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domenica 1 aprile 2018

Cristo è risorto! È davvero risorto!



















Nota: questi sono gli appunti del sermone che ho predicato il 16 aprile 2017 nella Missione Oikos di Como.

Nel secondo viaggio missionario (Atti 18, c.a. 50 d.C.) Paolo arriva a Corinto, evangelizza i giudei della sinagoga locale e poi anche i gentili, costituendo con i primi convertiti una comunità cristiana. Dopo la sua partenza continua ad intrattenere una conversazione epistolare con questa realtà locale e, apprendendo di alcune difficoltà, scrive loro una prima lettera e poi questa missiva conosciuta come la Prima Lettera di Paolo ai Corinti. La scrive da Efeso, circa nel 52 d.C. All'inizio della lettera afferma l'importanza della predicazione di Cristo crocifisso rispetto a quella di discorsi persuasivi di sapienza umana, perché è piaciuto a Dio portare la salvezza attraverso l'annuncio della morte di
Cristo (e quindi attraverso la fede) e non con la logica e la sapienza umana.

Tra le tante questioni che Paolo deve affrontare, ce n'è una molto importante: la veridicità della risurrezione del Signore. Alcuni avevano iniziato ad affermare che Cristo non era davvero risorto e che non vi è risurrezione dei morti. Ai credenti di Corinto (tra cui stavano questi negazionisti), l'apostolo risponde in modo risoluto, prima affermando che la fede cristiana sta o cade proprio sulla dottrina della risurrezione, e poi ribadendo con forza la realtà storica e spirituale della risurrezione del Signore. Ma vediamo ora nel dettaglio le sue argomentazioni.

1. Se Cristo non è risorto, vana è la fede cristiana

Ora se si predica che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni tra voi dicono che non c'è risurrezione dei morti? Ma se non vi è risurrezione dei morti, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede. Noi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, che egli ha risuscitato il Cristo; il quale egli non ha risuscitato, se è vero che i morti non risuscitano. Difatti, se i morti non risuscitano, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati. Anche quelli che sono morti in Cristo sono dunque periti. Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini.
1Corinzi 15:12-19

La confutazione/argomentazione di Paolo si svolge principalmente in due momenti. In questo primo momento egli con enorme onestà evidenzia fino in fondo le conseguenze della tesi di alcuni circa la mancata risurrezione. La risurrezione del Signore è la predicazione apostolica, ed essa è la fede di tutti i cristiani. Se la risurrezione non è avvenuta, la predicazione apostolica si dovrebbe considerare falsa, e la stessa fede cristiana si dovrebbe considerare nello stesso modo. Poco prima però, l'apostolo Paolo aveva portato a dimostrazione dell'avvenuta risurrezione una testimonianza speciale:

Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti.
1Corinzi 15:6

Il Signore risorto non è stato visto solo dai dodici apostoli e da Paolo in visione, ma da più di cinquecento fratelli in una volta sola. Cinquecento testimoni oculari che hanno riconosciuto questo evento come storico e che hanno portato ovunque la testimonianza della fede pasquale.
Dalla risurrezione del Signore scaturisce la disponibilità della giustizia acquistata, lo Spirito della vita che vivifica i cristiani e la piena speranza della loro risurrezione futura. Al contrario, se Cristo non è stato risuscitato, i credenti sono ancora nei loro peccati (non c'è giustificazione presso il Padre, né libertà di non peccare), e la loro morte è definitiva e inutile. Non vi sarebbe alcun senso.

Se speriamo per questa vita soltanto, noi cristiani siamo i più miseri fra tutti gli uomini.
È così, e questo ci deve far riflettere sulla nostra fede e sulla nostra necessità di chiedere a Dio di accrescere la nostra fede. Personalmente, non mi piace tanto la parola “dogma”, perché allude ad una sorta di costrizione, all'obbligo di accettare anche in modo irrazionale qualsiasi affermazione che viene data in tema religioso. Nella Bibbia non troviamo in effetti questo termine, ma troviamo invece molto frequentemente il termine pìstis, ossia fede. La fede è qualcosa di personale e comunitario allo stesso tempo, è qualcosa che nasce dalla propria interiorità e dalla propria esperienza spirituale prima di tutto (e quindi non nasce dall'esterno). La fede nasce da una chiamata che Dio rivolge personalmente ai singoli credenti. E dopo – SOLO DOPO – la risposta a questa chiamata, i credenti possono finalmente prendere coscienza delle chiamate di chi hanno a fianco e mettere in comune la propria fede per viverla appunto anche a livello comunitario. Essa non deve essere qualcosa di imposto ma qualcosa che nasce spiritualmente e spontaneamente e che solo poi viene vissuta anche nell'orizzonte sociale. Nella nostra comunità locale, siamo qui perché abbiamo vissuto ciascuno la propria esperienza di conversione personale e in seguito a questa possiamo testimoniare dell'amore di Dio in Cristo e invitare (implorare!) altre persone a rispondere all'appello che reca il Vangelo. Qual è, però, questo appello? Qual è il vangelo?

2. Cristo è stato risuscitato, e in lui tutti sono riempiti di vita

Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti. Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta; poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. Poiché bisogna ch'egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte. Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato. Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti.
1Corinzi 15:20-28

Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture, ed è stato risuscitato dai morti come primizia di coloro che sono morti. Questo è il nucleo dell'annuncio del Vangelo. E da qui Paolo parte con la dimostrazione della stretta relazione tra la risurrezione del Signore e quella di tutti i credenti. Questa dimostrazione viene argomentata attraverso il confronto tipologico tra Adamo e Cristo. Infatti, la morte comune a tutti gli esseri umani esiste a causa della trasgressione di Adamo. E proprio con un simile rapporto di causa-effetto, tutti coloro che saranno risuscitati lo faranno attraverso l'evento della risurrezione di Cristo. Egli è il primo dei risorti ed è garante della risurrezione per tutti coloro che credono. Il nemico più terribile, l'ultimo, è la morte, ed essa per quanto sia già stata vinta da Cristo non è però ancora stata distrutta: la sua distruzione è riservata proprio per il momento del ritorno del Signore e della risurrezione di tutti i morti. A questo punto, Paolo evidenzia il fatto che il Figlio renderà il regno (completamente stabilito) nelle mani del Padre, affinché Dio sia tutto in tutti.

Cristo dunque, è veramente stato risuscitato dai morti! Egli è veramente la primizia di coloro che sono morti! Questo è il cuore della fede cristiana, il cuore del Vangelo, ossia della buona notizia. Questo è il motivo dell'appello all'adesione e alla scelta di vivere nella fede in Cristo, in novità di vita.

Terminiamo con questo estratto del Catechismo di Heidelberg:
D. 45 A che ci giova la risurrezione di Cristo?
R. In primo luogo, mediante la Sua risurrezione Egli ha vinto la morte affinchè ci potesse rendere partecipi della giustizia che ci ha acquistata mediante la Sua morte.1 In secondo luogo, anche noi veniamo ora risuscitati per la Sua potenza a nuova vita.2 In terzo luogo, la risurrezione di Cristo è per noi un pegno sicuro della nostra beata risurrezione.3
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1) I Corinzi 15:16
2) Romani 6:4; Colossesi 3:1
3) I Corinzi 15; Romani 8:11
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