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mercoledì 12 novembre 2014

Le sette lettere dell'Apocalisse (parte VI): la chiesa di Filadelfia

«All'angelo della chiesa di Filadelfia scrivi:
Queste cose dice il Santo, il Veritiero, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre:
"Io conosco le tue opere. Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. Ecco, ti do alcuni della sinagoga di Satana, i quali dicono di essere Giudei e non lo sono, ma mentono; ecco, io li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi per riconoscere che io ti ho amato. Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza, anch'io ti preserverò dall'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. Io vengo presto; tieni fermamente quello che hai, perché nessuno ti tolga la tua corona. Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio (la nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio) e il mio nuovo nome. Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese".
Apocalisse 3:7-13 
1.INTRODUZIONE
Filadelfia è una città dell'odierna Turchia, conosciuta al giorno d'oggi con il nome di AlaşehirDista circa 50 km dalla città di Sardi, la cui chiesa è destinataria della precedente lettera, presente sempre nel terzo capitolo dell'Apocalisse. Sardi purtroppo è stata distrutta definitivamente nel 1402 d.C., ma Filadelfia continua ad esistere, anche se con un nome differente. Essa è stata fondata nel 189/190 a.C. dal re di Pergamo, Attalo II (conosciuto anche come Eumene II Sotere). La relativa chiesa invece è probabilmente nata grazie al ministero dell'apostolo Paolo, durante il suo soggiorno nella vicina Efeso (Atti 19:10). Come abbiamo visto negli studi dedicati alle precedenti lettere, la successione delle sette chiese destinatarie delle relative missive dei capitoli 2 e 3 dell'Apocalisse, può alludere ad un ipotetico (o reale) viaggio apostolico di Giovanni nell'Asia minore, partendo da Efeso e terminando il percorso a Laodicea. 

All'inizio di questo libro biblico, Gesù Cristo appare a Giovanni in mezzo a sette candelabri d'oro, che vengono identificati con le sette chiese destinatarie delle sette lettere (cfr. 1:20). Tutto questo succede mentre l'apostolo si trovava in prigionia nell'isola di Patmos (1:9), e porta a pensare ad una rivelazione specifica legata alla condizione spirituale della regione nella quale Giovanni si era stabilito. Sebbene i capitoli successivi coinvolgano molti altri elementi, alcune interpretazioni (nel dettaglio: quella preterista e quella futurista) vedono in questi due capitoli delle parole legate al contesto storico della fine del I secolo, considerando quindi i brani in modo letterale. Del resto, se l'apostolo Paolo affermava di ricevere delle chiare indicazioni dallo Spirito Santo e dal Signore Gesù in relazione all'opera in un determinato territorio (cfr. Atti 16:6, Atti 16:9, Atti 18:9 e ss., Atti 20:23), è assolutamente probabile dal punto di vista teologico e spirituale che anche altri apostoli avessero delle indicazioni - più o meno dettagliate - di questo tipo. 

Tutte le lettere seguono lo stesso schema:

- Presentazione di Cristo in accordo con la condizione della chiesa
- Riconoscimento degli aspetti positivi
- Condanna di quelli negativi
- Correzione, esortazione a risolvere i problemi
- Promessa e incoraggiamento a perseverare.

La varietà delle condizioni comunitarie e il loro numero (il sette, biblicamente correlato alla perfezione) ha fatto pensare ad alcuni studiosi che i messaggi fossero in realtà diretti alle chiese di ogni tempo, oppure alla Chiesa universale nelle varie epoche della storia dell'umanità. Queste visioni rappresentano rispettivamente l'interpretazione idealista e quella storica. C'è da dire in ogni caso che chiunque ritenga l'intera Bibbia come infallibile parola di Dio, non può fare altro che riconoscere la storicità dei suoi testi, ma anche l'eterna validità spirituale dei messaggi contenuti, applicabili quindi in qualsiasi età e di beneficio di qualsiasi persona. 


2.LA CHIESA DI FILADELFIA
Alla chiesa di Filadelfia, il Signore si presenta come il Santo ed il Veritiero, come colui che ha la chiave di Davide. Quest'ultima è una citazione di Isaia 22:22, dove un oracolo associa per volontà divina la chiave di Davide al prefetto Eliachim, che in questo modo veniva investito dell'autorità di ammettere o allontanare le persone dalla presenza del re di Giuda. Cristo quindi si presenta alla comunità come colui che ha l'autorità di ammettere ed allontanare chi vuole dal suo regno davidico. Questo, per infondere una maggiore consapevolezza alla chiesa circa la sua chiamata ad entrare per un'importante porta, aperta a causa della grande fedeltà di questi credenti. Questa porta può rappresentare l'ingresso nel regno, oppure un'opportunità di servizio. Un ulteriore premio e dimostrazione di amore da parte del Signore, riguarda la promessa di concessione di "alcuni della sinagoga di Satana". Questa espressione ricorre anche nella precedente lettera alla chiesa di Smirne e si riferisce ai giudei che hanno rinnegato Cristo e perseguitato la chiesa. Dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme infatti, i rapporti tra cristianesimo e giudaismo diventarono molto più tesi, e questi ultimi inserirono nelle loro celebrazioni la Birkat Ha Minim, un anatema (ossia, una maledizione) rivolta a tutti gli eretici, tra cui i cristiani stessi. I credenti di Filadelfia avevano sopportato fedelmente ogni difficoltà, e per questo motivo il Signore promette che i loro detrattori verranno a prostrarsi ai loro piedi, probabilmente in seguito alla conversione. A seguire, troviamo la promessa di preservazione dall'ora della tentazione. Questo tempo di tentazione per il mondo intero viene associato alla tribolazione: ossia al periodo di sette anni che precederà l'avvento di Cristo e l'instaurazione del suo regno. La tribolazione per molti coincide con le descrizioni dell'Apocalisse presenti nei capitoli dal sei al diciannove, profetizzati dall''Antico Testamento come la settantesima settimana di Daniele. La seconda metà di questo periodo è chiamata grande tribolazione (cfr. Mt 24:21), e vede peggiorare drammaticamente ogni situazione prima del ritorno di Gesù al termine di questo tempo. L'interpretazione storica dell'Apocalisse individua nella chiesa di Filadelfia la Chiesa universale che va dal 1750 d.C. al periodo del rapimento, quando secondo questa dottrina essa sarà preservata dal periodo della tribolazione. L'esortazione e la sfida è quella di mantenere fermamente quello che la chiesa aveva, aspettando il Signore. La promessa finale invece è per i vincitori (coloro che si mantengono fedeli) quella di essere una colonna nel tempio di Dio e ricevere il nome di Dio, il nome della città di Dio ed il nome di Gesù Cristo. Nelle Scritture i nomi delle persone sono molto frequentemente nomi profetici che descrivono il destino della persona stessa. A partire dai patriarchi di Israele, quasi tutti gli uomini e le donne che hanno incontrato Dio hanno avuto da Lui un nuovo nome, proprio per evidenziare come fosse cambiata la loro vita ed il loro destino. Per i credenti di Filadelfia quindi, ricevere il nome di Dio, il nome della Nuova Gerusalemme e il nome di Cristo significava ricevere un nuovo destino e vivere eternamente con Dio ed in Dio. La promessa seguendo lo schema ripreso in tutte le lettere precedenti, si conclude con l'esortazione: chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

3.LA LETTERA DI IGNAZIO DI ANTIOCHIA
Nei primi anni del II secolo d.C., quindi verosimilmente tra i dieci e i venti anni dopo la lettera presente nell'Apocalisse, il vescovo di Antiochia fu condannato ad essere dato in pasto alle belve. Imprigionato in Siria fu quindi condotto per un lungo viaggio verso Roma. In questo viaggio ebbe modo di scrivere sette lettere, di cui una indirizzata proprio alla chiesa di Filadelfia. Dalla lettera appare una chiesa ben salda, degna dei riconoscimenti di Cristo che abbiamo appena approfondito. Ignazio descrive la comunità come "ricolma di gioia grazie alla passione del Signore nostro, senza divisioni e, nella sua resurrezione, pienamente consapevole di ogni dono di misericordia". Successivamente elogia il loro vescovo, riconoscendo la sua disposizione verso Dio come virtuosa e perfetta; ed esorta a fuggire dalle divisioni e dagli insegnamenti dei giudei. Un tema centrale sembra essere quello di preservare l'unità con i ministri della chiesa (vescovo, anziani e diaconi) e sottolineare la superiorità del Vangelo rispetto all'Antico Testamento. Riflettendo su questi indizi, si potrebbe anche pensare che la comunità avesse in quel tempo una buona componente di origine giudaica, che pur evitando di influenzare direttamente in modo negativo gli altri fratelli manteneva un certo legame con le proprie origini, generando una discreta confusione. Questo fatto confermerebbe il compimento della promessa di Cristo nella lettera dell'Apocalisse (li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi), costituendo un importante collegamento tra i due documenti epistolari. In seguito a questa lettera non abbiamo più molte informazioni sulla chiesa di Filadelfia, ma la sua fama e la promessa di essere una colonna del tempio di Dio si sono diffuse in tutto il mondo e in ogni generazione di cristiani, proprio grazie al prezioso libro dell'Apocalisse, sigillo conclusivo dei libri canonici, ritenuti da tutta la cristianità come "infallibile parola di Dio".  

4.CONCLUSIONE
Pur possedendo uno schema comune, le sette lettere dell'Apocalisse rispondono in modo profondamente personale alle situazioni che coinvolgevano le rispettive chiese. La fedeltà di questi credenti è entrata a pieno titolo nell'immaginario dei cristiani di ogni età, tanto che anche al giorno d'oggi parecchie comunità locali si chiamano "Filadelfia" proprio in loro onore. Questa lettera inoltre possiede una grande importanza ai fini dell'escatologia, costituendo un importante indizio per la dottrina pre-tribolazionista, che vede precedere il rapimento della Chiesa rispetto alla tribolazione (ti preserverò dall'ora della tentazione). La conclusione stessa poi, con la promessa di diventare colonna del tempio di Dio e di ricevere i tre nomi, portano a compimento il valore di questa chiesa così speciale, che tanto ha sofferto ma che tanto sarà premiata, per la misericordia e l'amore del nostro Signore.

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