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venerdì 21 novembre 2014

Il regime satanico (parte IV): la risposta di Dio nella Chiesa nascente

ATTENZIONE: Questo è uno studio strutturato in più parti. Nell'introduzione verrà fatto un breve riassunto delle considerazioni precedenti. Tuttavia, se non hai letto i primi tre studi e vuoi leggerli dall'inizio, puoi trovarli nei seguenti collegamenti:

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Per leggere la terza parte, CLICCA QUI.

1.INTRODUZIONE
L'impero babilonese, medo-persiano, macedone, ed infine quello romano, sono stati protagonisti di un importante sogno profetico avuto da Nabucodonosor e interpretato da Daniele. Nel sogno vi era una grandissima statua a forma di uomo composta da metalli e materiali diversi che rappresentavano appunto i differenti regni che si sarebbero susseguiti nella storia. Gli elementi comuni a tutti questi imperi sono la potenza militare e il desiderio di sottomettere tutto il mondo conosciuto al proprio governo centrale, uniformando così ogni aspetto della società al servizio del sovrano. Questo antico desiderio era sorto già dalla prima discendenza di Caino e si è successivamente manifestato nel progetto della torre di Babele e nella fondazione della città di Babilonia. Nei precedenti studi sono state affrontate tutte queste fasi della storia, terminando con un'approfondimento sulla prefettura della Giudea come parte della provincia romana della Siria, e sul momento in cui questo potere temporale si è incontrato con il potere eterno di Gesù Cristo. Nel piano di Dio, questo momento non doveva essere la fine del regime satanico ma l'inizio di una nuova fase del progetto di salvezza per l'umanità; per questo motivo Cristo non ha preso ciò che era suo di diritto ma al contrario si è reso ubbidente al Padre fino alla morte di croce per riscattare gli eletti di ogni tempo. Questo momento ha portato alla creazione della Chiesa, in attesa dell'ascesa dell'ultimo grande impero presentato dal sogno di Nabucodonosor, e della distruzione definitiva di ogni opera che si eleva contro la conoscenza di Dio per opera del ritorno del Signore.

Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo. Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. Quando l'erba germogliò ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: "Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania?" Egli disse loro: "Un nemico ha fatto questo". I servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a coglierla?" Ma egli rispose: "No, affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mietitura, dirò ai mietitori: 'Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio'"».
Matteo 13:24-30

Questo è il tempo della maturazione del grano e delle zizzanie infestanti, è il tempo della massima espressione dell'amore e della grazia di Dio e della massima furiosa attività di Satana e del suo esercito demoniaco. Questo, è il tempo della Chiesa.

2.LA CHIESA: POPOLO DI DIO
Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov'essi erano seduti. Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.
Atti 2:1-4 

Dopo la resurrezione, il Signore ha comandato agli undici apostoli di fare dei discepoli tra tutti i popoli. Questo avvenimento rappresenta il fulcro di tutto il vangelo di Matteo (28:16-20), un importantissimo brano che porta a conclusione il libro e offre la chiave di lettura dell'intera narrazione evangelica. Al contrario del redattore di Matteo però, l'autore del vangelo di Luca e degli Atti degli Apostoli non si ferma qui, ma continua a raccontare gli avvenimenti seguenti: le attività degli apostoli e la nascita della Chiesa. Se la resurrezione di Cristo è la manifestazione del pieno significato della Pasqua, la nascita della Chiesa è manifestazione del pieno significato di Pentecoste. Nell'Antico Testamento, la festività della Pasqua ricordava la fuga dall'Egitto, la liberazione dall'oppressione e dalla schiavitù grazie all'intervento sovrannaturale di Dio. Il Signore però diede al popolo di Israele anche altre festività annuali da rispettare (un vero e proprio calendario profetico), ben descritte al capitolo XXIII del Levitico. Dopo la Pasqua infatti troviamo la festa delle Primizie, e dopo ancora sette settimane, la festività di Pentecoste. 

Dall'indomani del sabato, dal giorno che avrete portato l'offerta agitata del fascio di spighe, conterete sette settimane intere. Porterete dai luoghi dove abiterete due pani per un'offerta agitata, i quali saranno di due decimi di un efa di fior di farina e cotti con lievito; sono le primizie offerte al SIGNORE. 
Levitico 23:15, 17  

Nella festa delle Primizie il popolo di Israele offriva a Dio il primo fascio di spighe della stagione, ma nella festa di Pentecoste si offrivano due pani interi. Questa tradizione ebraica presenta un forte simbolismo che si è potuto spiegare soltanto dopo la resurrezione di Cristo. Egli, infatti, è la primizia della resurrezione (cfr. 1 Co 15:20 e ss.); ma a Pentecoste ha mandato lo Spirito Santo ai suoi discepoli da parte del Padre (cfr. Gv 15:26), portando alla nascita la sua unica Chiesa formata da Giudei e gentili (cfr. Gv 10:16). Tante spighe di grano sono utilizzate per produrre la farina, che a sua volta viene lavorata con olio e acqua per cucinare un unico pane. Similmente, esseri umani di ogni lingua, nazione e tribù (Apocalisse 7:9) da quel momento e per le successive generazioni sono stati battezzati in acqua e nello Spirito Santo per essere parte di un unico corpo: il Corpo di Cristo.


Israele come popolo eletto da Dio era formato da dodici tribù confederate, che tuttavia si sono divise intorno al 930 a.C. arrivando addirittura a farsi guerra tra di loro. L'elemento dell'unità nella diversità che il Signore ha voluto preservare in questo popolo, è stato incompreso ed osteggiato dall'avidità degli uomini che, mossi dalla seduzione satanica, hanno invece promosso guerre e conquiste volte a sottomettere i propri fratelli con la forza piuttosto che cercare la comprensione e la collaborazione, trovando spesso alleati nelle nazioni straniere piuttosto che tra la propria gente (come ben evidenzia la guerra siro-efraimitica). Possiamo vedere un primo sintomo di questa attitudine nella volontà del popolo di avere un unico re e non più una conduzione collegiale in sottomissione al Signore (cfr. 1 Samuele 8:4, 5), ma anche nel governo di Roboamo figlio di Salomone e nei successivi re di Giuda e Israele. L'infedeltà di Israele e Giuda sono state però volte in bene dal Signore che in questo modo ha potuto offrire la salvezza eterna anche agli altri popoli, in attesa del tempo in cui questo antico popolo potrà finalmente ravvedersi (cfr. Romani 11). La festa di Pentecoste che ha seguito la resurrezione di Cristo perciò apre un nuovo tempo, stabilito per la salvezza di tutti i gentili eletti, in attesa della conversione dell'intero popolo di Israele.

Che c'è da contestare se Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza dei vasi d'ira preparati per la perdizione, e ciò per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso dei vasi di misericordia che aveva già prima preparati per la gloria, cioè verso di noi, che egli ha chiamato non soltanto fra i Giudei ma anche fra gli stranieri? Così egli dice appunto in Osea: «Io chiamerò "mio popolo" quello che non era mio popolo e "amata" quella che non era amata»; e «Avverrà che nel luogo dov'era stato detto: "Voi non siete mio popolo", là saranno chiamati "figli del Dio vivente"». 
Romani 9:22-26

3.LA CHIESA: CORPO DI CRISTO
La Chiesa è protagonista della maggior parte del Nuovo Testamento. Gli Atti degli Apostoli descrivono la fondazione della chiesa di Gerusalemme e di tutte le chiese costituite grazie all'opera dell'apostolo Paolo. Le epistole sono state scritte per chiese locali o singoli credenti attivamente coinvolti nella loro edificazione. L'Apocalisse di Giovanni inizia con sette lettere indirizzate a sette chiese dell'Asia minore, descrivendo le loro situazioni spirituale prima di iniziare a mostrare il resto del messaggio. Dalla discesa dello Spirito Santo a Pentecoste, il piano di Dio per la salvezza dell'umanità ha posto al centro di ogni cosa, indiscutibilmente, la nuova realtà che tutti noi conosciamo con il nome di Chiesa, condotta e sostenuta dallo Spirito Santo. 

Giovanni 14:12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch'egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre.

1 Corinzi 6:19 Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi.

Gesù Cristo è stato sulla terra il vero tempio di Dio, vivente ed operante (Gv 1:14, 2:19-21). Salito alla destra del Padre, ha inviato lo Spirito Santo come suo sostituto, che a sua volta è andato a dimorare nella Chiesa, nel cuore di ogni credente nato di nuovo. Probabilmente pensando al termine "Chiesa" ci vengono in mente le centinaia di istituzioni religiose sparse nel mondo e nella storia, nonché le più imponenti cattedrali costruite secondo i migliori stili architettonici. Scritturalmente e spiritualmente però, dobbiamo intendere questa parola in un modo completamente diverso, ben evidenziato dalla dottrina della Chiesa invisibile. Prima di entrare appieno nell'approfondimento della reale natura della Chiesa, ritengo sia utile leggere alcune parole che l'importante teologo riformato Giovanni Calvino indirizzò al sovrano francese Francesco I:
Noi affermiamo che la Chiesa può esistere senza forma visibile e, anzi, che la sua forma non deve essere valutata in base a quella magnificenza esteriore che essi stoltamente ammirano; ma essa ha ben altro segno distintivo, e cioè la pura predicazione della Parola di Dio.
Questa affermazione è sostenuta dall'insegnamento dell'intera Scrittura, tanto dalla vicenda di Elia nella caverna (citata nel testo successivo di Calvino), quanto dalle caratteristiche del Regno di Dio che il Signore stesso ha mostrato, e che sono riportate nel tredicesimo capitolo del vangelo secondo Matteo. Come abbiamo letto prima, infatti, in un campo ben visibile coesistono tanto le zizzanie quanto il grano, ma soltanto l'agricoltore e i suoi servi sanno distinguere le une dalle altre. Esiste perciò una Chiesa visibile, costituita da edifici, organizzazioni e persone, ma all'interno di essa vi è il numero esatto degli eletti di Dio che costituiscono la vera e genuina Chiesa invisibile. Si potrebbe pensare che nel primo secolo la situazione fosse più semplice, ma in realtà anche allora vi erano falsi apostoli, falsi profeti, falsi fratelli che partecipavano per un tempo alle attività liturgiche per poi palesarsi con le loro false dottrine, il loro mormorio e la loro attività di disunione all'interno delle comunità. La vera Chiesa però, dal giorno di Pentecoste è sempre esistita (in forma visibile o invisibile); una Chiesa che oltrepassa le nazioni, le lingue, le società ed il tempo stesso. Questa Chiesa di cui si sta parlando possiede una natura unica, ben descritta dall'apostolo Paolo. Una natura che soddisfa pienamente il Creatore in ogni cosa.

Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito. Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: «Siccome io non sono mano, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo. Se l'orecchio dicesse: «Siccome io non sono occhio, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l'odorato? Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto. Se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo? Ci sono dunque molte membra, ma c'è un unico corpo; l'occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né il capo può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie; e quelle parti del corpo che stimiamo essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore; le nostre parti indecorose sono trattate con maggior decoro, mentre le parti nostre decorose non ne hanno bisogno; ma Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava, perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre. Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui. Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua. E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue. Sono forse tutti apostoli? Sono forse tutti profeti? Sono forse tutti dottori? Fanno tutti dei miracoli? Tutti hanno forse i doni di guarigioni? Parlano tutti in altre lingue? Interpretano tutti?
1 Corinzi 12:12-30 

La Chiesa universale è il corpo di Cristo e costituisce le sue membra, ciascuno per parte sua. La Chiesa è stata creata per espresso desiderio di Dio, e presenta la sua caratteristica preferita: l'unità nella diversità. Quello che il Signore ha promosso creando l'umanità con due sessi, Israele con dodici tribù e la stessa Scrittura con decine di libri diversi, è arrivato a compimento nel grande sogno di un nuovo popolo santo che comprenda Giudei e Greci, schiavi e liberi, maschi e femmine, tutti uno in Cristo Gesù (Galati 3:28). Lo stesso governo all'interno della Chiesa è stato pensato e istituito in modo collegiale, attraverso l'ordinazione dei presbiteri (cfr. Tito 1:5) e la collaborazione di apostoli, profeti, pastori, dottori ed evangelisti (cfr. Efesini 4:11). La Chiesa di Cristo non è un'istituzione, un'azienda, un'associazione; è invece un popolo che nasce, vive, e prospera come un unico essere vivente, di cui ogni comunità locale non ne rappresenta che una piccolissima porzione. La storia del cristianesimo insegna che molto presto le assemblee hanno iniziato a mancare di fede nella conduzione dello Spirito Santo, richiedendo un unico responsabile esattamente come il popolo di Israele richiese anticamente un unico re che li difendesse e governasse. Insieme a questo, anche i cristiani nella responsabilità di conduzione iniziarono a desiderare più potere per gestire meglio le chiese e difenderle dai falsi apostoli e falsi profeti. Per questo motivo, già dalla fine del I secolo l'episcopato si è trasformato da collegiale a monarchico. Nei secoli seguenti, il cristianesimo si è sempre più istituzionalizzato, perdendo velocemente l'aspetto vivente e dinamico da cui era partito. Nonostante queste evoluzioni religiose, politiche e culturali, per ogni generazione non è mai mancata l'esistenza del vero popolo di Dio: persone genuinamente chiamate dal Signore per svolgere il compito loro destinato. Al giorno d'oggi il cristianesimo è rappresentato da moltissime denominazioni, movimenti, reti apostoliche e confessioni. La vera Chiesa esiste in modo trasversale a tutte queste realtà, comprendendo solo coloro che personalmente e spiritualmente dimorano nel Signore Gesù e nei quali il Signore Gesù dimora (cfr. Gv 15). La natura umana ha da sempre desiderato acquistarsi una nome e una fama, già dal tempo della torre di Babele; l'uomo rigenerato però ha soltanto il desiderio di amare il proprio Signore ed il suo prossimo, perdonando gratuitamente così come egli stesso è stato gratuitamente perdonato. Questa è la vera ed eterna controffensiva di Dio allo spirito del regime satanico. Laddove c'è individualismo, il Signore ha provveduto un grande popolo. Laddove c'è uniformità, il Signore ha provveduto unità nella diversità. Laddove c'è monopolio di potere, il Signore ha provveduto un governo collegiale. Laddove c'è una torre che si innalza fino al cielo, il Signore ha chiamato all'esistenza un popolo che si estendesse per tutta la terra.

Ogni volta che una chiesa locale comprende la sua stessa natura, essa prospera e cresce in numero e maturità. Ogni volta che invece una chiesa locale viene accecata dalla seduzione satanica, viene pervertita la sua identità spirituale (identità di santità, unità nella diversità, amore per Dio e per il prossimo), poi la sua struttura, ed infine la sua attitudine e le sue opere. Quando questo accade, la comunità viene inevitabilmente giudicata dal Signore, e se non si ravvede nel tempo stabilito essa è destinata a ricevere la giusta punizione, come accadde alle sette chiese dell'Asia minore del I secolo. Per questo motivo è di fondamentale importanza comprendere quali siano le caratteristiche scritturali della Chiesa, per poter vivere al meglio nella propria comunità locale ed offrire il proprio contributo nella misura del proprio vigore, oltre che riconoscere in sé stessi e negli altri la seduzione del regime settario e satanico (cfr. Galati 5:19-21), per potersi ravvedere e impegnare a cercare il Signore: il suo perdono, la sua misericordia e il sostegno dello Spirito Santo. 

È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore; ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell'amore.
Efesini 4:11-16 
4.CONCLUSIONI
La risposta di Dio all'orgoglio umano e alla strategia del regime satanico è stata quella di intervenire in prima persona, sacrificandosi come Figlio al posto dell'umanità, per poterla riscattare e dimorare nel proprio popolo in un modo tanto intimo quale non lo era mai stato in passato. La statua sognata da Nabucodonosor mostrava i principali imperi umani influenzati dalla seduzione del regime satanico, ma non mostrava la grandiosa risposta che il Signore avrebbe dato prima della distruzione finale. Del resto, l'esistenza stessa della Chiesa è stato a lungo un mistero, tenuto nascosto fin dai tempi più remoti (cfr. Romani 16:25, Efesini 3, 5:32, Colossesi 1:27, 1 Pietro 1:12). La Chiesa come Corpo di Cristo rappresenta sulla terra il Regno di Dio, nato con il ministero terreno di Cristo ed espanso nei secoli seguenti, pur coesistendo in questo tempo con l'attività satanica che sarà definitivamente sradicata solo al ritorno del Signore, quando egli stesso interverrà per distruggere con la forza ogni impero ed ogni ribellione contro la sua autorità. 

In questo studio, è stato quindi possibile approfondire le dinamiche che regolano il tempo presente: comprendere i principi satanici all'opera, e realizzare a fondo le caratteristiche fondamentali della Chiesa, al fine di poter sottomettere la propria vita al volere di Dio e alla conduzione dello Spirito Santo. 

La Scrittura però non si ferma qui, ma continua nella sua rivelazione e descrive il momento futuro in cui Satana sarà definitivamente distrutto, e con lui tutti coloro che si elevano orgogliosamente nella ribellione contro Dio. Il tema della parte finale del sogno di Nabucodonosor infatti - relativo alla grande pietra che distrugge la statua di forma umana - viene ripreso e sviluppato all'interno dell'Apocalisse di Giovanni, contesto relativo al prossimo ed ultimo studio dedicato a questo ampio ed importante tema biblico. 

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