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domenica 8 novembre 2020

Sceso nella pienezza del tempo











INTRODUZIONE

Il libro della Genesi si conclude con una straordinaria espressione della provvidenza divina: la famiglia di Giacobbe che stava soffrendo nella carestia viene tratta in salvo dall'ultimogenito Giuseppe che, dopo essere stato venduto dai propri fratelli, aveva attraversato nel frattempo diverse vicissitudini tali da poter acquisire un ruolo di prestigio in Egitto e richiamare a sé la sua famiglia. La lungimirante strategia di approvvigionamento messa in atto in Egitto ha quindi a questo punto potuto offrire prosperità a questa famiglia speciale in tempi di distretta. 

Il lieto fine però non è stato né breve né definitivo. 

All'inizio del libro dell'Esodo, infatti, apprendiamo che nel corso di qualche generazione questo nucleo familiare crebbe fino a diventare un popolo e, una volta morto il faraone che aveva a cuore Giuseppe, arrivò un nuovo faraone che vedeva negli israeliti una minaccia per il Paese. Per questo motivo iniziarono persecuzioni, schiavitù e lavori forzati. Il luogo della salvezza divenne dopo un certo tempo luogo di oppressione e sofferenza. Ma Dio non smise di intervenire per portare salvezza.

Durante quel tempo, che fu lungo, il re d'Egitto morì. I figli d'Israele gemevano a causa della schiavitù e alzavano delle grida; e le grida che la schiavitù strappava loro salirono a Dio. Dio udì i loro gemiti. Dio si ricordò del suo patto con Abraamo, con Isacco e con Giacobbe. Dio vide i figli d'Israele e ne ebbe compassione.
Esodo 2:23-25 

1. SCESO PER LIBERARE

Il ricordo del patto che Dio aveva stabilito con Abraamo e le grida che la schiavitù stava strappando agli israeliti portarono Dio a intervenire in modo ancora più diretto rispetto al passato. Se in precedenza, infatti, egli si era limitato ad agire velatamente tramite alcune situazioni, ora invece decide di rivelarsi apertamente a una nuova persona, Mosè, incaricandola di eseguire la sua volontà.

Il SIGNORE disse: «Ho visto, ho visto l'afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori; infatti conosco i suoi affanni. Sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso, in un paese nel quale scorre il latte e il miele, nel luogo dove sono i Cananei, gli Ittiti, gli Amorei, i Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei.
Esodo 3:7-8

Questa seconda e più grave situazione di difficoltà ha permesso a Dio di rivelare un disegno ancora più grande di quello realizzato nel passato. La sua volontà infatti non si è limitata ad alleviare la sofferenza dei discendenti di Giacobbe oppure a garantire loro ospitalità presso una nazione più accondiscendente ma, piuttosto, a condurli in un nuovo paese buono e spazioso dove scorreva il latte e il miele. Una situazione di maggiore distretta ha permesso che venisse espressa una nuova manifestazione di Dio, della sua liberazione e dell'esecuzione dei suoi piani perfetti. Tutto questo né troppo presto né troppo tardi: ma esattamente nel momento opportuno.

2. SCESO PER SALVARE 

Questo evento raccontato nel libro dell'Esodo ben evidenzia l'attitudine di Dio che non si isola dalla sua creazione ma al contrario decide di intervenire più volte entrando nella storia per fare la differenza. E in effetti questo non è il suo unico intervento ma ne leggiamo molti altri all'interno delle narrazioni bibliche. Sicuramente, però, l'intervento più importante e dalle conseguenze epocali è stato quello relativo all'incarnazione del Figlio Unigenito e del suo sacrificio eterno per la salvezza dell'uomo. Nel Nuovo Testamento infatti leggiamo:

Ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione.
Galati 4:4-5 

Similmente alla situazione di crisi vissuta dagli israeliti in Egitto, anche nel I secolo i Giudei stavano soffrendo. Erano secoli ormai che dovevano vivere in dipendenza a sovranità straniere e la loro stessa spiritualità era stata minacciata più volte da attacchi interni e esterni portando alla frammentazione  del popolo in diverse sette religiose. Alcuni recepirono l'unicità di quel tempo, l'inadeguatezza del Tempio e del sistema sacrificale e iniziarono a predicare qualcosa di diverso. Tra questi spicca senza dubbio la figura di Giovanni Battista. Questa infatti è stata la pienezza del tempo e in questa generazione specifica Dio mandò suo figlio, nato da donna, per mandare a effetto il suo decreto affinché noi ricevessimo l'adozione.

Dio non ha lasciata sola la famiglia di Giacobbe, Dio non ha lasciata sola l'umanità, Dio non ci ha lasciato da soli. Al contrario, al momento opportuno ha mandato suo Figlio affinché attraverso il suo sacrificio potessimo ricevere perdono, accoglienza, adozione. 

3. SCESO SVUOTANDO SE STESSO

Se però l'intervento di Dio nell'Esodo è avvenuto attraverso la vocazione di Mosè e l'espressione della sua potenza nelle piaghe, l'intervento in Cristo è avvenuto in modo diverso: non solo in modo diretto ma in modo anche personale

Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.
Filippesi 2:5-8 

Il Signore Gesù è intervenuto in tempo, nel tempo esatto in cui doveva intervenire, ma non lo ha fatto incaricando qualcuno di eseguire la volontà del Padre ma, al contrario, eseguendo egli stesso questa volontà. Gesù era in forma di Dio e pur sapendo cosa avrebbe comportato la sua missione ha scelto comunque di seguire la volontà del Padre svuotando sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo personalmente simile agli uomini e umiliando sé stesso facendosi ubbidiente fino alla morte di croce, la morte più terribile riservata ai criminali dell'epoca. Gesù non ha evitato tutto questo ma, pur soffrendo, lo ha accolto sapendo che avrebbe causato la salvezza di innumerevoli persone. Egli dunque non solo è intervenuto in tempo ma è anche intervenuto pagando un prezzo altissimo. Avendo pagato questo prezzo e conquistato per noi il perdono e la riconciliazione nel passato, a maggior ragione ora possiamo accostarci a lui con piena fiducia per ottenere salvezza.

Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira. Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.
Romani 5:9-10
 
Siamo salvati mediante la sua vita, in modo definitivo, e niente potrà cambiare questa situazione.

CONCLUSIONE

Oggi è il tempo della salvezza grazie a quello che Cristo ha fatto per noi. Oggi è il tempo in cui poter godere dell'intervento di Dio attraverso il suo Figlio Unigenito. Non siamo mai stati abbandonati a noi stessi ma Dio ha sempre governato in modo sovrano la storia anche quando non sembrava per poter intervenire al tempo opportuno. Per questo motivo possiamo avere piena fiducia in lui, per lo stesso motivo possiamo ricevere da lui la forza di vivere anche noi nell'umiltà ricercando e conservando lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù. Il nostro valore non dipende dall'approvazione degli altri ma dal valore del sacrificio del Signore per noi e in questo valore possiamo specchiarci per scoprire la nostra identità in lui e crescere a sua immagine e nella sua salvezza. 










  


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