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giovedì 1 gennaio 2015

La casa della saggezza e la casa della follia


LA CASA DELLA SAGGEZZA



 La saggezza ha fabbricato la sua casa,
ha lavorato le sue colonne, in numero di sette;

ha ammazzato i suoi animali,
ha preparato il suo vino,
e ha anche apparecchiato la sua mensa.
Ha mandato fuori le sue ancelle;
dall'alto dei luoghi elevati della città essa chiama:
«Chi è sciocco venga qua!»
A quelli che sono privi di senno dice:
«Venite, mangiate il mio pane
e bevete il vino che ho preparato!»
 
Proverbi 9:1-5

I primi nove capitoli del libro biblico di Proverbi sono il prologo dell'intera opera, il grande atrio di ingresso della casa della saggezza, costituita dall'opera letteraria nel suo insieme. Questa casa ha sette colonne, numero indicante la perfezione, e ospita al suo interno un imponente banchetto. L'immagine descritta nei versetti che abbiamo appena letto, richiama alla mente il celebre oracolo profetico di Isaia:

Il SIGNORE degli eserciti preparerà per tutti i popoli su questo monte
un convito di cibi succulenti,
un convito di vini vecchi,
di cibi pieni di midollo,
di vini vecchi raffinati.

Isaia 25:6 

Così come gli anziani di Israele mangiarono e bevvero sul monte Sinai infatti (Es. 24:9-11), allo stesso modo tutti i popoli potranno mangiare e bere sul monte Sion. In entrambi i casi, anzi in tutti e tre i casi, il padrone di casa è il Signore stesso. Infatti il principio della scienza è il timore del Signore (Pr. 1:7), e solo da questo punto è possibile continuare il proprio percorso di crescita spirituale e sapienziale. Nel Nuovo Testamento abbiamo una ripresa di questa simbologia nella parabola del gran convito, ma anche nell'ultima cena (Lc. 22:19,20) e nell'escatologica cena delle nozze dell'Agnello (Ap. 19:9). Il pasto è sempre stato un'immagine di intimità, alleanza e comunione e l'intera Scrittura testimonia la volontà del Signore di avere l'uomo come proprio commensale, a casa sua. Il celebre c. 8 di Proverbi descrive la saggezza come stabilità fin dall'eternità, assieme al Signore al principio dei suoi atti; secondo una prospettiva che presto ha identificato in essa un'emanazione di Dio, che nell'ottica cristiana è stata individuata in Gesù Cristo (Gv 1; 1 Cor. 1:24). Cristo è la sapienza di Dio, contrapposta alla sapienza di questo mondo, per la quale il Signore stesso giura di intervenire con lo scopo di svergognarla ed annientarla (1 Cor. 1:19). Le ancelle della saggezza gridano dai luoghi più elevati della città, invitando gli sciocchi e tutti coloro che sono privi di senno ad accostarsi alla tavola per mangiare il cibo e bere il vino che è stato preparato, nutrendosi gratuitamente nella sua casa. Il DeuteroIsaia, nel capitolo 55 riproporrà il banchetto del capitolo 25, specificando proprio la natura gratuita del pasto succulento. Così come l'aver mangiato il frutto della conoscenza del bene e del male ha interdetto l'umanità dalla presenza di Dio, accettare il suo invito e mangiare alla sua tavola significa tornare a Lui, accettando il sacrificio di Cristo e dimorando nelle sue parole. Il pasto nella casa della saggezza è composto dalla carne della dottrina e dal vino della sapienza di Dio, gli unici elementi che sono costituiti dalla Parola del Creatore; in altri termini, esso consiste nel libro stesso dei Proverbi e in senso lato nell'intera Bibbia. Ognuno di noi, proprio come Giosuè, è chiamato dal Signore a meditare la sua parola giorno e notte, avendo cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto. Questo non per una legge magica, ma per un'ubbidienza viscerale causata dall'amore per il nostro Signore. Leggere, meditare, dimorare nella Parola di Dio porta a vivere nel modo più corretto tanto i successi quanto le difficoltà, maturando l'abitudine di trovare la nostra gioia, la nostra speranza ed il nostro futuro non in noi stessi ma nella casa eterna della Parola di Dio. La fonte della vita e l'inizio dell'eternità.

Salmo 27:4 Una cosa ho chiesto al SIGNORE,
e quella ricerco:
abitare nella casa del SIGNORE tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del SIGNORE,
e meditare nel suo tempio. 

La casa della saggezza però non è l'unica casa che possiamo trovare. Esiste infatti un'altra casa, una dimora particolarmente pericolosa, che non manca di provocare con il suo fascino nella speranza di sedurre più persone possibili. 

LA CASA DELLA FOLLIA



La follia è una donna turbolenta,
sciocca, che non sa nulla.
Siede alla porta di casa,
sopra una sedia, nei luoghi elevati della città,
per chiamare quelli che passano per la via,
che vanno diritti per la loro strada, dicendo:
«Chi è sciocco venga qua!»
E a chi è privo di senno dice:
«Le acque rubate sono dolci,
il pane mangiato di nascosto è delizioso».
Ma egli non sa che là sono i defunti,
che i suoi convitati giacciono in fondo al soggiorno dei morti.

Proverbi 9:13-18

Uscendo dalla casa della saggezza, all'altro capo della via troviamo un'altra casa, abitata questa volta dalla follia. Essa viene descritta come una donna sempre inquieta e in tumulto (hâmâh), stupida (pethayûth), che conosce (yâda‛) nulla (bal). Di per sé non è sicuramente affascinante, ma sedendosi alla porta di casa sua, cerca di sedurre i passanti con la proposta di azioni illecite ma gratificanti. Perché affaticarsi nell'andare al pozzo per prendere l'acqua, quando ci si può dissetare immediatamente rubandola? Perché dedicarsi a lavorare il grano quando si può rubare del pane caldo appena sfornato? E' evidente che questi comportamenti in sé sono stupidi: danneggiano la stessa collettività che potrebbe spontaneamente aiutarci nel momento della vera difficoltà. Compromette la nostra posizione sociale oltre che la nostra coscienza e la nostra moralità. Sul momento però, sono soluzioni facili, sono soluzioni "dolci". Questo è lo stile di vita della propria soddisfazione "qui e ora", senza alcun pensiero al nostro futuro e al futuro della nostra famiglia. Per tale motivo, per quanto le persone sedotte non se ne accorgano al momento, la casa della follia è abitata soltanto da morti. Tutti coloro che entrano sono destinati alla morte, se non scappano in tempo. Questi versetti presentano solo alcuni esempi delle seduzioni della follia, ma di sicuro esse non si limitano soltanto al rubare. Il sesso extraconiugale, l'amore per il denaro, la ricerca di soluzioni nella magia e nell'occulto, la manipolazione psicologica, scappare da tutte le persone che non sono d'accordo con noi trovandoci alla fine da soli....Queste e molte altre sono le seduzioni che giorno e notte vengono gridate nelle piazze e nelle vie dalla follia. Inviti a risolvere ogni problema in modo facile ed immediato, scappando dalle proprie responsabilità e da ciò che ci rende uomini e donne adulti, per diventare dei grotteschi bambini perversi. Una forma raffinata di autodistruzione, ben confezionata e alla portata di tutti. Una gustosa caramella mortale. 

CONCLUSIONI




"Il timore del SIGNORE è il principio della scienza;
gli stolti disprezzano la saggezza e l'istruzione."
(Salomone)

Ogni persona, camminando quotidianamente per le vie della sua vita, è costantemente richiamata da queste due voci: la voce della saggezza di Dio e la voce della follia. L'esortazione al ravvedimento e alla partecipazione al banchetto della Parola del Signore da una parte, e dall'altra la soluzione immediata dei propri problemi in modo facile e illecito. Fin dall'alba dei tempi, queste due case presiedono i due incroci più importanti della storia, svolgendo il compito che è stato loro assegnato. Il compito di condurre alla saggezza, e il compito di condurre alla follia; il compito di condurre alla vita, e il compito di condurre alla morte. Molti sono entrati nella prima casa, e moltissimi nella seconda. Alcuni sono riusciti a scappare dalla casa della follia, ma un gran numero di persone è morta al suo interno. Queste immagini possono sembrare astratte, ma implicano due stili di vita concretamente molto differenti: diversi nelle piccole scelte quotidiane di tutti i giorni, diversi nei caratteri che scegliamo di avere. In ogni caso e in ogni momento, comunque, la porta di casa della saggezza rimane sempre aperta grazie al grande dono del pentimento e del ravvedimento. L'ultima seduzione della follia, nel momento in cui le sue vittime si rendono conto di quello che hanno fatto, è quella del volontario suicidio sociale, intellettuale, e persino fisico. Questo è l'ultimo passo della via che porta alla distruzione, un passo ammantato di (falsa) giustizia per il sentimento che può sorgere di risarcire i torti commessi con la propria morte. Ma la propria morte non potrà mai ripagare gli sbagli commessi. Essi possono essere riscattati soltanto con la vita: una vita da questo momento in poi consacrata alla saggezza di Dio, una vita da vivere nella fede del Figlio di Dio che ci ha amato e ha dato sé stesso per noi (Gal 2:20). Giuda dopo aver tradito Gesù, è scivolato ancora più in profondità nella casa della follia, fino al punto di impiccarsi. Pietro invece, dopo aver rinnegato per tre volte Gesù, si è ravveduto ed è potuto diventare una delle colonne della Chiesa. La porta di casa della saggezza è sempre aperta, e le sue ancelle stanno invitando le persone anche in questo momento. Non ci resta che ascoltare questo benedetto invito, ed entrare nella casa della vita. 

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