Traduttore


domenica 19 gennaio 2020

Fasciare quelli che hanno il cuore spezzato




INTRODUZIONE


Tutto ha inizio con una cattiva notizia. Non c'è neanche bisogno che dica quale, perché basta guardarsi intorno ogni giorno o accendere la televisione e ascoltare un telegiornale per rendersene conto. La vita custodisce delle meraviglie, ma anche drammi, tragedie, sofferenze, morte. Tutti noi abbiamo quotidianamente a che fare con la ricerca della bellezza ma anche con la sofferenza della malattia – nostra o altrui – della malvagità – nostra o altrui – e delle ingiustizie relazionali, sociali e globali che purtroppo abbondano in ogni luogo. E' evidente che c'è qualcosa che non va. Se iniziamo a leggere la Bibbia dall'inizio apprendiamo dopo poche righe che Dio ha creato tutto molto buono. Perché allora tutta questa imperfezione? Perché esiste la morte se dentro di noi esiste una concezione, un desiderio di eternità? La risposta biblica non si attarda e come sappiamo presenta la prima trasgressione umana con la scelta di mangiare il frutto dell'albero proibito da parte di Eva e di Adamo come spiegazione teologica di questa frattura tra la volontà e creazione divina e la realtà dell'uomo. Definito il problema però, esiste una soluzione? In altre parole, dopo aver compreso il “perchè”, è possibile risolvere il “come” uscirne? Tutti i tentativi dell'Antico Israele sono falliti e la loro riflessione sul tema traspare anche dagli scritti biblici. La Legge, il Tempio, la monarchia, la Terra promessa....ogni cosa nel corso del tempo si è sbriciolata lasciando una speranza di pochi granelli di sabbia in mano. 
Ma su questi pochi granelli, come abbiamo considerato domenica scorsa, la terza parte del libro del profeta Isaia effonde un nuovo soffio vitale:
Lo Spirito del Signore, di DIO, è su di me,perché il SIGNORE mi ha unto per recare una buona notizia agli umili... 
Isaia 61:1
C'è una buona notizia. O, meglio, sta arrivando – dice l'oracolo profetico – qualcuno sul quale riposa lo Spirito di Dio, qualcuno con dignità regale (unto) e autorità divina (unto dal Signore), qualcuno con una buona notizia – finalmente! – da annunciare. Sta arrivando, e per noi è già arrivato, è Gesù Cristo il Signore. 

1. NELLA SINAGOGA IN GIORNO DI SABATO

L'opera letteraria di Luca, che comprende l'omonimo Vangelo e il libro degli Atti degli Apostoli, ha molte peculiarità tra le quali la suddivisione geografica della sua narrazione. Il racconto su Gesù inizia in Galilea, poi si sposta con il viaggio in Giudea e arriva a Gerusalemme dove avviene la sua morte e risurrezione. Gli Atti riprendono la narrazione con un opposto moto centrifugo: parte dal fulcro di Gerusalemme, per poi spostarsi in Giudea e infine nelle nazioni più lontane. All'inizio di tutto però incontriamo Giovanni Battista, poi la prova nel deserto di Gesù e, infine, un racconto avvenuto proprio nella sinagoga locale della città dove era lui era cresciuto fino a quel momento:
Si recò a Nazaret, dov'era stato allevato e, com'era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga. Alzatosi per leggere, gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trovò quel passo dov'era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri... 
Vangelo secondo Luca 4:16-18a

Questo racconto si conclude con Gesù che afferma: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite». Ebbene, cosa si è adempiuto (da) quel giorno attraverso Gesù? Abbiamo già letto la prima parte dell'oracolo isaiano che riguarda il portare una buona notizia agli umili/poveri: la buona notizia è il Vangelo, il fatto che in Cristo ogni essere umano trova per fede la riconciliazione con il Padre, la giustificazione con il Signore Gesù e la comunione costante con lo Spirito Santo. Ma c'è dell'altro? In effetti il testo di Isaia che Gesù lesse a quel tempo continua, aggiungendo: “mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato”. 


2. NON SOLO SALVATI MA ANCHE GUARITI

Parte integrante del ministero di Cristo è stata ridare speranza e guarigione a folle di persone deluse, ferite e senza scopo. Al tempo l'economia languiva, la politica era in mano a un Impero straniero e coloro che dovevano fare gli interessi del popolo invece facevano gli interessi del proprio potere. Forse ci ricorda qualcosa? Da un certo punto di vista non è cambiato molto nella società umana. Tutto questo è frutto della natura di peccato dell'uomo, del peccato che – tanto a livello personale e relazionale quanto a livello nazionale e mondiale – porta ingiustizie e sofferenze. Ferite nel corpo e nel cuore di innumerevoli persone. In questo scenario, la buona notizia di Gesù porta salvezza spirituale ma anche guarigione. Il ministero di Cristo non interviene infatti solo sulla natura di peccato annullandola sulla Croce, ma porta anche guarigione sulle ferite derivate dalle conseguenze dei molti peccati. Il perdono che riceviamo in Cristo dal nostro Padre celeste nel momento della conversione è istantaneo, ma la guarigione dalle ferite interiori invece richiede del tempo, tempo da spendere alla presenza di Dio per percepire spiritualmente la fasciatura del suo amore. Quali furono le prime cose che videro i primi discepoli di Gesù una volta radunati?

Sceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante, dove si trovava una gran folla di suoi discepoli e un gran numero di persone di tutta la Giudea, di Gerusalemme e della costa di Tiro e di Sidone, i quali erano venuti per udirlo e per essere guariti dalle loro malattie. Quelli che erano tormentati da spiriti immondi erano guariti; e tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva un potere che guariva tutti. 
Vangelo secondo Luca 6:17-19


La prima cosa che videro fu una gran folla che aspettava Gesù per ascoltarlo e per essere guariti. Malattia fisiche, oppressioni demoniache sono solo alcune espressioni delle conseguenze del peccato che il Signore sana con il suo potere. Vediamo però che è necessario voler andare da Gesù, proprio come la gran folla descritta dal Vangelo, per poter ricevere da lui un tocco di guarigione nel corpo, nell'anima e nello spirito; e questa resta una condizione valida anche al giorno d'oggi.


3. DEI TEMPI DI RISTORO, DALLA PRESENZA DEL SIGNORE

Il ministero di guarigioni dei cuori, delle anime e delle infermità di Gesù non si è concluso con la sua ascensione, ma è continuato nella storia della Chiesa. Troviamo infatti negli Atti degli Apostoli, che come abbiamo già detto è il seguito del Vangelo secondo Luca, nuove occasioni di guarigioni attraverso gli apostoli in servizio per il Signore. In particolare, dopo la Pentecoste leggiamo della guarigione al Tempio di uno zoppo, e di un discorso di Pietro rivolto a tutti i presenti. In una parte di questo discorso egli dice:

Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati e affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di ristoro e che egli mandi il Cristo che vi è stato predestinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall'antichità per bocca dei suoi santi profeti. 
Atti degli Apostoli 3:19-21


Il ravvedimento e l'adesione all'appello del Vangelo portano al perdono dei peccati e alla salvezza, ma in modo conseguente portano anche a qualcos'altro: a tempi di ristoro che vengono dalla presenza del Signore. Questo “ristoro” traduce il termine originale ἀνάψυξις / anapsyxis che significa appunto refrigerio, ristoro. La cosa interessante è che questo termine non è usato altrove nel Nuovo Testamento, ma lo troviamo invece nella antica traduzione greca LXX, dove è utilizzato nel libro dell'Esodo:
Ma quando il faraone vide che c'era un po' di respiro si ostinò in cuor suo e non diede ascolto a Mosè e ad Aaronne, come il SIGNORE aveva detto. 
Esodo 8:15

Come possiamo vedere, il termine è utilizzato per descrivere il momento in cui il faraone ha avuto “un po' di respiro” dall'oppressione delle piaghe d'Egitto. 


Senz'altro la lettura del discorso di Pietro ci esorta a guardare a Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, e quindi agli ultimi tempi. Lo stesso Esodo viene utilizzato come trama degli avvenimenti dell'Apocalisse di Giovanni con i suoi giudizi divini e le calamità inviate sulla terra fino alla liberazione dei credenti dalla sofferenza e dalla morte. Ma questa realtà non è solo escatologica, non è solo ultima. Così come le guarigioni miracolose di Gesù e dei suoi discepoli sono avvenute in questi tempi e non alla fine del tempo, allo stesso modo anche i tempi di ristoro provengono dalla presenza del Signore anche oggi, sebbene non in modo eterno. Il ravvedimento porta alla conversione, al perdono dei propri peccati e alla propria salvezza. Ma il secondo passo è dimorare il più possibile alla presenza spirituale del Signore e vivere qui dei tempi di ristoro: tempi in cui riposare dalle nostre opere, dai sensi di colpa, dalle accuse. Tempi in cui lasciarci fasciare dallo Spirito Santo il cuore spezzato e ricevere l'amore che il Padre sparge per noi. Tempi di riposo, refrigerio, guarigione, in cui avere un po' di respiro dagli affanni di questo mondo: un anticipo di quel che sarà. 

CONCLUSIONE 

Rispondere all'appello di Gesù, accogliere in modo fecondo il messaggio del Vangelo, è solo il primo passo della vita cristiana. Una nuova vita che come secondo passo può riflettere sulla guarigione che è in Cristo e nella Chiesa attraverso lo Spirito Santo. Un secondo passo che deve portare in modo consapevole a comprendere questa ricchezza spirituale e viverla ricercando la presenza del Signore, da cui provengono tempi di ristoro e guarigione, nel cuore così come nell'interezza del nostro essere. Il Signore non vuole solo una salvezza escatologica per noi, ma anche una guarigione qui ed ora, per poter mostrare al mondo la sua potenza e renderci liberi di afferrare il nostro destino di uomini e donne nuovi.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...