di ogni cosa. Per questo, prima di insegnare, Gesù iniziava ogni frase con l'espressione "in verità", traduzione del termine ebraico "amen". La fede cristiana si appoggia quindi su Cristo stesso, come "via, verità e vita" (Gv 14:6) , e di conseguenza sui suoi insegnamenti, oltre che sulla sua morte e resurrezione. Gesù è la verità, le sue parole sono verità, e tanto lui quanto i suoi insegnamenti sostengono ogni credente proprio come il cinturone romano sosteneva le armi e le protezioni dei soldati al tempo dell'apostolo Paolo. 

Sicuramente, la cintura della verità rappresenta anche l'attitudine di sincerità con cui deve vivere ogni cristiano. L'amore gioisce con la verità (1 Co 13:6), ed è impossibile camminare nell'amore di Dio e contemporaneamente essere bugiardi. La sincerità procura una coscienza pura, il primo requisito per il servizio cristiano, necessario per piacere a colui che scruta le reni e i cuori (Ap 2:23). Ma la sincerità non è solo un requisito importante per il Signore, infatti lo è anche per la Chiesa nel suo insieme, in quanto corpo di Cristo:

Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri.
Efesini 4:25 

Siamo membra gli uni degli altri, e mentire, sarebbe di danno reciproco. Siamo membra gli uni degli altri e per avanzare, per combattere questa guerra spirituale, è necessario essere uniti e compatti, proprio come le coorti romane. 


Note:

[1] Jordi Sanchez Bosh, Scritti paolini, Ed. Paideia, cit. p. 328
[2] Id., Ibid., cit. p. 341.
[3] Id., Ibid.
[4] Id., Ibid., cit. p. 340. 
[5] Brown Raymond E., Fitzmyer Joseph A., Murphy Roland E., Grande commentario biblico Queriniana, Ed. Queriniana, cit. p. 1282.
[6] http://avalonceltic.com/armatura_romana.htm
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