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mercoledì 8 ottobre 2014

Il regime satanico (parte II): il sogno di Nabucodonosor


1. INTRODUZIONE

«Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra». Questa frase sancisce l'inizio del resoconto biblico sulla costruzione della torre di Babele e della città stessa di Babilonia, nel paese di Scinear. Come è stato evidenziato nello scorso studio, la chiave di lettura di questo episodio è il desiderio di alcuni uomini di costruire ed imporre un governo centrale con un unico modo di pensare, lavorare, credere; un imperialismo politico, economico, religioso e culturale. Tutto questo viene progettato in diretta opposizione alla volontà del Signore per l'umanità: ossia lasciare agli uomini libera espressione delle diversità di ogni popolo, pur nella comune appartenenza al genere umano. Nonostante l'intervento di Dio per confondere le lingue e disperdere le persone sulla faccia della terra, successivamente la città di Babilonia è stata comunque costruita e abitata. Per molto tempo questo popolo è cresciuto in forza ed influenza, fino a quando, durante la monarchia di Israele, la sua minaccia è tornata alla ribalta, diventando tristemente famosa proprio grazie ai resoconti delle Sacre Scritture.

D'altra parte, nello stesso tempo e non lontano da Babilonia (a Ur dei Caldei, nella bassa Mesopotamia), il Signore scelse un uomo di nome Abramo per essere padre di una discendenza numerosa come la polvere della terra. Da questa promessa nacque Isacco e, nelle generazioni successive, Giacobbe e i dodici patriarchi che diedero origine alle dodici tribù di Israele. Questo popolo, dopo essere cresciuto in Egitto, fu liberato dall'oppressione del faraone grazie a Mosè e, conquistando la terra che Dio aveva promesso ai loro padri, fu condotto a formare una nazione confederata. Dopo un periodo di instabilità politica e sociale, il popolo di Israele volle stabilire un re come proprio leader nazionale,  ruolo sostenuto inizialmente da Saul, un uomo della tribù di Beniamino. In seguito alla sua disubbidienza alle indicazioni del Signore, tuttavia, Dio scelse un pastorello di nome Davide per salire sul trono al suo posto, e portare una nuova discendenza reale che avrebbe condotto infine alla nascita del Messia. Al termine della reggenza di Salomone, figlio di Davide, il regno si divise drammaticamente in due: le dieci tribù del Nord da una parte, e Giuda e Beniamino dall'altra. 

La nazione di Israele rappresenta l'espressione di un chiaro desiderio di Dio: avere un popolo consacrato per sé, un popolo santo che abbia una forte identità ma anche una varietà di differenze e ricchezze al suo interno, rappresentate appunto dalle dodici differenti tribù. Un desiderio che anche in questa occasione è stato ostacolato dall'egoismo umano e dal rispettivo desiderio di divisione, possesso e dominio. 

2. IL CONTESTO STORICO

Nel 722 a.C. il re d'Assiria Salmanassar V conquistò le dieci tribù di Israele (il regno del Nord) deportandole nel proprio Paese:

Dopo, il re d'Assiria invase tutto il paese, marciò contro Samaria, e l'assediò per tre anni. Nel nono anno di Osea il re d'Assiria prese Samaria; deportò gli Israeliti in Assiria, e li collocò in Ala e sull'Abor, fiume di Gozan, e nelle città dei Medi.
2 Re 17:5-6 

Queste tribù non sono più tornate in patria e in larga parte sono ancora oggi disperse nel mondo. 

Circa cento anno più tardi, precisamente nel 606 a.C., l'impero neo-Babilonese conquistò le due tribù rimanenti assediando la capitale Gerusalemme, distruggendo il tempio costruito da Salomone (2 Re 24:13) e deportando a sua volta la popolazione (questa volta a Babilonia) sotto il re Nabucodonosor: 
Il terzo anno del regno di Ioiachim re di Giuda, Nabucodonosor, re di Babilonia, marciò contro Gerusalemme e l'assediò. Il Signore gli diede nelle mani Ioiachim, re di Giuda, e una parte degli arredi della casa di Dio. Nabucodonosor portò gli arredi nel paese di Scinear, nella casa del suo dio, e li mise nella casa del tesoro del suo dio. Il re disse ad Aspenaz, capo dei suoi eunuchi, di condurgli dei figli d'Israele, di stirpe reale o di famiglie nobili. Dovevano essere ragazzi senza difetti fisici, di bell'aspetto, dotati di ogni saggezza, istruiti e intelligenti, capaci di stare nel palazzo reale per apprendere la scrittura e la lingua dei Caldei. Il re assegnò loro una razione giornaliera dei cibi della sua tavola e dei vini che egli beveva; e ordinò di istruirli per tre anni dopo i quali sarebbero passati al servizio del re. Tra di loro c'erano dei figli di Giuda: Daniele, Anania, Misael e Azaria; il capo degli eunuchi diede loro altri nomi: a Daniele pose nome Baltazzar; ad Anania, Sadrac; a Misael, Mesac e ad Azaria Abed-Nego.
Daniele 1:1-7 

In questo contesto, la deportazione di Giuda è avvenuta in tre fasi. La prima, avvenuta appunto nel 606 a.C, ha coinvolto le classi superiori della società ebraica (la famiglia reale e gli ufficiali di corte con i vessilli del tempio) ed è quella vissuta da Daniele e dai suoi amici. Successivamente c'è stata una seconda deportazione nel 597 a.C. per politici ed artigiani, ed infine una terza deportazione nel 586 a.C. per il resto del popolo.

Vorrei sottolineare il fatto che l'inizio del libro di Daniele specifica il luogo dove Nabucodonosor ha deportato i figli d'Israele di stirpe reale e gli arredi del tempio: il paese di Scinear, lo stesso paese nominato nel libro di Genesi in relazione alla costruzione della torre di Babele. Questo infatti è proprio il popolo che discende da quella vanagloriosa impresa, a distanza di almeno un migliaio di anni. 

Dal momento del soggiorno alla corte di Nabuconodosor, Daniele e i suoi amici dimostrarono di essere superiori in saggezza ed intelletto a tutti i magi e gli astrologi del regno, e in particolare Daniele manifestò il dono di interpretare ogni specie di visioni o sogni. In realtà arrivò presto l'occasione per utilizzare in modo specifico questo dono, quando il re fece un sogno che lo turbò grandemente ed egli poté raccontargli tanto il sogno (ricevuto per conoscenza sovrannaturale) quanto la sua interpretazione. 

3. IL SOGNO DI NABUCODONOSOR
 
Tu, o re, guardavi, ed ecco una grande statua; questa statua, immensa e d'uno splendore straordinario, si ergeva davanti a te, e il suo aspetto era terribile. La testa di questa statua era d'oro puro; il suo petto e le sue braccia erano d'argento; il suo ventre e le sue cosce di bronzo; le sue gambe, di ferro; i suoi piedi, in parte di ferro e in parte d'argilla. Mentre guardavi, una pietra si staccò, ma non spinta da una mano, e colpì i piedi di ferro e d'argilla della statua e li frantumò. Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate. Il vento li portò via e non se ne trovò più traccia; ma la pietra che aveva colpito la statua diventò un gran monte che riempì tutta la terra.
Daniele 2:31-35

Per sapere se l'interpretazione del sogno avesse realmente autorità o meno, il re chiese prima ai suoi magi la descrizione del sogno stesso, senza averlo prima detto a nessuno. Tra tutti coloro che furono convocati, solo Daniele seppe descrivere il sogno, e procedere quindi con la sua interpretazione:

Questo è il sogno; ora ne daremo l'interpretazione al re. Tu, o re, sei il re dei re, a cui il Dio del cielo ha dato il regno, la potenza, la forza e la gloria; e ha messo nelle tue mani tutti i luoghi in cui abitano gli uomini, le bestie della campagna e gli uccelli del cielo, e ti ha fatto dominare sopra tutti loro: la testa d'oro sei tu. Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, di bronzo, che dominerà sulla terra; poi vi sarà un quarto regno, forte come il ferro; poiché, come il ferro spezza e abbatte ogni cosa, così, pari al ferro che tutto frantuma, esso spezzerà ogni cosa. Come i piedi e le dita, in parte d'argilla da vasaio e in parte di ferro, che tu hai visto, così sarà diviso quel regno; ma vi sarà in esso qualcosa della consistenza del ferro, poiché tu hai visto il ferro mescolato con la fragile argilla. Come le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d'argilla, così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile. Hai visto il ferro mescolato con la molle argilla, perché quelli si mescoleranno mediante matrimonio, ma non si uniranno l'uno all'altro, così come il ferro non si amalgama con l'argilla. Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto e che non cadrà sotto il dominio d'un altro popolo. Spezzerà e annienterà tutti quei regni, ma esso durerà per sempre, proprio come la pietra che hai visto staccarsi dal monte, senza intervento umano, e spezzare il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. Il gran Dio ha fatto conoscere al re quello che deve avvenire d'ora in poi. Il sogno è vero e sicura è la sua interpretazione».
Daniele 2:36-45 

Questo sogno è una vera e propria mappa storico-profetica della successione degli imperi mondiali di ispirazione satanica, nell'intera storia dell'umanità. Le caratteristiche fondamentali di tutti questi imperi sono esattamente le stesse evidenziate nell'episodio di Babele: la volontà di sottomettere tutti i popoli ad un unico governo centrale, livellando tutte le differenze, con lo scopo di un dominio eterno che ignori completamente l'autorità di Dio. E' significativo il fatto che tutti questi regni siano simboleggiati da una statua di forma umana, ancora una volta in diretta opposizione alla volontà espressa del Signore di non fare nessuna statua (De 5:8, 16:22) e nessuna immagine scolpita (De 27:15). L'essere umano è già di per sé l'immagine di Dio (Gen 1:26) e qualsiasi tentativo di costruire a sua volta un'immagine che lo somigli manifesta la volontà di "essere come Dio", attraverso l'artificio di una "perversa creazione". Tutto questo è comunque nei piani del Signore, come apprendiamo dall'espressione iniziale "il Dio del cielo ha dato il regno...".

La testa della statua rappresenta il re Nabucodonosor e l'impero Babilonese, che sotto questo governante raggiunse l'apice della sua gloria, costruendo grandi giardini imperiali, restaurando l'Etemenanki (la ziqqurat che gli archeologi associano alla torre di Babele) e la porta di Ishtar. Tuttavia, durante il regno di Baldassar figlio di Nabucodonosor, il regno fu separato tra i Medi e i Persiani, sotto l'autorità di Dario. Durante il regno del figlio Ciro il Grande, secondo la profezia di Isaia (capitoli 44, 45) e Geremia (25:12, 29:10), si creò per il popolo di Giuda la possibilità di tornare nella terra promessa:

«Così dice Ciro, re di Persia: "Il SIGNORE, Dio dei cieli, mi ha dato tutti i regni della terra, ed egli mi ha comandato di costruirgli una casa a Gerusalemme, che si trova in Giuda. Chiunque fra voi è del suo popolo, sia il SIGNORE, il suo Dio, con lui, e parta!"» 

2 Cronache 36:23

In ulteriori tre fasi (538 a.C, 458 a.C., 444 a.C) molte persone del popolo di Giuda (prevalentemente la dinastia sacerdotale e gli uomini più religiosi) tornarono nel loro Paese e ricostruirono Gerusalemme ed un nuovo tempio, mentre altri restarono a Babilonia. Il regno Medo-Persiano è rappresentato dal torace e dalle braccia d'argento della statua. 

Nel 334 a.C., Alessandro Magno ed il suo esercito sconfissero l'impero Persiano nella battaglia di Granico, inaugurando di fatto il quarto regno mondiale, rappresentato nella statua sognata da Nabucodonosor dal ventre e dalle cosce di bronzo.

4. L'IMPERO MACEDONE

Queste cose avvennero dopo che Alessandro il Macedone, figlio di Filippo, uscito dalla regione dei Kittim sconfisse Dario, re dei Persiani e dei Medi, e regnò al suo posto, cominciando dalla Grecia. Intraprese molte guerre, si impadronì di fortezze e uccise i re della terra; arrivò sino ai confini della terra e raccolse le spoglie di molti popoli. La terra si ridusse al silenzio davanti a lui; il suo cuore si esaltò e si gonfiò di orgoglio. Radunò forze ingenti e conquistò regioni, popoli e principi, che divennero suoi tributari. Dopo questo cadde ammalato e comprese che stava per morire. Allora chiamò i suoi luogotenenti più importanti, che erano cresciuti con lui fin dalla giovinezza e mentre era ancora vivo divise tra di loro il suo impero. Regnò dunque Alessandro dodici anni e morì. I suoi subalterni assunsero il potere, ognuno nella sua regione; dopo la sua morte tutti cinsero il diadema e dopo di loro i loro figli per molti anni e si moltiplicarono i mali sulla terra. Uscì da quelli una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco che era stato ostaggio a Roma, e assunse il regno nell'anno centotrentasette del dominio dei Greci. In quei giorni sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: «Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali». Parve ottimo ai loro occhi questo ragionamento; alcuni del popolo presero l'iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani. Essi costruirono una palestra in Gerusalemme secondo le usanze dei pagani e cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il male. Quando il regno fu consolidato in mano di Antioco, egli volle conquistare l'Egitto per dominare due regni: entrò nell'Egitto con un esercito imponente, con carri ed elefanti, con la cavalleria e una grande flotta e venne a battaglia con Tolomeo re di Egitto. Tolomeo fu travolto davanti a lui e dovette fuggire e molti caddero colpiti a morte. Espugnarono le fortezze dell'Egitto e Antioco saccheggiò il paese di Egitto. Ritornò quindi Antioco dopo aver sconfitto l'Egitto nell'anno centoquarantatré, si diresse contro Israele e mosse contro Gerusalemme con forze ingenti. Entrò con arroganza nel santuario e ne asportò l'altare d'oro e il candelabro dei lumi con tutti i suoi arredi e la tavola dell'offerta e i vasi per le libazioni, le coppe e gli incensieri d'oro, il velo, le corone e i fregi d'oro della facciata del tempio e lo sguarnì tutto; si impadronì dell'argento e dell'oro e d'ogni oggetto pregiato e asportò i tesori nascosti che riuscì a trovare; quindi, raccolta ogni cosa, fece ritorno nella sua regione. Fece anche molte stragi e parlò con grande arroganza.
Allora vi fu lutto grande per gli Israeliti
in ogni loro regione.
Gemettero i capi e gli anziani,
le vergini e i giovani persero vigore
e la bellezza delle donne svanì.
Ogni sposo levò il suo lamento
e la sposa nel talamo fu in lutto.
Tremò la terra per i suoi abitanti
e tutta la casa di Giacobbe si vestì di vergogna.
1 Maccabei 1:1-28 

I successi di Alessandro Magno furono visti come il coronamento di un sogno: la grande vittoria della Grecia unita contro il popolo persiano. L'organizzazione sociale della polis lasciò il posto a quella delle grandi monarchie, causando enormi stravolgimenti sotto ogni aspetto della società di allora. Nacquero nuovi centri culturali che si affiancarono ad Atene: Rodi, Pergamo, e soprattutto Alessandria. Come riporta il primo libro dei Maccabei, alla morte di Alessandro i suoi generali si divisero l'impero, arrivando infine nel 281 a.C. alla spartizione in tre grandi regni: la dinastia tolemaica in Egitto, quella seleucide in Siria, Mesopotamia e Persia, ed infine quella antigonide in Macedonia e Grecia. Nel 175 a.C., Antioco IV prese la reggenza del regno seleucide. Nel 170 a.C. conquistò l'Egitto e successivamente si diresse verso Gerusalemme, per saccheggiare e sconsacrare il (secondo) tempio, riconsacrandolo al culto pagano di Zeus Olimpo. La famiglia ebraica dei Maccabei condusse una rivolta contro la dominazione seleucida, riuscendo ad occupare Gerusalemme e riconsacrare il tempio al culto del Signore (164 a.C.), nonostante il permanere di disordini successivi. 

L'impero macedone presenta grandi differenze culturali, filosofiche, artistiche ed architettoniche rispetto ai precedenti babilonesi e medo-persiani, tuttavia le caratteristiche in esame restano bene in evidenza anche in questo caso. Nel II secolo a.C., ad Alessandria d'Egitto vennero tradotte le Sacre Scritture ebraiche (l'Antico Testamento per i cristiani) dall'ebraico al greco, componendo la versione maggiormente diffusa ed utilizzata nel mondo antico. In tutti i territori del regno si impose velocemente la lingua greca comune (il koinè), facilitando le comunicazioni ma sopprimendo molte ricchezze locali. Questa lingua si affermerà così tanto da essere addirittura usata a secoli di distanza per la redazione dei libri del Nuovo Testamento. Il popolo giudaico scivolò nel sincretismo, e come riporta il primo libro dei Maccabei, sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: "Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno". Questi giudei ellenisti costruirono uno stadio a Gerusalemme e si impegnarono a sopprimere il rituale della circoncisione, simbolo dell'alleanza del popolo con YHWH. Il fragile equilibrio religioso e spirituale di Giuda si incrinò per pressioni interne ed esterne, preservandosi debolmente grazie allo zelo dei Maccabei, ma perdendo in modo ormai definitivo la stabilità che poteva aver avuto un tempo. Un imperialismo politico, economico, religioso e culturale, si era ancora una volta incarnato in un nuovo popolo, ispirato dallo stesso spirito di regime satanico ma adattato a nuovi tempi ed eventi, così come mostrato dal ventre e dalle cosce bronzee della statua sognata dal re Nabucodonosor. 

5. CONSIDERAZIONI FINALI

La prospettiva in volo
 Per la storiografia moderna questi popoli contribuirono ad una importante accelerazione nella conoscenza scientifica, artistica, economica, linguistica e tecnologica dell'umanità, ma tutto questo a danno della conoscenza di YHWH. In quanto credenti siamo invitati ad applicare gli stessi criteri dei libri storici dell'Antico Testamento, per leggere la storia non solo guardando a "nudi fatti e dati isolati", ma anche e soprattutto osservando secondo una prospettiva teologica che può anche stravolgere i giudizi su persone, civiltà e regni. Costruire una torre che arrivi a toccare il cielo è sempre stato il desiderio degli uomini che si ribellano a Dio, e che vogliono raggiungere il progresso per conquistare potere, ricchezza ed immortalità per conto proprio. I credenti però sanno che il timore del Signore è il principio della scienza (Pr 1:7), e che qualsiasi altra fonte di conoscenza e progresso non può che portare ad un ulteriore degrado della stessa dignità umana.

L'impero macedone perse definitivamente l'indipendenza con la quarta guerra macedonica (149 - 148 a.C.), diventando dopo questo avvenimento una provincia della repubblica romana. Il terzo regno tramontò in questo modo, lasciando spazio al quarto regno rappresentato dalle gambe della statua sognata da Nabucodonosor: l'impero romano. Durante questo tempo è nato Gesù Cristo, è fiorita la Chiesa e l'assetto del mondo intero è cambiato velocemente. Ma per ogni nuovo intervento di Dio, il mondo - principato di satana - ha sempre procurato una nuova oppressione, seguendo le stesse antiche tattiche di seduzione dell'animo umano. 

Bibliografia:

Pawson David, Le chiavi della Bibbia, ed. EUN.
Il profeta Daniele, ed. Il messaggero cristiano.
Mc Arthur John, La Sacra Bibbia commentata, ed. Società Biblica di Ginevra.

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